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200 milioni di Switch: possibile?

La previsione arriva da Nikkei: ha fondamento?

SPECIALE di Alessandro Bacchetta   —   28/04/2018

Duecento milioni di unità renderebbero Nintendo Switch la console più venduta della storia. Il lancio è stato un successo, il primo anno è andato alla grande (circa diciotto milioni di console distribuite), le premesse per continuare sulla giusta strada ci sono tutte (per il prossimo anno fiscale, Nintendo punta ad ulteriori venti milioni); eppure pensare che possa superare - e di molto - Nintendo DS e PlayStation 2 sembra un pochino azzardato. Quantomeno azzardato. Una simile previsione però non arriva, come sarebbe lecito aspettarsi, da qualche fanboy Nintendo improvvisatosi analista; no, proviene dal principale giornale economico giapponese. E quindi è impossibile non prenderla seriamente, e chiedersi se un simile risultato possa ritenersi verosimile.

Koizumi, a capo dei gruppi EAD Tokyo.

Anni fa, quando non sapevamo come si sarebbe chiamata la nuova piattaforma Nintendo, quando non sapevamo di preciso nemmeno cosa fosse, ipotizzando però che fossero credibili i rumor su un sistema unificato, avevamo scritto che, in un periodo molto difficile per l'azienda, una simile operazione sarebbe stata molto rischiosa. Giusta, ma rischiosa. E avevamo anche detto, concetto che ribadiamo a maggior ragione adesso, che superare Wii U sarebbe servito a poco; questo perché, se è vero che alle home console Nintendo sono stati spesso destinati i maggiori sforzi creativi (e le migliori menti), è altrettanto vero che da un punto di vista economico la priorità è sempre stata la piattaforma portatile. Le console tascabili a Kyoto, dal Game Boy in poi, hanno rappresentato la principale fonte di guadagno, e ciascun presidente ha fatto il possibile - tutto il possibile - perché nessuna di esse fosse un insuccesso. L'esempio più eclatante è proprio il recente Nintendo 3DS. Partito male, con pochi giochi e una funzionalità 3D meno attraente di quanto ipotizzato, si è salvato grazie al repentino taglio di prezzo e alla grande qualità del software pubblicato, anche a discapito del futuro Wii U. Come avevamo detto all'epoca, è assurdo paragonare i numeri di Switch a quelli di Wii U; le statistiche dell'ultima piattaforma Nintendo vanno comparate al blocco "fissa più portatile".

200 milioni: una stima credibile?

Vista in questa ottica, la previsione di Nikkei resta azzardata, ma di certo ragionevole. Perde i connotati della follia generati dalla prima lettura. Sony ad esempio ha venduto circa 155 milioni di PlayStation 2, che rappresenta il totale più alto mai raggiunto da una singola piattaforma; la generazione dopo, pur essendo PlayStation 3 andata peggio, ha tagliato il complessivo traguardo di 166 milioni di console, grazie alle ottime vendite di PSP (i cui utenti però hanno acquistato poco software). Nintendo ha superato questo totale solamente in una generazione, che è anche l'unica in cui è stato oltrepassato il fatidico traguardo dei 200 milioni: Nintendo Wii e DS, assieme, hanno piazzato 255 milioni di unità, nonché l'assurda cifra di un miliardo e 850 milioni di software venduto. Cifre astronomiche, probabilmente irripetibili.

200 milioni di Switch: possibile?

Per capire un po' quale sia il complessivo giro d'affari Nintendo, qualche altro numero. Nella generazione NES - col Game Boy uscito a fine ciclo - sono state vendute 72 milioni di console, e 500 milioni di software (ed è quella meno indicativa, visto che tutto era in mano al Famicom, in sostanza). In epoca SNES, col Game Boy a pieno regime, 100 milioni di piattaforme, divise a metà tra portatile e casalinga; qui il software era arrivato a 680 milioni. Ai tempi del Nintendo 64, assieme al Game Boy Color, le unità vendute sono calate a 87 milioni (hardware) e 430 milioni (software). La generazione GameCube più Game Boy Advance è arrivata a 103 milioni, con grande disparità a favore del portatile (80 milioni), e un ottimo totale software pari a 580 milioni. Del periodo aureo del Blue Ocean e della Touch Generation abbiamo già parlato, per cui siamo giunti all'attualità: 3DS e Wii U assieme sono arrivati a 85 milioni di hardware venduto (con Wii U fermo a 13, circa), e 400 milioni di software. I numeri, scusate se vi abbiamo annoiato, sono questi. Erano necessari per impostare un discorso sensato, per comprendere quanto credibile possa essere la previsione Nikkei. Riassumendo, ed escludendo l'era NES/Famicom perché sostanzialmente monopiattaforma, arrivare a 200 milioni per Switch significherebbe raddoppiare le vendite di ogni precedente generazione Nintendo, esclusa quella Wii e DS.

