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Guerrieri d'acciaio

Il lancio della closed beta ci ha consentito di provare a fondo il sorprendente titolo targato Adhesive Games

PROVATO di Mattia Armani   —   30/10/2012

Hawken è uno shooter multigiocatore che ci mette al comando di grossi mech, è basato sul modello free to play, sfoggia decine di upgrade di ogni tipo e include la possibilità di mettere mano al portafogli per sbloccare istantaneamente gli avanzamenti e per accedere alle modifiche di tipo esclusivamente estetico. Come avrete già letto più e più volte, e visto con i vostri occhi se avete avuto accesso alla versione alpha o a quella beta, il titolo Adhesive Games è un gran bel vedere.

Guerrieri d'acciaio

Alcune texture non sono molto dettagliate, e alcune strutture sono piuttosto spartane, ma una volta in campo non è facile fare caso ai difetti e questo accade grazie all'elevatissimo numero di oggetti, edifici e insegne che saturano letteralmente la capacità percettiva dell'osservatore. La resa estetica, in alcuni i frangenti, è tale da ricordare, almeno al primo impatto, lo stupore provato di fronte al primo parallasse, quasi rivoluzionario nel suo dare ai videogiochi una parvenza di profondità anche se in realtà privo di reali innovazioni tecnologiche. Ma per l'occhio del giocatore quello che conta è la resa, mentre la sostanza, nel mondo digitale, non è altro che un pugno di numeri.

Acciaio in movimento

I tre tipi di mech disponibili rappresentano a tutti gli effetti tre classi ben differenziate che, escludendo arma secondaria e stazza, possono contare su un elevato tasso di customizzazione. Il mech pesante, per esempio, può scegliere tra cannoni altamente distruttivi e veri e propri sciami di missili mentre quello leggero dispone di armi potenti ma limitate in termini di distanza e di ampiezza. Inoltre, tra componenti e perk, è possibile alterare un elevatissimo numero di parametri come resistenza, danno, durata del turbo e via dicendo. In Hawken, comunque, anche se le armi sono importanti per consentire diversi stili di gioco, ciò che differenzia maggiormente un mezzo dall'altro va cercato nelle doti di resistenza e nella rapidità di movimento dei veicoli. Questi due elementi, inversamente proporzionali a seconda del mech, mutano radicalmente il gameplay che vede l'importanza della mobilità ulteriormente esaltata dal turbo e dai propulsori verticali. Il primo consente di effettuare scatti, che sono fondamentali per evitare i colpi nemici e per fuggire, mentre i propulsori sono utili per ottenere vantaggi tattici visto che consentono di elevarsi, con limiti di altezza più o meno marcati a seconda della stazza del mech, e permettono di planare dall'alto sul nemico.

Guerrieri d'acciaio

Non a caso la struttura delle mappe include sia sezioni verticali che orizzontali, con ampi scorci e grandi sopraelevate che consentono di osservare a grande distanza. La scelta della classe, viste le marcate differenze in termini di mobilità e robustezza, influenza in modo netto il gameplay, anche se, lo ribadiamo, perk e componenti custom possono alterare in modo deciso la giocabilità di ogni mech. Generalmente, comunque, i mech pesanti, che hanno difficoltà a fuggire a causa della stazza, cercano l'annichilimento istantaneo del nemico. Quelli leggeri, invece, scattano come api impazzite per aggirare l'avversario, e questa impostazione determina un tipo di gioco estremamente concitato. I mezzi standard, infine, mescolano le carte e concedono al giocatore maggiori possibilità di scelta in termini di approccio all'azione. Ma nulla è mai deciso a priori e non c'è l'ombra della classica impostazione sasso, carta e forbici.

Guerrieri d'acciaio

Per quanto robusto, infatti, un mech colto di sorpresa vede la propria aspettativa di vita crollare inesorabilmente e non è detto che in un frontale debba prevalere con un mezzo leggero. Inoltre, nonostante le differenze in termini di dimensioni, tutti i veicoli sono cattivissimi mezzi corazzati e non c'è modo di abbatterli istantaneamente in uno scontro uno contro uno. Questa impostazione esalta l'elemento sorpresa senza precludere la possibilità di fuga che può concludersi anche con un tentativo di riparazione. Purtroppo per attivare la manutenzione è necessario restare fermi e, durante l'operazione, il radar si spegne lasciandoci completamente indifesi. Per questo, talvolta, è meglio aspettare che un nemico venga sconfitto da qualcun altro per poi lanciarsi sulla bolla di energia lasciata dal perdente che garantisce una riparazione più rapida. Nei match di squadra, prevedibilmente, il ruolo della riparazione torna preponderante, con i compagni che possono formare un fronte per consentire ai feriti di tornare in forma senza troppi rischi. In questo caso, di contro, la concentrazione di fuoco di più mech causa abbastanza danno da ridurre drasticamente il numero dei feriti.

Sempre più promettente

Giocare a Hawken, insomma, significa sapersi muovere. I proiettili impiegano un determinato lasso di tempo per arrivare a destinazione e questo rende molto efficaci le finte, i micro scatti e la fuga tra i palazzi. Ma, quando veniamo colti di sorpresa, i colpi diventano difficili da evitare e non è sempre semplice capire qual è la direzione di fuga migliore tra cannonate comunque piuttosto veloci, missili a inseguimento e sciami di razzi capaci di colpire aree piuttosto ampie. Inoltre il surriscaldamento delle armi costringe a dosare il fuoco e incrementa il numero di situazioni in cui un giocatore è vulnerabile. Un'impostazione di questo tipo esalta la skill, sia tattica che manuale e, inoltre, garantisce un discreto equilibrio nei match, con il giocatore più abile che, pur dominando la classifica, si trova spesso con le spalle al muro. Il bilanciamento, in sostanza, è l'ennesimo punto a favore del titolo Adhesive Games che già promette bene dal punto di vista della customizzazione, della differenziazione tra le classi e della grafica.

Guerrieri d'acciaio

Tra l'altro, la resa complessiva di Hawken non passa solo per la mera grafica. L'uso dei propulsori, gli impatti e i salti sono infatti sottolineati da flessioni del mech, da cupi rumori metallici e delle vibrazioni degli ammortizzatori. E il tutto è infine esaltato dall'ottima interfaccia grafica dei mech, perfetta sintesi dell'immaginario anni 80 con tanto di triangolini laser e pulviscolo, ed è coronato dalla possibilità di sbloccare tonnellate di upgrade rendendo disponibili decine di potenziali setup. Presumibilmente, vista la varietà dei loadout, emergeranno combinazioni migliori di altre, ma nel mondo del multiplayer free to play le patch e i bilanciamenti in corso d'opera sono una parte integrante dell'esperienza. Certo, è un vero peccato che un universo così ispirato sia limitato al solo multiplayer, per quanto promettente. Non a caso i fan del titolo hanno chiesto a gran voce una campagna single player che, hanno affermato gli sviluppatori, verrà presa in considerazione. Presumibilmente, visti i costi necessari per creare scene di intermezzo e asset specifici, la sorte del cosiddetto story mode è vincolata al successo del titolo.

CERTEZZE

  • Comparto tecnico di primissimo piano
  • Feedback dei mech ottimo
  • Gameplay bilanciato

DUBBI

  • La varietà in termini di customizzazione richiederà diversi bilanciamenti
  • Chissà se vedremo mai (e come sarà) la modalità single player