L'overdose di zombi che il mondo dei videogiochi (e non solo) sta vivendo da diverso tempo rischia certamente di arrivare ad un punto di saturazione tale da determinare il rigetto da parte di più di qualche utente. Ma fino a quel momento continuiamo volentieri a provare titoli pieni di non morti,
e uno dei team più esperti sull'argomento è senza dubbio Techland. Dopo il lavoro su Dead Island, infatti, lo sviluppatore polacco ha continuato a battere lo stesso ferro con il nuovo progetto, intitolato Dying Light, che a Colonia si è presentato in una forma più avanzata rispetto a quanto visto a Los Angeles. Per fortuna, la presentazione è stata infatti incentrata interamente sulla possibilità di provare direttamente per una mezz'ora, su Xbox One, una sezione inedita, capace di offrire un quadro abbastanza definito delle caratteristiche finali del gioco.
La notte porta consiglio
La struttura di gioco è fondamentalmente basata su missioni divise in obiettivi, da raggiungere grazie ai comodi indicatori presenti sulla mappa. Fino a qua niente di nuovo, e più in generale Dying Light come già anticipato non è un titolo che punta sull'originalità quanto piuttosto sull'efficacia del gameplay che, in effetti, sembra piuttosto ben riuscito. Ammazzare gli zombi, scappare dai gruppi più numerosi, e raggiungere i luoghi designati: nulla di particolarmente eccitante detto così, ma l'elemento in grado di far svoltare il prodotto di Techland è legato fondamentalmente alla possibilità di esplorare in verticale le ambientazioni, arrampicandosi su qualsiasi cosa lo possa permettere.
Una soluzione non certo fine a sé stessa, ma fondamentale per aumentare le possibilità di sopravvivenza del protagonista. Durante le ore diurne, infatti, gli zombi si comportano nella maniera più classica spostandosi lentamente, reagendo in maniera molto elementare e seguendo gli impulsi luminosi o sonori presenti nell'ambiente; proprio per questo motivo è possibile utilizzare tutta una serie di trappole come grate elettrificate e auto esplosive, comandandone l'attivazione a distanza tramite un apposito telecomando. Un elemento strategico, questo, che garantisce una maggiore profondità al gameplay, e che consente a Dying Light di aumentare le possibilità di scelta su come affrontare le varie situazioni. Ovviamente il combattimento corpo a corpo rimane una componente principale, che recupera l'esperienza fatta con Dead Island espandendola in maniera interessante. Gli sviluppatori hanno voluto raccogliere le azioni principali fondamentali nei tasti dorsali del controller: il bumper destro serve per saltare, il grilletto per utilizzare l'arma, mentre a sinistra sono associati rispettivamente al calcio e all'utilizzo dei fumogeni. Per correre invece è necessario premere l'analogico sinistro, e infine con la X è possibile spingere un nemico magari per farlo cadere da una sporgenza o lanciarlo in una trappola. Ogni azione consuma la resistenza e non è quindi opportuno abusarne, per non rischiare di trovarsi senza energia proprio nel momento peggiore. Tornando alla missione giocata, dopo aver attivato una serie di trappole in giro per lo scenario, l'eccessiva richiesta di energia ha fatto sostanzialmente andare in blackout l'intera area, rendendo necessario ripristinare la situazione riattivando il generatore principale.
Peccato che nel frattempo la discesa delle tenebre abbia di fatto trasformato gli zombi, rendendoli molto più rapidi, intelligenti, aggressivi, e soprattutto capaci anch'essi di arrampicarsi; una situazione drammatica, che in pratica elimina l'esistenza di qualsiasi luogo sicuro trasformando il ritmo di gioco da compassato e riflessivo ad assolutamente sincopato. Fuggire senza se e senza ma verso il rifugio diventa quindi l'unica opzione, cercando disperatamente di evitare di essere raggiunti o bloccati dai nemici. Un'impresa tutt'altro che semplice, ve l'assicuriamo. Su come Dying Light possa essere effettivamente in grado di offrire una varietà di situazioni tale da non rendere ripetitiva l'esperienza, non ci possiamo davvero esprimere; ed è probabilmente questa la maggior preoccupazione che ci ha lasciato la demo, perché non sarà sicuramente semplice mantenere costante l'intensità ravvisata durante la prova. Dove invece i dubbi sono minori è nel comparto grafico, già su ottimi livelli nonostante l'uscita sia ancora piuttosto lontana nel tempo, fissata ad un generico 2014. Malgrado la natura cross gen del titolo, in uscita sia su PC, Xbox One e PlayStation 4 che su PlayStation 3 e Xbox 360, i valori della edizione provata erano particolarmente interessanti. Soprattutto la pulizia dell'immagine, il livello di dettaglio, gli effetti di luce e la fluidità dell'azione hanno goduto dell'iniezione di potenza della next gen che, uniti al grande numero di zombi su schermo, rendono l'aspetto di Dying Light davvero molto gradevole. Col passare del tempo quindi, il titolo di Techland guadagna sempre più posizioni nella classifica dei nostri titoli da tenere d'occhio; se la casa polacca saprà giocarsi bene le proprie carte, potrebbe avere davvero ritrovarsi con un cavallo di razza tra le mani.
Dying Light potrebbe essere una delle sorprese più piacevoli di questi mesi
CERTEZZE
- Gameplay davvero molto intrigante
- Buon comparto grafico
- Tanti elementi interessanti
DUBBI
- Le soluzioni ludiche vanno verificate sulla lunga distanza
- La varietà è un grosso punto interrogativo