Che tuffo nella nostalgia la recensione di UFO Robot Goldrake: Il banchetto dei Lupi. Non solo questo nuovo prodotto Microids si basa su uno dei più amati robot giapponesi del passato (la serie originale, pensate, è del 1975), ma come impostazione ricorda quelli che, molto tempo fa quando erano ancora in voga, venivano chiamati videogiochi multievento. I giochi multievento sono/erano avventure suddivise in diverse tipologie di gameplay: nel caso del Banchetto dei Lupi troviamo sequenze da sparatutto a scorrimento orizzontale, altre con visuale posteriore, segmenti dove guideremo Actarus a piedi con telecamera dall'alto e altre ancora dove guideremo il grande Goldrake liberamente per il Giappone scazzottando con i robot provenienti da Vega in un vero e proprio action in terza persona.
Nostalgia portami via
L'elemento nostalgia è parte integrante di un prodotto pensato proprio per chi è cresciuto con le opere di Go Nagai di cui riprende stile grafico, musiche e persino le voci originali della versione italiana del cartone animato che venne originariamente trasmesso sui canali Rai. Non si tratta dei doppiatori di un tempo, oramai troppo anziani per riprendere certi ruoli, ma di nuove voci registrate con l'obiettivo di replicarne la timbrica e quella particolare veemenza che caratterizzava questi prodotti nei primi anni '80. E ci riesce benissimo. Lo stesso ottimo risultato lo raggiunge con le musiche: anche se queste presentano delle differenze rispetto quelle originali, e sono sempre prive della parte vocale (questo ci ha fatto un po' male, lo ammettiamo) sanno comunque ricreare perfettamente l'indimenticabile atmosfera dell'anime di cui ci innamorammo in gioventù.
Anche graficamente non possiamo ritenerci delusi. I colori, i personaggi, lo stesso Goldrake, sono proprio come avremmo voluto vederli quando da piccoli immaginavo un gioco del genere che però nessuno prima di Microids ha mai avuto il coraggio di assemblare. No, nemmeno gli stessi giapponesi che con il loro amore verso l'onnipresente Gundam non hanno mai dedicato troppe attenzioni ai loro altri robot sempre pronti a difendere la Terra dalla minaccia aliena. Come dedica piena d'amore questo Ufo Robot Goldrake: Il banchetto dei lupi può dirsi davvero riuscito, specialmente se si prende in considerazione il budget tutt'altro che faraonico affidato all'altrettanto piccolo team di sviluppo.
Old Style
I problemi e i limiti di questo progetto emergono prepotenti quando invece lo si vuole analizzare come videogioco in senso stretto, quando insomma si mette da parte la sua natura museale e si impugna il pad tra le mani per rispedire al mittente i robot mandati sul nostro pianeta dal malvagio Hydargos. Le sequenze sparatutto sono blande e poco impegnative: in questi livelli piloteremo sia Goldrake in assetto UFO, cercando di distruggere i velivoli nemici ed evitare collisioni all'interno di lunghi canyon con visuale posteriore, sia Alcor alla guida del suo TFO, e in questi casi la visuale è dall'alto come nei più classici shoot'em up alla 1945. Inspiegabilmente nelle sequenze con Alcor è presente anche un fastidioso aggiornamento delle ombre che compaiono sempre un attimo dopo che gli elementi di scena, come alberi e rocce, faranno la loro comparsa sullo schermo.
Vega non vincerà!
Va decisamente meglio quando finalmente saremo ai comandi del grande Goldrake. Queste sezioni rappresentano il vero cuore del gioco ed è qui che gli sviluppatori hanno dato il meglio. I livelli sono totalmente open e presentano diversi collezionabili e alcune missioni secondarie che ci permetteranno di raccogliere ulteriori risorse per rendere più forte il nostro robot. L'ambientazione è perlopiù rurale, come del resto era la maggior parte del Giappone degli anni '70, con qualche piccola cittadina e diversi villaggi caratteristici. Goldrake si muove soltanto a piedi, non è quindi possibile richiamare liberamente il vascello per svolazzare velocemente da una parte all'altra del livello, e le sue capacità di salto sono modeste il che darà vita ad alcune semplici sequenze platform. L'elemento centrale sarà sempre il combattimento caratterizzato da pugni, combo con l'iconica alabarda spaziale, raggi antigravitazionali utili per rompere la difese dei nemici più coriacei, boomerang elettronici, disintegratori paralleli, magli perforanti e persino il famigerato nonché potentissimo tuono spaziale scaturito dalle corna del robot. Le mosse di Goldrake sono quindi tutte presenti e ogni volta che le attiveremo sentiremo Actarus gridare il loro nome esattamente come siamo abituati da sempre a sentire nel cartone.
Alabarda spaziale!
Ogni mossa di Goldrake potrà essere potenziata e soltanto alcune andranno prima sbloccate. Gli scontri sono abbastanza semplici, specialmente nelle prime due aree, ma la varietà degli incontri migliorerà progressivamente anche grazie al sempre più vario arsenale a nostra disposizione. Combattendo, andremo a riempire la barra dell'energia che verrà utilizzata dalle mosse più potenti, i colpi di grazia più spettacolari e anche per rigenerare punti saluti (ma dovremo rimanere fermi per qualche istanti, quindi attenti ai colpi nemici). Se i punti ferita di Goldrake scenderanno a zero, sarà game over e dovremo ricominciare il livello daccapo.
Un gioco monumento
Se nelle singole parti questo Ufo Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi è un gioco poco più che mediocre, nella sua totalità l'esperienza è decisamente avvincente, specialmente se con Goldrake ci siete cresciuti. Le urla di Actarus, le esplosioni finali dei robot di Vega, le sequenze dove il nostro eroe suonerà la chitarra sotto l'albero più alto della fattoria di Rigel, i dialoghi con gli abitanti che avremo salvato da morte certa, il tramonto che infuoca il monte Fuji, la voce sognante di Venusia... ogni elemento contribuisce a rendere l'atmosfera del gioco un vero pugno (rotante) al cuore. Se tutto questo sarà abbastanza per farvi chiudere un occhio davanti alle innumerevoli imperfezioni e a certi bug decisamente fastidiosi (ma in via di risoluzione), dipenderà però da voi.
Conclusioni
Ufo Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi non deve essere acquistato se si è in certa di un nuovo grande gioco da completare. Se vi ci butterete con questa idea è molto probabile che rimarrete delusi. Questo nuovo gioco Microids è invece una sorta di monumento a un grande autore e a uno dei suoi robot più amati, un pezzo da collezione da inserire tra l'action figure di Mazinga Z e la collezione di albi dedicati a Getter Robot. Non è poi molto dissimile da certe operazioni giapponesi di metà anni '90, come il divertente Time Bokan su PlayStation che non era certa un capolavoro, ma quante risate a cavallo di Yattaman. Impreziosiscono il tutto un doppiaggio davvero ben fatto e tutti gli elementi presi di peso dalla serie originale. Abbiamo provato Goldrake: Il Banchetto dei Lupi su PlayStation 5 dove il frame rate non è dei più stabili, ma il gioco è acquistabile praticamente su tutte le piattaforme in commercio.
PRO
- Come omaggio a Goldrake funziona sufficientemente bene
- Doppiaggio spaziale!
- Musiche da brividi
CONTRO
- Frame Rate ballerino
- Game design e level design fin troppo basilari
- Diversi bug piuttosto fastidiosi