Apple Arcade è l'ultimo, in ordine di tempo, dei servizi dedicati ai videogiochi presentati dai grandi colossi dell'industria dell'intrattenimento. Una sorta di Netflix dei giochi mobile, che permetterà di fare ordine nel caos dell'App Store e di giocare a tutti i titoli del catalogo finché si paga la tariffa mensile.
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Per gli appassionati di videogiochi, questa primavera si sta trasformando in una strana miscela di sogni e incubi. Da una parte abbiamo il futuro estremo tracciato da Google Stadia, dall'altra Microsoft che, dopo aver fatto da apripista con il Game Pass, si appresta ad esplorare il gioco in streaming grazie alla tecnologia XCloud; nel mentre tutti attendono le nuove mosse di Sony e, senza grande speranza e preoccupazione, qualche segnale da Nintendo per Switch. Nintendo che comunque, in Giappone, permette di giocare ad Assassin's Creed Odyssey e Resident Evil 7 proprio grazie alla rete. Tra dubbi, certezze, speranze e inquietanti nuvoloni fortunatamente ancora distanti, una cosa è oramai chiara: il mondo dei videogiochi sta cambiando radicalmente, per assecondare un modo di fruire l'intrattenimento elettronico sempre più immediato.
In questo contesto Apple ha presentato, oltre che un servizio dedicato a film e serie Tv chiamato Tv , l'equivalente per le notizie chiamato News , e quella Apple Card che dovrebbe aiutarci a spendere soldi in sicurezza all'interno del loro sempre più ricco ecosistema, anche il servizio che ci interessa raccontare qui, ovvero il nuovo Apple Arcade.
Con il servizio Apple Arcade, la squadra capitanata da Tim Cook prova a fare un po' di ordine all'interno di un App Store divenuto nel tempo fin troppo caotico, in cui una miriade di giochi spesso troppo simili tra loro si accavallano sperando di essere scaricati da uno, cento, migliaia di utenti, finendo però troppo spesso nel dimenticatoio in poco meno di una settimana. Con Apple Arcade, la società tenta così di creare un recinto pensato per proteggere ed esaltare le esperienze migliori, che sappia accogliere i giocatori casuali proponendo loro titoli che abbiano le caratteristiche necessarie per conquistare anche l'utenza più smaliziata. Apple Arcade punta quindi a essere un punto d'incontro tra due fasce di pubblico a prima vista incompatibili. A differenza di quanto mostrato da Google, qui la parola streaming è al momento bandita, anche se per accedere ad Apple Arcade sarà comunque necessario pagare un abbonamento mensile. Non si è parlato ancora di cifre, ma è probabile che il prezzo si aggirerà tra i 10 e i 15 euro. Dentro il servizio, troveranno spazio giochi di qualità e privi di acquisti in-app, visto che le versioni presenti in Apple Arcade dovranno avere già tutti i contenuti sbloccati; inoltre Apple garantirà la totale assenza di tracciamento dell'utenza senza autorizzazione.
L'annuncio acquista un peso considerevole se si vanno a leggere i nomi già pronti a sfruttarne l'innovazione, presunta o reale che sia: durante la presentazione abbiamo potuto ammirare gli iconici baffetti del creatore di Final Fantasy, Hironobu Sakaguchi; abbiamo visto in movimento il sorprendente Beyond a Steel Sky, seguito dell'avventura grafica cult del 1994. Ma a bordo troveremo anche publisher come Annapurna, Sega con Team Sonic Racing, Konami, Devolver Digital e molti altri ancora, per una lista che non lascia dubbi sugli intenti di Apple. Ogni gioco sarà fruibile anche offline e molti giochi offriranno il supporto per controller di gioco. Dal momento che gli abbonati potranno giocare su più piattaforme, se cambiano dispositivo potranno riprendere la partita dal punto esatto in cui era stata interrotta. E il catalogo dei giochi verrà aggiornato periodicamente con nuovi titoli.
La data di uscita di Apple Arcade è fissata a questo autunno in oltre 150 Paesi. Al lancio del servizio, dovrebbe poter contare su oltre cento titoli, oltre che sul supporto a Apple TV, iPad, iPhone e dispositivi terze parti come Smart TV e Roku Box; ma sarà abbastanza per conquistare chi solitamente è abituato a non spendere nemmeno un cent per aspettare l'autobus o mentre è in fila alla posta col cellulare in mano?