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The Grand Tour Game, la recensione

Da Amazon arriva The Grand Tour Game, versione videoludica del celebre show automobilstico: ecco la nostra recensione.

RECENSIONE di Davide Spotti   —   26/01/2019

The Grand Tour Game è uno dei primi prodotti partoriti da Amazon Game Studios, team che il colosso dell'e-commerce ha fondato con l'obiettivo di farsi strada nel vasto e complesso mondo dei videogiochi. Gli appassionati di supercar avranno senz'altro già sentito parlare dello scoppiettante trio televisivo formato da Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May. Dopo aver abbandonato le redini del programma britannico Top Gear nel 2015, gli allegri compari di sgommate hanno avuto la bella idea di creare uno show nuovo di zecca interamente dedicato ai motori. Ovviamente alla loro maniera, catapultando gli spettatori ai quattro angoli del pianeta a bordo di automobili da sogno, tra improbabili test e sfide al fulmicotone infarcite da tonnellate di gag e un ricco campionario di battute in perfetto stile "british".

The Grand Tour Game Key Art

D'altra parte il fulcro della trasmissione consiste proprio nella capacità dei tre istrionici presentatori di bucare lo schermo senza tanti fronzoli, entrando in sintonia con chi li segue comodamente da casa. Dopo le prime due stagioni, trasmesse su Amazon Prime Video nel 2016 e nel 2017, proprio in questi ultimi giorni ha debuttato il primo di quattordici appuntamenti che scandiranno la terza stagione dello show fino al 12 aprile 2019. L'idea da cui nasce The Grand Tour Game è proprio quella di prendere i materiali video originali e cucirci attorno un videogioco che renda interattive le sezioni di guida presenti in ciascuna puntata. Almeno sulla carta, l'idea sembrerebbe riservare qualche spunto interessante, ma come si sarà rivelata la produzione alla prova dei fatti? Scopriamolo nella nostra recensione.

Struttura episodica

Per il momento il gioco propone tre pacchetti episodici che includono la prima puntata della Stagione 1, la prima puntata della Stagione 2 e la prima puntata della Stagione 3. In questa prima fase The Grand Tour Game offre dunque una limitata retrospettiva sulle puntate d'esordio degli show precedenti, evidentemente nel tentativo di proporre al giocatore qualche attività extra prima di passare al materiale più attuale. Per dare inizio a questa terza cavalcata, Clarkson, May e Hammond sono ripartiti dalla città di Detroit, vecchio tempio dei motori ormai caduto in disgrazia. Oltre a scorrazzare per le strade della metropoli, i tre hanno finito per ritrovarsi in una vecchia fabbrica abbandonata, trasformata per l'occasione in un improbabile percorso di gara a bordo di tre esaltanti muscle car. Come abbiamo detto, la struttura interattiva di The Grand Tour Game è caratterizzata da un'elevata frammentarietà, ma ciò non dipende solo dalla ripartizione temporale dei contenuti proposti. Ciascuna porzione di filmato in cui si introducono luoghi, situazioni e "gare" si alterna alle prove su strada vere e proprie: le uniche durante le quali è possibile prendere concretamente in mano il pad. Al giocatore viene data la libertà di decidere se saltare pedissequamente le sezioni filmate e descrittive per passare direttamente all'azione, ma si tratta di una scelta a nostro parere discutibile visto che le competizioni proposte in The Grand Tour Game presentano notevoli limitazioni. Insomma, basta poco per rendersi conto che privare il gioco del programma stesso avrebbe davvero poco senso; vediamo di capire meglio il perché.

The Grand Tour Game 1

Gameplay arcade fino al midollo, ma la qualità?

The Grand Tour Game offre un gameplay basato su cinque tipi di competizione. Data la struttura del programma non possono mancare le gare di velocità, dove i presentatori si cimentano in partenze da fermo per mettere a confronto le capacità di accelerazione di ciascuna vettura su brevi distanze. Ci sono le gare a tempo, nelle quali i tre interpreti si sfidano a realizzare la prova migliore, ma anche quelle che richiedono semplicemente di raggiungere un determinato punteggio accumulando punti in derapata. La categoria più improbabile è però quella delle gare emozione, in cui non si deve far altro che guidare ad alta velocità e compiere tutta una serie di manovre per riempire un indicatore che simboleggia l'entusiasmo percepito da chi si trova al volante. In questi frangenti si viene sempre coinvolti in situazioni di gioco di breve durata e con la presenza di una sola vettura in pista. L'unica categoria che lascia un po' più di spazio alla competizione è quella che prevede le gare con i power-up attivati. Sulla falsa riga di un Mario Kart o un Blur, il giocatore scende in pista e può raccogliere dei potenziamenti provvisori per la vettura. Una volta attivati, essi finiscono per influire sulle prestazioni del proprio veicolo o su quelli avversari. Troviamo soluzioni piuttosto classiche, come il NOS per incrementare la velocità di percorrenza o la fumata posteriore in grado di oscurare la visuale di chi si trova nelle retrovie. Altre invece sono molto in linea con la natura simpatica del programma, prevedendo ad esempio di inviare disturbi sonori o sms per distrarre dalla guida gli altri conducenti.

