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Tormented Souls 2, la recensione del survival horror che non scende a compromessi

Caroline Walker torna, pochi anni dopo il primo capitolo, per un'avventura da incubo che cita i classici del genere senza scendere a patti.

RECENSIONE di Fabio Di Felice   —   03/11/2025
Caroline Walker torna a combattere orrori in Tormented Souls 2
Tormented Souls II
Tormented Souls II
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C'è una frase che Gabriel Araneda, il game director dei due Tormented Souls, ha dichiarato durante un'intervista e che rende subito chiaro il suo modo di vedere i survival horror: per lui Silent Hill è stato il Quarto potere dei videogiochi. Il film di Orson Welles viene considerato una delle pellicole più importanti della storia del cinema, per certi versi pionieristica di molte forme estetiche e narrative che poi gli altri registi avrebbero saccheggiato nei decenni successivi. Un'opera seminale, da cui partire, a cui guardare quando ci si sente perduti durante la creazione di qualcos'altro. Per Araneda, il 1999 videoludico è come il 1941 cinematografico: l'inizio di qualcosa.

Per questo motivo non è difficile capire perché Araneda e il resto di Dual Effect, sviluppatore cileno, abbiano impresso a Tormented Souls un'impronta così chiara. Nel 2021 il primo capitolo di questo brand convinse gli appassionati del genere con un mix riuscito e desiderato da un pubblico che aveva visto i survival horror spostarsi sempre di più verso l'azione. Un videogioco che sembrava Silent Hill nell'aspetto, ma che si giocava come un Resident Evil. In tutto e per tutto, però: non c'era traccia di quelle migliorie alla qualità della vita del giocatore che i due franchise sopra citati avevano sposato nel tempo. Tormented Souls era, come suggeriva il titolo stesso, un tormento. Perverso e piacevole per alcuni; quasi insostenibile per altri.

Suore giganti armate di martello e assetate di sangue. Ogni ingrediente al posto giusto
Suore giganti armate di martello e assetate di sangue. Ogni ingrediente al posto giusto

C'è, in effetti, un pubblico ben preciso che ama questo tipo di esperienze, anche e soprattutto perché oggi sono sempre più rare e si possono trovare perlopiù solo nel mercato indie, che non ha bisogno di ammaliare milioni di videogiocatori per coprire i costi di sviluppo. Questo permette ad alcuni progetti di inseguire un'idea più pura. Così, alla fine, Tormented Souls, pur con tutte le asperità del suo carattere, ha avuto un buon successo, tale da spingere il team a disturbare ancora la povera Caroline con una seconda avventura. Più grande, più difficile, più spietata: Tormented Souls 2.

Benvenuti a Villa Hess

Il gioco riparte poco dopo il finale del primo capitolo e, nonostante questo, vuole essere abbastanza semplice anche per chi non l'ha giocato. D'altro canto, la storia è molto esile: Caroline e Anna sono due sorelle, gemelle in realtà, ma per uno strano caso del destino (che in pratica è la storia del primo Tormented Souls) Caroline è più grande di qualche anno. La più piccola combatte contro un trauma che spesso la spinge ad avere terribili visioni e la porta in uno stato di trance. Caroline ha sentito che c'è qualcuno che può aiutarla: in un convento a Villa Hess, località in Cile, dove Madre Lucia le attende per prendere in cura Anna.

Il convento sembra un luogo accogliente e le due sorelle si fanno scortare nella loro stanza, dove la più grande cede al sonno e alla stanchezza del lungo viaggio. Quando si risveglia, Anna non c'è più e, improvvisamente, quel posto sembra infestato: i corridoi scarsamente illuminati, gli austeri dipinti appesi alle pareti, le armature che costellano lateralmente i passaggi. Tutto la mette a disagio, mentre comincia a esplorare il convento in cerca di sua sorella. Da questo momento parte una storia che vede le protagoniste parte di un grande disegno, di un culto antico e di una cittadina abitata da orribili demoni. La storia non è mai complessa e, se non avete giocato il primo capitolo, potreste anche chiudere gli occhi e partire da qui. Tra l'altro, Tormented Souls 2, con incomprensibile goffaggine, mette in scena un momento in cui Caroline racconta per filo e per segno cos'è successo nel primo videogioco, ma lo fa a tre quarti dell'avventura, quando ormai ci si avvia al finale. Una scelta narrativa singolare. Non l'unica, dal momento che la scrittura non è certo il punto forte di Tormented Souls 2.

