Era ormai da qualche tempo che lo spettro di Unknown 9: Awakening si aggirava nel portafoglio di opere di Bandai Namco: dopo essere stato svelato quattro anni fa nel corso della Gamescom attraverso un suggestivo trailer cinematografico - occasione in cui fra l'altro vinse il premio per il miglior annuncio della manifestazione - la sua presenza si è fatta via via più evanescente, come se lo sforzo e l'ambizione dietro il progetto di Reflector Entertainment fossero stati costantemente ridimensionati. Fin dal primo giorno, infatti, lo studio canadese aveva ammantato il titolo nell'atmosfera tipica dei grandi, scommettendo sulla fondazione di un universo destinato ad ampliarsi attraverso romanzi, fumetti, web series e podcast che avrebbero dovuto trovare l'epicentro proprio nel videogioco con protagonista l'attrice Anya Chalotra.
Poi, però, le apparizioni si sono fatte sempre più sporadiche, la qualità delle immagini promozionali si è ridotta, il momento del lancio si è avvicinato silenziosamente e in men che non si dica ci siamo trovati dinanzi ai cancelli di un'opera che molto probabilmente, dietro le quinte, è dovuta passare attraverso diverse trasformazioni. Certamente l'inclinazione alla narrazione di Reflector Entertainment, che ha confermato tutta la sua dedizione alla costruzione del mondo, si è dovuta scontrare con una fase di sviluppo che ha sparigliato le carte in tavola, portando all'emersione di un'avventura della vecchia scuola, a tratti antica, carica di un grande potenziale ma al tempo stesso costretta in più occasioni a limitarlo: scopriamo perché nella recensione di Unknown 9: Awakening.
L'universo e la storia
Ambientato in una versione alternativa del nostro classico 1912, alle porte della prima guerra mondiale, il videogioco Awakening racconta la storia più antica fra quelle che fanno parte dell'universo di Unknown 9, costrutto che già aveva preso vita attraverso i primi due romanzi della trilogia Genesis firmata Layton Green, la serie a fumetti Torment e il podcast Out of Sight.
Il mondo costruito da Reflector Entertainment ruota interamente attorno ai "Nove Ignoti" che danno il nome all'opera, ovvero gli ultimi superstiti dell'antica e avanzatissima civiltà dei Sahin che in passato è improvvisamente scomparsa dal pianeta, portandosi dietro un immenso bagaglio di conoscenze e lasciandosi alle spalle diverse rovine dimenticate. La protagonista di Unknown 9: Awakening è Haroona, ragazza indiana interpretata da Anya Chalotra che è stata recuperata dalla strada da una misteriosa donna di nome Reika che l'ha addestrata nelle arti dei Quaestor, rarissime persone che sono in grado d'immergersi in una dimensione parallela chiamata "Rovescio" - una sorta di piano astrale sovrapposto alla realtà - ma soprattutto di interagire con l'Am, la magica forma d'energia che lo costituisce, elementi che apparentemente hanno un legame strettissimo con il destino dei Nove.
Sarà proprio questa caratteristica a portarla a intrecciare il suo cammino con quello di due peculiari società segrete che sono state fondate proprio allo scopo di rintracciare i Nove Ignoti, ovvero la Leap Year Society e gli Ascendenti: mentre i primi hanno votato la propria esistenza allo studio della civiltà Sahin sotto il profilo accademico, i secondi sembrano decisamente più interessati a impadronirsi del sapere e del potere divino dei Nove con ogni mezzo necessario, configurandosi a tutti gli effetti come un gruppo paramilitare.
La trama di Awakening è interamente ricamata attorno all'inaspettato viaggio di formazione di Haroona, che si troverà improvvisamente a correre ai quattro angoli del globo prima di diventare l'ago della bilancia nella definizione del destino del mondo intero. In linea generale la narrazione si può dire riuscita, è evidente che la costruzione dell'universo narrativo sia il più grande punto di forza di Reflector Entertainment, ma al netto di qualche guizzo nella caratterizzazione - nel caso di personaggi come la protagonista, Reika e il vecchio Luther - soffre il cast di comprimari impalpabili nonché il taglio della scrittura che rimane spesso ancorato al classico archetipo "teen".
