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Willow: La serie, l'analisi dei primi due episodi

Le avventure dello stregone in miniatura Willow proseguono dopo più di trent'anni su Disney+ e noi vi raccontiamo com'è andata coi primi due episodi.

Willow: La serie, l'analisi dei primi due episodi
RECENSIONE di Christian Colli   —   01/12/2022

Stucchevole, mal recitato e montato peggio, il Willow del 1988, diretto da Ron Howard, non era esattamente un filmone, e infatti floppò miseramente al botteghino. Divenne un cult solo negli anni a seguire, perché possedeva qualcosa che molti altri film non avevano: un gran cuore. E pure la firma di George Lucas, che lo aveva immaginato mentre girava il primissimo Star Wars. Infatti le similitudini tra le due opere sono così tante che i fan a un certo punto avevano cominciato a credere che fossero ambientati nello stesso universo e che la magia non fosse altro che la Forza. Pure Lucasfilm, a un certo punto, sembrò accreditare questa leggenda metropolitana, che rimane praticamente a discrezione dello spettatore.

Non stupisce, quindi, che Disney+ e Lucasfilm abbiano riesumato Willow per dargli un seguito serializzato. Un seguito che comincia questa settimana e proseguirà per una stagione in sei episodi, riportando il fantasy in TV proprio ora che siamo orfani di House of the Dragon e Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Analizzando i primi due episodi di Willow: La serie vi diremo se la stagione è partita col piede giusto.

Facce nuove

Willow: La serie, Joanne Whalley torna nei panni di Sorsha
Willow: La serie, Joanne Whalley torna nei panni di Sorsha

La nuova serie comincia con un riassunto delle puntate precedenti, o meglio del film precedente, narrato da Sorsha in persona, che torna ad essere interpretata proprio da Joanne Whalley: vi diciamo subito che la serie TV caratterizza molto meglio questo personaggio che nel film dell'88 aveva ricevuto un trattamento abbastanza pietoso, passando da feroce guerriera a vittima del fascino di Val Kilmer nel giro di pochi minuti. Scopriamo inoltre che Lucasfilm ha completamente ignorato quanto raccontato nella trilogia di romanzi - firmati in tandem da George Lucas e Chris Claremont - che proseguì la storia del film tra il 1995 e il 2000, quindi se avete bisogno di rinfrescarvi la memoria vi basterà riguardare solo Willow.

La serie TV, infatti, è tutta incentrata su una nuova generazione di protagonisti che danno alla vicenda un sapore young adult molto azzeccato. Dicevamo prima che il film del 1988 era un'opera genuina, senza retoriche o enormi pretese, che voleva essere soprattutto una favola avventurosa, e Willow: La serie mantiene la stessa vivace genuinità.

La varietà dei personaggi coinvolti, però, arricchisce l'intreccio fin dai primissimi minuti, e in modo tutt'altro che banale. Il principe Airk, per esempio, non è solo un vanesio rubacuori come potrebbe sembrare all'inizio, ma abbiamo poco tempo per conoscerlo meglio perché a mettere in moto la nuova avventura è proprio il suo rapimento. Per salvarlo bisogna trovare il leggendario stregone Willow, che aveva profetizzato la fine del regno molti anni prima, e la serie ci spiega attraverso alcuni flashback ben piazzati cos'è accaduto tra lui e la regina Sorsha, mentre alimenta il mistero sul destino di Madmartigan, lo scapestrato guerriero interpretato da Val Kilmer nel primo film.

In cerca di Willow parte la focosa principessa Kit, che speriamo maturi nel corso degli episodi perché ci è sembrato il punto più debole della serie: un personaggio ribelle, e va bene, ma assolutamente insopportabile da un punto di vista caratteriale. La giovane Ruby Cruz ci è sembrata azzeccata per la parte, soprattutto per la sua alchimia con Erin Kellyman, l'attrice che interpreta la sua stoica guardia del corpo, e amante, Jade. Apriamo una parentesi: la serie tratteggia fin dal primo episodio, e senza troppe ambiguità, l'amore tra le due, con una naturalezza e una normalità esemplari. Chiusa parentesi.

Willow: La serie, i protagonisti in una scena
Willow: La serie, i protagonisti in una scena

Ad accompagnare Kit nella sua quest ci sono altri due personaggi più sorprendenti. Amar Chadha-Patel è Boorman, un fortissimo e irriverente manigoldo che sembra avere un importante e misterioso trascorso con Sorsha e Madmartigan, e che è diventato quasi subito il nostro personaggio preferito: è chiaro che è stato scritto come una via di mezzo tra Madmartigan stesso e Han Solo, che poi era lo stampo originale del personaggio di Val Kilmer. Boorman aggiunge al party una sana dose di ironia, mai forzata e sempre puntuale, insieme alle impacciate sparate di Graydon, il principe che dovrebbe sposare Kit. Forse ricorderete Tony Revolori per aver interpretato Flash Thompson nei nuovi film di Spider-Man; qui il suo personaggio funziona perché ci si aspetterebbe uno spaccone vanaglorioso, quando in realtà ha un ruolo e un carattere tutt'altro che scontati, vedere per credere.

