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I 10 giochi più brutti del 2021

Scopriamo quali sono stati i 10 giochi più brutti del 2021, almeno secondo la redazione di Multiplayer.it, che di orrori se ne intende.

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   20/12/2021

Stiamo per arrivare alla fine dell'anno e tutti sono presi dal decidere quali sono i giochi più belli degli ultimi 365 giorni, alimentando l'atmosfera festosa generale fatta di pandori, torroni e panettoni. Un periodo dell'anno nel quale si è tutti più buoni, coi produttori che vorrebbero rimuovere tutti quei titoli mostruosi che hanno alimentato gli incubi dei videogiocatori, facendo così finta che non siano mai esistiti.

Non lo permetteremo! Ci sono da eleggere i 10 giochi più brutti del 2021. Qualcuno deve pur farlo.

Comanche

Comanche non sembra nemmeno male nelle immagini statiche, ma poi...
Comanche non sembra nemmeno male nelle immagini statiche, ma poi...

La storia dei videogiochi è piena di simulatori di elicotteri più o meno riusciti. Purtroppo in tempi recenti il genere è stato un po' trascurato dalle software house e dai publisher, che evidentemente non trovano interessante dal punto di vista economico la nicchia di appassionati che ancora lo segue. Sfortunatamente Comanche non si è rivelato essere il gioco del riscatto che molti speravano. Anzi, ha ottenuto l'effetto esattamente opposto, in virtù della sua realizzazione mediocre e della sua impostazione superficiale, nonostante il nome storico che porta.

Così chi lo ha acquistato si è ritrovato davanti a un titolo breve, ripetitivo e dai combattimenti fin troppo automatizzati, a meno di selezionare la modalità simulativa, che rende gli elicotteri quasi incontrollabili. Insomma, ci troviamo di fronte a uno di quei giochi che fanno rimpiangere i classici ogni volta che li si avviano. Ma perché avviarlo? Lasciatelo dov'è!

First Class Trouble

First Class Trouble è un Among Us venuto male
First Class Trouble è un Among Us venuto male

Il fallimento di First Class Trouble si può riassumere nella domanda: aveva davvero senso provare a fare un clone 3D di Among Us? Di base ci troviamo di fronte a un titolo incompiuto, con delle meccaniche di gioco poco rifinite e una serie di problemi legati a una realizzazione frettolosa e deficitaria da molti punti di vista. Possibile che nessuno dei membri del team di sviluppo abbia capito che Among Us funziona perché è di una semplicità disarmante a livello di meccaniche di gioco, tanto da consentire alle sue meccaniche sociali di emergere prepotentemente sin dalla prima partita? Perché invece First Class Trouble complica così tanto la vita si giocatori? Oltretutto è stato lanciato in uno stato tale da farlo sembrare una versione alpha, invece che definitiva. Purtroppo immaginiamo che in molti ci abbiate giocato, dato che lo hanno regalato con l'abbonamento PlayStation Plus. Miseri voi.

Katana Kata

Katana Kata è un gioco affascinante e pieno di qualità... ah no, quello è Sekiro.
Katana Kata è un gioco affascinante e pieno di qualità... ah no, quello è Sekiro.

La vita da samurai già non è facile di suo, figurarsi quella di uno costretto a vivere in un gioco simile. Immaginate il povero protagonista di Katana Kata, soulslike ambientato nel Giappone feudale, che si sveglia ogni mattina sapendo che dovrà impegnarsi per arrivare alla fine di un'avventura dai presupposti debolissimi e scritta talmente male da sembrare una fanfiction partorita da un quattordicenne in crisi ormonale. Non vi passerebbe la voglia di vivere?

Eccolo poi che si affaccia dalla finestra e vede che dall'altro lato del cortile di casa sua Sekiro che, nonostante le ferite, può bullarsi di essere il protagonista di un gran gioco. Non provate un minimo di empatia per la sua condizione esistenziale? Non vi viene voglia di regalargli un viaggio dalle parti di FromSoftware? Ecco, forse sarebbe stato il caso di regalarlo anche agli sviluppatori. Magari lì avrebbero imparato a gestire la telecamera di gioco in modo dignitoso e a creare un sistema di lock sui nemici che non facesse bestemmiare in lingue ormai considerate morte.

