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I due nemici

Ci siamo finalmente incontrati con la campagna di Halo 5: Guardians

PROVATO di Mattia Armani   —   23/09/2015

Qualche giorno fa ce ne siamo andati a zonzo per le strade del quartiere londinese di Bethnal Green per dare finalmente un'occhiata alla tanto agognata campagna di Halo 5: Guardians. In questi mesi si è parlato a lungo del ruolo del misterioso Locke, di spoiler assortiti legati al ruolo di personaggi importanti della serie e di un possibile stravolgimento della struttura di gioco, dunque ci siamo presentati all'appuntamento decisamente curiosi, anche se parte delle domande sono purtroppo destinate a rimanere senza risposta ancora per qualche tempo. I due livelli che abbiamo provato, il secondo e il decimo di una campagna che dovrebbe essere ben più ampia di quella del quarto capitolo, non svelano particolari novità relative all'impostazione generale del titolo, che sembra sia sempre strutturato seguendo una serie di missioni. Abbiamo comunque ottenuto informazioni interessanti grazie alla prova su strada del single player di Halo 5: Guardians.

La campagna di Halo 5: Guardians promette spettacolo, misteri e colpi di scena

Guardiani, giochiamo a fare la guerra?

Prima di parlare del gioco vero e proprio è il caso di mettere nero su bianco quanto già sappiamo. Master Chief e lo Spartan Locke sono le due stelle del nuovo Halo, che ci permetterà di vestire i panni di entrambi. Missioni alternate dunque, in stile Halo 2, per una coppia di protagonisti che dovrebbero stare dalla stessa parte ma saranno costretti a scontrarsi a causa dei complessi eventi che li aspettano. Sappiamo che a un certo punto Locke, agente ONI abituato ad agire nell'ombra, si troverà alle calcagna dello Spartan John-117 e questa rivelazione lo ha reso, senza troppe sorprese, antipatico a una buona parte della community di Halo. Ma non è il caso di farsi prendere dal panico.

I due nemici
I due nemici

Possiamo infatti presumere che la situazione che ci troveremo davanti si rivelerà ben più complessa di quanto ci appare attualmente. In una scena di intermezzo lo stesso ex ODST Edward Buck, versione digitalizzata del carismatico attore Nathan Fillion, avvisa Locke che tutti i soldati non proveranno altro che odio verso chi oserà inseguire quello che è l'indiscusso eroe dell'umanità. Riassumendo, Master Chief si troverà in una situazione scomoda mentre sarà costretto a gestire la classica crisi di natura galattica, confrontandosi nuovamente con diversi personaggi chiave della serie. Sappiamo infatti che l'unica che sembra averci capito qualcosa dei presunti attacchi dei Precursori che hanno devastato cinque colonie in sole 72 ore, è la dottoressa Halsey, creatrice del programma Spartan, che nel corso della campagna dovrà essere salvata dai coraggiosi Spartan. Ma torniamo al provato che ci ha portato nei meandri di una stazione di ricerca ONI e su Sanghelios dove Prometeici e Covenant se le danno di santa ragione. Per prima cosa il nostro test ci ha dato modo di sfruttare il sistema fireteam, che consente di interagire con i compagni controllati dall'intelligenza artificiale per gestire l'equipaggiamento e organizzare l'azione in modo più efficace. Una delle funzioni più importanti dei membri fireteam, che nella cooperativa a quattro sono controllati da giocatori in carne e ossa, è quella di poter aiutare i compagni feriti in modo simile a Gears of War e noi stessi possiamo ovviamente aiutarli a rialzarsi prima che la morte se li porti via per non restituirceli più, almeno fino al checkpoint successivo. I personaggi controllati dall'intelligenza artificiale si sono dimostrati decisamente abili, tanto da consentirci di superare a testa bassa un paio di situazioni piuttosto complesse. Ma prima di produrci in valutazioni è ovviamente bene aspettare di vedere che cosa succederà alzando la difficoltà, che come ben sappiamo può raggiungere livelli decisamente elevati. Tra l'altro i nemici che ci siamo trovati di fronte si sono dimostrati estremamente reattivi, anche nel corpo a corpo, e promettono scontri memorabili.

