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La volta buona?

Abbiamo provato con mano l'action di Platinum Games dedicato alle Tartarughe Ninja

PROVATO di Fabio Palmisano   —   16/03/2016

È risaputo che la GDC non è propriamente un evento durante il quale fioccano le sorprese, tuttavia la conferenza californiana riesce sempre a tirare fuori qualche asso nella manica: è prematuro dire se questo ruolo potrà essere rivestito da Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan, ma di sicuro il nuovo titolo Platinum Games è uno di quelli che suscitava più interesse alla vigilia, soprattutto perché si mostrava in forma giocabile per la prima volta: noi abbiamo avuto occasione di provarlo e di scambiare quattro chiacchiere con il designer Eiro Shirahama, e di seguito vi riportiamo le nostre impressioni.

Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan sembra proprio sulla strada giusta!

Più siamo più ci picchiamo

Come scritto nella nostra precedente anteprima, Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan è un action game puro con una particolare enfasi verso il combattimento, un terreno estremamente familiare per uno studio capace di produrre un capolavoro assoluto del genere come Bayonetta. Pur non puntando evidentemente alle vette di eccellenza del succitato titolo, il gioco dimostra di avere le idee molto chiare, mettendo sul piatto un gameplay che dà il suo meglio in multiplayer sfruttando l'apposita modalità co-operative online per quattro giocatori: a nostra precisa domanda, Shirahama ha confermato che sarà questa l'unica opzione disponibile, chiudendo definitivamente le porte alle speranze di alcuni giocatori circa una soluzione alternativa in locale o una componente competitiva. Poco male, perché la demo che abbiamo provato - e che metteva a disposizione una versione ridotta del primo livello di gioco - ha saputo esporre tutti i punti di forza di un prodotto decisamente promettente. I controlli e il sistema di combattimento proseguono nel solco della felice tradizione di Platinum Games con il genere, pur con gli adattamenti del caso: ritroviamo dunque dei capisaldi dello studio nipponico quali i due attacchi principali (veloce e forte) che possono essere combinati in una varietà di mosse diverse e la schivata che, se effettuata al momento giusto, consente di avere la meglio sull'avversario di turno; in più, ci sono diverse abilità messe a punto per l'occasione, come gli agili movimenti in stile parkour che le tartarughe sfruttano per esplorare le ambientazioni, i colpi speciali e il lancio di oggetti consumabili che vanno assegnati dal giocatore scegliendoli da quella che si prospetta come una folta lista di alternative. Se a questo aggiungiamo il fatto che ognuno dei quattro protagonisti gode di caratteristiche diverse in termini di velocità, potenza e ampiezza dei colpi, appare evidente come Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan non sembri accontentarsi di essere un banale tie-in.

La volta buona?

Pad alla mano, tutto ci è parso funzionare a meraviglia: nella nostra pur breve sessione di gioco abbiamo apprezzato un'azione frenetica ma non per questo poco ragionata, considerando l'ampio spettro di abilità e la possibilità di effettuare delle devastanti e spettacolari mosse combinate con le tartarughe comandate dagli altri giocatori. Platinum Games ha comunque pensato anche a chi dovesse affrontare l'avventura in solitaria (eventualità nella quale gli altri protagonisti vengono gestiti dalla CPU), garantendogli la capacità di cambiare istantaneamente e in qualunque momento il personaggio controllato e poter così approfittare delle caratteristiche di tutti i membri del gruppo. Buone notizie arrivano anche sotto il fronte della componente di sfida, che conterà su quattro livelli di difficoltà ben distribuiti, con il più basso indicato per gli utenti più giovani o inesperti e quello più elevato che promette di essere tanto ostico da risultare affrontabile solo da un team di giocatori umani particolarmente abili. Il nostro test parrebbe confermare un'ipotesi tanto ardita, dato che il combattimento con il boss che ha concluso la demo si è rivelato già piuttosto duro nonostante la difficoltà fosse impostata sul valore medio. A fronte di tanti elementi positivi, però, il nostro incontro con Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan ci ha lasciato anche con qualche impressione meno felice, nello specifico relativamente a un level design privo di particolari acuti, a una componete esplorativa molto meno allettante delle fasi di combattimento e a un impatto visivo soltanto gradevole che tradisce in maniera abbastanza evidente la sua natura cross-gen. Si tratta tuttavia di negatività sulle quali sarebbe più che accettabile sorvolare qualora Platinum Games riuscisse nell'intendo di riportare le Tartarughe Ninja ai livelli dei loro fasti dell'epoca a 16-bit: attendiamo la versione finale del gioco per dire se la missione sarà riuscita, ma per il momento possiamo perlomeno dirci fiduciosi.

CERTEZZE

  • Sistema di combattimento convincente
  • Livello di sfida intrigante
  • In multiplayer è uno spasso...

DUBBI

  • ...anche se sarà solo online
  • Fasi esplorative meno interessanti
  • Graficamente solo grazioso