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Da Heavy Rain a Detroit: le opere più importanti di David Cage

Heavy Rain, Beyond, Detroit: tre opere senza tempo, un unico grande artista

SPECIALE di Simone Pettine   —   23/07/2018
Detroit: Become Human
Detroit: Become Human
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David Cage: per alcuni un artista a tutto tondo, un autore visionario che ha permesso l'incontro definitivo tra cinema e videogioco, nonché la diffusione del genere del dramma interattivo moderno. Per altri, e si tratta di solito dei detrattori, semplicemente un uomo che ha avuto fortuna, che ha rimescolato idee valide appartenenti a generi diversi, e ha poi fatto leva su narrazioni affascinanti (ma scontate) in grado di attirare il vasto pubblico di videogiocatori. Anche se la verità fosse nel mezzo, come spesso accade, Cage è un punto imprescindibile dell'industria videoludica: la sua personalità complessa e le sue tante passioni gli hanno permesso di realizzare produzioni incredibilmente valide come Heavy Rain, Beyond: Due Anime e il recente Detroit: Become Human. Vi raccontiamo l'evoluzione della sua opera, partendo dal prodotto in cui il dramma interattivo ha trovato la sua prima, significativa applicazione.

Heavy Rain: Il killer degli origami

Heavy Rain è il capolavoro di David Cage, nonché l'opera più importante all'interno della sua produzione videludica sotto più di un punto di vista, non ultimo il fatto che abbia venduto tra Playstation 3 e PlayStation 4 oltre 4,5 milioni di copie in tutto il mondo e sia stato premiato con voti particolarmente elevati al momento della sua pubblicazione. Heavy Rain è sopratutto l'evidente punto di snodo tra la produzione precedente di Cage e le opere successive: il necessario punto di arrivo di The Nomad Soul e Fahrenheit, l'imprescindibile punto di partenza per comprendere i futuri Beyond: Due Anime e Detroit: Become Human. Il contatto con Fahrenheit è sottolineato da un dettaglio di certo non casuale che arriva nei momenti conclusivi di Heavy Rain: la casa dove Ethan e il figlio si trasferiscono sembra davvero troppo simile a quella del Lucas Kane del titolo precedente perché possa trattarsi di una coincidenza.

Da Heavy Rain a Detroit: le opere più importanti di David Cage

Heavy Rain è stato annunciato, distribuito e commentato come progetto ambizioso, sul quale Cage è tornato a pronunciarsi più volte. Quattro personaggi principali, una decina di secondari, ben 17 finali possibili, tutti il risultato di precise scelte effettuate dal giocatore durante la complessa e articolata narrazione di quello che è ricordato come un avvincente thriller, emotivamente molto valido, sebbene non esente da piccoli fastidiosi buchi di sceneggiatura. Il protagonista, al pari di quelli dei giochi successivi, è destinato a non poter avere una vita tranquilla: il caso lo ha posto in una situazione molto particolare dalla quale è praticamente impossibile uscire mantenendo il proprio benessere psicofisico. Ethan Mars deve dapprima assistere alla morte di uno dei suoi due figli, poi finire in coma, risvegliarsi, separarsi dalla moglie, vedere il secondo figlio rapito dal misterioso e implacabile killer degli origami. Da lì in poi una nuova carambola di eventi per smascherare il criminale e salvare il bambino innocente, ma non senza passare attraverso prove terribili escogitate dal pazzo rapitore, tra le quali percorrere cinque miglia orarie in autostrada guidando contro mano, superare un reticolato di fili elettrici, uccidere un uomo e suicidarsi con del veleno.

Da Heavy Rain a Detroit: le opere più importanti di David Cage

A prescindere dal finale ottenuto dal giocatore, il protagonista e gli altri personaggi ritratti da Cage sono tutti molto particolari: tra gli altri, l'investigatore privato Scott soffre di crisi d'asma e la giovane giornalista Madison ha problemi di insonnia e riesce a dormire solo andando in motel. L'occhio attento dell'autore cerca di indagare su luci e ombre degli esseri umani, sulle loro sofferenze più intime, delineando così il profilo psicologico di personalità problematiche ma tenaci, disposte a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi. Anche più del precedente Fahrenheit, Heavy Rein segna un punto di contatto in grado di fare storia nel rapporto tra cinema e medium videoludico: il primo presta al secondo alcune delle sue modalità narrative e precise scelte registiche, nonché una decisiva spinta al fotorealismo; il videogioco struttura le carte in tavola senza che manchi l'anima che lo caratterizza, ovvero un gameplay capace di lavorare in sinergia con la direzione artistica. Sono elementi difficili da far combaciare tra loro senza che la bilancia penda più da un lato che dall'altro, ma Cage riesce nell'intento e realizza il suo primo dramma interattivo maturo, o avventura narrativa, a seconda di quale etichetta vi piace di più. Ci riesce anche grazie a un livello tecnologico che non era disponibile ai tempi di Fahrenheit: non solo funzionalità avanzate come profondità di campo, armoniche sfere, esposizione automatica e rendering ad alta gamma dinamica, ma le nuove tecnologie permettono animazioni di dilatazione di occhi, lingua, mani, capelli; la dinamica di questi ultimi è ottenuta grazie al PhysX di AGEIA, il non plus ultra dei tempi, mentre per i movimenti del viso vengono effettuate registrazioni con Vicon Peak MX40.