La forza dell'ibrido

Uno degli elementi che vanno a vantaggio di Switch, e non tanti lo avrebbero immaginato prima dell'uscita, è il suo essersi affermato come una vera console ibrida. Era sotto gli occhi di tutti che avere una piattaforma sia fissa che portatile sarebbe stato un vantaggio; tuttavia non era scontato che la dimensione intermedia si affermasse così prepotentemente, e così presto. La modalità da tavolo, il multiplayer locale con due joy-con e un solo schermo, il semplice single player a controller staccati, sono tutti elementi che esulano dalla canonica dimensione fissa e/o portatile: esiste una via di mezzo che, prima di Switch, nessuno aveva rappresentato. La console Nintendo è davvero giocabile "dove vuoi", come sottolinea il marketing; inoltre per essere una piattaforma portatile è un po' grande e costosa, mentre per essere casalinga, be', è poco potente e ha un feeling tattile da console tascabile (a meno che non si compri un controller Pro). È davvero un'entità intermedia tra le due, un nuovo tipo di hardware. Conserva tuttavia, almeno in via potenziale, alcuni degli elementi che hanno aiutato le vendite di Game Boy e DS. In primo luogo il possibile acquisto multiplo all'interno di uno stesso tetto: se in una famiglia ci sono più giocatori, in particolare più figli, non è difficile che possa essere comprato più di uno Switch. Secondo, Nintendo avrà la possibilità di creare più edizioni della stessa piattaforma: restyling, una versione più grande o dai differenti cromatismi, queste cose non sono mai mancate né a Game Boy né a DS, e non c'è ragione per cui Switch debba fare eccezione.

200 milioni di Switch: possibile?

Tutto ciò che abbiamo detto, sommato all'incontestabile appeal dell'hardware stesso, dovrebbe permettere alla nuova creatura Nintendo di raggiungere, senza troppe difficoltà, l'obbiettivo minimo (fa sorridere definirlo così) di settanta-ottanta milioni di unità, così da cementare l'utenza raccolta nell'epoca WiiU-3DS. Ma quello che potrebbe spingere il tutto ancora oltre è un probabile effetto olistico, praticamente certo in ambito software: in sostanza, il risultato finale sarà superiore alla somma delle singole componenti. Un utente che compra una console Nintendo soprattutto per giocare a Zelda - ipotizziamo - è possibile non abbia posseduto il Nintendo DS/3DS. Quindi non avrà acquistato Pokémon. Stavolta avrà già Switch e, pur non abbastanza interessato a Pokémon da comprare l'hardware per giocarci, forse gli darà una possibilità possedendo già la console. Questo è solo un esempio, ma si potrebbe dire la stessa cosa per qualsiasi altro software precedentemente relegato a una delle due dimensioni (sì, Zelda esiste in entrambe, ma concorderete che Breath of the Wild e A Link Between Worlds non sono la stessa cosa). Sarà la prima console Nintendo ad avere Pokémon, lo Zelda più ambizioso, il Mario 3D principale e quello 2D, Animal Crossing e Splatoon, Mario Kart e Super Smash Bros.: un'offerta interna che nessuna piattaforma ha mai avuto dai tempi del Super Nintendo.

200 milioni di Switch: possibile?

Questa caratteristica avvantaggerà sicuramente le vendite software, e probabilmente, dato l'appeal complessivo dei titoli, aumenterà anche quelle hardware. Se Nintendo riuscirà in questa operazione, e nonostante sia partita bene non è scontato, è lecito aspettarsi che raggiunga i cento milioni; inoltre, se le terze parti aiuteranno, in particolare con titoli sportivi e progetti creati ad hoc (Octopath Traveler è un esempio perfetto, come budget e impostazione), questa cifra potrà essere addirittura superata. Tutto ciò che abbiamo ipotizzato finora è - speriamo - ragionevole, e se si verificasse staremmo parlando di una cifra molto alta, ma comunque ancora inferiore, e non di poco, ai 200 milioni. Cosa dovrebbe succedere per aggiungere quegli ottanta milioni che mancano, e che Nikkei ritiene probabili? Be', per certo la dimensione "atipica" di Switch dovrebbe fare la sua parte: Nintendo Labo - e futuri epigoni - dovrebbero divenire un fenomeno tale da rendere appetibile la console anche ai non giocatori. In quest'ottica Labo è un primo passo, però da solo - probabilmente - non basta. Ma l'elemento più importante di tutti, e che spesso viene dimenticato dalla stampa specializzata - non da Nikkei quindi - è che le condizioni macroeconomiche restino favorevoli, o che addirittura migliorino. In caso contrario, avvicinarsi ai 200 milioni sarà pressoché impossibile. Con questo discorso però ci avviciniamo alla zona della mappa con scritto "hic sunt leones", e quindi preferiamo fermarci.