Struttura
Dentro le vene di Unknown 9: Awakening scorre il sangue dei vecchi giochi d'avventura, quelli generati dallo scheletro di opere come Tomb Raider e cresciuti fino ad abbracciare Uncharted: l'epopea di Haroona si sviluppa attraverso livelli totalmente lineari che si alternano a piccole arene nelle quali va in scena la danza del combattimento, e questa è una struttura che si ripete pressoché invariata dai primi istanti di gioco fino ai titoli di coda, ponendo ulteriormente l'accento sulla centralità della componente narrativa.
Il problema è che già da questa prima panoramica s'intravede quello che probabilmente rappresenta il più grande difetto della produzione: mentre da una parte l'opera si srotola attraverso una moltitudine di ambientazioni sulla carta estremamente affascinanti, a partire dalle strade delle metropoli indiane dei primi del '900, passando per i deserti della Mauritania e per i monti dell'Anatolia, per arrivare anche alle coste del Portogallo, dall'altra i comparti artistico, tecnico e grafico non riescono quasi mai a premiare tale ispirazione, arrivando a dare il massimo solamente nelle rovine dei Sahin.
E sì, la componente grafica di solito dovrebbe rappresentare l'ultima pennellata necessaria per rifinire un videogioco, ma quando la messa in scena dei panorami che fanno da sfondo alle traversate lineari diventa una costante, le eventuali carenze si fanno sentire tutte: Unknown 9: Awakening è un progetto che ragiona come un AAA senza poter contare sulle risorse di una produzione AAA, è un titolo che apre scorci che nella teoria - sotto forma di concept art - sarebbero indubbiamente capaci di mozzare il fiato, ma non riesce a rendergli onore in fase di pura e semplice esecuzione.
Lo stesso identico discorso, purtroppo, si può estendere anche ai personaggi, la cui resa e le cui animazioni lasciano troppo spesso a desiderare - soprattutto quelle facciali - per un viaggio quasi interamente radicato nella narrazione e carico di filmati dedicati al dialogo, penalizzando di riflesso la rappresentazione di Anya Chalotra e di tutti i suoi compagni, che sono costretti ad affidarsi quasi esclusivamente all'interpretazione. Insomma, si tratta di un'opera che vive un profondo conflitto nella sua natura fin dalla stesura stessa del concetto, tentando di racchiudere grandi idee creative all'interno di un contenitore tecnico troppo piccolo per elevarle come meriterebbero, e proseguendo nell'avventura si assiste al lento e costante abbassamento dei valori produttivi.
Gameplay e combattimento
I livelli lineari attraversati da Haroona sono costrutti estremamente semplici che offrono un pizzico di parkour giusto qualche deviazione per aprire alla raccolta di oggetti collezionabili - sempre legati all'approfondimento dell'universo narrativo - e dei potenziamenti destinati all'ampliamento dell'arsenale arcano della protagonista. I poteri da Quaestor, infatti, aprono a un sistema di interazioni parecchio vario che sfrutta il Rovescio e l'Am per tratteggiare l'identità stessa del titolo: in parole povere, facendo un paragone azzardato, si potrebbe definire come un aspirante Tomb Raider con la magia.
Ci sono sostanzialmente tre modi distinti per giocare a Unknown 9: Awakening, ciascuno legato a uno specifico albero di abilità ma soprattutto a uno stile ben definito: è possibile puntare su un classico sistema di combattimento d'azione, sull'approccio puramente furtivo oppure sullo sfruttamento dei poteri arcani, ma nulla vieta di combinare le opzioni disponibili per dar vita a varianti uniche.
Il sistema di combattimento mette sul piatto tutti i tropi dell'azione classica, offrendo attacchi leggeri e colpi pesanti, una schivata perfetta in stile bullet-time, uno scudo mistico capace di deflettere le pallottole ed effettuare parry, nonché l'immancabile funzionalità per recuperare punti vita. Al tempo stesso, Haroona può sfruttare le capacità arcane da Quaestor per attrarre a sé o spingere lontano i nemici, per interagire con la scenografia - per esempio attivando trappole dalla distanza o facendo esplodere bombole di propano - ma anche per attaccare direttamente gli avversari da lontano.
L'arsenale dedicato alla furtività, infine, aggiunge all'amalgama la possibilità di lanciare delle esche, un'abilità che rende la protagonista completamente invisibile, ovviamente uno sguardo attraverso il Rovescio per individuare i nemici attraverso i muri e un sistema di esecuzioni per giustiziare quelli ignari. Chiude il cerchio la meccanica del "Salto", elemento centrale della produzione, ovvero la capacità d'impossessarsi brevemente degli avversari per interagire con lo scenario ma soprattutto per seminare il caos nel mezzo delle arene, al punto tale che è possibile ripulirle per intero semplicemente spingendo gli Ascendenti a eliminarsi a vicenda.
