14

Clive Barker e Hellraiser: Revival, il confine sottile tra piacere e sofferenza

Dal romanzo che ha dato origine a tutto, Schiavi dell'inferno, fino al cinema. L'eredità di una saga che ha colpito profondamente il genere horror e che sta per tornare con un nuovo videogioco, Hellraiser: Revival.

SPECIALE di Fabio Di Felice   —   08/08/2025
Pinhead è il leader dei cenobiti in Clive Barker's Hellraiser: Revival

Nella prefazione della raccolta di racconti Libri di Sangue, Clive Barker scrive una considerazione che definisce il suo rapporto con l'horror: "Mi era piaciuto suscitare quel complicato pacchetto di reazioni [...] far domandare alle persone se il confine tra ciò che temevano e ciò di cui provavano piacere non fosse molto più sottile di quanto avessero immaginato". Piacere e paura, perversione ed eccitazione, a sottolineare quell'eterno rapporto tra eros e thanatos che ha dato forza alla sua più celebre creazione orrorifica: i cenobiti, o - come sono stati tradotti nella versione italiana, capace forse di comunicare anche meglio la sfumatura - i supplizianti. Demoni extradimensionali che torturano gli esseri umani nel romanzo Schiavi dell'inferno e nella sua trasposizione cinematografica, Hellraiser.

La storia di Clive Barker e di Hellraiser è una di quelle che vale la pena raccontare e ascoltare. Non fosse altro che per il fatto di aver creato uno dei mostri più iconici degli anni '80, quel Pinhead (ribattezzato così dai fan e poi ufficializzato), che gode di una figura così forte da essere diventato simbolo di un franchise, pur essendo totalmente assente nel romanzo d'origine. Ma l'influenza di Hellraiser non si è mai fermata negli ultimi trent'anni, e un po' come i grandi spauracchi prima di lui - da Freddy Krueger a Michael Myers - Pinhead è diventato un araldo del genere horror. Con lui anche la sua storia e il modo in cui viene evocato, attraverso un manufatto chiamato Scatola di Lemarchand. E chiaramente alcune di queste suggestioni sono passate al mondo dei videogiochi.

Pinhead nel primo film di Hellraiser
Pinhead nel primo film di Hellraiser

In molti sanno che Hellraiser è stata una delle fonti d'ispirazione estetiche più forti per il primo Silent Hill. L'idea che esista una dimensione demoniaca, per esempio, dove il sangue, la sofferenza e anche quel gusto BDSM che Masahiro Ito non ha mai nascosto, la fanno da padrone. Pinhead si è inoltre fatto spazio in collaborazioni illustri, diventando uno dei mostri di Dead by Daylight, e lo stesso Clive Barker ha avuto un'esperienza nel mondo dei videogiochi con Clive Barker's Jericho. Poi, qualche giorno fa, è arrivata una notizia inaspettata: dopo il remake cinematografico del 2022, il franchise tornerà con un videogioco tutto suo, intitolato Clive Barker's Hellraiser: Revival. Quale migliore occasione per conoscere un po' meglio il suo creatore e la saga?

Schiavi dell’inferno

Negli anni '70, Clive Barker non è ancora lo scrittore che tutti conoscono per quella visione sensuale e ammaliante dell'horror. È un truffatore squattrinato che frequenta allibratori, scommettitori incalliti e club ai margini della società, gruppi sociali dove la moneta di scambio è il sesso, una valuta che porta tutti sullo stesso livello: delinquenti e capitani d'industria. È frequentando questo mondo che scatta in lui la voglia di scrivere una storia dove bene e male trovano concretezza solo nella sessualità. Ci arriverà qualche anno più tardi, scrivendo il suo romanzo più famoso: Schiavi dell'inferno.

