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Bravely Default 2, il provato dopo una decina di ore di gioco

Stiamo giocando l'atteso sequel in uscita imminente per Switch: ecco le nostre impressioni dopo aver trascorso una decina di ore nel mondo di Bravely Default 2

PROVATO di Christian Colli   —   09/02/2021

Bravely Default uscì in un momento particolare che contribuì al suo successo: all'epoca - parliamo di otto anni fa - gli sviluppatori si sperticavano a reinventare il genere dei JRPG, spesso con risultati discutibili. Silicon Studio, dal canto suo, tentò la strada opposta, ispirandosi a un titoletto uscito qualche tempo prima per Nintendo DS, Final Fantasy: The 4 Heroes of Light, che a sua volta si ispirava al passato del grande brand Square Enix. L'idea era quella di svecchiare, non reinventare, una formula arcaica, e Bravely Default riuscì nell'impresa, facendo molto parlare di sé. Seguì Bravely Second qualche anno dopo e poi più niente fino ai giorni nostri: ora il producer Tomoya Asano ci riprova con un nuovo team di sviluppo, Claytechworks, su Nintendo Switch. Tutto è pronto per la ripartenza della serie, insomma, ma Bravely Default 2 riuscirà a bissare il successo dell'originale?

Ricominciamo da capo

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La prima cosa che dovete sapere, specialmente se avete giocato Bravely Default e Bravely Second, è che Bravely Default 2si svolge in un mondo completamente nuovo che non ha nulla a che fare coi titoli precedenti. Si riparte da zero, insomma, con una fanciulla impegnata in una missione sacra e un giovane eroe scampato per un soffio alla morte... e sì, in effetti l'inizio della storia ricorda molto quello del gioco uscito nel 2013.

Mettiamo i puntini sulle i: Gloria è la principessa di Musa, un regno caduto in disgrazia dopo la scomparsa dei cristalli sacri che governano le leggi della natura nel mondo di Excillant. La sua ricerca la porta a incrociare la strada di Seth, un giovane naufrago che prende a cuore la missione della ragazza e decide di aiutarla. A loro si uniscono anche una mercenaria di nome Adelle e uno studioso chiamato Elvis. I quattro prescelti dovranno viaggiare da un capo all'altro del mondo per trovare i cristalli e scoprire chi c'è dietro ai problemi che affliggono ogni regno.

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Vi diciamo subito che quanto abbiamo visto della storia finora non ci ha particolarmente colpito. Bravely Default II ricalca davvero moltissimo le orme del titolo originale, a cominciare dalla formazione del team e dai suoi membri che somigliano parecchio a Tiz, Agnès, Edea e Ringabel come caratteri e interazioni.

Anche i villain che abbiamo affrontato finora, i cosiddetti portatori degli Asterischi, scadono nei familiari cliché della serie, ma c'è comunque una sottotrama sufficientemente inedita da motivare i giocatori a proseguire nell'avventura oltre i confini del déjà vu. La trama viene presentata attraverso dialoghi tradotti in un ottimo italiano e doppiati in inglese o in giapponese: alcune sequenze abbandonano la collaudata formula a vignette per proporre una soluzione più cinematica in cui l'Unreal Engine 4 riesce a esprimersi meglio, ma il grosso della caratterizzazione è affidato ai dialoghi di gruppo, completamente opzionali, che approfondiscono i personaggi e i retroscena.

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In generale è ancora presto per esprimersi sulla narrativa di Bravely Default II: per quanto sia estremamente derivativa, bisogna ammettere che i dialoghi sono ben scritti e scorrono bene, senza dilungarsi inutilmente come fanno molto spesso i GDR nipponici. I protagonisti non saranno originalissimi al punto da meritare un trattato di psicologia a testa, ma sono piacevoli e l'alchimia che si instaura nel gruppo è ottima. Diciamo che nei primi due capitoli la storia fatica a decollare: speriamo che nelle prossime ore migliori nettamente, e che magari tiri qualche folle e geniale asso nella manica come fece il primo Bravely Default, con quella trovata assurda del sottotitolo che si trasformava. Abbiamo già intravisto qualche spunto interessante, qualche intermezzo che promette una svolta importante, ma al momento preferiamo restare cautamente ottimisti.