I canyon di Sanghelios

La nostra prova è iniziata con la seconda missione della campagna, che ci ha messo da subito nel mezzo di situazioni concitate e dal taglio decisamente epico. Al comando di Master Chief e del Blue Team abbiamo superato varie ondate di Covenant per poi salire su un Banshee e disabilitare una serie di ventole mentre infuriava una battaglia aerea. In tutto questo il gameplay ci è sembrato funzionare egregiamente. La base è quella di Halo, i sessanta frame al secondo garantiscono un'azione ancora più fluida, la precisione dei controlli è ai massimi livelli e lo smartscope rende il tutto più coinvolgente, senza alterare le dinamiche della serie. Lo stesso vale per le meccaniche legate al jetpack, che per molti versi sono assimilabili a quelle della lama energetica e si integrano perfettamente nel rifinito corpo a corpo di Halo.

I due nemici
I due nemici

Niente voli pindarici per il jetpack, la cui portata è decisamente corta, ma brevi scatti che permettono di avvicinare istantaneamente un nemico, fuggire da una situazione complicata e piombare su un avversario come Thor; situazione che calza a pennello considerando che le armature degli Spartan si chiamano Mjollnir. Dopo aver portato a termine la missione siamo finalmente passati a Locke per trovarci di fronte a un'interessante differenza legata all'interfaccia. Premendo la croce direzionale verso il basso nella prima missione ottenevamo semplici informazioni mentre l'agente ONI può contare su una ben più sfiziosa e utile visione in realtà aumentata. Ma torniamo al provato, con Locke al comando del Team Osiris e lanciato tra canyon zeppi di Covenant, barriere da distruggere o aggirare e Ghost ovviamente sfruttabili per dare una marcia in più all'azione. Dopo una cavalcata spettacolare e superato un suggestivo tempio ci siamo infine trovati di fronte a una grossa battaglia tra Covenant e Prometeici, il tutto attorno a un enorme avversario meccanizzato, il Kraken, simile allo Scarab ma decisamente più massiccio e caratterizzato da linee "organiche". A questo punto, con lo scopo di distruggere il reattore, del mostruoso veicolo siamo saliti a bordo di un mezzo volante Prometeico che senza troppe sorprese si controlla esattamente come tutti gli altri velivoli di Halo ma si può teletrasportare per brevi tratti rendendo la schivata decisamente efficace. In conclusione, evitando ulteriori spoiler, possiamo affermare di esserci trovarti davanti un'amalgama dei migliori elementi della saga, tra combattimenti su larga scala e scene di intermezzo realizzate con il motore di gioco di qualità elevata. Modelli, mezzi e luci restano il cuore del comparto tecnico mentre il look complessivo è quello familiare di Halo, con una natura dai colori accesi e strutture aliene lucide e asettiche. Ma gli enormi ambienti tipici della serie, che includono massicci hangar Covenant e imponenti canyon, risultano molto più impressionanti grazie a un netto aumento del dettaglio. Da non dimenticare inoltre la massiccia e irrinunciabile fisica, che esalta il comportamento dei veicoli che in questo capitolo si combina con un'illuminazione generosa, con scintille e particelle in quantità, e con un ulteriore miglioramento nella già incredibile resa dei materiali. Infine ci permettiamo di promuovere, con tutte le riserve del caso, anche le armi che restituiscono un feedback sonoro più vivo, fisico e credibile. I presupposti, in sostanza, ci sono tutti e ci parlano di un Halo che forse non risulterà rivoluzionario nella confezione ma potrebbe sorprenderci grazie a design, potenza e dimensione narrativa. Inoltre c'è il multiplayer, che promette di fare davvero faville soprattutto con la spettacolare modalità Warzone, di cui torneremo a parlare nei prossimi giorni.

CERTEZZE

  • Nemici ancora più reattivi e intelligenza artificiale sempre ottima
  • Fluido, spettacolare e narrativamente robusto
  • Nuove dinamiche di squadra per situazioni ancora più concitate

DUBBI

  • Le cure dei compagni di squadra potrebbero rendere tutto troppo facile
  • Un cambiamento strutturale potrebbe rinfrescare la serie