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Despelote potrebbe essere il gioco di calcio per chi non ama i giochi di calcio

Abbiamo provato la demo di Despelote, un gioco di calcio atipico che non ci porta in uno stadio ma ci mette nelle strade di Quito in Ecuador, nel 2001, e ci insegna cosa significhi amare il calcio.

PROVATO di Nicola Armondi   —   05/03/2025
Due personaggi seduti con un piatto con frutta di fronte, un pallone, un piede e un braccio sollevato
despelote
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Il primo maggio arriverà su PC, Nintendo Switch, PlayStation e Xbox un nuovo videogioco calcistico, Despelote. No, non è un rivale di EA Sport FC o eFootball. Si tratta di qualcosa di completamente diverso. Cos'è quindi? È complesso dirlo in poche parole e il nome stesso è un termine spagnolo che porta con sé molti più significati di quanti inizialmente ci aspettavamo. Significa infatti spogliarsi, ma anche ridere, vuol dire caos, così come fare degli errori, rilassarsi o persino confondersi. È un microcosmo di sottintesi, che cambiano in realtà da nazione a nazione (lo spagnolo assume diverse sfumature in giro per il mondo, non è realmente una singola lingua rigida). Eppure, dopo aver provato la demo dello Steam Next Fest, troviamo che un po' tutti riescano a raccontarci cosa sia Despelote.

Despelote ci insegna il calcio

Despelote è un titolo calcistico, ma in realtà non dovete amare i videogiochi di calcio per poterlo affrontare. La demo ci ha dato l'impressione che non aver passione per questo sport (così è per chi scrive) è forse il modo migliore per affrontarlo, perché potreste davvero capire cosa può significare avere un pallone tra i piedi quando si è giovani e non si desidera altro.

Non parliamo inoltre di un videogioco che ci porta negli stadi e ci chiede di vincere un Mondiale. Quest'ultimo avverrà nella televisione di casa nostra, o per meglio dire le sue qualificazioni sudamericane del 2001, quando l'Ecuador è a un passo per entrare nella competizione globale. Il nostro protagonista è un ragazzino di otto anni, Julián, che ama il pallone in tutte le sue forme (anche digitali con un vecchio videogioco), ma soprattutto ama stare insieme agli amici, negli spazi aperti della sua città, Quito.

Si tratta di una avventura in prima persona, inoltre, che ci permette di percepire appieno il controllo della palla, la potenza di un calcio e la magnitudo del mondo attorno a noi, che pare così grande dalla limitata altezza della nostra infanzia. Ci sono gli adulti che ci dicono cosa fare, ci sono i palazzi che svettano, gli alberi che bloccano i nostri tiri, ma non importa. Basta solo correre, inseguire la palla mentre il mondo avanza accanto a noi.

In Despelote ogni spazio aperto è buono per giocare col pallone
In Despelote ogni spazio aperto è buono per giocare col pallone

Ciò che Despelote cerca di fare e che sulla base di questa prima prova riesce a fare, è raccontarci le persone in modo realistico. Anche se siamo sempre distratti dal pallone (sia come giocatori che come personaggio) Quito vive attorno a noi. Durante la ricreazione scolastica il professore parla dei problemi di rifornimento con l'uomo delle consegne, in auto i genitori discutono di un matrimonio che coincide proprio con una partita dell'Ecuador e in salotto nostra sorella minore si lamenta perché le abbiamo rubato il televisore per usare il nostro videogioco mentre lei guardava il suo programma preferito. Despelote non è solo un microcosmo di significati, ma è anche un microcosmo di vite che sono sembrate subito realistiche, soprattutto perché non sono presentate in modo pulito e semplice al giocatore.

C'è caos attorno a noi e i dialoghi veloci non ci aspettano: sono inoltre solo in spagnolo e purtroppo non ci sono i sottotitoli italiani, cosa che rende complicato star dietro ad alcune sezioni durante le quali siamo focalizzati sul giocare e dobbiamo però anche tenere d'occhio i testi in inglese per capire cosa viene detto dai personaggi attorno a noi. Tutto scorre continuamente fuori dalla nostra visuale e i rumori della città sono sempre presenti (sono stati registrati in Ecuador) aiutando veramente a immergerci in un mondo intenso e credibile. L'ambiente stesso, con la sua grafica sporca e granulosa con solo pochi elementi che spiccano in bianco e nero, è un ottimo modo per rappresentare le difficoltà di assorbire così tante informazioni da parte di una giovane mente che, lo ripetiamo, vuole solo giocare col pallone.

Despelote non sarà certamente per tutti

Non ci piace esporci troppo dopo una breve demo, ma ammettiamo che Despelote ci ha profondamente incuriosito, non come gioco di calcio (anzi, i controlli non sono pulitissimi e la demo non ci ha dato molto gameplay col quale giostrarci) ma come avventura narrativa che ci mostra un mondo lontano dal nostro.

Nostra madre non sarà sempre felice di noi, in Despelote
Nostra madre non sarà sempre felice di noi, in Despelote

Si tratta di una storia "semi-biografica" che ci porta in un luogo e in un momento molto preciso, realizzato anche sulla base di vere fotografie scattate in Ecuador. Despelote è un'avventura che pretenderà chiaramente di immedesimarsi sin dal primo secondo e accettare le sue regole per vivere appieno in un mondo vivo, ma molto specifico. Siamo certi che in molti troveranno il tutto semplicemente noioso e stupido, ma la bellezza dei videogiochi indipendenti è che non hanno bisogno di convincere tutti, devono solo trovare il proprio pubblico e non scendere a compromessi.

Certo, bisognerà vedere se sarà in grado di raccontare storie interessanti, se i personaggi che troveremo tra noi e il nostro pallone sapranno convincerci a non ignorarli del tutto e se il gameplay avrà qualche variazione, perché nella demo funziona a sufficienza ma dopo alcune ore potrebbe rischiare di stancare. Tutti i giusti dubbi vengono però dalla mente, non dal cuore. Despelote per ora ci ha convinti nel profondo. Speriamo di non dover cambiare idea a maggio.

Despelote è un gioco di calcio, ma il vero calcio, non quello con ingaggi da milioni e milioni. Siamo un bambino di otto anni, che ha più passione per il pallone di tutto il resto del mondo messo assieme. Siamo anche un ecuadoriano, che sta per assistere all'ingresso della propria nazione nella World Cup per la prima volta in assoluto. Siamo una persona qualunque in mezzo a persone qualunque che parlano di vita e noi ascoltiamo, guardando dal basso. La demo ci ha intrigati molto più del previsto e siamo molto curiosi di vedere se la versione completa in arrivo il primo maggio saprà confermare le prime buone impressioni di quella che pare una avventura narrativa e interattiva con un tocco umano e credibile.

CERTEZZE

  • Una intrigante avventura narrativa a base di calcio
  • Le persone e i dialoghi sono estremamente credibili e immersivi

DUBBI

  • Il gameplay sarà abbastanza vario?
  • La mancanza dell'italiano potrebbe essere un problema