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I giochi più brutti del 2019

Scopriamo quali sono i giochi peggiori di questo 2019, quelli cioè che non dovreste comprare nemmeno durante i saldi e che potete evitare anche regalati

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   21/12/2019

Come ogni anno ecco qui a parlare del peggio di ciò che è uscito in questo strano 2019, classico anno di passaggio verso la nuova generazione. C'è da dire che di cose davvero orribili quest'anno se ne sono viste poche, almeno tra quelle che ci sono arrivate. Comunque sia i giochi brutti non mancano, fortunatamente, quindi mettiamo fine a questa patetica introduzione e veniamo al nostro elenco dei giochi più brutti del 2019.

Conan Unconquered

Conan Unconquered voleva essere il They Are Billions cimmeriano, ma ne è uscito fuori un gioco sottotono per via di una patologica mancanza di contenuti, che lo rende presto ripetitivo. Non è sicuramente il peggiore dell'elenco, visto che le meccaniche di gioco sono comunque ben rifinite e quel che deve fare lo fa, solo che è troppo poco. Evidentemente Funcom, il publisher, non ha creduto fino in fondo nel titolo e ha ridotto la produzione, togliendo risorse a Petroglyph, così da costringerla a a tagliare molti contenuti... altrimenti non si spiega come mai non si sia fatto qualcosa di più per ampliare una formula che appare molto più completa nel rivale diretto, il già citato titolo di Numantian Games, oltretutto già da mesi sul mercato quando è uscito Conan Unconquered. Peccato.

Devil's Hunt

Come scrivevamo nella recensione, Devil's Hunt è un Devil May Cry che non ce l'ha fatta. Ci ha provato con tutte le forze, ma ne è uscito fuori un titolo pretenzioso e pieno di problemi che non ha saputo sviluppare a sufficienza il suo pur affascinante scenario. L'esplorazione piatta, le poche e inutili interazioni, il sistema di combattimento scivolosissimo e una caratterizzazione dei personaggi stereotipata al punto da essere fastidiosa lo rendono un titolo sorvolabile, a essere buoni. Probabilmente con un altro anno di sviluppo sarebbe venuto fuori qualcosa di più rifinito e alcuni dei suoi difetti, quantomeno quelli legati alle meccaniche, potevano essere mitigati. Invece ciò che abbiamo è un gioco da cestone, come si sarebbe detto una volta, che non lascerà alcuna traccia di sé.

Gekisou! Benza Race -Toilet Shooting Star-

Gekisou! Benza Race -Toilet Shooting Star- non ha un singolo aspetto che lo possa quantomeno giustificare. La scanzonata idea di partenza, ossia realizzare un gioco di corse con i contendenti che cavalcano delle tazze del water volanti, è l'unico aspetto positivo di un prodotto realizzato in modo superficiale e pieno di tanti di quei problemi da renderlo consigliabile solo in caso di stitichezza (la carta igienica non è inclusa). Tra circuiti disegnati a caso da qualcuno morto prima di finire il lavoro, un motore fisico implementato così male che ti porta a credere che la Terra sia effettivamente piatta, l'assenza di una qualsivoglia struttura di gioco sensata ed errori e bug in ogni dove, dopo ogni partita viene da gioire per il semplice fatto di essere sopravvissuti. Se c'è un gioco che ha meritato di essere inserito in un elenco dei peggiori dell'anno, questo è Gekisou! Benza Race -Toilet Shooting Star-.

Generation Zero

Ma davvero lo hanno fatto loro? Questa è la prima domanda che ci si pone storditi giocando a uno dei titoli cooperativi più asfissianti dell'anno. Quasi non ci si crede che Generation Zero porti la firma di Avalanche, gli stessi dei Just Cause, tanto è borioso e mal pensato. Una mappa enorme ma dall'aspetto generico, lunghi minuti di nulla tra una sparatoria e la successiva, nemici poco ispirati e dall'intelligenza artificiale da Talent Show, edifici tutti uguali che non ha senso esplorare e tanti altri problemi piccoli e grandi, rendono Generation Zero un'esperienza dimenticabile, se avete avuto la fortuna di non acquistarlo.

Left Alive

Left Alive è uno di quei titoli a cui nessuno credeva, ma che alla fine si è rivelato una grossa sorpresa, in negativo purtroppo. L'unica nota positiva del gioco è il character design di Yoji Shinkawa, ma per il resto ci troviamo di fronte a un videogioco brutto da vedere, brutto da giocare e brutto da portare a cena fuori. Le meccaniche stealth sono appena abbozzate e funzionano quando male, quando molto peggio. Le sparatorie sono divertenti come spararsi su di un piede con un bazooka, mentre l'intelligenza artificiale è così sottosviluppata che sarebbe bocciata anche nella scuola italiana. Insomma, è un disastro su tutta la linea, se non fosse... niente, non c'è se non fosse che tenga. Lasciatelo perdere e vivete felici.