Evitatelo con il souls e con il like.

Mayhem in single valley

I giochi dovrebbero sempre dare qualcosa di interessante da fare
I giochi dovrebbero sempre dare qualcosa di interessante da fare

Jack, figlio della noia, perché vuoi opprimere anche noi? Non ti bastava vivere in un mondo insulso e privo di cose interessanti da fare? Il tuo nemico trasforma la gente in zombi usando una specie di veleno, perché non sa che sarebbe bastato costringere le persone a giocare al tuo gioco per ottenere lo stesso risultato! Del resto è difficile trovare chi lo abbia apprezzato, pieno com'è di situazioni senza senso, colpi di scena assurdi e momenti che non emozionano, non divertono ma fanno soltanto tanto male al cuore. Eppure la tua non è nemmeno un'avventura lunghissima, visto che dura appena cinque ore... cinque ore che però pesano moltissimo.

A salvarsi è solo lo stile grafico... ma Jack, vedi, di questi tempi di giochi dallo stile grafico interessante ce ne sono a pacchi! Se non lo avete capito, non vale la pena di giocare a Mayhem in single valley. Francamente non valeva la pena nemmeno di ricordarlo, ma qualcuno lo speciale sui giochi più brutti dell'anno doveva pur scriverlo.

Mechajammer

Mechajammer funziona male, semplicemente
Mechajammer funziona male, semplicemente

Mechajammer è uno di quei dolci che dalla vetrina della pasticceria ti sembrano buonissimi. Li brami per tutto il giorno e poi la sera decidi di acquistarli preso da una voglia incontenibile. Li porti a casa e inizi a mangiarli con voracità, per scoprire che sarebbe stato meglio fare dei gargarismi con una spremuta di insalata marcia inzuppata nel latte rancido. Purtroppo il titolo di Whalenought Studios è proprio così: i presupposti sono ottimi, ma la realizzazione fa cadere le braccia.

Sulla carta è un signor gioco di ruolo pieno di caratteristiche interessanti. Peccato però che abbia così tanti problemi, a partire dal diversamente utile tutorial, per arrivare alla creazione del personaggio e al sistema di combattimento, da uccidere quasi subito ogni entusiasmo. Contiene tante belle idee, ma nessuna riesce a rifulgere a causa di scelte di design controproducenti e un'incapacità generale di coinvolgere il giocatore. Non avete bisogno di tirare dei dadi per evitarlo.

Mobile Suit Gundam Battle Operation Code Fairy

Mobile Suit Gundam Battle Operation Code Fairy ha delle meccaniche davvero mal fatte
Mobile Suit Gundam Battle Operation Code Fairy ha delle meccaniche davvero mal fatte

Il Principato di Zeon e la Federazione Terrestre sono ancora in guerra. Lasciateli fare, perché non vale davvero la pena di darsi da fare per loro, soprattutto se ciò significa dover giocare a Mobile Suit Gundam Battle Operation Code Fairy. Già il fatto che gli sviluppatori si siano ispirati a Mobile Suit Gundam Battle Operation 2 per le meccaniche di gioco fondamentali ha lasciato esterrefatto più di qualcuno: di solito non si guarda ai titoli migliori? Alcuni coraggiosi hanno però deciso di giocarci comunque... e poi hanno cambiato hobby. Certo, la storia che racconta potrebbe comunque essere interessante per i fan più sfegatati di Gundam, ma perché farsi tanto male? Essere fan impone sofferenza? Chi vi ripagherà delle ore passate a combattere con un gameplay lentissimo e frustrante?

Of Bird and Cage

Ma che bel bambino...
Ma che bel bambino...

Ci sono giochi brutti. Giochi davvero brutti. Giochi bruttissimi. Poi ci sono i giochi come Of Bird and Cage, sbagliati su tutta la linea. L'opera di Capricia Productions vanta una realizzazione atroce, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello narrativo, cui vanno aggiunte alcune scelte di design che creano solo un profondo senso di frustrazione nel giocatore, costretto a brancolare nel buio in più di un'occasione, mentre aspetta che finisca l'ennesima canzone della pur bella colonna sonora, che detta i tempi del gameplay.

