A quanto pare le voci che giravano alcuni mesi fa non erano del tutto infondate: dopo il Deviljho, che Capcom ha integrato nel bestiario di Monster Hunter: World lo scorso marzo, è stato il turno - un po' a sorpresa, in effetti, visto che il Festival fiori di primavera non era ancora finito - del Kulve Taroth, un mostro inedito che potrebbe essere il "treasure dragon" della lista trafugata. Se ciò fosse vero, allora nei prossimi mesi combatteremo anche il Lunastra, il Kirin Oscuro e l'Alatreon. Questi mostri, tuttavia, sono già apparsi nei precedenti Monster Hunter, mentre il Kulve Taroth è una creatura completamente nuova che è entrata nella storia del franchise di prepotenza, portando con sé alcune novità che potrebbero aprire uno spiraglio molto interessante sul futuro di questo Monster Hunter e addirittura dei prossimi episodi. Capcom, infatti, non si è limitata a sviluppare il mostro e una mappa completamente nuova in cui combatterlo, ma anche un'arzigogolata modalità di gioco, chiamata "assedio", che ha scosso le prospettive della community. Il fatto che le ricompense siano eccezionali è solo la ciliegina sulla torta di un aggiornamento davvero spettacolare.
L'assedio
La nuova modalità è stata probabilmente concepita per spingere i giocatori a usare la Caccia celeste, il punto di raduno ai piani superiori di Astera in cui è possibile incontrare gli altri giocatori nella sessione e che purtroppo visitano in pochi perché separato dal resto della città - e quindi da servizi primari come la forgia, il botanico o il centro di coordinamento - da lunghissimi e scoraggianti caricamenti. Le dinamiche dell'assedio - che si sblocca dopo aver trovato almeno una traccia del nuovo mostro in una spedizione qualsiasi - non sono esattamente intuitive, ma essenzialmente le cose stanno così: i giocatori nella stessa sessione, e quindi fino a sedici, affrontano il Kulve Taroth dividendosi in squadre da quattro come in una qualsiasi caccia. I progressi compiuti da ogni squadra incidono sul cosiddetto "livello di inseguimento" generale della sessione: esso determina quanto è possibile combattere il mostro prima che fugga, fino a sconfiggerlo definitivamente. Questo significa che una squadra, da sola, impiegherà più tempo - cioè più cacce - a raggiungere un livello di inseguimento soddisfacente così da poter sconfiggere il mostro, laddove una sessione piena in cui sedici giocatori, divisi in quattro squadre, combattono separatamente il Kulve Taroth, già alla seconda caccia potranno facilmente completare la missione.
La battaglia si divide infatti in quattro fasi, tutte ambientate in una nuova mappa, le caverne di El Dorado. Nella prima fase, i cacciatori seguono i movimenti del mostro in una grotta labirintica, sfruttando rampicanti e cuneotteri per spostarsi agilmente da una piattaforma all'altra. I cannoni e le trappole rocciose consentono di danneggiare efficacemente il mostro, tuttavia è importante raccogliere le tracce e i residui disseminati dal Kulve Taroth, poiché contribuiscono ad aumentare il livello di inseguimento. Questa prima sezione della caverna è anche piena di risorse da raccogliere e di nuove creature da catturare per arricchire la propria collezione di fauna endemica. Una volta danneggiato a sufficienza, il Kulve Taroth si ritirerà in una grotta dove i cacciatori dovranno affrontarlo a viso aperto. Il mostro è enorme ma anche molto lento. Oltre alle solite scudisciate della coda massiccia e a rotolamenti vari, il Kulve Taroth può soffiare un getto infuocato che diffonde una fastidiosa pozza di magma. Se a questo punto siete già riusciti a scalfirgli le corna, non dimenticate di scalcare il grumo dorato che avrà lasciato a terra, poiché sembra essere l'unico modo per ottenere le gemme dorate necessarie a fabbricare l'armatura.