Scelte da paura

Quello in cui invece il gioco eccelle è ereditare in modo intelligente certe dinamiche di gameplay tipiche del genere e anche infilarci dentro delle trovate che vanno in un'unica direzione: creare tensione nel giocatore. Tormented Souls 2 è un videogioco spietato, a volte anche al limite della scorrettezza nel suo perseguire questo obiettivo con tutte le sue forze. Non si può dire, però, che sia inefficace.
Chiaramente, come dicevamo in apertura, il titolo di Dual Effect vuole rappresentare l'erede di un certo modo di fare survival horror tipico degli albori delle due serie più famose, Silent Hill e Resident Evil. Da quest'ultimo, per esempio, prende l'idea dei punti di salvataggio fissi, che vanno però utilizzati con parsimonia, dal momento che per registrare la partita c'è bisogno di nastri presenti in numero limitato nel corso dell'avventura. Può capitare che si abusi di questi e che ci si ritrovi senza risorse per salvare. Tra l'altro, questi punti di salvataggio sono anche relativamente pochi nel corso di un'avventura che arriva tranquillamente a toccare e superare le 15 ore.

Per salvare si usano dei magnetofoni e c'è bisogno di utilizzare dei nastri, un po' come succedeva in Resident Evil
Per salvare si usano dei magnetofoni e c'è bisogno di utilizzare dei nastri, un po' come succedeva in Resident Evil

È però importante salvare la partita in modo intelligente per ben due motivi. Il primo è che, al livello di difficoltà normale, Tormented Souls 2 non ha checkpoint. Questo significa che quando morirete - e lo farete, perché il gioco è difficile - si riparte dall'ultimo salvataggio. Capita spesso di aver consapevolmente scelto di non registrare lo stato per risparmiare risorse, o semplicemente per la pigrizia di non voler tornare indietro a salvare, e di restare poi incastrati in uno scontro con il boss di turno. In questi casi non è per niente raro dover ripetere intere sezioni di gioco. Se scegliete la difficoltà più facile, invece, il gioco ha dei checkpoint.

L'altro motivo è che il sistema di salvataggio vi vincola al numero di risorse che avete a disposizione. Sempre prendendo in eredità le meccaniche dei survival horror classici, munizioni e cure sparse nei livelli sono presenti in numero molto limitato. Non c'è modo di acquistarne altre, scelta che Resident Evil ha adottato nel corso dei capitoli, per impedire che si resti bloccati di fronte a una situazione che necessita di piombo. Ciò significa che, se vi trovate costretti allo scontro, ma non avete abbastanza munizioni o cure, e non avete salvataggi strategici fatti quando invece ne avevate in abbondanza, molto probabilmente dovrete ricominciare il gioco. O cavarvela con le armi contundenti, ma buona fortuna.

Evitare lo scontro è sempre una buona idea, anche se a volte non è possibile
Evitare lo scontro è sempre una buona idea, anche se a volte non è possibile

Sempre in ottica di costruzione della tensione, c'è una trovata che caratterizza Tormented Souls 2, legata alla gestione del buio. Caroline non può sopravvivere nelle tenebre, il game over sopraggiunge dopo qualche secondo. Per questo porta sempre con sé il suo accendino, che illumina fiocamente l'area. Con lo strumento in mano, però, non può usare alcun tipo di arma, e quindi può solo fuggire dai mostri. Questo innesca nel giocatore un meccanismo che lo porta costantemente a cercare una fonte di luce alternativa quando deve passare allo scontro. Inoltre, dà il là anche a situazioni di puzzle interessanti, perché ci sono momenti in cui Caroline deve rompere o spostare delle casse in zone scarsamente illuminate. Per gran parte dell'avventura bisogna arrangiarsi come si può a creare nuove fonti di luce, accendendo torce o candelabri, oppure attirare i nemici in zone più illuminate.

Inquadrature sghembe

Non è solo la difficoltà che Tormented Souls 2 riprende dai giganti del genere, ma anche un certo modo di mettere in scena l'orrore, basato sull'utilizzo di telecamere fisse, saggiamente posizionate per creare angoli morti e inquadrature inquietanti. Caroline è sempre inserita nella scena con attenzione, specialmente negli interni che visitiamo. Ci sono momenti in cui gli stacchi di regia pongono il punto d'osservazione alle spalle della protagonista, e magari la camera si fa dinamica, ruotando sempre di più e regalando all'inquadratura un angolo sbilenco decisamente efficace.