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Sul sistema di combattimento, invece, non si discute: resta ancora molto valido, sebbene sia essenzialmente una fotocopia di quello già giocato nei predecessori per Nintendo 3DS. Cambia soprattutto la gestione dei turni, adesso scandita da un indicatore ispirato all'Active Time Battle System dei vecchi Final Fantasy. Negli originali, si davano ordini a tutti i personaggi nel turno del giocatore, e loro poi eseguivano gli attacchi in sequenza.

Adesso i turni sono individuali, gli ordini si danno quando tocca a ciascun personaggio. La meccanica Brave/Default è ancora la fondamentale componente del sistema di combattimento: nelle prime ore di gioco si sente poco il bisogno di impiegare strategie particolari per sconfiggere i nemici normali, ma superato il primo capitolo le cose si fanno più complicate, soprattutto quando scendono in campo boss e miniboss. In quel caso non serve solo padroneggiare il sistema Brave/Default, ma anche scegliere con saggezza classi e abilità.

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Per chi si fosse perso qualche pezzo per strada, ecco come funziona questa strana meccanica: mettendosi in difesa col comando Default, i personaggi non mitigano solo i danni incombenti, ma guadagnano 1 PB, cioè un'azione. Al turno successivo, potranno spendere quel PB e gli altri eventualmente accumulati per agire più volte, magari compiendo azioni diverse, sfruttando il comando Brave. In alternativa, è possibile sfruttare subito il Brave prendendo "in prestito" i PB, benché questo significhi saltare successivamente uno o più turni.

Vi assicuriamo che, Joy-Con alla mano, è una meccanica molto semplice da padroneggiare, che si presta alle strategie più elaborate, specialmente una volta ampliata la rosa delle classi. Queste ultime si ottengono sconfiggendo i possessori degli Asterischi, praticamente i boss della storia, e ricalcano i famosi Job della serie Final Fantasy: si comincia col Tuttofare e il Mago Nero, ai quali si aggiungono ben presto altre classi iconiche come il Mago Bianco, il Monaco, il Bardo e molte altre.

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La crescita delle classi è indipendente da quella dei personaggi: questi ultimi aumentano di livello accumulando punti esperienza, mentre le classi guadagnano i Punti Classe. Ogni classe è più o meno pratica nell'uso di certe armi e, oltre alle abilità e alle magie che si possono usare in battaglia, apprende anche alcuni bonus passivi che il giocatore può equipaggiare nell'apposito menù, dopo averli sbloccati, a prescindere dalla classe che il personaggio sta utilizzando. Considerando che è possibile selezionare una classe secondaria per impiegare in combattimento le sue abilità, oltre a quelle della classe primaria, si capisce subito che le possibilità sono tantissime e l'ideazione di sinergie e stratagemmi da combinare col sistema Brave/Default rappresenta una parte importante del gioco. Da questo punto di vista, quindi, Bravely Default II non delude minimamente, e i fan degli originali si sentiranno subito a casa... se non altro perché i Job iniziali sono praticamente identici.

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Abbiamo qualche riserva sul bilanciamento della difficoltà, tuttavia, ora proposta in tre livelli: Facile, Normale e Difficile. I problemi si sentono soprattutto ai boss, che sono veramente impegnativi e obbligano a ragionare sulla composizione migliore del team a ogni livello: classi, armi, incantesimi elementali per sfruttare le vulnerabilità e così via. Il problema è che questi scontri, almeno all'inizio del gioco, sono essenzialmente trial and error, e protraendosi a lungo può diventare frustrante rendersi conto che non c'è via d'uscita se non riavviare il software e tentare un'altra strategia.

