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L'anno di Pokémon Go - La bustina di Lakitu

Pikachu invade i mobile

RUBRICA di Alessandro Bacchetta   —   09/01/2016
Pokémon GO
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L'anno di Pokémon Go - La bustina di Lakitu

Quando viene presentato del software per mobile il pubblico canonico, quello più interessato e appassionato, osserva l'evento con distacco; a volte addirittura con timore, soprattutto se il titolo in questione appartiene a una saga che ha scritto la storia dei videogiochi "tradizionali". Questo è uno dei motivi per cui Pokémon Go non è atteso né commentato come lo sarebbe stato se fosse uscito su Nintendo 3DS: anzi, da alcuni viene addirittura guardato con sospetto, come se potesse violentare, snaturare o distruggere qualcosa. Eppure qui, nella sezione Nintendo, non possiamo evitare l'argomento, cadere vittima dell'odioso "noi e loro" (noi appassionati e loro pubblico occasionale), perché l'investimento da parte dell'azienda giapponese è stato enorme e perché il potenziale commerciale di questa operazione, che piaccia o meno, è semplicemente devastante. Pokémon Go non fa parte dei cinque giochi mobile che Nintendo pubblicherà a partire da marzo 2016: non rientra in quella strategia né numericamente né concettualmente. Secondo alcune voci questo progetto sarebbe stato fortemente voluto da Satoru Iwata, e non fatichiamo a crederlo: come ogni soluzione cara all'ex presidente, infatti, risolve più problemi in un colpo solo. Consente innanzitutto a Pokémon Company di slegarsi dall'hardware Nintendo, a volte ritenuto limitante rispetto alle vendite potenziali. Potrebbe inoltre originare un profitto alto e slegato da tutto il resto, senza entrare in diretta concorrenza col gaming tradizionale. Potrebbe infine avvicinare milioni di neofiti ai mostri Nintendo, il cui pubblico ormai è costituito più da appassionati ventenni (e trentenni) che da bambini.

Pokémon Go, in arrivo su mobile, probabilmente è il gioco dal potenziale commerciale più alto del 2016

I pokémon nelle vostre città

Il concetto alla base di questo gioco è molto intelligente e, come detto, dalla portata potenzialmente universale. Oltre ad approdare su mobile, quindi potendo sfruttare un bacino di utenza abnorme, Pokémon Go elimina tutte quelle caratteristiche della serie che, miracolosamente e allo stesso tempo, hanno tenuto lontano sia i giocatori occasionali che quelli storici.

L'anno di Pokémon Go - La bustina di Lakitu

Ci riferiamo in particolare alla componente esplorativa e narrativa, ispirata ai classici giochi di ruolo giapponesi; un elemento troppo poco "action" per molti utenti fedeli (a cui comunque piacerebbe accudire e far lottare i pokémon) e decisamente troppo ostico, lento e complesso per chiunque non sia seriamente interessato ai videogiochi. In Pokémon Go i passi dell'utente saranno gli stessi del protagonista, il mondo di gioco quello reale. Potreste imbattervi in delle bestiole semplicemente andando a fare un aperitivo e lasciando acceso il software (per non parlare del braccialetto che, con un spia, ve ne dovrebbe segnalare la presenza). Una volta catturato il mostriciattolo probabilmente potrete accudirlo e crescerlo in stile Tamagotchi sul vostro cellulare, e per certo potrete scambiarlo e farlo combattere in rete, contro una quantità di utenti attualmente non immaginabile. Ci saranno anche delle palestre e una trama a giustificare gli spostamenti, ma è probabile che, esattamente come i pokémon, questi luoghi vadano raggiunti prima fisicamente (camminando, esatto) e poi ludicamente. Di recente gli sviluppatori hanno dichiarato che mirano a creare punti di interesse distanti al massimo quindici minuti (a piedi) da qualsiasi zona il giocatore si connetta, e che i pokémon cambieranno sia in base al clima sia, soprattutto, in base al territorio: acqua, neve, montagna e via dicendo. Per completare il proprio PokéDex stavolta sarà davvero impossibile non scambiare i mostri online, a meno che per l'occasione non vogliate intraprendere un giro del mondo; magari qualche folle lo farà sul serio.

Come funziona davvero?

Finora abbiamo parlato dei motivi per cui Pokémon Go potrebbe sfondare, in modi e quantità al momento difficilmente ipotizzabili. Ci siamo basati su poche dichiarazioni e su un trailer di presentazione risalente all'anno scorso, un video molto intrigante in cui vengono mostrati dei pokémon che popolano e invadono il "nostro" mondo. Perché la chiave del gioco è tutta qui, nella famosa "realtà aumentata", ovvero un processo di allargamento del sensibile reso possibile dalla tecnologia.

L'anno di Pokémon Go - La bustina di Lakitu

Un'espressione che comprende un'enormità di situazioni, la più comune delle quali è rappresentata dalla visualizzazione, attraverso un determinato dispositivo, di oggetti altrimenti inesistenti (o, se siete romantici, "invisibili"). Niantic, sviluppatore del gioco, è stata scelta proprio per l'eccellenza in questo campo. Inutile negare che il trailer sia molto immaginifico, perché quanto mostrato e suggerito trascende la tecnologia per sfiorare la stregoneria: ci sono dei pokémon che attraverso la fotocamera del cellulare escono dalle piante, si muovono per le stanze, che vanno rincorsi per essere catturati. Una prospettiva pazzesca, tale da riempire ore e ore di tempo libero, nell'attesa che Pikachu sbuchi da sotto il tavolo e si metta a correre per la vostra sala. Un effetto simile lo genera anche il trailer di Ingress, precedente produzione di Niantic, che prevede il raggiungimento e la "conquista" di determinati punti di interesse realmente esistenti: biblioteche, monumenti, parchi. Dei luoghi che, nel filmato di presentazione, spesso emettono luce e sono accerchiati da portali fantascientifici. Abbiamo avuto difficoltà a trovare dei video che mostrino realmente il funzionamento del gioco, così lo abbiamo scaricato (potete farlo anche voi, è gratuito). Si tratta di un titolo molto interessante, ma non fa niente di quello che lascia immaginare dal trailer: un destino che probabilmente sarà condiviso da Pokémon Go.

L'anno di Pokémon Go - La bustina di Lakitu

A livello visivo non c'è alcuna interazione tra mondo circostante e software: l'interfaccia è praticamente identica a quella di un navigatore, una mappa essenziale che segnala la vostra posizione e quella dei punti di interesse vicini. Una volta raggiunti (a circa trenta metri di distanza) scatta l'interazione, che anche in questo caso, foto del luogo a parte, non implica alcun legame col "nostro" mondo. Insomma, il trailer di Pokémon Go che abbiamo visto somiglia più a quelle illusorie pubblicità in cui i giocattoli prendono vita che alla reale proposta del gioco. Una proposta che è comunque interessante, sicuramente più di quella di Ingress, tuttavia non aspettatevi più di quanto abbiamo detto. Il titolo rileverà la vostra posizione (sperando che vi funzionino connessione e GPS) e ve la mostrerà su una mappa elementare: poi, una volta compreso in che habitat siete, vi comunicherà anche la presenza, attraverso dei puntini, dei pokémon vicini. Dei puntini che, una volta raggiunti, invieranno un'immagine al vostro dispositivo, sul quale meccanicamente potrete premere "cattura" (o qualcosa del genere), per poi allevare e far combattere il vostro pokémon. Molto probabilmente il gioco sarà strutturato in questo modo. Il potenziale commerciale è comunque atomico, quello ludico tutto da verificare.