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The Elder Scrolls: Castles, la recensione di un gestionale nel mondo di Tamriel

Bethesda torna su piattaforme mobile con The Elder Scrolls: Castles, un ottimo gioco gestionale che ci mette nei panni di un re nel continente di Tamriel.

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   22/09/2024
La copertina di The Elder Scrolls: Castles
The Elder Scrolls: Castles
The Elder Scrolls: Castles
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Nonostante la stranezza iniziale di vedere un franchise così noto in un contesto completamente diverso dal solito, Fallout Shelter si è rivelato essere uno dei migliori gestionali appositamente costruiti per piattaforme mobile, in grado di tenere milioni di giocatori incollati ai piccoli schermi portatili. Nove anni dopo, Bethesda ha deciso di ripetere l'operazione anche con l'altra sua serie storica The Elder Scrolls e, sebbene la soluzione scelta possa risultare fin troppo cauta e conservatrice, basandosi fortemente su quanto fatto con il gioco precedente, andando sul sicuro non ha sbagliato affatto: come vediamo nella recensione di The Elder Scrolls: Castles, siamo di fronte a un altro gestionale ben costruito e perfettamente studiato per funzionare al meglio su smartphone.

Come detto la base è chiaramente quella di Fallout Shelter, solo che invece di costruire e gestire un vault sotterraneo, qui ci troviamo a espandere e controllare un castello di un regno di Tamriel, ma alle meccaniche a cui siamo abituati si aggiungono anche alcune caratteristiche peculiari.

Manca forse l'iconica caratterizzazione grafica di interfaccia ed elementi di gioco che rende inconfondibile il mondo di Fallout, ma The Elder Scrolls: Castles mostra comunque delle salde connessioni con la storica serie di riferimento, riuscendo a emergere anche grazie a queste con una sua specifica identità. Non si può certo dire che questo sazi l'attesa per l'arrivo di The Elder Scrolls 6, ma si respira un po' la particolare atmosfera di Tamriel anche tra le stanze del castello, filtrata però da un particolare taglio cartoonesco e quasi umoristico dato al tutto.

Un castello pieno di vita

La storia inizia con l'assassinio del re, cosa che dà il via a una nuova dinastia attraverso una soluzione subito piuttosto particolare e caratteristica: possiamo scegliere chi incoronare tra la vedova, l'amante, il figlio (legittimo erede) e l'eroe, dando subito un tocco personale al regno, perché ogni personaggio ha proprie caratteristiche specifiche e determinate relazioni con gli altri che vanno poi coltivate.

I coniugi della famiglia reale in festa (per poco)
I coniugi della famiglia reale in festa (per poco)

La gestione del castello passa attraverso elementi fondamentali come la costruzione fisica delle sale e l'installazione di struttura, ma anche la selezione di decreti che impostano la linea politica e sociale, dando vita anche a eventuali malumori, entusiasmi o rivalità che possono sfociare anche in possibili attentati alla vita del monarca.

La costruzione è estremamente intuitiva e consente di ampliare il castello (purché si abbia la giusta quantità di risorse) creando velocemente nuove stanze, muri e scale con il semplice tocco di un dito. Si tratta di un'operazione dispendiosa e da effettuare con misura, ma necessaria soprattutto per dare spazio alle postazioni di lavoro e alle residenze.

Un castello abbastanza sviluppato
Un castello abbastanza sviluppato

Il gioco crea automaticamente colonne e finestre in modo da rendere il castello sempre luminoso e misurato, facilitando l'operazione ma lasciando comunque al giocatore la possibilità di agire sull'estetica con l'installazione di elementi di arredo, anche questi da sbloccare avanzando nel gioco.

Il sistema di progressione è costante e incentrato sullo scorrere del tempo (ogni giorno reale corrisponde a un anno di regno) e sul raggiungimento degli obiettivi posti dal gioco. Ogni traguardo consente di sbloccare nuove possibilità di costruzione e introduce ulteriori meccaniche: si parte con le strutture più basilari come la cucina, il frantoio, il telaio o il santuario, per passare poi a elementi più avanzati come le missioni all'esterno del castello, rendendo sempre stimolante il ritorno nel gioco con un ottimo avanzamento e variazione del gameplay.

Gestione stratificata

Almeno per una prima fase piuttosto lunga, la progressione è abbastanza guidata essendo incentrata sullo sblocco delle strutture e delle attività più basilari, ma c'è una gestione più stratificata che emerge in un secondo momento e consente di indirizzare il regno in maniera più personale.

Un'immagine del castello dall'esterno
Un'immagine del castello dall'esterno

Ogni singolo elemento produttivo può essere regolato in varie maniere, per esempio assegnando individualmente i cittadini alle strutture, facendole evolvere e decidendo come investire l'oro o su cosa concentrarsi maggiormente. Ogni suddito ha particolari caratteristiche e inclinazioni che possono renderlo più o meno adatto a certi tipi di lavoro, con conseguenze in termini di produzione e soddisfazione personale, e quindi anche sull'umore generale della popolazione.