A completare la banda c'è Ellie Bamber nel ruolo di Brunhilde, la miglior cuoca di Tir Asleen, che parte all'avventura per amore di Airk. La sua vera identità, tuttavia, è abbastanza ovvia, e Willow: La serie ha un altro merito, cioè quello di non tirare troppo per le lunghe misteri e sottotrame. I primi si sono già risolti nell'arco dei due episodi pilota: ai titoli di coda del secondo abbiamo già scoperto chi è veramente Brunhilde, cosa ha diviso Willow e Sorsha, chi è lo scudiero che è tornato dalla missione di Madmartigan senza il suo re.

Vecchie conoscenze

Willow: La serie, Warwick Davis nei panni del protagonista
Willow: La serie, Warwick Davis nei panni del protagonista

Il protagonista che dà il nome alla serie, Willow Ufgood, compare soltanto alla fine del primo episodio e nel secondo si unisce alla carovana di viaggiatori. Anche in questo caso siamo rimasti positivamente sorpresi dalla scrittura della serie, che gioca intorno al ruolo di Willow, l'impavido Nelwyn che potrebbe... o non potrebbe... essere diventato un vero stregone. Jonathan Kasdan lo scrive come una sorta di Gandalf o Silente, una specie di mentore che sa insegnare la magia, più che esercitarla. Si vede che sono passati trent'anni - anche se nella storia sono a malapena venti - perché Warwick Davis è molto più a suo agio come attore di quanto non lo fosse stato ai tempi del film originale, sebbene lo batta in bravura sua figlia Annabelle, che nella serie interpreta anche la grintosa figlia di Willow, Mims.

Ora bisogna capire solo come si muoverà la storia nelle prossime settimane, e se al centro resterà il rapporto che si è cominciato a instaurare tra Willow e Brunhilde, o se il finale del secondo episodio cambierà completamente le carte in tavola, abbracciando una prospettiva maggiormente avventurosa.

Willow: La serie, una ripresa della suggestiva barriera intorno Tir Asleen
Willow: La serie, una ripresa della suggestiva barriera intorno Tir Asleen

Willow: La serie, infatti, è un fantasy decisamente più moderno e scanzonato anche rispetto al film, che già non si prendeva troppo sul serio. È una ventata d'aria fresca dopo i cupi intrecci di House of the Dragon e la solennità de Gli Anelli del Potere, e il ritmo giovanile, la velata ironia e i divertenti battibecchi tra i personaggi promettono un'avventura divertente e sfaccettata: già i primi due episodi cambiano tono da una scena all'altra - qualche volta pure troppo frettolosamente, per i nostri gusti - ma in cambio non si resta mai troppo a rimuginare sulla stessa situazione.

Funziona tutto perfettamente? No, ci sono appunto dei problemini nel montaggio, nella scorrevolezza della trama e nella scrittura di alcune scene che lasciano un po' perplessi - tipo quando i nostri scappano dai Predatori di Ossa, se guardate l'episodio capirete subito a cosa ci riferiamo - e non abbiamo avuto la possibilità di constatare la qualità delle coreografie nelle scene d'azione: lo scontro con i Flagelli nel primo episodio è spettacolare, ma i protagonisti vengono praticamente annientati e oltre a mulinare qualche spada non fanno. Se non altro c'è una varietà da videogioco nell'armamentario della banda di Willow, tra magie, spade, frecce e... flauti.

Willow: La serie, uno degli inquietanti Flagelli al servizio della Megera
Willow: La serie, uno degli inquietanti Flagelli al servizio della Megera

I valori produttivi stellari - del resto, dietro a Willow: La serie ci sono Pablo Hidalgo e mezza Lucasfilm - tra costumi e trucco restituiscono uno show decisamente superiore al film del 1988, e già i mostruosi Flagelli sembrano usciti da un horror, ma nonostante questa modernizzazione generale, che si riflette anche nei dialoghi e in qualche scurrilità, non sembra aver intaccato l'anima di questo franchise. La partenza, insomma, è molto buona, e arricchisce un catalogo televisivo fantasy che quest'anno è stato più che generoso. Vedremo se Willow: La serie migliorerà o peggiorerà col tempo.

Conclusioni

I primi due episodi di Willow: La serie ci hanno convinto. Temevamo che Lucasfilm e Disney non sarebbero riusciti a rinnovare il film di Ron Howard e George Lucas, invece siamo rimasti piacevolmente sorpresi da un buon lavoro di modernizzazione sia nelle tematiche che nella narrativa, che però non tradisce in alcun modo lo spirito goliardico e fiabesco delle origini. Per adesso, insomma, ci sentiamo di consigliarne la visione a chi ha amato Willow e a chi cerca una nuova serie TV fantasy di puro intrattenimento.

PRO

  • Prosegue la storia del film in modo tutt'altro che banale
  • Valori produttivi importanti

CONTRO

  • Non tutti i personaggi partono col piede giusto
  • Qualche problema di scrittura e montaggio