Insomma, Haroona dispone di tutti gli strumenti necessari per dominare il campo di battaglia ed è una cosa che per certi versi arriva a fare fin troppo bene, tanto che verso la fine del gioco si riescono a mietere quasi senza sforzo le interminabili orde di nemici che caratterizzano i livelli conclusivi anche selezionando i gradi di difficoltà - quattro in totale - più elevati.
Tuttavia, esattamente come nel caso della messa in scena, tutte queste idee sono spesso costrette a scontrarsi con la mancanza di pulizia di un sistema di combattimento che finisce per risultare rapidamente ripetitivo, segnato da animazioni incerte, dalla scarsa varietà di avversari, nonché da una pletora di bug e altre piccole imprecisioni - per esempio nelle hitbox, nel sistema di stordimento e in quello di mira - che gli impediscono di tener banco con costanza e portano a pensare che, forse, sarebbe stato meglio concentrare gli sforzi in una singola direzione.
I limiti e il potenziale
Arrivati a questo punto non sarà una sorpresa scoprire che il comparto tecnico di Unknown 9: Awakening è un mezzo disastro: la presentazione è indietro di una generazione, le animazioni sono spesso grezze, la frequenza dei fotogrammi è altalenante nonostante l'assenza di opzioni grafiche, s'incontrano costantemente fenomeni di pop-up, ci sono bug relativi all'audio e ai modelli dei personaggi, talvolta ci si imbatte in oggetti dello scenario con cui è impossibile interagire a causa di problemi di programmazione e di posizionamento, e volendo questo elenco potrebbe continuare ancora.
Al tempo stesso, la struttura del gameplay rimane quella del tipico gioco d'azione e avventura di routine, quel genere d'esperienza narrativa e lineare che capitava frequentemente d'incontrare nel corso della settima generazione di console e che talvolta capita tutt'oggi di incontrare, ma che solitamente si presenta forte di una messa in scena capace di smussarne gli spigoli e nasconderne i limiti.
L'universo narrativo confezionato da Reflector Entertainment ha un grande potenziale, il concetto alla base del viaggio di Haroona poggia su una grande ambizione, ed è estremamente difficile affermare con certezza dove siano maturate le mancanze, se semplicemente sul fronte delle risorse oppure nell'ambito della fredda esecuzione tecnica: provando a immaginarlo nella cornice di un'opera ad alto budget, i punti di forza del progetto risulterebbero immediatamente chiari ed evidenti.
Se si fosse consegnato al pubblico sorretto da solide fondamenta tecniche e impreziosito dai comparti grafico e artistico, Unknown 9: Awakening sarebbe indubbiamente andato incontro a un destino molto diverso, magari si sarebbe addirittura presentato come un potenziale blockbuster: allo stato attuale è come osservare una moderna produzione AAA messa a nudo, spogliata di tutti gli elementi decorativi che tradizionalmente ne gonfiano la percezione; il che è un vero peccato, perché il mondo dei Nove Ignoti nasconde un'anima affascinante e carica di passione.
Conclusioni
Unknown 9: Awakening è un'opera che vive delle contraddizioni fra l'ambizione e le idee da grande videogioco AAA e la sua reale natura, che si risolve in un'esecuzione al di sotto degli standard contemporanei: mentre Reflector Entertainment ha scommesso tutto sul racconto della storia di Haroona (Anya Chalotra) e sulla costruzione dell'universo dei Nove Ignoti, la realizzazione tecnica ha finito per mettersi irrimediabilmente di traverso. Si tratta di un'avventura lineare che, sulla carta, vorrebbe mescolare l'azione a base di poteri magici, le ambientazioni mozzafiato ai quattro angoli del globo e la storia di formazione della giovane protagonista per gettare le fondamenta di un grande universo narrativo, ma che finisce per annaspare in mezzo a un mare di problemi tecnici e a una rappresentazione non all'altezza della situazione.
PRO
- Universo narrativo intrigante
- L'idea ha un grande potenziale
CONTRO
- Dal punto di vista tecnico è un mezzo disastro
- Struttura di gioco vecchia, quasi antica
- Ragiona come un titolo AAA senza averne le risorse