L'elegante scatola di cartone all'interno della quale ci sono arrivati i processori Ryzen 5 non è certo lussuosa come lo scrigno di legno che ci ha portato le CPU Ryzen 7, ma la cosa non ci stupisce visto che parliamo della fascia di mezzo delle nuove CPU AMD, più economica e vicina alle necessità del giocatore medio rispetto agli octa core con cui l'architettura Zen ha fatto il suo debutto. Un debutto interessante sebbene appesantito da qualche problema di ottimizzazione che non sparirà tanto presto, ma che non ci impedisce di prendere le misure ai processori Ryzen 5 arrivati in redazione.
È arrivato il momento di mettere alla prova i processori della serie Ryzen 5
L'arsenale di Ryzen 5
Ryzen 5 ha la stessa dotazione della serie Ryzen 7 e questo include tanto le tecnologie SenseMI quanto la mancanza della GPU integrata, sacrificata per garantire a tutti i processori prezzo competitivo, overclock e Simultaneous Multi-Threading. La serie è composta da quattro processori due dei quali sono stati mandati in redazione da AMD per la tanto attesa prova sul campo. Stiamo parlando dell'R5 1500X, 3.6GHz di massimale con tutti i core e 3.7GHz su due core, e dell'R5 1600X, 3.7GHz in boost con tutti i core e 4.0GHz spingendone al massimo solo due.
Il primo è un quad core da 65W capace di toccare quota 3.9GHz grazie all'XFR, mentre il secondo è la versione X del 1600, una CPU da 95W e 4.1GHz di massimale in XFR che punta alla gola dell'i7-6800 con sei core e un prezzo aggressivo. Il Ryzen 5 1600X costa infatti 249 dollari contro gli oltre 400 dollari del 6800k Intel e contro i 320 dollari dell'i7-7700K, il quad core di punta della serie Kaby Lake. Ed è possibile risparmiare ancora di più con l'R5 1600, 3.6GHz di clock in boost, che non può contare sull'XFR a piena potenza, ma mette in campo sei core e dodici thread a 219 dollari, risultando più economico dell'i5-7600 che ne costa 240 e non può fare affidamento, come l'i5-7500 e l'i5-7400, su overclock o multi threading. Tutte tecnologie che invece troviamo nell'R5 1500X, di soli 7 dollari più caro rispetto ai 182 consigliati per il summenzionato i5-7400, e nell'R5 1400 che abbassa il prezzo dei quad core fino a 169 dollari consentendo a AMD di incalzare Intel, sebbene con ribassi inferiori rispetto a quelli visti nel caso delle CPU a otto core. Ma prima di festeggiare è il caso di dare un'occhiata alle performance. Lo facciamo mettendo alla prova l'R5 1500X e l'R5 1600X che abbiamo ricevuto in questi giorni da AMD assieme a una AsRock Fatal1ty AB350 Gaming K4 che non ha una dotazione di lusso, ma vanta una buona disposizione di porte e slot nonostante le dimensioni contenute per una scheda ATX. La dotazione include uno slot PCIe rinforzato, supporto CrossFireX, possibilità di spingere le memorie fino a 3200MHz, una porta Ultra m.2 e una porta HDMI che serve a sfruttare direttamente la GPU integrata. Vicino alla CPU abbiamo piazzato la nostra fidata MSI GTX 1080 Gaming X, questa volta affiancata da due grandi banchi di vistosa memoria DDR4-3200 GeIL EVO X RGB 16-16-16-36 che abbiamo inizialmente impostato su 2667MHz e portato a 2933MHz nei test overclock.
Benchmark e overclock
Con il benchmark CPU-Z il 1500X non ha bisogno dell'overclock per superare l'i5-7600K, testa di serie della famiglia Core i5, che resta indietro sia rispetto ai 2218 punti ottenuti dalla CPU AMD in single thread, sia quando entrano in campo tutti i core e quindi il Simultaneous Multi-Threading che spinge il quad core Ryzen fino a 9317 punti. Con il 1600X, forte di due core aggiuntivi, le differenze si fanno inevitabilmente più marcate con il processore che, grazie ai sei core, raggiunge 14333 punti in multithread e svetta anche in single thread, toccando i 2281 punti che fanno valere i 100MHz in più rispetto al modello inferiore.
Restando in ambito single thread, nel caso di Cinebench R15 il Core i5-7600K si prende la rivincita, con 178 punti contro i 153 dell'R5 1500X e i 161 del 1600X, entrambi al di sotto anche dell'i5-6600K. Ma nel caso del multi thread il 1500X fa valere l'SMT e svetta sugli i5 con 807 punti, mentre il 1600X tira fuori i due core aggiuntivi e mette a tacere anche i sei core dell'i7-6800K con 1231 punti contro 1140. Non si può dire, quindi, che la potenza manchi anche se non viene sfruttata in molti giochi, come evidenzia la percentuale di utilizzo della CPU che in alcuni casi scende al di sotto del 60%. Tra i titoli problematici c'è Grand Theft Auto che nel traffico, provato in 1080p per valutare al meglio il peso della GPU, scende fino a 50 frame al secondo di minimo con il 1500X e tocca quota 52 con il 1600X. Siamo al di sotto anche dell'i-6600K a differenza di quanto succede con Mafia III che come altri titoli sfrutta i core Ryzen e permette al 1500X di affiancare l'i5-7600K con un minimo 64 frame al secondo in un incrocio trafficato di Delray Hollow. Tra l'altro il quad core AMD, probabilmente grazie all'SMT, tallona anche il 1600X benché questo non scenda al di sotto dei 67 frame al secondo grazie alla frequenza più elevata. The Witcher 3: Wild Hunt invece, preferisce i processori Intel, ma i processori Ryzen 5 tallonano gli i5, con 92 frame al secondo di minimo per il 1500X e 94 per il 1600X, in entrambi i casi registrati nel mezzo della città di Larvik. Purtroppo la differenza rispetto alle CPU della concorrenza si accentua nel caso di Overwatch con il 1500X che scivola spesso in zona 120 frame al secondo e risulta indietro di una decina di frame anche rispetto all'i5-7500. In modo analogo anche il 1600X fatica, ma non scende al di sotto dei 140 frame al secondo evidenziando il peso delle frequenze con il titolo Blizzard. Non a caso, portando tutti i core dei due processori a 3.925MHz e la memoria a 2933MHz, il 1500X si risolleva e la media di entrambe le CPU supera i 160 frame al secondo, avvicinandosi a quella del 1800X spinto alla medesima frequenza.