A variare ulteriormente la meccanica di gioco c'è poi il sistema delle missioni, che consente di inviare periodicamente dei cittadini/combattenti all'esterno della cittadella per portare a termine vari compiti.

Una scena da una quest con combattimento
Una scena da una quest con combattimento

In questo caso la prospettiva e l'ambientazione cambiano, mostrando una sorta di gioco di ruolo a turni a svolgimento automatico, in un sistema che consente sia di offrire una digressione interessante rispetto all'andamento standard del gestionale, sia di ottenere ricompense speciali che consentono nuovi investimenti nel castello. Nonostante si tratti di un sistema piuttosto semplice e intuitivo, adatto a un pubblico generico e non necessariamente appassionato di "grand strategy" o simili, il gameplay di The Elder Scrolls: Castles è sufficientemente stratificato da offrire comunque una buona sfida anche per chi cerca qualcosa di più profondo, trovando un buon compromesso tra costruzione, gestione delle risorse, quest e controllo più capillare del regno anche attraverso l'interessante sistema dei decreti per scegliere l'indirizzo politico.

The Elder Scrolls: Cartoon

Lo stile grafico adottato risulta perfettamente coerente con il tono utilizzato per The Elder Scrolls: Castles, che si pone come una "riduzione in piccolo" della leggendaria serie Bethesda potenziandone alcuni aspetti più leggeri ma rimanendo comunque ancorato alla lore di riferimento.

La sala del trono in The Elder Scrolls: Castles
La sala del trono in The Elder Scrolls: Castles

Le regole che vigono nel regno sono quelle di Tamriel, e i riferimenti alla religione, alla politica e alla cultura sono tutti in linea con i capitoli della serie principale, come dimostra anche il fatto che la popolazione è divisa nelle tipiche razze di Elder Scrolls, ovvero umani, elfi, khajiit e argoniani, mantenendo caratteristiche fisiche e sociali dei vari gruppi di appartenenza. Anche gli elementi architettonici del castello, così come quelli estetici che possono essere applicati, richiamano le tradizioni delle varie regioni visti nella serie, mantenendo dunque un continuo contatto con il materiale di origine.

La grafica un po' cartoonesca e fortemente stilizzata stempera però il clima, rendendo Castles una simpatica digressione che apparentemente fa leva sugli aspetti più frivoli della serie, tra chiacchiere di castello e storie che si dipanano tra gli abitanti del regno, ma senza risparmiare momenti più drammatici, come quelli che di fatto aprono il nuovo corso all'inizio di ogni partita.

Le similitudini con Fallout Shelter sono chiare anche dando un'occhiata superficiale, ma questo non è necessariamente un problema
Le similitudini con Fallout Shelter sono chiare anche dando un'occhiata superficiale, ma questo non è necessariamente un problema

Il gioco è un free-to-play con micro-transazioni, ma risulta sorprendentemente corretto nella monetizzazione: il gameplay non sembra mai forzare la mano del giocatore verso l'acquisto di scorciatoie per facilitare l'accumulo di risorse e si ha sempre l'impressione di poter risolvere le situazioni semplicemente con un buon ragionamento strategico, lasciando l'uso degli acquisti in-app magari a chi propende per un approccio più casual e mano impegnativo.

Conclusioni

Versione testata Android, iPad 1.3.3.4153346
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
7.5
Lettori (1)
7.0
Il tuo voto

Bethesda è chiaramente partita dal lavoro di sviluppo e successivo affinamento di Fallout Shelter per costruire The Elder Scrolls: Castles, visto che la struttura è molto vicina al titolo precedente, soprattutto per quanto riguarda la costruzione del castello, ma questo gioco ha comunque una sua spiccata identità. Riesce a trovare un ottimo compromesso tra approccio intuitivo nella costruzione ed espansione di base e complessità strategica negli aspetti più capillari della gestione del regno. Allo stesso modo, nonostante il tono generalmente leggero, risulta comunque rispettoso della tradizione di The Elder Scrolls, e ha anche un sistema di micro-transazioni assolutamente non invasivo. In definitiva, risulta essere un titolo piacevole anche per un pubblico ampio, che non punta a una grande complessità o profondità ma riesce anche a non annacquarsi troppo.

PRO

  • Facile da approcciare, ma in grado di offrire anche una certa profondità
  • Gestione delle risorse, quest e decreti offrono sempre qualcosa di diverso da fare
  • Ha un tono più leggero ma i legami con The Elder Scrolls ci sono
  • Free-to-play alquanto corretto come gestione delle micro-transazioni

CONTRO

  • Alla lunga diventa inevitabilmente ripetitivo
  • Non offre certamente la complessità di un gestionale più serio