Kingdom Hearts è una serie che ha sempre richiesto tanta pazienza ai suoi appassionati. La pazienza di seguire un arco narrativo frammentato in numerosi capitoli sparsi su una gran quantità di piattaforme differenti; la pazienza di rimettere assieme gli innumerevoli pezzi di un puzzle che, nel pieno stile del suo creatore, Tetsuya Nomura, è talvolta volutamente aggrovigliato e confuso; la pazienza di attendere cinque anni - dall'annuncio all'E3 del 2013 - prima di mettere le mani su quel Kingdom Hearts III che chiuderà una storia avviata con l'episodio originale. Solitamente, in un continuo rapporto di odio e amore, la pazienza dei fan è però sempre stata ripagata: dal memorabile Kingdom Hearts II al tanto amato Birth by Sleep, passando per i più controversi Chain of Memories e Dream Drop Distance, (quasi) ogni capitolo di Kingdom Hearts ha infatti lasciato un segno attraverso esperienze di gioco uniche, ma soprattutto storie avvincenti e personaggi a cui è difficile non affezionarsi. Kingdom Hearts III, da quello che abbiamo visto e provato, non sembra fare eccezione. Anticipando di qualche settimana l'E3 2018, Square Enix ha organizzato a Santa Monica un evento durante il quale abbiamo potuto provare sequenze di gioco tratte da due delle ambientazioni che saranno presenti in Kingdom Hearts III: il Monte Olimpo e il mondo di Toy Story.
Tra cowboy e space ranger
Nei trailer finora pubblicati è stato possibile intuire come il Monte Olimpo di Kingdom Hearts III dovrebbe essere una versione decisamente più ampia e densa rispetto a quella vista nei precedenti capitoli della serie, con vaste aree da esplorare, montagne da scalare o da cui lasciarsi cadere. Purtroppo la sequenza mostrata all'evento di Santa Monica era circoscritta a un'unica e francamente banale battaglia con un boss, in cui affrontare il Titano della Roccia. Si tratta di una variante del combattimento già visto nel primo Kingdom Hearts, con Sora che deve colpire ripetutamente il titano alle gambe prima di poterlo scalare e continuare l'offensiva mirando alla testa. In meno di cinque minuti, il gigante di pietra era K.O.. Per quanto semplice e insipida, questa battaglia è però un discreto banco di prova per testare il nuovo flowmotion, meccanica già vista in Dream Drop Distance e Kingdom Hearts 0.2, che permette a Sora di spostarsi all'interno dell'ambiente con più scioltezza e rapidità. Nel raggiungere il titano bisogna ad esempio scalare un'alta parete rocciosa, spostandosi per evitare la caduta dei massi. Stranamente, in queste fasi è possibile correre solo in quattro direzioni (in verticale o in orizzontale), e anche se dopo poco ci si fa l'abitudine, non potersi muovere a 360° è una limitazione che rende la scalata un'operazione inaspettatamente legnosa (specialmente se confrontata con il restante set di movimenti del protagonista).
Ben più interessante e ricca di contenuti era la sequenza ambientata in Toy Box, il mondo tratto dall'immaginario di Toy Story. Esattamente come visto nel trailer del D23, dopo una breve azzuffata nella cameretta di Andy, l'azione si sposta dapprima sul tetto, poi nel giardino della casa e infine nel centro commerciale Galaxy Toys. Se i passati Kingdom Hearts ci avevano abituato a piccole aree separate da interruzioni e caricamenti, qui gli spazi appaiono più ampi, densi e meglio integrati. Sia chiaro, siamo parecchio lontani da mondi aperti e liberamente esplorabili, le schermate di caricamento sono ancora presenti, e in molti casi le interruzioni tra un'area e l'altra sono mascherate da scene d'intermezzo o brevi animazioni. Nonostante questo la struttura del mondo di Toy Story segue ed espande la formula accennata in Kingdom Hearts 0.2, innestandola in ambienti molto più estesi. È possibile ad esempio entrare nella cabina di un gioco a premi, salire sulla cima e sfruttare dei lunghi binari per raggiungere i tre piani del centro commerciale, ognuno dei quali ospita una manciata di negozi da visitare in tutta libertà. Proprio l'esplorazione è fortemente stimolata nel mondo di Toy Story: nella stanza di Andy si può scalare una libreria per trovare un forziere segreto, curiosare sotto al letto o interagire con giochi e giocattoli; tra gli scaffali di un negozio c'è un piccolo cameo di un altro videogioco Square Enix, mentre si può uscire dal centro commerciale per trovare parcheggiato un pony express dell'iconico Pizza Planet. La fedeltà all'universo di Toy Story farà impazzire i fan della serie Pixar: dalla stanzetta di Andy, ricreata in ogni minimo particolare, alla qualità delle animazioni dei personaggi, passando per l'accompagnamento musicale basato, manco a dirlo, sulle note del tema "You've got a friend in me". Anche il doppiaggio inglese è estremamente in linea con le voci dei film, pur non coinvolgendo gli attori originali: nel caso di Woody, ad esempio, è Jim Hanks a sostituire alla perfezione il più celebre fratello Tom (da anni è ormai il suo sostituto nelle produzioni minori e nel merchandise legato a Toy Story). Vedere Buzz colpire gli Heartless con il suo laser o Woody usare la corda che ha sulla schiena come fosse un lazo strappa un sorriso in ogni combattimento, ma la magia svanisce un po' quando ci si ferma a prendere fiato e si nota come i personaggi camminino a vuoto con sguardo inespressivo.
