Com'era ampiamente prevedibile, Metal Gear Survive ha diviso la critica e fatto molto discutere, mettendo da una parte chi si è dichiarato possibilista rispetto allo sfruttamento del brand per la nascita di spin-off o finanche di nuovi capitoli; e dall'altra chi condanna senza appello le scelte commerciali di Konami, colpevole di aver mandato via il creatore di Metal Gear, Hideo Kojima, in modo non propriamente elegante. Sapevamo tutti che la turbolenta conclusione del rapporto fra l'azienda giapponese e il celebre game director sarebbe sfociata in un "backlash" da parte degli utenti, e non è stato un caso se l'annuncio di Survive è stato accompagnato da forti perplessità... per usare un eufemismo. La sensazione generale dopo la presentazione del gioco è stata più che altro di amarezza rispetto a quella che appariva come una mera operazione commerciale, neanche rispettosa del "lore" che Kojima ha creato in questi anni, e che naturalmente poco ha a che spartire con un'interpretazione fantascientifica, a base di dimensioni parallele e misteriosi zombie con un cristallo al posto della testa.
Il disperato tentativo di sopravvivere
Le proprietà intellettuali con una storia e una tradizione rappresentano senza dubbio la principale ricchezza di ogni publisher, e Konami non fa eccezione. Sebbene negli ultimi anni la direzione dell'azienda non abbia visto di buon occhio il digital entertainment, preferendo altre forme di business, state pur certi che si tratta unicamente di una parentesi, e che brand come Castlevania, Silent Hill e persino Contra verranno riproposti in futuro. Il motivo è molto semplice: nessuna nuova IP potrà mai sperare di ottenere la stessa popolarità dei grandi classici, mentre lanciare una produzione inedita implica uno sforzo economico non indifferente e tanti rischi. Da questo punto di vista Nintendo si pone come un esempio virtuoso, essendo stata capace nel corso degli anni di sfruttare il nome di Mario e di altri suoi brand per la produzione di giochi appartenenti ai generi più disparati.
È quindi perfettamente normale che per i suoi prossimi progetti videoludici Konami prenda in considerazione il rilancio di qualche nome noto: una sigla di richiamo svolge da sola la metà del lavoro, mentre chiaramente l'altra metà dipende dalla qualità del prodotto. Nel caso di Metal Gear Survive abbiamo osservato esattamente questo: uno spin-off a base survival che non vuole confrontarsi in alcun modo con i titoli diretti da Hideo Kojima, ma che parte dal medesimo universo, dal medesimo immaginario, per poter poggiare su fondamenta solide e costruire da lì una propria personalità. Un obiettivo che a nostro avviso è stato fondamentalmente centrato, sebbene con tante difficoltà.
Gli sviluppatori, del resto, hanno inserito nel pacchetto tutti gli elementi giusti, con un set di meccanismi survival tanto sfaccettati quanto collaudati, puntando forte sulla quantità e sulla durata dell'esperienza perché alla fine risultasse impossibile non riconoscere i loro sforzi. Qualcuno lo ha fatto, qualcuno no, ma come detto era prevedibile una situazione del genere e i primi dati di vendita, tutt'altro che positivi, riflettono alla perfezione la delicatezza del momento. Il destino di Metal Gear Survive dipende da ciò che accadrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi: il gioco potrebbe riprendersi e aspirare a diventare una sleeper hit, del resto ha tutte le carte in regola per riuscirci; oppure potrebbe sparire dai radar, decretando il fallimento dell'operazione e ponendo un inquietante punto interrogativo sul futuro della serie.
I possibili scenari
Laddove le vendite di Metal Gear Survive dovessero riprendersi, magari grazie a un supporto post-lancio che sembra ben organizzato e a nuove opinioni positive che piano piano stanno cercando di farsi largo in rete, superando il pantano che si è venuto a creare per via della micidiale combo rappresentata dalla questione Kojima e dalla presenza del secondo slot di salvataggio a pagamento, allora Konami penserà quasi certamente a dare un seguito a questa esperienza, mettendo in cantiere (sempre che non lo abbia già fatto) un nuovo capitolo sostanzialmente più innovativo dal punto di vista tecnico, che possa arricchire ulteriormente il già solido gameplay del gioco e magari introdurre un multiplayer cooperativo in stile Monster Hunter, che risulti dunque più corposo e interessante rispetto alle limitate modalità online attuali, pur soggette ad aggiornamenti futuri.
Anche in questo caso gli sviluppatori non dovrebbero inventarsi nulla di stravolgente, bensì semplicemente continuare a operare nel solco già tracciato, lavorando sui numeri e sui dettagli, per poter portare a casa un risultato che a quel punto risulterebbe quasi garantito. Naturalmente si tratta di ipotesi destinate a crollare come un castello di carte nel momento in cui le cose dovessero andar male: a quel punto Konami potrebbe giocare la carta di un nuovo spin-off, sulla falsariga del riuscito Metal Gear Rising: Revengeance, oppure mettere l'intera proprietà intellettuale nel congelatore e dedicarsi al possibile rilancio di altri brand, con Silent Hill in probabile pole position.
Fra tutte le ipotesi, in effetti, quella che meno appare probabile è la realizzazione di un nuovo, vero capitolo di Metal Gear Solid. Potrebbero spuntare delle remaster dei vecchi episodi, certo, ma chi mai accetterebbe la sfida di confrontarsi in maniera diretta con il lavoro di Hideo Kojima? Solo un uomo potrebbe farlo, ed è Kojima stesso: laddove il progetto di Death Stranding dovesse riscuotere il successo che immaginiamo, è possibile che la collaborazione con Sony prenda il volo e che l'azienda, galvanizzata dai risultati raggiunti, decida di rilevare il brand di MGS da Konami, per quello che potrebbe prospettarsi come un ultimo, grande episodio della serie. Una prospettiva fantascientifica?