Narcos: Rise of the Cartel

Narcos: Rise of the Cartel è un gioco semplicemente sbagliato. L'idea di partenza era affascinante: realizzare uno strategico con le atmosfere dell'omonima serie Netflix, di cui possiede la licenza ufficiale, ma il risultato è talmente deludente che non vale la pena nemmeno versare del latte a terra per piangerci su. Cos'è che non funziona? Un po' tutto, diciamo: le unità sono mal bilanciate, non c'è alcuna parte gestionale, mentre la sezione strategica è monocorde. Anche i combattimenti sono identici dall'inizio alla fine, tanto che portano a rileggere il titolo Narcos in un senso molto più ironico di quello che dovrebbe in realtà avere. Se lo trovate in sconto, prendetelo pure. Ma no, dai, prendete qualcos'altro.

Rune 2

Rune 2 è il classico progetto della disperazione: Human Head Studios non ce la faceva più ad andare avanti e si è rivolta al suo passato in cerca di un successo che la risollevasse dopo il caso Prey 2 e il fallimento completo di The Quiet Man. Purtroppo Rune 2 non ha risollevato nulla e, immediatamente dopo il lancio (tipo cinque minuti dopo, non di più), lo sviluppatore ha chiuso i battenti con parte del team che è entrato nelle fila di Bethesda (il paradosso di andare a lavorare per quelli che ti hanno quasi rovinato). Del resto il gioco è sì pieno di buone idee, ma la realizzazione lascia a desiderare al punto da far credere di trovarsi di fronte a una versione alpha, più che a un prodotto finito, tra bug a profusione, problemi di design e meccaniche di gioco mal sviluppate, come quelle di ricostruzione degli edifici. Peccato perché la guerra contro Loki meritava una conclusione migliore.

Silver Chains

Silver Chains è un horror che non fa paura, forte di una storia banale e di una scrittura di livello meno che amatoriale. La creatura è prevedibile, i puzzle sono molto facili e, in generale, non c'è davvero niente che spicchi. Ambientato in una classica casa infestata, cerca di ricorrere a tutti gli stilemi del genere, perdendosi però presto per strada. Grafica a parte, l'unica sua caratteristica di pregio è la durata: si finisce in circa quattro ore, quindi lo si archivia e lo si dimentica per sempre. A ben vedere non è nemmeno un disastro completo, ma perché preoccuparsene quando sul mercato c'è di molto meglio e a prezzo anche inferiore?

Terminator: Resistance

Terminator: Resistance non è un gioco orrendo, ma semplicemente insulso. È uno sparatutto in prima persona vecchia scuola derivativo in ogni aspetto e con una storia banale e priva di spessore. Non è la cosa peggiore tratta dalla serie Terminator che si sia vista nel mondo dei videogiochi e gli sviluppatori stessi, i ragazzi di Teyon, hanno fatto di molto peggio con la licenza di Rambo. C'è da dire, per onor di cronaca, che il gioco pare essere molto apprezzato su Steam, con alcuni giocatori che si sono spinti sino a definirlo uno dei migliori tie-in di sempre. Sinceramente fatichiamo a trovarci tutta questa qualità, ma evidentemente a qualche fan del franchise può piacere. Del resto erano anni che non usciva un nuovo Terminator e l'astinenza può giocare brutti scherzi.

WWE 2K20

Alcuni quando hanno avviato WWE 2K20 hanno pensato a uno scherzo. Davvero 2K ha lanciato un gioco in questo stato pietoso? Purtroppo sì. Se esistesse la categoria del gioco più preso in giro dell'anno, l'ultima incarnazione della più famosa serie di simulatori di wrestling al mondo vincerebbe a mani basse. I bug sono invero così divertenti, tra combattenti rotanti, dislocazioni articolari spontanee e spostamenti nello spazio / tempo che nemmeno il Dr. Who, che potrebbero essere usati per fondare un nuovo genere comico. Alcuni si sono spinti fino a richiamare alla memoria l'Assassin's Creed Unity del lancio, per cercare qualcosa di simile. Peccato che li abbiano in buona parte sistemati, togliendo al gioco la sua unica caratteristica di rilievo. Sinceramente la serie WWE non meritava una sorte così misera. Speriamo che l'edizione dell'anno prossimo sia quantomeno decente... se si deve replicare questo disastro è meglio che non esca proprio.