Si è cominciato a parlare di console mid gen, o di upgrade hardware per PlayStation 4 e Xbox One, nell'ormai lontano febbraio 2015, quando la rivista Forbes ha rivelato la possibilità che le console di Sony e Microsoft si dotassero di una componentistica compatibile con la riproduzione di contenuti a risoluzione 4K. In quel caso il discorso ruotava unicamente attorno alla riproduzione video, è vero, ma sono bastate poche settimane perché si scoprisse che dietro c'era qualcos'altro, un progetto decisamente innovativo e ambizioso: provare a superare il concetto di ciclo generazionale per adeguare la tecnologia dei videogame al sempre più diffuso standard Ultra HD. I rumor riguardanti un'ipotetica "PlayStation 4.5" sono infatti partiti subito dopo e si sono rincorsi, fra voci più o meno attendibili e ipotesi più o meno suggestive, fino alla conferma da parte di Sony: sì, l'azienda stava lavorando a una versione "high end" di PlayStation 4, progettata per coesistere sul mercato con il modello standard ma pensata per i videogiocatori più esigenti, muniti per l'appunto di un televisore a 4K. Il resto, come si suol dire, è storia recente; ma le console mid gen hanno davvero fatto centro?
L'idea di una rivoluzione
Sony ha presentato ufficialmente PlayStation 4 Pro durante il PlayStation Meeting del settembre 2016, annunciando che la console avrebbe fatto il proprio debutto nei negozi due mesi dopo al prezzo di 399 euro. Una somma non di troppo superiore a quella richiesta ai tempi dal modello standard, per una macchina capace però di offrire prestazioni sostanzialmente migliori, traducibili nei 4,2 TFLOPs di potenza computazionale contro gli 1,84 di PlayStation 4: più del doppio. Merito soprattutto della GPU AMD con architettura Polaris, in grado di garantire la piena compatibilità con tutti i giochi ma di spingerne la risoluzione fino a 4K reali e offrire frame rate più stabili a parità di target. Nella realtà dei fatti, ad ogni modo, l'upgrade progettato da Sony non si è spinto oltre una determinata soglia per quanto concerne la componentistica: l'azienda voleva sì offrire il supporto ai contenuti in Ultra HD, ma senza far lievitare troppo il prezzo della console, così da poter facilitare un eventuale avvicendamento con il modello standard. Questa filosofia della "mezza misura" ha chiaramente dato la possibilità a Microsoft di controbattere con Xbox One X, avendo a disposizione più tempo per disegnare una macchina in grado di offrire un'esperienza di gaming a 4K reali, sebbene anche in questo caso con una serie di eccezioni per quanto concerne i titoli delle terze parti. In entrambi i casi si è comunque partiti da un'idea per molti versi rivoluzionaria: prescindere dal naturale ciclo generazionale ed evitare di attendere PlayStation 5 e Xbox Two per adeguare la grafica ai desideri degli appassionati più esigenti, conservando però la piena compatibilità con la ludoteca di entrambe le piattaforme. Si è pensato che la trovata di Sony e Microsoft fosse quella di replicare il modello del mercato mobile, che ogni anno vede l'uscita di nuovi e più potenti smartphone e tablet, che però utilizzano le stesse applicazioni pur ottimizzate per quegli specifici hardware. Console in grado dunque di far girare i giochi per PlayStation 4 e Xbox One con risoluzioni maggiori, frame rate più fluidi, effetti visivi migliorati; il tutto però senza rivoluzionare l'architettura e richiedere l'acquisto di una nuova macchina per poter accedere agli ultimi titoli.
Videogame e televisori, tecnologie parallele
Phil Spencer ha spiegato molto bene il concetto di console mid gen, o quantomeno la visione dietro Xbox One X, parlando del rapporto fra l'evoluzione tecnologica dei televisori e quella delle home console. "Abbiamo osservato il debutto dei televisori a 4K e previsto che avrebbero avuto una buona diffusione durante questa generazione. Al contrario di ciò che si pensa del passaggio dall'originale Xbox a Xbox 360, la transizione da SD a HD per i televisori si è verificata praticamente in contemporanea con l'avvicendamento delle due console", ha detto il boss della divisione Xbox. "È stato bello poter cavalcare l'onda del progresso tecnologico e stabilire appunto che l'originale Xbox era una console SD, mentre Xbox 360 una console HD, al di là del fatto che la prima piattaforma disponeva comunque di modalità di visualizzazione progressive. Insomma, c'è stata una demarcazione netta."