Questo significa che alzare classi diverse per ogni personaggio è la soluzione migliore per affrontare ogni sfida che il gioco propone, ma ciò si traduce nel prevedibile grind di Punti Classe: succedeva anche nei precedenti Bravely Default e Second, certo, ma Bravely Default II ci ha dato l'impressione di forzare un po' troppo la mano fin da subito.

JRPG vecchia scuola

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I ragazzi di Claytechworks si sono inventati una feature che stiamo apprezzando moltissimo. In ogni città troverete un servizio che vi permetterà di mandare una nave in esplorazione mentre non giocate e tenete Nintendo Switch in standby. Al vostro ritorno, che sia dopo un'ora o mezza giornata, potrete richiamare la nave e ricevere varie ricompense: denaro, per esempio, ma soprattutto consumabili che vi permetteranno di assegnare generose quantità di punti esperienza e Punti Classe ai singoli personaggi. Questa feature è stata pensata proprio per chi non ha tantissimo tempo da dedicare al gioco e, nella fattispecie, al grind di punti. Da una parte abbiamo apprezzato questo pensiero dello sviluppatore, dall'altro ammettiamo che ci preoccupa il fatto che avesse previsto la necessità di passare ore a crescere le varie classi.

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Insomma, prima di chiudere una partita conviene sempre tornare nelle città, se non altro perché completare le varie segrete e proseguire nella storia servirà a sbloccare anche nuove missioni secondarie, offerte dagli abitanti contrassegnati da un balloon azzurro. In questo senso, Bravely Default II è un JRPG molto tradizionale: le missioni secondarie sono abbastanza semplici e vi chiederanno di trovare PNG in giro per il mondo, sconfiggere determinati nemici o raccogliere oggetti specifici, ricompensandovi poi con attrezzature, consumabili o denaro.

Premendo un tasto è possibile visualizzare la città da lontano per non perdersi nessun balloon: tornano le caratteristiche città disegnate a mano della serie, impreziosite ora da qualche effetto grafico aggiuntivo. Su quest'ultima, la grafica cioè, siamo un po' combattuti: i volti dei personaggi non sono molto espressivi, è vero, ma i modelli dei protagonisti e dei nemici sono davvero ben realizzati.

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L'effetto vagamente realistico non ci aveva convinto, all'inizio, ma col passare delle ore abbiamo cominciato ad apprezzarlo. Meno gradevoli, invece, i brevissimi freeze che abbiamo notato durante alcuni combattimenti - di solito contro molti nemici contemporaneamente - e quando si aprono o si chiudono alcuni menù. In generale, comunque, Bravely Default II è un titolo curato e piacevole da vedere, ma anche un po' anonimo dal punto di vista del character design. Magnifiche, invece, le musiche di Revo, che torna a comporre per la serie dopo essere mancato all'appuntamento con Bravely Second.

Come avrete capito leggendo il nostro provato, abbiamo qualche riserva sul titolo sviluppato da Claytechworks: Bravely Default 2 è sicuramente un buon GDR con un sistema di combattimento ottimo, ma quanto abbiamo visto nelle nostre prime dieci ore di gioco ci è apparso derivativo. La nostra impressione è che lo sviluppatore nipponico abbia calcato un po' troppo la mano sulle similitudini col primo episodio della serie per bissarne il successo. Speriamo che il gioco ci riservi qualche sorpresa inaspettata nelle prossime ore che giustifichi l'acquisto anche da parte dei fan che hanno spremuto i precedenti.

CERTEZZE

  • Il sistema di combattimento è ingegnoso e divertente
  • Le musiche di Revo sono fantastiche

DUBBI

  • La storia, i personaggi e le classi iniziali non sono molto originali
  • Il bilanciamento della difficoltà non ci convince del tutto