Tormented Souls 2 è pieno zeppo di enigmi da risolvere
Tormented Souls 2 è pieno zeppo di enigmi da risolvere

Gli ottimi movimenti di camera, uniti a un sonoro molto curato e a un immaginario di forte impatto (che, con qualche artificio narrativo, viaggia anche tra le dimensioni), rendono Tormented Souls 2 un horror estremamente inquietante. A questo contribuisce la sensazione di non essere mai al sicuro, sapientemente costruita attraverso scelte di gameplay che riguardano i movimenti goffi della protagonista, le armi di fortuna che ha a disposizione, il numero di risorse esiguo e la presenza costante degli orrori che abitano Villa Hess.

Bisogna spendere due parole anche sui puzzle, che da sempre sono pars costruens dei survival horror, e che qui alternano trovate per niente banali, basate su piccoli enigmi nascosti in filastrocche o diari trovati esplorando le ambientazioni, ad altri intoppi che vanno risolti con l'utilizzo degli oggetti a nostra disposizione. Fortunatamente, l'inventario è illimitato.

I mostri sanno sorprenderti e costringerti ad affrontare situazioni di emergenza
I mostri sanno sorprenderti e costringerti ad affrontare situazioni di emergenza

Dal punto di vista dei puzzle Tormented Souls 2 fa un lavoro egregio, lasciando che il giocatore sfrutti in maniera logica - ma quasi inedita per il genere - anche le armi per superare gli ostacoli. Possiamo usare il martello, che utilizziamo come arma corpo a corpo, per spaccare i lucchetti che tengono chiuse le porte, per esempio. Peccato solo che alcuni enigmi siano decisamente troppo criptici e che a volte interpretare gli aiuti che il gioco ti dà non sia così spontaneo. Anzi, l'idea di questo titolo di intendere i puzzle è proprio quella di una volta: un momento che stimola il pensiero laterale e che può impegnare il videogiocatore a lungo, e non un intermezzo tra una sparatoria e l'altra.

Senza compromessi

Avrete capito quindi che - almeno a livello di difficoltà normale - Tormented Souls 2 vuole essere un survival horror che non scende a patti. Questo significa che, pur con la manifesta volontà di sciogliere certe formule che oggi sarebbero troppo vetuste (come i tank control, relegati all'utilizzo della croce), Caroline resta legata a uno schema controlli molto legnoso. La gestione dell'inventario, lo switch delle armi, il sistema di mira e l'intoppo causato dagli stacchi di telecamera, che cambiano l'orientamento della corsa mentre si sta fuggendo da un nemico, sono complessità concrete da mettere in conto. A volte si ha l'impressione che la difficoltà del gioco sia forzatamente tarata verso l'alto, e se ci si incastra in una situazione di scarsità di risorse c'è ben poco da fare, se non soccombere all'idea di aver sbagliato qualcosa.

A differenza di Resident Evil, l'inventario non ha slot limitati
A differenza di Resident Evil, l'inventario non ha slot limitati

Se si è disposti a patire, Tormented Souls 2 è un'esperienza horror genuina. Soffre, come già il primo capitolo, di una debolezza nella scrittura che si ripercuote anche in performance attoriali piatte e in una regia delle cutscene non all'altezza del resto della produzione. Bisogna a volte tapparsi occhi e orecchie quando i personaggi si scambiano battute, e anche la storia, alla fine, è molto meno interessante di quanto non lascino intendere le premesse. Ed è trascinata, perché il videogioco è un pizzico più lungo di quanto non dovrebbe e, tra mille difficoltà, si arriva ai titoli di coda un po' sfiniti e provati. Rosicchiati dalla tensione.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Microsoft Store
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (12)
8.9
Il tuo voto

Tormented Souls 2 è un survival horror duro e puro, con tutti i pregi e i difetti classici del genere. Ha dalla sua molte idee che mantengono costante la tensione di chi gioca, ma bisogna essere disposti a subire le sue angherie senza battere ciglio: pochi punti di salvataggio, risorse molto limitate, niente checkpoint, controlli di legno e una frizione costante con un'interfaccia di gioco non eccellente. In cambio, l'esperienza è autentica, una di quelle che oggi si contano sulle dita di una mano. Non è un videogioco per tutti, ha un pubblico molto specifico e anche un po' masochista, che probabilmente non ci pensa nemmeno a rendere l'esperienza più facile giocandolo al livello di difficoltà più basso. Tormented Souls 2 è un titolo che rimane fedele alla propria visione, semmai è il giocatore a doversi adattare.

PRO

  • Costruisce la tensione in maniera intelligente e spietata
  • Fedele allo spirito dei vecchi survival horror
  • Tante ambientazioni, Villa Hess è piena di spunti

CONTRO

  • Scrittura, regia e recitazione
  • La difficoltà a volte risulta scoraggiante
  • Il sistema di controllo spesso è di legno