The Grand Tour Game 5

Ciascuno di questi brevi spezzoni prevede l'assegnazione di tre medaglie (bronzo, argento e oro) a seconda dell'abilità dimostrata. Al termine di ciascun pacchetto è poi possibile rigiocare i singoli eventi di gara per cercare di guadagnare l'oro in ogni categoria. Insomma, tanto fumo e poco arrosto, anche se la limitazione dell'interazione è solo uno dei tanti problemi che affligge The Grand Tour Game. La principale pecca che abbiamo riscontrato risiede proprio nel sistema di guida. Se per un verso l'impostazione spiccatamente arcade conferita al prodotto è in linea con il target della trasmissione, strizzando l'occhio all'utente più casual, l'interazione si è rivelata davvero troppo approssimativa e senza dubbio non al passo con i tempi. Per non parlare della fisica dei veicoli pressoché inesistente. Vi basti considerare che spesso è sufficiente andare a tavoletta non facendo altro che gestire la derapata in curva. Frenata e traiettorie non hanno praticamente alcuna rilevanza concreta, tant'è che in alcuni casi persino il fatto di finire o meno contro le barriere che delimitano il percorso non va ad incidere più di tanto sul risultato finale. Anzi, può capitare persino di fare tempi migliori con questa tecnica rispetto a quando si cerca di guidare con accortezza.

The Grand Tour Game 4

Davvero poca cosa anche le collisioni con gli altri veicoli e le parti dello scenario, che risultano tremendamente artificiose e davvero poco all'altezza degli standard imposti dalle produzioni contemporanee. Alquanto discutibile, inoltre, il modo con cui sono stati gestiti alcuni contenuti presenti nella puntata 1 della Stagione 3. Ci riferiamo in particolare al momento in cui Clarkson si reca sul circuito di Donington per provare la nuova McLaren Senna. Questa sezione è stata letteralmente tagliata dal videogioco perché a quanto pare gli asset necessari per realizzarla non erano disponibili. Sì, avete letto bene. La scena in questione è stata quindi sostituita con un'altra prova sul celebre Eboladrome, dove Richard Hammond si è cimentato con la McLaren 720S. Sarebbe poi il caso di accennare brevemente a un'altra scelta di design che mostra tutti i suoi limiti, ovvero i risultati delle gare portate a termine dal giocatore rispetto agli esiti narrati di volta in volta nella trasmissione. Completando gli incarichi si ottiene un obiettivo che in molti casi viene smentito dal filmato d'intermezzo successivo. Questo perché prevedibilmente nessuno si è preso la briga di coinvolgere i diretti interessati in una serie di video alternativi che andassero a coprire tutte le possibili varianti dando un minimo di coerenza d'insieme al prodotto.

The Grand Tour Game 2

Modalità multiplayer in split-screen e grafica

A fianco della modalità per giocatore singolo, che segue pedissequamente le puntate della serie televisiva, The Grand Tour Game propone anche una timida modalità multiplayer in locale. Due le alternative disponibili: selezionando Duello è possibile sfidarsi su uno dei singoli tracciati sbloccati in seguito al completamento di ciascuna puntata, mentre optando per Grand Prix ci si può cimentare in un gruppo di gare - sempre provenienti dai singoli episodi single player - con un massimo di altre tre amici. Almeno per ora non sono disponibili funzionalità online di alcun tipo, nemmeno delle semplici leaderboard legate a tempi e punteggi. Abbiamo trovato apprezzabile il tentativo di Amazon Game Studios di variare un minimo i contenuti per rendere The Grand Tour Game un titolo fruibile in gruppo, ma nemmeno questa porzione del gioco è riuscita a convincerci. E che dire della grafica? Dal punto di vista tecnico il titolo risulta decisamente anonimo e per giunta non privo di alcune problematiche. Oltre ai già citati problemi legati alle collisioni, abbiamo riscontrato frequenti rallentamenti della fluidità in alcune ambientazioni, con vistosi cali di frame rate che infastidiscono non poco durante la guida.

The Grand Tour Game 3

Conclusioni

Multiplayer.it
5.5
Lettori (13)
7.0
Il tuo voto

Nell'epoca di un gigante del genere racing arcade come Forza Horizon 4, giocare a un titolo talmente limitato e privo di prospettiva come The Grand Tour Game desta quasi tenerezza. Le puntate della serie si lasciano guardare volentieri e il trio formato da Clarkson, May e Hammond sa perfettamente come intrattenere il suo pubblico, ma tutto ciò non basta di certo a farci chiudere entrambi gli occhi davanti alle numerose lacune che affliggono la parte ludica.

PRO

  • Impostazione arcade coerente con lo stile senza fronzoli della trasmissione...
  • Multiplayer locale fino a 4 giocatori
  • Cinque categorie di gara

CONTRO

  • ... ma la fisica dei veicoli e il sistema di collisioni sono insoddisfacenti
  • Gare molto limitate e alla lunga ripetitive
  • Longevità ridotta
  • Disparità tra ciò che avviene in-game e l'esito narrato nei filmati