La terza fase dello scontro si svolge in una grotta piena di lava ribollente, e questo significa che dovrete trangugiare una bevanda fresca per resistere al calore. In questa zona il Kulve Taroth si farà più aggressivo e ricorrerà molto più spesso al suo soffio incandescente; inoltre, dovrete stare attenti a dove mettete i piedi perché le bevande fresche non vi renderanno immuni ai getti di lava che fuoriescono dal terreno. Fortunatamente potete sfruttare le numerose trappole rocciose sul soffitto per mettere il mostro al tappeto e accanirvi sulle sue corna, nel caso ancora non le abbiate scalfite. A questo punto probabilmente il Kulve Taroth scapperà oppure, se il livello di inseguimento è abbastanza alto, riuscirete a scrollargli di dosso la corazza dorata e a "risvegliarlo": il mostro manifesterà la sua vera forma, molto più agile, e si rintanerà in un'altra grotta per l'ultima fase dello scontro. Qui non ci sarà lava ma neanche alcun aiuto ambientale, a parte un singolo pilastro centrale che potrete sfruttare per ripararvi dai getti di lava o per attaccare il mostro in salto. Se riuscirete a sconfiggerlo, gli spezzerete le corna e lo metterete definitivamente in fuga: scalcate i frammenti rimasti a terra e tornate vincitori alla Caccia celeste!
I premi
Anche mettendocela tutta, una caccia al Kulve Taroth non si risolve in meno di dieci o quindici minuti, e per ottenere le ricompense migliori bisogna comunque sconfiggere il mostro, spaccandogli le corna nella fase finale dello scontro. Una volta tornati alla Caccia celeste, potrete parlare con la dama alla reception per accedere a un deposito in cui troverete svariati premi. Il contributo dei giocatori nella sessione non determina soltanto la longevità della caccia, ma anche la qualità e la quantità dei premi che riceverete alla fine di un assedio, e questo significa che è meglio cacciare in tanti nella stessa sessione: anche una semplice squadra da quattro giocatori o meno può affrontare e sconfiggere il Kulve Taroth, ma il processo diventa sensibilmente più lungo e un po' meno remunerativo. Capcom ha dunque cercato un compromesso tra la componente multigiocatore di Monster Hunter: World e l'esperienza individuale, trovando un discreto equilibrio sul quale si può comunque lavorare. Come prima caccia di gruppo, comunque, possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti, e la scelta di limitare la durata dell'evento - questa prima tranche si concluderà il 3 maggio - è sensata perché, in questo modo, sarà più facile trovare altri giocatori interessati all'obiettivo.
Vale quindi la pena faticare tanto per fabbricare l'armatura del Kulve Taroth? La risposta è un netto sì, poiché questo set va a colmare diversi buchi nel cosiddetto metagame, rivoluzionandolo non poco grazie alle ottime abilità che conferisce ogni singolo pezzo dell'armatura α e alla generosa quantità di spazi per decorazioni nella sua versione β. Senza contare che, esteticamente, si tratta di un'armatura davvero spettacolare. L'armatura del Kulve Taroth - pur mancando di bonus specifici - conferisce abilità come Rivela/Munizioni+, Istigatore, Bonus critico, Estensione di potenza, Artigiano e Forma perfetta, considerate tra le migliori da impiegare quando si va a caccia. Ovviamente è possibile fabbricare anche l'equipaggiamento a tema del nostro Felyne, nonché una cosiddetta armatura "stile" che permette di cambiare unicamente l'aspetto dei singoli pezzi equipaggiati: è un piccolo passo verso il sistema di "trasmogrificazione" tanto richiesto che Capcom si rifiuta di implementare in questa iterazione del brand, nonostante sia stato molto apprezzato in Monster Hunter XX. Potrete quindi scambiare i buoni Bushi che troverete tra le ricompense alla fine di un assedio presso il centro di coordinamento per mettere le mani su due stili da samurai.
Per quanto possa sembrare strano, infine, non è possibile forgiare armi coi residui del Kulve Taroth: questo perché tra i residui del mostro, scalcando le corna e nella cassa coi premi a fine assedio troverete delle armi da identificare, divise in categorie come "fuse", "sublimate" e così via. Scoprirete le loro statistiche solo dopo averle accettate a fine caccia, un po' come succede con le decorazioni, e i veterani della serie riconosceranno in questo meccanismo quello delle vecchie armi arrugginite. Le armi che troverete sconfiggendo il Kulve Taroth vanno da rarità sei a otto, riciclano i modelli di quelle che può fabbricare l'armaiolo, seppur completamente dorate, e offrono una serie di inaspettate combinazioni in termini di danno grezzo, affinità, bonus elementali e via dicendo. Alcune di esse sono effettivamente le migliori armi del gioco nella loro categoria, perciò la casualità con cui si ottengono dovrebbe spronare i giocatori a ripetere l'assedio più volte, nella speranza di mettere le mani sulle migliori. C'è un "grind" di fondo impressionante, insomma, ma questo è Monster Hunter e il grind fa parte della sua natura: se l'idea vi piace, forse il Kulve Taroth potrebbe diventare il vostro nuovo mostro preferito.