Una frequenza che supera di 325MHz il massimale con tutti i core in boost dell'R5 1500X e di 225MHz quello dell'R5 1600X, consentendo al primo di guadagnare tre frame in Grand Theft Auto e The Witcher 3 e al secondo di strapparne un paio in più negli stessi titoli. Certo, l'incremento è minimo, ma d'altronde lasciando la gestione delle frequenze al chipset queste possono arrivare fino a 3.9GHz per la prima CPU e fino a 4.1GHz per la seconda. Il picco garantito dall'XFR è però limitato a due core che in alcuni giochi, come abbiamo visto nel caso di Overwatch, non bastano. In questi casi spingere tutti i core a 3.925MHz ha dei grossi vantaggi e la cosa risulta evidente con Mafia III che grazie all'overclock balza, sul 1600X, da un minimo di 67 a 75 fps. E il 1500X accorcia le distanze, passando da 64 a 73 frame al secondo di minimo mentre in Grand Theft Auto V arriva a sfiorare il modello da sei core con 53 frame al secondo contro 54. Per quanto riguarda l'overclock in ambito professionale, in CPU-Z le performance single thread salgono moderatamente, passando da 2218 a 2290 punti nel caso del 1500X, e restano sostanzialmente identiche con il 1600X, che passa da 2281 a 2291 punti, ma crescono sensibilmente in multi thread, vero punto di forza delle CPU Ryzen, che vede il quad core arrivare a 9848 punti e l'esa core toccare quota 14987. E c'è un buon margine di miglioramento, con i 4GHz che, visti i 68 gradi di temperatura massima sotto stress, possono essere raggiunti stabilmente, in un ambiente a 20 gradi centigradi, con il valido ma di certo non particolarmente potente dissipatore Wraith Spire. Lo stesso vale nel caso del 1600X che risulta più caldo di un paio di gradi in idle, sfiorando i 32 gradi, ma sotto stress si ferma a 62 gradi grazie al più potente, sebbene più rumoroso, Wraith Max.
Conclusioni
Sebbene alcuni giochi non digeriscano l'architettura Zen, le prestazioni con Mafia III, The Witcher, Hitman, Civilization VI e Rise of the Tomb Rider sono una buona testimonianza delle potenzialità dei nuovi processori AMD. Certo, tra problemi con i driver NVIDIA, processori non sfruttati a pieno e discrepanze evidenti nei benchmark, valutare le CPU Ryzen non è facile, ma i punti di forza sono evidenti e uno di questi è l'implementazione, senza dubbio benefica laddove sfruttata, del Simultaneous Multi-Threading nei processori di fascia media.
Come sappiamo già Intel resta in vantaggio in quanto a potenza del singolo core, ma questa volta deve fare i conti con processori interessanti, resi pericolosi dall'overclock di serie, caratterizzati da performance multi-thread ottime e resi stuzzicanti dal prezzo estremamente concorrenziale a prescindere dal numero di core. Purtroppo le frequenze non sono esaltanti e la mancanza di tecnologia grafica integrata rischia di pesare anche nell'ottica delle DirectX 12, potenzialmente capaci di sfruttare più GPU, ma tra performance in ambito professionale, possibilità di risparmio e prestazioni nei giochi che sfruttano l'SMT, un processore come l'R5 1500X può rappresentare una spina nel fianco per il 7600K. E non è il caso di sottovalutare l'R5 1600X che nel gaming, con le frequenze custom, riesce a superare il fratello minore anche del 20%. Certo, tutto questo alza il costo, superiore a quello del 7600K che si comporta meglio in diversi giochi, ma grazie ai sei core, capaci di spingerlo al di sopra del 6800K in ambito professionale, il processore di punta della serie Ryzen 5 vanta comunque un rapporto elevatissimo tra prezzo e potenza, rappresentando un'opzione decisamente interessante per chi, come chi si occupa di streaming, ha bisogno di combinare giochi e applicazioni. Purtroppo non possiamo avere la certezza che l'intero ecosistema software si adatti perfettamente alle nuove CPU AMD, ma tra l'imminente aggiornamento delle schede madri Ryzen, l'uscita di nuovi giochi sviluppati tenendo conto dell'architettura Zen, gli aggiornamenti per Windows 10 e le patch in arrivo, scommettere sul futuro di una CPU AMD ha di nuovo senso.