È stata senza ombra di dubbio una tavola rotonda particolarmente interessante e piacevole da seguire, quella che si è svolta giovedì 11 marzo in casa Bethesda nel Maryland e che ha visto protagonisti tutta una serie di figure chiave proprio di Bethesda, accompagnate da Aaron Greenberg e Phil Spencer, i mattatori della recente rinascita di Xbox.
Una tavola rotonda che ha rappresentato una sorta di prima uscita ufficiale di un'acquisizione di cui si è parlato allo sfinimento nei mesi passati e che da qualche giorno è stata concretamente realizzata anche da un punto di vista formale e contabile.
Ora Zenimax Media, la proprietaria di un numero enorme di studi di sviluppo, è ufficialmente parte integrante degli Xbox Game Studios con tutte le sue ip, tecnologie, conoscenze e personale al seguito.
È davvero difficile non reputare questo passaggio di proprietà un momento epocale per l'intera industria, e siamo tutti in attesa di capire cosa Microsoft riuscirà a fare con tutta questa potenza di fuoco nei prossimi mesi e soprattutto negli anni a venire.
Ci sono però una manciata di dichiarazioni e dettagli che sono venuti fuori durante la tavola rotonda, soprattutto legati ai giochi Xbox di Bethesda sulle altre console, che vorremmo assolutamente riepilogare in questo articolo con video annesso per parlarne magari con voi nei commenti. 3 in particolare sono gli annunci che ci hanno colpito e che sembrano confermare e concretizzare tutta una serie di indiscrezioni e voci di corridoio che si sono susseguiti nei mesi scorsi.
Xbox + Bethesda
Come al solito partiamo però da una manciata di informazioni cruciali.
Microsoft ha comprato ufficialmente Zenimax Online il 21 settembre del 2020 versando 7 miliardi e mezzo di dollari per l'operazione. Questa si è concretamente conclusa l'8 marzo del 2021 con l'approvazione delle commissioni antitrust europea e americana.
Con tale storica acquisizione, Microsoft incorpora nei suoi Xbox Game Studios tutta la filiera di Zenimax Media, ovvero:
- Bethesda Game Studios, quelli di The Elder Scrolls e Fallout
- id Software, quelli di DooM e Rage
- Arkane Studios Lyon e Austin, quelli di Dishonored e Prey
- Zenimax Online, quelli di The Elder Scrolls Online e Fallout 76
- Tango Gameworks, quelli di The Evil Within e Ghostwire Tokyo
- MachineGames, quelli di Wolfenstein The New Order, The New Colossus e Young Blood
- Alpha Dog e Roundhouse Studios, 2 team giovani al momento al lavoro su progetti non ancora annunciati
Ovviamente parte integrante di questa acquisizione è il personale: circa 2300 teste che diventano dipendenti di Microsoft, e una quantità enorme di tecnologie che passano nelle mani di Xbox.
Ma in concreto, noi videogiocatori cosa ci andremo a guadagnare? E qui arriviamo ai 3 elementi emersi durante la tavola rotonda.
Le esclusive
Partiamo dalla questione delle esclusive che è poi la roba più frizzante e di cui si discute sempre.
Si è parlato a lungo di cosa sarebbe successo con la line up di Bethesda in conseguenza di questa acquisizione e noi stessi abbiamo ripetuto più e più volte in precedenti video e anche in qualche live che Microsoft avrebbe messo in cantiere tutta una serie di progetti esclusivi per le sue piattaforme approfittando della quantità enorme di franchise acquistati, ma probabilmente i titoli più importanti, quelli con uno storico, sarebbero rimasti multipiattaforma.
D'altra parte è meglio vendere quanti più giochi possibili, all'audience più estesa possibile, che un numero enorme di console.
O forse no?
E invece sembra che la scelta del colosso di Redmond sia più netta e intransigente. Qui dobbiamo per forza di cose riportare alla lettera le parole di Phil Spencer che è stato sì preciso e diretto, ma forse ancora troppo sibillino per rendere comprensibile quelle che saranno concretamente le prossime mosse della neonata coppia Microsoft e Bethesda.
"Cercherò di essere il più chiaro possibile. Ovviamente non posso dire qui, seduto, che da ora in avanti ogni gioco Bethesda sarà una esclusiva perché sappiamo bene che non è vero. Ci sono degli obblighi contrattuali, giochi esistenti, e persino nel futuro potrebbero esserci videogiochi con altri obblighi contrattuali o un passato storico su altre piattaforme che dovremo continuare a realizzare.