Beyond: Due Anime, la vita dopo la morte

Con Beyond: Due Anime David Cage passa dal thriller investigativo al vero e proprio soprannaturale, interpretato in tinte cupe e noir che rimarranno per un bel po' il marchio di fabbrica del regista. Nonostante critiche a volte spietate e il confronto ingiusto con un'opera precedente, validissima ma con poco da spartire col suo genere, cioè The Last of Us, Beyond: Due Anime riesce a vendere oltre il milione di copie e affascina i giocatori di tutto il mondo che attendevano con ansia il secondo prodotto di rilievo di Cage. Lo stesso autore vive Beyond: Due Anime come una vera e propria sfida, dichiara in un'intervista che il successo di Heavy Rain non è stato un caso, che la sua opera precedente era tutt'altro che un colpo di fortuna; quasi in competizione con sé stesso, vuole dimostrare che il nuovo genere inaugurato con Heavy Rain è ripetibile, e al tempo stesso non deve necessariamente rimanere immutato. Beyond: Due Anime non è Heavy Rain 2, ma il passo successivo all'interno di una produzione che va via via potenziandosi e complicandosi, non senza alcuni contraccolpi evidenti.

Da Heavy Rain a Detroit: le opere più importanti di David Cage

La storia di Jodie Holmes è valida, avvincente e appassionante, ma alcune ombre gravano sulla realizzazione del gioco e sulla sua fruibilità: per esempio la ricerca dell'epico, dell'eccesso e del patetismo ad ogni costo, nel voler ritrarre alcune categorie di individui sfortunate e costringere il giocatore ad entrarci in sintonia; qualche dubbio e passo falso pesa anche sulla scelta di per sé vincente del raccontare l'intera vita della protagonista attraverso salti temporali, focalizzandosi su determinati eventi che ne hanno segnato l'esistenza. Nel tentativo di rendere sempre più cinematografica l'esperienza ludica, si fa ricorso a veri e propri attori di talento: Jodie Holmes è Ellen Page (X-Men Conflitto Finale, Inception, Juno, Into The Forest), mentre Nathan Dawkins, scienziato del governo interessato ai suoi poteri, è interpretato da Willem Dafoe (il Goblin di Spider-Man), e nel cast c'è ancora spazio per Kadeem Hardison e Eric Winter. È forse anche la loro presenza a spingere Cage verso una dimensione totalizzante che insegue sempre più da vicino quella del cinema, nel disperato (ma non necessario) tentativo di dimostrarsi all'altezza, finendo con l'esagerare più di una volta nella ricerca dell'eccesso a tutti i costi nelle situazioni narrative. D'altra parte la direzione registica, le inquadrature e la gestione dei personaggi in scena è forse superiore a quella di Heavy Rain, e diventerà un punto dato ormai come scontato nel futuro Detroit: Become Human; con Beyond: Due Anime, insomma, il videogioco è ormai anche cinema, e il cinema si manifesta definitivamente nel videogioco, a tal punto che in tante situazioni diventa difficile stabilire chi abbia fornito strumenti all'altro.

Da Heavy Rain a Detroit: le opere più importanti di David Cage

Ambiziosa anche la scelta narrativa: Cage sostiene che una volta terminata l'avventura in tutti i suoi finali (ben 24 questa volta) il giocatore potrà forse rispondere alla domanda "esiste la vita dopo la morte?"; una dichiarazione che ha più lo scopo di volgere l'interesse del pubblico verso la sua opera, e forse è anche per questo che viene scelta una tematica sempre valida presso l'utenza giovanile (e non solo): vita e morte, esistenze spiritiche, poteri paranormali, esperimenti governativi. Tornano i "tipi umani" che destano sempre l'interesse dell'autore: personaggi soli, isolati dai propri simili, che vivono esistenze appartate. Spesso gli eroi (che poi "eroi" nel senso proprio del termine non sono mai) si rivelano portatori di stati particolari della coscienza: Ethan di Heavy Rain aveva i suoi blackout, Jodie possiede i poteri che le derivano dall'anima di Aidan.

Detroit: Become Human, arrivo e ripartenza

Che cos'è che distingue l'essere umano dagli androidi a lui perfettamente identici creati in un futuro non troppo lontano? Le macchine possono provare sentimenti? E se dovessero provarli, meriterebbero di avere anche loro diritti e doveri, o dovrebbero restare alle dipendenze dell'uomo? Nella sua ultima opera David Cage ha scelto di esplorare il fantasy distopico, proiettando il giocatore in un futuro ad alta tecnologia ma dalla poca umanità, dove i fan di Blade Runner si troveranno perfettamente a proprio agio. Nessuna innovazione particolare per quanto riguarda le meccaniche di gioco: un minimo di esplorazione e di interazione con l'ambiente circostante, tante opzioni di dialogo, lo sfruttamento di alcune funzioni particolari del DualShock 4, ed è fatta.

Da Heavy Rain a Detroit: le opere più importanti di David Cage

Ancora una volta i parecchi finali presenti e i destini dei tre protagonisti sono nelle mani del giocatore, che può portarli verso una morte dolorosa o al lieto fine. Sopratutto dal punto di vista delle scelte di regia e narrazione, però, Detroit: Become Human rappresenta il prodotto più completo nell'opera di David Cage: pochi dubbi, buchi o incertezze, tanta abilità maturata nel corso degli anni, e un cast di attori protagonisti forse meno noti di Beyond ma decisamente validi: Valorie Curry (The Twilight Saga, Blair Witch) per Kara, Bryan Dechart per Connor (True Blood) e Jesse Williams (Dirty Dancing 3, Quella casa nel bosco) per Markus. Resta da vedere quale sarà il prossimo progetto dell'inventore dei drammi interattivi: è davvero possibile escludere un sequel dell'ottimo Detroit, che ha ottenuto consensi e accoglienza eccezionali presso il grande pubblico?