Quando ti chiami Julian Gollop e dopo più di trent'anni di carriera riesci ancora a partorire un piccolo capolavoro come Chaos Reborn, supportandolo oltretutto come e meglio di una produzione tripla A, a suon di grosse patch gratuite piene di nuovi contenuti, è normale che gli appassionati del genere di cui sei uno dei maestri indiscussi, quello degli strategici a turni, si mettano sull'attenti all'annuncio del tuo nuovo gioco. In fondo puoi vantare nel curriculum titoli come i due Rebelstar, Lords of Chaos, XCOM: UFO Defense e Apocalypse, Magic and Mayhem (da noi Art of Magic) e Ghost Recon: Shadow Wars, quindi è giusto che l'aspettativa sia altissima prima ancora che si conoscano i dettagli del progetto. Se si scopre poi che Phoenix Point, questo il titolo del progetto attualmente in fase di finanziamento su Fig, vuole ripartire dai già citati XCOM, allora l'euforia non può che farsi incontrollabile. Ovviamente sappiamo che i giochi non li fanno più i singoli e che senza un team valido, e Snapshot Games ha dimostrato di esserlo, anche i più grandi autori non vanno da nessuna parte. Ciò non toglie che Phoenix Point sembri essere uno di quei titoli capaci di sparigliare le carte in tavola innovando un intero genere, genere che attualmente vede molti ottimi concorrenti in campo, primi fra tutti i due XCOM di Firaxis.
Phoenix Point sarà uno degli strategici migliori dei prossimi anni? Scopritelo nella nostra anteprima
Una terra distrutta
Phoenix Point raccolta della scoperta di un virus con soltanto l'1% dei geni conosciuti dai database terrestri, che viene chiamato Pandoravirus (il nome giusto per portarsi fortuna...). Siamo nel 2022 e qualcosa va davvero storto, nonostante l'eccitazione degli scienziati: prima gli oceani iniziano a trasformarsi in una massa aliena pulsante, quindi i mutageni invadono la terra sotto forma di una nebbia microbica mortale.
Il genere umano viene letteralmente decimato e si rifugia in vari avamposti sicuri sparsi per tutto il mondo. Il gioco inizia nel 2057, con i sopravvissuti ormai divisi in fazioni dalle ideologie radicali e spesso contrastanti, che lottano per il controllo delle poche risorse disponibili. È in questo scenario che entra in azione il Phoenix Project, un'organizzazione mondiale creata per difendere il pianeta. Spetterà a noi giocatori controllarne una cellula con l'obiettivo di riunire gli scienziati, gli ingegneri e i soldati migliori del mondo (vi ricorda qualcosa?). Purtroppo all'inizio saremo soli, visto che non avremo contatti con nessun'altra delle cellule attive. Cosa sarà successo? Spetta a noi scoprirlo. Il tutto si tradurrà in una guerra senza quartiere per salvare ciò che resta del genere umano dalle creature mutate dal Pandoravirus. Quest'ultimo ha delle proprietà incredibili quanto inquietanti: può incorporare il DNA di più specie e clonarle a incredibile velocità. In termini di gioco il tutto si concretizza in creature che si evolvono modularmente attraverso un sistema procedurale, assumendo caratteristiche diverse a seconda delle specie che le compongono. Questo si traduce in un'altissima varietà, con sfide sempre diverse e con la necessità di comprendere la minaccia che ci troviamo di fronte prima di decidere come attaccare. Insomma, due creature simili potranno avere caratteristiche molto diverse a seconda dei vari incroci genetici: una potrà magari essere corazzata e dotata di armi da fuoco, mentre un'altra potrà essere più veloce ma capace solo di portare attacchi ravvicinati.
Le fazioni umane
Disciples of Anu
Adorano una divinità aliena e sono governati da un enigmatico gran sacerdote. Il loro rituale di iniziazione richiede di costringere dei seguaci a mutare in alieni.
New Jericho
Si tratta di una fazione di militaristi condotta da un ex mercenario miliardario. Credono nella necessità di costituirsi in un esercito per affrontare gli alieni faccia a faccia.
Synedrion
Sono un gruppo ecologista radicale che crede di poter fondare una civiltà nuova e migliore dalle rovine della vecchia. Sono i più avanzati tecnologicamente, ma anche i meno propensi a condividere le loro scoperte.
Dettagli sul gameplay
Come dovreste aver capito, dato i riferimenti agli XCOM, Phoenix Point è uno strategico a turni in cui si guidano gruppi di quattro o più soldati, a volte accompagnati da droni, in missioni di difficoltà crescente in cui saranno essenziali acume e capacità tattica, nonché un'accorta gestione del team.