"Per quanto riguarda i televisori a 4K, però, pensavamo che si sarebbero diffusi nel mezzo dell'attuale generazione. Per questo abbiamo disegnato una console per il 2016 e una per il 2017, lavorando a entrambi i progetti in contemporanea. A un certo punto, tuttavia, bisognava dare il via libera, far partire l'operazione. Dopo esserci seduti attorno a un tavolo, abbiamo stabilito ciò che potevamo fare nel 2016 e ho detto che ci sarebbe servito di più rispetto a ciò che i chipset disponibili ai tempi potevano offrire, mantenendo un prezzo che gli utenti sarebbero stati disposti a pagare. Per questo abbiamo interrotto quello specifico progetto." In questo caso, insomma, il gioco di rimessa di Microsoft ha pagato dal punto di vista delle performance, consegnandoci una piattaforma effettivamente in grado di sfruttare al meglio gli schermi Ultra HD e di limitare l'uso di espedienti come il checkerboard rendering ai titoli delle terze parti.
Cambio di rotta
Upgrade ogni due o tre anni nell'ottica del medesimo catalogo e dei medesimi contenuti? La strada inaugurata da PlayStation 4 Pro e Xbox One X sembrava quella, ma poi c'è stato un cambio di rotta. Non è dato sapere se la differente strategia sia stata frutto della tiepida accoglienza riservata alla console mid gen Sony (laddove invece Xbox One X sembra stia facendo molto meglio), ma è chiaro ed evidente che di fronte alla possibilità di usufruire degli stessi videogame, senza limitazioni, il grosso dell'utenza ha badato al prezzo della console più che alla sua capacità di supportare i televisori Ultra HD, il cui mercato si sta certamente muovendo ma con un po' di ritardo. Certo, gli attuali volantini delle più famose catene di elettronica testimoniano un abbattimnento dei prezzi per gli schermi a 4K e la quasi completa scomparsa delle controparti in Full HD, ma cambiare televisore è un'operazione che non tutti sono disposti a fare nel giro di pochi anni.
PlayStation 4 Pro non si è dunque posta come una scelta appetibile per la maggior parte degli acquirenti: l'avvicendamento in casa Sony sarà più lento del previsto e si arriverà alla fine del 2019 (o forse al 2020) con un nuovo modello, immaginiamo PlayStation 5, in grado di offrire la compatibilità con i giochi per PS4 ma contenuti esclusivi che possano sfruttare il rinnovato e più potente hardware, nonché porre una chiara condizione di accesso a esperienze visivamente più spettacolari: l'acquisto della nuova console. Curiosamente, questo discorso non appare ancora ben definito per Microsoft, che essendo partita più tardi con Xbox One X, e avendo una filiera di produzioni first party ancora di là da venire, potrebbe diventare da qui a due anni la macchina di riferimento per chi da un lato desidera sfruttare al meglio il proprio televisore Ultra HD, dall'altro non vuole spendere troppo.
Centro o fiasco?
Probabilmente nessuno si aspettava uno strepitoso successo per PlayStation 4 Pro, bensì semplicemente un adeguamento hardware che fosse in grado di accontentare i videogiocatori più esigenti, desiderosi di accedere a contenuti in grado di supportare gli schermi a 4K. Sony non ha diffuso i dati di vendita della nuova console, accorpandoli semplicemente a quelli del modello standard per totalizzare l'incredibile cifra di 70,6 milioni di unità; ma ciò lascia supporre che i numeri macinati dalla piattaforma mid gen non siano entusiasmanti. Tuttavia, laddove la strategia dell'azienda giapponese sia a lungo termine, come immaginiamo, le esigenze di chi possiede un televisore Ultra HD andranno pian piano ad allinearsi a un prezzo di listino inferiore per PlayStation 4 Pro, andando a concretizzare quell'avvicendamento che qualcuno magari pensava sarebbe avvenuto più rapidamente, e dimostrando la validità di un disegno a suo modo rivoluzionario per il mercato console, da sempre arroccato sul concetto delle generazioni hardware.
Xbox One X, di contro, incassa l'iniziale diffidenza verso la console (protagonista di un lancio pessimo per via di tante scelte discutibili che ci sembra inutile rivangare) e offre la possibilità a tanti utenti di tornare in casa Microsoft grazie a una macchina dotata di prestazioni davvero sorprendenti, superiori a quelle di PlayStation 4 Pro e dunque in grado di giustificare l'upgrade, nonché di attrarre quei videogiocatori PC che si sono stancati di correre dietro all'ennesimo cambio di configurazione e possono risolvere i propri problemi con un investimento pari, se non inferiore, a quello richiesto da una nuova GPU. Per tirare le somme sul successo o l'insuccesso delle console mid gen servirà ancora qualche mese, ma ci sentiamo di dire che nell'ambito videoludico perseguire un'evoluzione tecnica non è mai sbagliato: al di là dei risvolti commerciali, l'idea che Sony e Microsoft hanno perseguito è stata senz'altro valida e ha contribuito ad arricchire il panorama, offrendoci esperienze visivamente spettacolari e al passo coi tempi.