Grillario 2.0
Una delle novità più curiose di Kingdom Hearts III sarà rappresentata dai giochi del Classic Kingdom, una ventina di minigame collezionabili ispirati ai videogiochi LCD degli anni 80, come Game & Watch e i Tiger Electronics. Una volta raccolti, Sora potrà accedervi attraverso un dispositivo portatile a metà tra una console e un tablet, dal quale sarà possibile consultare note e informazioni in maniera simile al Grillario del Grillo Parlante. Come iniziativa promozionale, Square Enix inserirà alcuni di questi minigiochi all'interno del free-to-play per dispositivi mobile Kingdom Hearts Union X.
Heartless non ti temo
Affrontare gruppi di Heartless nel mondo di Toy Story è stato un ottimo modo per fare pratica col sistema di combattimento, ancora più fluido e dinamico di quello già visto in Kingdom Hearts 0.2. Sale a cinque il numero di personaggi nel proprio party, rendendo ogni battaglia più affollata e convulsa, ma mettendo anche una pezza alla necessità di dover rimuovere Pippo o Paperino per far spazio all'eroe Disney che accompagna il trio in ciascun mondo. L'idea delle trasformazioni per i Keyblade - timidamente introdotta in Birth by Sleep - è ora sviluppata e meglio integrata nel combattimento: il Keyblade a tema Monster & Co. può, dopo un po' di colpi andati a segno, trasformarsi in un paio di tenaglie e successivamente in due enormi yo-yo, mentre il Keyblade di Toy Story diventa prima un martello e dopo una trivella. Sora può poi equipaggiare diversi Keyblade e passare in qualsiasi momento dall'uno all'altro, dando a chi gioca più libertà nella scelta di come aprire e chiudere una combo. Grossa importanza rivestono anche le attrazioni e le evocazioni: ispirate alle più classiche giostre di Disneyland, le prime sono spettacolari sequenze che, tra tazze roteanti, galeoni pirata, trenini e macchine scontro, causano grosse quantità di danni ai nemici.
Le evocazioni sono invece nel ricettario di Kingdom Hearts fin dal primo episodio per PlayStation 2 ma, rifacendosi al Link System di Dream Drop Distance, sono ora ancora più interattive e coreografiche. Una volta evocata Ariel, ad esempio, bisogna creare piccole pozze sul terreno, per poi farle esplodere in violenti getti d'acqua con la pressione di un tasto. "8-bit Blast" è invece l'evocazione di Ralph Spaccatutto, in cui bisogna prima piazzare dei blocchi capaci di paralizzare i nemici vicini, e poi distruggerli con un unico colpo ben assestato. È stato (finalmente) introdotto un tasto per saltare le animazioni che introducono ogni evocazione, ma in Kingdom Hearts III queste sequenze sono talmente curate e spettacolari che ci si chiede se valga davvero la pena farlo. Alternare e combinare evocazioni, attrazioni, magie e trasformazioni in combattimento è divertente e dà parecchia soddisfazione, ma il rischio è che il livello di sfida ne abbia un po' risentito. Nulla esclude che la demo fosse volutamente semplice per permettere ai presenti di non restare bloccati nel poco tempo a disposizione, eppure l'impressione che ci siamo fatti è che il repertorio di attacchi e abilità di Sora sia adesso così vasto che gli Heartless non rappresentino più una minaccia reale, diventando pura carne da macello tra un boss e l'altro. A un certo punto, circondati dagli Heartless, abbiamo addirittura appoggiato il pad sul tavolo nel tentativo di farci uccidere di proposito, ma un Paperino stranamente efficiente continuava a curarci. Speriamo di sbagliarci, perché anche quando abbiamo affrontato una sorta di drago-giocattolo che si muove e attacca con imprevedibili scatti, o una bambola posseduta capace di svolazzare per lo scenario tra un affondo e un incantesimo, la battaglia si è conclusa senza troppi grattacapo. Il più grande punto interrogativo di Kingdom Hearts III resta però la trama: da oltre quindici anni i fan hanno seguito con passione una storia che si è fatta via via più astrusa, tra complicati intrecci, universi virtuali, personaggi che si sdoppiano e viaggi nel tempo. Nomura ha un talento innato nel creare narrazioni articolate e imprevedibili (nel bene e nel male), ma se Kingdom Hearts III vuole dare una chiusura soddisfacente all'arco narrativo di Xehanort, il director giapponese dovrà dimostrarsi in grado di tirare le fila delle tante sottotrame lasciate aperte.
Con tutti i personaggi coinvolti e le sottotrame che dovranno necessariamente trovare una conclusione, Kingdom Hearts III si preannuncia il capitolo più emozionante e ricco di eventi dell'intera saga. La demo provata a Santa Monica ha puntato i riflettori sul divertente e vivace sistema di combattimento, adombrato parzialmente da nemici troppo semplici e boss poco interessanti. Tanti sono comunque gli interrogativi ancora in attesa di risposta, a partire da una precisa data d'uscita che verrà annunciata il prossimo mese, immaginiamo in occasione dell'E3. Per fortuna la pazienza, ai fan, non manca.
CERTEZZE
- Sistema di combattimento veloce, dinamico e divertente
- Ambienti più ampi, densi e piacevoli da esplorare
- Il mondo di Toy Story è una goduria per i fan
DUBBI
- I boss affrontati erano banali e fin troppo semplici
- La trama rischia di essere poco comprensibile per chi non ha seguito la serie per intero