È passato quasi un anno dall'ultima volta in cui abbiamo avuto modo di soffermarci sui dati provenienti da Kickstarter, piattaforma di crowdfunding diventata ormai uno dei canali preferiti degli sviluppatori - sia famosi che esordienti - per ottenere fondi con cui dare vita ai loro giochi. Come forse qualcuno ricorderà, all'epoca parlavamo del 2014 come l'anno in cui Kickstarter si sarebbe avviato verso la propria maturità: di conseguenza, questo 2015 può essere ritenuto altrettanto importante per il sito web lanciato nel 2009, ma salito alla ribalta videoludica solo nel corso del 2012. Come stiamo per vedere, per Kickstarter i segnali positivi non mancano, ma ci sono anche dei numeri in grado di far suonare un campanello d'allarme. Soprattutto se non ci si chiama Yu Suzuki o Brian Fargo.
Shenmue III e altri big continuano a macinare milioni su Kickstarter: cosa ci nascondono?
Dove eravamo rimasti
Nel precedente articolo dedicato ai numeri di Kickstarter ci interrogavamo sulle possibilità future della piattaforma, tirando in ballo nel titolo addirittura la sua possibile fine.
Un'esagerazione, certo, ma vedere nei grafici meno progetti finanziati e meno soldi raccolti destava una certa preoccupazione, confermata poi a fine 2014 coi dati definitivi: 20 milioni di dollari raccolti in totale dai progetti videoludici su Kickstarter, pari a meno della metà di quanto ottenuto nel 2013. Una fotografia non proprio entusiasmante, per fortuna smentita dai primi dati provenienti dalla prima metà del 2015: al 30 giugno scorso la raccolta di fondi su Kickstarter ha infatti conquistato lo stesso traguardo che il 2014 ha raggiunto solo al 31 dicembre, superando così i 20 milioni di cui sopra. È importante notare anche che nel conto non rientrano né Shenmue 3 né Bard's Tale IV, che hanno concluso a luglio le loro campagne multimilionarie, in grado di raccogliere da sole la bellezza di 7,8 milioni di dollari e rotti. Considerando tutto questo, possiamo tranquillamente dire che le cifre complessive dell'anno in corso sono inesorabilmente destinate a oscurare quelle del suo predecessore: l'apocalisse del crowdfunding sembra dunque scongiurata.
Non è tutto oro quello che luccica
Nonostante il numero più macroscopico sia positivo, la saggezza popolare ci suggerisce di dare un'occhiata anche ai dati un po' più specifici:
iniziamo per esempio a dividere i progetti presentati su Kickstarter in base alla loro grandezza, intendendo come tale la cifra richiesta all'avvio della relativa campagna di crowdfunding. Facendolo, si scopre che il 2015 finora è il peggiore anno in assoluto per i progetti "normali", vale a dire quelli che hanno chiesto dai 500.000 dollari in giù: paradossalmente, se da luglio a fine anno il trend dovesse mantenersi, questo tipo di titoli finirebbe per racimolare sulla piattaforma meno soldi rispetto al 2014, in barba a tutto quanto abbiamo scritto nel paragrafo precedente. Si tratta di un dato piuttosto significativo, soprattutto alla luce del fatto che in passato i progetti più grandi erano invece ritenuti un traino per quelli medi e piccoli: l'inversione di tendenza appare ancora più evidente se andiamo a scomporre ulteriormente il dato per livelli di richiesta economica. In questo caso, si scopre infatti che le uniche campagne a conservare lo stesso potenziale sono quelle collocate nella fascia più bassa, sotto i 10.000 dollari. Per quanto riguarda tutte le altre fasce (10.000-50.000, 50.000-100.000 e 100.000-500.000), si può intravedere una significativa perdita nella proiezione a fine 2015 rispetto a quanto raccolto nel 2014.