Ogni soldato avrà infatti dei valori come Volontà e Resistenza che potranno essere spesi in diverse azioni, tra cui l'uso di abilità speciali, diverse a seconda della classe selezionata. Combattendo, ogni soldato guadagnerà esperienza, che servirà a farlo evolvere e specializzare. Ogni classe avrà diversi alberi di abilità, che potranno essere sbloccati attraverso la ricerca o l'interazione con le altre fazioni. L'equipaggiamento a disposizione sarà tanto e vario: si va da armi terresti ad altre sviluppate sfruttando le tecnologie aliene. Ogni fazione umana avrà le sue tecnologie che si potranno acquisire interagendoci. Con la ricerca si potranno poi unire per ottenere strumenti ancora più potenti. Le mappe saranno generate proceduralmente, anche se seguiranno delle linee guida dettate dall'ambiente e dalle fazioni che le occupano. Potenzialmente tutti gli oggetti che comporranno gli scenari saranno distruttibili. Non mancherà una mappa planetaria che permetterà di tenere sotto controllo la situazione generale. Da qui ci si potrà mantenere in contatto con i rifugi scoperti, si potranno scoprire luoghi da cui estrarre risorse, si potrà comunicare con le fazioni e molto altro. Si potranno anche monitorare l'avanzata della nebbia microbica, che rappresenta una grossa minaccia per tutti i sopravvissuti, e le missioni sbloccate. Le missioni sono di vario tipo e prevedono diversi obiettivi, spesso raggiungibili interagendo con gli altri esseri umani. Ad esempio i rifugi richiederanno spesso aiuto contro le incursioni aliene, ma a volte bisognerà intervenire per risolvere i conflitti di loro. Complessivamente il menù prevede un po' tutte le portate classiche del genere: rapimenti, salvataggi, omicidi, sabotaggi, infiltrazioni, conquista e difesa delle basi e così via. Più si svolgeranno missioni, più si accumuleranno risorse, più si capirà cos'è successo all'organizzazione Phoenix e più ci si addentrerà nei segreti della minaccia aliena. In alcune situazioni bisognerà affrontare anche dei giganteschi boss, ossia degli alieni molto grossi che da soli sono in grado di sbaragliare l'intera squadra se presi sotto gamba.
Intervista a Julian Gollop, l'autore di Phoenix Point nonché il padre della serie XCOM
Sul mercato ci sono diversi strategici a turni di grande qualità ispirati a XCOM e alle atmosfere di XCOM, tra i quali il reboot della serie di Firaxis. In cosa Phoenix Point sarà unico?
Ci sono molte differenze, ma le più importanti sono tre.
La prima è che a livello strategico Phoenix Point è un gioco open world con molti elementi da 4X, come la presenza di fazioni in lotta tra loro, la costruzione delle basi, la ricerca delle risorse, la diplomazia, il commercio e i conflitti. Il giocatore deve interagire con le altre fazioni umane mentre affronta la minaccia aliena. La seconda differenza è lo scenario horror fantascientifico con forti elementi lovecraftiani. Il giocatore deve affrontare dei mostri orrendi, delle mutazioni e la follia. La terza riguarda le mutazioni e il sistema di evoluzione delle creature aliene che rendono i pericoli per il giocatore adattivi e in evoluzione costante.
A differenza di quanto successo con Chaos Reborn, Phoenix Point avrà sin da subito una campagna single player?
Phoenix Point è incentrato soprattutto sul single player e avrà una campagna lunga e profonda.
Chaos Reborn ha goduto di un ottimo supporto a lungo termine con grossi aggiornamenti rilasciati regolarmente, pensate di fare lo stesso con Phoenix Point?
Sì, assolutamente.
Una domanda personale, signor Gollop: dopo tutti questi anni e tutti i capolavori che ha alle spalle, si diverte ancora a sviluppare videogiochi? Cos'è cambiato rispetto agli inizi della sua carriera?
È ancora divertente e offre ancora una grande sfida. Il cambiamento principale è che per realizzare grandi giochi c'è bisogno di team più grossi e capaci. All'inizio della mia carriera lavoravo da solo nella mia stanza da letto con un Sinclair Spectrum 48k.
C'è la possibilità di vedere i vostri giochi arrivare su console? Oppure pensate che quelle macchine non siano adatta al genere?
Se il gioco avrà successo su PC c'è la possibilità di portarlo anche sulle altre piattaforme, ma attualmente non è una priorità.