Schiavi dell'inferno è la storia di Frank, edonista costantemente alla ricerca di un nuovo e stimolante piacere sessuale. Per assecondare questa estrema indagine del piacere, Frank acquista in Marocco una scatola rompicapo, la Scatola di Lemarchand, un manufatto che si dice sia in grado di evocare degli araldi del piacere, capaci di regalare un'esperienza indimenticabile a chiunque li chiami a sé. Frank torna in Inghilterra, dove si rinchiude nella vecchia casa della nonna e apre la scatola, scoprendo di aver evocato non l'harem che si aspettava, ma i supplizianti: un gruppo di demoni infernali che dona il piacere estremo attraverso pratiche sadomasochistiche molto simili alla tortura.

Tentato dalla promessa di un'estasi che non ha mai provato prima, l'uomo accetta di sottoporsi alle cure dei demoni e viene imprigionato in una dimensione in cui viene fatto ripetutamente a brandelli, regalandogli, in effetti, un'esperienza sessuale mai provata prima. Il romanzo racconta poi il tentativo di Frank di sfuggire alle attenzioni dei demoni, coinvolgendo sua cognata Julia, segretamente innamorata di lui, in una serie di omicidi brutali. Le conseguenze del loro tentativo di ingannare creature potenti e sconfinatamente sadiche come i supplizianti saranno terribili.

Nel romanzo, il puzzle che libera i supplizianti si chiama Scatola di Lemarchand
Nel romanzo, il puzzle che libera i supplizianti si chiama Scatola di Lemarchand

A sorprendere il pubblico e la critica dell'epoca è proprio quella vena di sensualità profondamente radicata nel romanzo. Frank è un personaggio detestabile, la cui ricerca del piacere personale lo porta a ignorare del tutto le persone che ha attorno, a manipolarle secondo il suo bisogno, e infine perfino a cedere davanti alla promessa di un piacere estremo pur sapendo che questo decreterà la sua fine. Ma c'è qualcosa di irresistibile nel richiamo dei cenobiti: la loro innocente promessa di estasi è seducente; il loro obiettivo finale è far impazzire di piacere l'essere umano che li ha evocati, anche se questo significa infliggergli torture indicibili. Schiavi dell'inferno è una storia semplice eppure potentissima, perché gioca con le nostre pulsioni ancestrali, dove la razionalità si spegne di fronte al godimento.

Hellraiser e Pinhead

Trasporre questo racconto in un film sarebbe stato molto complesso per chiunque. Tranne che per Barker stesso. Alla fine degli anni '80, decide di imbarcarsi personalmente nell'impresa di portare il suo romanzo su pellicola, dal momento che non è soddisfatto di alcuni adattamenti cinematografici precedenti. Con un budget davvero esiguo, sceglie di disegnare personalmente l'identità grafica dei cenobiti. Si ispira ad alcuni club che aveva frequentato durante i suoi viaggi a New York, in particolare al Cellblock 28, che organizzava serate BDSM estreme, in cui piacere e sofferenza si fondevano in una sensazione e una simbologia indimenticabili, capaci di affascinarlo terribilmente.

L'aspetto dei cenobiti è ispirato al mondo BDSM che Barker frequentava a New York
L'aspetto dei cenobiti è ispirato al mondo BDSM che Barker frequentava a New York

Dalla fusione di queste suggestioni nasce Pinhead, il leader dei cenobiti: un uomo alto e calvo, il cui volto è trafitto da decine e decine di spilli. Indossa un completo di pelle nero, molto aderente, e solitamente tiene in mano un cubo, la Scatola di Lemarchand, nel quale abita insieme agli altri supplizianti. Una figura inedita nel romanzo d'origine, dal momento che nella storia i demoni non hanno un leader conclamato, e l'unico personaggio che ha qualche tratto in comune con Pinhead è una creatura demoniaca dalla voce femminile.

In ogni caso, al pari degli altri cenobiti, Pinhead appare come un essere non esplicitamente malvagio, quanto piuttosto vincolato a un codice d'onore fatto di giuramenti e rituali. A differenza degli altri mostri cinematografici del periodo, è colto e intelligente. È una figura elegante, portata magistralmente sullo schermo dall'attore britannico Doug Bradley.

