Criticato in parte per i pochi contenuti disponibili al lancio, lo Star Wars Battlefront del 2015 ha avuto un indiscutibile merito: riesumare il vecchio franchise di Pandemic, costruirci una community attorno e permettere a EA DICE di porre le fondamenta per un'esperienza più ricca e in grado di evolvere nel tempo. Due anni dopo e con l'ottavo capitolo cinematografico dietro l'angolo, l'impero di Electronic Arts prepara la sua Seconda Morte Nera, un seguito più grande, dal potenziale decisamente superiore. e con tanto di inedita campagna single player. Così, quando mancano ormai pochi giorni dall'arrivo di Star Wars Battlefront II nei negozi, abbiamo visitato gli uffici di EA DICE a Stoccolma per provare tutte le diverse modalità del gioco e, cosa non meno importante, per capire effettivamente quanto il controverso sistema di loot box vada a influenzarne l'esperienza.
Sempre due ce ne sono
Se si esclude Eliminazione, che è il classico Team Death Match, ciascuna delle opzioni multiplayer di Battlefront II è una versione 2.0 di quelle già viste nel primo Battlefront. Evoluzione della vecchia Walker Assault, Assalto Galattico è senza dubbio la modalità di punta del suo seguito, la più vasta e la più spettacolare, in cui due squadre da venti giocatori si danno battaglia su ampie mappe. L'obiettivo alla base è sempre lo stesso (un team deve difendere delle location dall'incursione o dall'avanzata della fazione avversaria), ma a seconda dell'ambientazione viene presentato in maniera differente. Si passa così dai labirintici corridoi e sezioni esterne di Kamino agli scontri serrati tra le strade di Mos Eisley, dall'assedio del Castello di Maz Kanata su Takodana a un'invasione tra cielo e terra nella capitale di Naboo. Anche gli scenari già apprezzati nel Battlefront del 2015 sono stati del tutto rivisti e rimodellati da zero: la mappa di Jakku è ora completamente diversa, più complessa e articolata, ambientata tra le rovine di uno Star Destroyer precipitato nel deserto; nella foresta di Endor, invece, i ribelli devono prima infiltrarsi tra le fila nemiche, rubare un AT-AT e poi scortarlo intatto fino a una base imperiale. La mappa più grande e varia è stavolta quella di Kashyyyk, il pianeta dei Wookiee, una sorta di sbarco in Normandia in chiave starwarsiana che, partendo dalla spiaggia, attraversa una fitta vegetazione e piattaforme costruite sugli alberi. "Con il primo Battlefront abbiamo notato che la mappa preferita in Walker Assault era Hoth", spiega il game designer del gioco Dennis Brännvall. "Non solo perché era quella su più larga scala, ma anche perché era quella che in un certo modo raccontava una storia. Nel realizzare le mappe di Attacco Galattico abbiamo pensato proprio a quale potesse essere la storia che ognuna di queste missioni e location era in grado di raccontare".
Assalto Galattico è anche la modalità in cui meglio si può apprezzare il nuovo sistema di classi, e soprattutto di Battle Point. In maniera più simile al Battlefront 2 di Pandemic, adesso qualsiasi azione positiva svolta in battaglia (un'uccisione, un assist, un obiettivo perseguito o anche solo dei danni inflitti a un avversario) permette di guadagnare punti da spendere tra uno spawn e l'altro in modo da entrare in gioco alla guida di un tank, un caccia o un'unità speciale. È una meccanica che funziona nettamente meglio dei power-up casuali del primo Battlefront, un espediente che, usando le parole dello stesso designer, "funzionava soltanto perché era ingiusto per tutti". Il vecchio Fighter Squadron è adesso diventato Caccia Stellari all'Assalto, una modalità di combattimenti aerei realizzata con il supporto di Criterion. I ragazzi dello studio di Guildford sono infatti partiti da quanto di buono è stato fatto con gli ultimi DLC del vecchio Battlefront, e sembrano averlo migliorato pressoché in ogni aspetto. Il sistema di controllo dei caccia è adesso un pizzico meno accessibile ma dà molta più libertà di manovra negli inseguimenti aerei.
Le mappe sono ambientate sia in atmosfera sia soprattutto nello spazio, pensate in modo che il ritmo sia sempre serrato e il giocatore sia costantemente in allerta: riuscire a seminare un nemico o un missile nel mezzo di un campo di asteroidi è un'emozione da pelle d'oca, rovinata soltanto quando ci si schianta a causa di un sistema di collisioni non sempre precisissimo. Quella che nel primo Battlefront era Caccia all'Eroe lascia invece il posto a Eroi contro Malvagi, un'opzione leggera e casinara in cui il bilanciamento va a farsi un giro in favore del puro fan service, permettendo agli appassionati di lanciarsi in battaglie quattro contro quattro, in due squadre composte esclusivamente da personaggi del calibro di Luke Skywalker, Darth Vader, Boba Fett e Han Solo. A proposito di eroi, il roster al lancio conterà su ben 14 personaggi iconici, con new entry come Kylo Ren, Rey, Yoda e Darth Maul, mentre altri verranno aggiunti poco dopo l'uscita. Chiude la selezione di modalità prettamente multigiocatore Attacco, forse quella meno ispirata e interessante assieme a Eliminazione: qui, due squadre da otto giocatori si scontrano in mappe dalle dimensioni molto contenute, con l'obiettivo di conquistare o difendere un paio di avamposti. Attacco cerca insomma di unire il ritmo serrato di Eliminazione agli obiettivi di Assalto Galattico, senza però cogliere il meglio dall'uno o dall'altro.