Gitta, la protagonista, è un'infelice non solo perché ha una vita terribile, ma anche perché qualcuno ha scelto di provare a fargliela riscattare in un gioco del genere. Si poteva far ospitare da Aloy in Horizon Forbidden West, poteva arruolarsi come Spartan in Halo Infinite, oppure pigliare un auto e farsi una corsetta in Forza Horizon 5. Tutto sarebbe stato meglio di questo. Poteva anche infilarsi in un qualche survival pieno di zombi pronti a divorarla e invece ha scelto una brutta avventura dalla trama assurda e dai personaggi insulsi, in cui tutto ciò che le resta da fare per non pensarci troppo è andare in cerca dell'ennesima dose di droga, ottima per dimenticarsi della parannanza che è costretta a indossare per tutto il gioco.

Super Seducer 3: The Final Seduction

Avete presente quegli amici che si divertono a fare sempre scherzi? Al primo magari risultano simpatici. Al secondo iniziano a infastidire. Al terzo partono le ingiurie e, se la giornata non è di quelle buone, finisce che scatta pure la rissa. Ecco, Super Seducer 3: The Final Seduction ha questo problema qua: è il terzo capitolo di una serie che non ha più niente da dire, a meno di non credere davvero che i consigli di Richard La Ruina, il protagonista del gioco, possano davvero aiutarvi a rimorchiare.

I vari filmati interattivi che compongono l'avventura, se così la vogliamo chiamare, propongono situazioni spesso senza senso, che si sviluppano in modo atroce, soprattutto quando si azzeccano le risposte giuste (pensa un po'). Paradossalmente i momenti migliori sono quelli in cui si sbaglia, almeno l'assurdità diventa palese e il tutto perde quell'aura seriosa che, a lungo andare, diventa ridicola. Davvero nell'epoca di internet avete bisogno di roba simile per ammirare un po' di pelle scoperta?

The Good Life

Prima o poi Swery capirà i suoi errori
Prima o poi Swery capirà i suoi errori

Per molti il povero Hidetaka Suehiro, detto Swery, è un grosso equivoco. Eletto al rango di autore dopo il riconoscimento tardivo delle qualità narrative di Deadly Premonition, non è più riuscito ad azzeccare un gioco, vuoi per lo scarso successo (vedasi D4: Dark Dreams Don't Die), vuoi per come li ha realizzati (naturalmente insieme al suo team). Se già il recente Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise aveva colpito più per i suoi immensi problemi che per le sue qualità, questo The Good Life si è rivelato essere un titolo abbastanza atroce che, nonostante i buoni presupposti, le ha sbagliate praticamente tutte, soprattutto a livello di gameplay. Quindi, nonostante la storia eccentrica e interessante, nonostante il fascino di fondo del suo strano mondo, la stramba avventura della giornalista protagonista finisce per essere penalizzata da meccaniche confusionarie e problemi tecnici non eludibili, che la affossano inesorabilmente. Per simpatia uno vorrebbe dargli almeno una possibilità, ma perché farlo?

Werewolf: The Apocalypse – Earthblood

Tanto fumo...
Tanto fumo...

Dio perdona, un brutto gioco su licenza proprio no. Alla fine uno non chiede miracoli da ogni prodotto, ma almeno un'esperienza solida sì, soprattutto se il materiale di partenza è un gioco di ruolo cartaceo profondo e pieno di sfaccettature interessanti. Invece Werewolf: The Apocalypse - Earthblood fa di tutto per indispettire proprio quello che dovrebbe essere il suo pubblico di riferimento, proponendo un'esperienza piatta e ripetitiva, che fatica a cogliere lo spirito del Mondo di tenebra di White Wolf, che qui risulta completamente soffocato. Avevamo davvero bisogno di un altro brutto gioco di ruolo d'azione a tema lupi mannari? Eppure la trama ecologista poteva aprire a dei momenti interessanti, ma così non è stato. Il tutto si riduce alla solita guerra al cattivo di turno, che si risolve nel modo più banale possibile. Voi risolvetela in modo ancora più banale: guardate da un'altra parte.