In seguito Clive Barker dirigerà anche Cabal, dove il regista David Cronenberg interpreta un serial killer malvagio
In seguito Clive Barker dirigerà anche Cabal, dove il regista David Cronenberg interpreta un serial killer malvagio

Il film del 1987 è un grande successo, specialmente in relazione ai mezzi veramente esigui che sono stati necessari per realizzarlo: una casa, un solo set ricostruito per le scene in soffitta e un manipolo di attori. Pochi effetti speciali di fortuna. Rilancia una volta per tutte la carriera di Barker anche al cinema (curerà in seguito l'adattamento di un altro lavoro di successo, intitolato Cabal) e renderà il suo nome noto in tutto il mondo per quella inedita carica sessuale che riesce a inserire in tutti i suoi personaggi. Hellraiser diventa un franchise: l'anno successivo esce Hellbound: Hellraiser II, e poi altri otto film negli anni successivi. L'iconografia cinematografica sovrascrive quella letteraria, e così il personaggio di Pinhead, pur essendo assente nel romanzo, diventa il simbolo della saga.

Clive Barker e il mondo dei videogiochi

Nonostante la sua forza iconica, Pinhead è restio ad affacciarsi al mondo dei videogiochi (esistono almeno un paio di titoli cancellati su NES e PC), e Clive Barker's Hellraiser: Revival sarà la sua prima apparizione ufficiale in un titolo completamente dedicato al franchise. Ma l'altro protagonista di questa storia, ovvero Barker, con i videogiochi ha già avuto a che fare. Negli anni '90 vengono tratti due videogiochi dal suo Cabal (Nightbreed: The Action Game e Nightbreed: The Interactive Movie) e, nel 2007, esce un videogioco che ha firmato di suo pugno, intitolato Clive Barker's Jericho. L'autore inglese si occupa non solo della produzione, ma anche della sceneggiatura. In effetti, alcuni elementi delle sue storie sono fortemente presenti nella narrazione: il Primogenito, un essere infernale creato da Dio prima ancora dell'essere umano, vuole imporsi nuovamente sulla Terra. Per farlo, deve fuggire da una dimensione parallela in cui è stato confinato.

Ben lontano dalla perfezione, Jericho aveva comunque delle trovate suggestive
Ben lontano dalla perfezione, Jericho aveva comunque delle trovate suggestive

Per fermarlo, viene formata dal Dipartimento per la Guerra Occulta una squadra di esseri umani dotati di poteri straordinari. La squadra viene chiamata Jericho e ha il compito di sigillare nuovamente il Primogenito e di affrontare le minacce che si trovano in quell'abisso infernale. Ora, il gioco non è di certo eccezionale, perché si tratta di un FPS nemmeno troppo riuscito, che finisce per gettare via alcune belle intuizioni a livello di caratterizzazione dei personaggi e di profondità narrativa del background, ma ha una storia e una premessa così interessanti che a lungo si è chiacchierato di un possibile sequel. Eventualità che purtroppo non si è mai concretizzata.

Clive Barker's Hellraiser: Revival non sarà di certo il sequel di Jericho, ma ha comunque dei punti in comune: è un videogioco in prima persona, l'azione sembra molto presente, e basato sull'universo totalmente a firma di Clive Barker (vede perfino la partecipazione di Doug Bradley, che torna a vestire i panni di Pinhead dopo molti anni). A quanto pare, l'autore stesso è stato parte fondamentale della lavorazione, dal momento che ha supervisionato l'intero progetto e ha ricoperto il ruolo di consulente per Saber Interactive, intervenendo per mantenere intatta la mitologia della serie e le tematiche del racconto. Un obiettivo non facile, perché il sesso all'interno del mondo dei videogiochi non ha mai avuto quella sfumatura complessa che però è necessaria per esprimere il controverso rapporto tra piacere e dolore che fa da base alla saga. Sarà questo il punto più tortuoso per una produzione che si pone in aperta continuità con i primi due capitoli cinematografici: riuscire a far percepire al videogiocatore la relazione ambigua tra desiderio e tentazione. La voglia irrefrenabile che è dentro di noi di aprire una scatola che contiene tutto il piacere e tutto il tormento del mondo.