Tutti a bordo
Diamo adesso un'occhiata alla quantità di campagne andate a buon fine in rapporto a quelle totali: dal 1 gennaio al 30 giugno 2015 sono passati su Kickstarter 886 progetti in totale, 190 dei quali finanziati con successo.Se proiettiamo i dati a fine anno con una banale moltiplicazione per due e li confrontiamo con quelli del 2014, la prima cifra appare in lieve crescita (1688 campagne totali lo scorso anno), mentre invece la seconda in evidente calo (421 finanziati nel 2014): il significato che possiamo leggere qui è che il numero complessivo di progetti che approdano su Kickstarter sta aumentando, ma quelli che riescono poi a ottenere i soldi richiesti stanno invece diminuendo. Anche se leggermente in flessione, appare stabile il numero di progetti finanziati, passato dal 20% al 18%, ma uno spunto interessante ci viene offerto dal dato legato alle campagne che non hanno raccolto neanche un dollaro, rimanendo quindi completamente a secco. Queste ultime sono state il 15% del totale nella prima metà del 2015: una percentuale aumentata di ben cinque punti percentuali rispetto al 2014, a dimostrazione della presenza di un sottobosco di "fuffa" in crescita, dovuto probabilmente alla fama crescente della piattaforma grazie a una serie di famosi casi di successo. In parecchi hanno quindi pensato di potersi accaparrare facilmente una fetta di torta, rendendo i progetti di scarsa qualità un altro problema di Kickstarter e del crowdfunding in generale. Il rischio è infatti che il numero crescente di proposte scadenti possa rendere ancora più difficile farsi notare per i titoli validi, stretti in una morsa difficilmente controllabile: da un lato i progetti più grandi e famosi che concentrano su di loro l'attenzione, dall'altro la diffidenza generata da un numero enorme di titoli su cui non si ha alcuna garanzia.
Gioie e dolori
Volendo tirare a questo punto una linea sullo stato di salute di Kickstarter, possiamo innanzitutto dire che continuano a valere le considerazioni che facevamo un anno fa: al di fuori di questa piattaforma esiste un mondo intero, fatto di altri strumenti di crowdfunding (Indiegogo, Patreon, e così via) oltre che di mezzi come l'Early Access di Steam, sia complementari che alternativi ad essa. Il quadro che emerge dai dati della prima metà del 2015 dipinge un Kickstarter comunque in crescita, almeno se si prendono in considerazione il numero di progetti finanziati e la quantità di denaro raccolto dalle campagne. Tuttavia, il trend positivo sembra riguardare solo gli estremi, rappresentati dai progetti più grandi (oltre i 500.000 dollari) e da quelli più piccoli (fino a 10.000 dollari): il tempo in cui le campagne più esposte dal punto di vista mediatico riuscivano a fare da traino a quelle di medio livello sembra ormai finito, anzi adesso col loro successo continuato i "big" stanno invece nascondendo i problemi che riguardano le fasce di progetto intermedie.
È bene notare, però, che la fonte di tribolazione per i membri di queste ultime va ricercata spesso anche al loro interno, o perché si tratta di progetti di bassa qualità, o perché pur vantando buoni contenuti presentano grossi problemi in termini di pianificazione e progettazione: uno dei casi più recenti è stato quello di Midora, il cui sviluppatore ha raccolto più di 73.000 dollari per poi "scoprire" dopo più di un anno dalla chiusura della campagna che gli sarebbero serviti il doppio dei soldi per completare l'opera. Come già detto, la presenza di numerosi casi di successo ha fatto sì che sulla piattaforma approdassero anche sviluppatori inesperti, magari alla loro prima esperienza in assoluto e con le idee poco chiare sui costi reali. Concludendo, ci sembra normale che i progetti più famosi continuino a ottenere un certo risalto grazie al loro potere mediatico, ma passato l'entusiasmo dei primi anni sembra altrettanto normale che i meno sconosciuti facciano più fatica ad affermarsi, in un contesto in cui il numero di campagne aumenta di pari passo coi motivi per i backer di diffidare da chi promette la luna.