Arcade Fire
Nonostante sia la principale novità dell'intera offerta single-player di Star Wars Battlefront II, la campagna con protagonista Iden Versio non sarà però l'unico passatempo offline. Nulla di nuovo sotto al sole per chi ha provato le Schermaglie del vecchio Battlefront. Si tratta di piccole missioni da portare a termine contro l'intelligenza artificiale e che riprendono bene o male gli obiettivi delle modalità multiplayer. In uno scenario potreste dover eliminare trenta soldati nemici nell'arco di un paio di minuti, mentre in un'altro vi verrà chiesto di conquistare un avamposto nel tempo limite o di ribaltare una battaglia partendo in inferiorità numerica. Ogni sfida ha tre diversi livelli di difficoltà, mentre si ricevono crediti e riconoscimenti una volta completate. Un po' come la vecchia Schermaglia, la modalità Arcade rischia di essere il contenuto meno forte del pacchetto ma, allo stesso tempo, sarà difficile da ignorare sia per i neofiti sia per i veterani del primo Battlefront. Chi si avvicina per la prima volta alla serie potrebbe trovare nell'Arcade un discreto banco di prova, una modalità non competitiva e più accessibile in cui testare i diversi eroi e le unità speciali, impratichendosi con le classi e con gli obiettivi prima di lanciarsi nel multiplayer. Magari anche in compagnia di un amico in split screen. Per i giocatori più esperti, invece, i premi della modalità Arcade saranno una ghiotta occasione per accumulare rapidamente crediti utili a sbloccare eroi o acquistare casse premio.
Che il forziere sia con te
Il Bantha nella stanza a questo punto resta uno solo. Date le enormi preoccupazioni dei fan sorte attorno all'introduzione delle loot box, Electronic Arts è corsa ai ripari e ha modificato sensibilmente il sistema di progressione del gioco rispetto a quanto visto nella recente beta. Da questo punto di vista, la versione di Battlefront II che abbiamo provato a Stoccolma era un netto passo avanti: come promesso, nelle casse è sempre possibile trovare un mix di Star Card, emote, pose di vittoria e costumi per gli eroi, però le carte più rare e potenti non saranno ottenibili tramite loot box, bensì solo continuando a giocare, raccogliendo e spendendo parti da craftare (che adesso vengono dispensate in quantità maggiore rispetto alla beta). Inoltre, ogni classe ha tre armi aggiuntive che possono essere sbloccate esclusivamente portando a termine determinati obiettivi (come raggiungere un particolare rango, eliminare un dato numero di nemici, oppure giocare e vincere una certa quantità di match). È un sistema raffazzonato, probabilmente ancora da rifinire e migliorare nelle settimane che seguiranno l'uscita, e in generale si ha ancora la sensazione che le loot box siano un elemento estraneo e non integrato coerentemente nell'economia di gioco. Resta infine l'enorme perplessità riguardo la distribuzione dei crediti al termine del match, che come nella beta ci sembravano indipendenti dalla performance del giocatore, ma su cui sarà necessario tornare più nel dettaglio in fase di recensione e con gli ultimi bilanciamenti applicati all'economia di gioco. Tuttavia, l'impressione è che i paletti inseriti in zona Cesarini da Electronic Arts scongiurino quantomeno il pericolo pay-to-win, e che allo stesso tempo ci sia una sufficiente quantità di contenuti da sbloccare anche per chi può dedicare al gioco poche ore la settimana.
"Harder, better, faster, stronger" sembra essere il mantra di questo nuovo Battlefront se paragonato al debutto del 2015. Eppure, se c'è un aspetto in cui gli sviluppatori sembrano aver fatto un passo indietro è nella personalizzazione estetica dei trooper. Nel gioco sarà infatti possibile sbloccare costumi aggiuntivi per i diversi eroi, ma a differenza del precedente capitolo non si potrà stavolta cambiare la razza, il sesso o il volto delle normali unità di fanteria. Brännvall rotea gli occhi, come se stesse rispondendo a una domanda fattagli troppe volte su Twitter: "No, al lancio non si potrà cambiare l'aspetto dei trooper, però è un elemento a cui i fan tengono molto e sul quale torneremo di sicuro". Insomma, Battlefront II non è un paese per Twi'lek, almeno al lancio.
CERTEZZE
- Una gran quantità di contenuti, eroi e mappe
- Gli inseguimenti coi caccia sono uno spasso
- Le diverse classi aggiungono più varietà in battaglia
DUBBI
- Nessuna personalizzazione per i trooper
- Alcune modalità meno riuscite di altre
- Basteranno le correzioni al sistema di loot box?