Tuttavia questo accordo è stato fatto per realizzare grandi titoli esclusivi che arriveranno sulle piattaforme dove è presente il Game Pass. Questo è l'obiettivo, è per questo che abbiamo realizzato l'acquisizione, ed è alla radice di questa partnership."
Cosa significa tutto ciò in concreto? Non è facilissimo decifrare le parole di Spencer o darne un'interpretazione precisa e veritiera.
Di sicuro i vari Ghostwire Tokyo e Deathloop continueranno a rimanere delle esclusive temporali per PS5 e magari ci sono altri giochi in cantiere che prevedono delle esclusive più o meno temporali su Switch o sulla console Sony. Non lo sappiamo; ma Spencer lascia aperta questa possibilità anche per il futuro.
Inoltre l'uomo di Xbox parla in modo specifico di videogiochi che hanno una legacy su altre piattaforme, un qualche legame di identità, che sarebbe un peccato rompere.
Allo stesso tempo però Spencer sottolinea che alla base di questa acquisizione c'è la volontà di realizzare giochi esclusivi che potranno essere giocati solo su PC e Xbox o, al limite, sulle piattaforme dove è disponibile il Game Pass, quindi al momento anche su piattaforme mobile. Ma lo sappiamo bene qual è la vostra domanda più ricorrente: cosa ne sarà di The Elder Scrolls VI oppure di uno Starfield o ancora, di un futuro DooM oppure dell'Indiana Jones annunciato proprio di recente da MachineGames?
Ecco qui la situazione si fa meno chiara perché Spencer non si è riferito in modo diretto a questi progetti già in corso ma ha lasciato intendere che in futuro vedremo titoli esclusivi. E quindi dobbiamo agganciarci al secondo punto emerso durante la tavola rotonda.
Il Game Pass come requisito
Le esclusive arriveranno dove è presente il Game Pass. Phil Spencer ha detto queste esatte parole. E quindi perché non parlare di PC e Xbox. O al limite di smartphone e ambito mobile? Perché lasciare spazio a possibili interpretazioni?
Dando un'occhiata al mercato odierno possiamo vedere facilmente che Microsoft non si è fatta problemi a portare una manciata di suoi franchise anche su piattaforme della concorrenza diretta. Abbiamo i 2 capitoli di Ori e Cuphead su Nintendo Switch mentre Minecraft e Minecraft Dungeons sono anche su PlayStation.
E nel futuro cosa potrebbe succedere? Spencer non ha mai nascosto il suo tentativo di dialogare con Sony e Nintendo per estendere il Game Pass alle loro piattaforme ed è dato ormai per certo l'arrivo di un'applicazione nativa sulle smart TV dei principali produttori di elettronica.
Dobbiamo quindi aspettarci che un The Elder Scrolls VI o uno Starfield arriveranno su PS5 solo ed esclusivamente se Sony permetterà a Microsoft di distribuire il Game Pass anche sulla sua console? Sembra uno scenario davvero assurdo e anche noi davamo per scontato che questi titoli così grandi e importanti sarebbero rimasti comunque multipiattaforma ma, a questo punto, le parole di Phil Spencer sembrano andare completamente in un'altra direzione e non è così impossibile che anche titoli di questo calibro possano uscire solo su PC e Xbox in modo "nativo", mentre altrove saranno giocabili se sarà possibile abbonarsi e utilizzare il Game Pass.
D'altra parte Microsoft e Spencer non hanno mai nascosto che l'obiettivo futuro è diffondere ovunque e nel modo più massiccio possibile l'ecosistema Xbox e Game Pass in modo indipendente dall'hardware. Quindi è possibile che per continuare ad avere i giochi Bethesda, Sony e Nintendo si debbano piegare a questo requisito oppure rimanerne privati per sempre.
Un'acquisizione all'insegna della condivisione
C'è poi un terzo punto che abbiamo trovato davvero illuminante durante la tavola rotonda Xbox + Bethesda: la condivisione di conoscenze, idee e tecnologie che sembra essere parte integrante della decisione di Microsoft di acquistare Bethesda.
Bethesda non è solo la casa di franchise di valore enorme, ma anche di tecnologie e competenze che è difficile trovare altrove se non in grandi publisher che possiedono e gestiscono numerosi sviluppatori. Durante la tavola rotonda, Spencer ha ribadito più e più volte di guardare con grandissimo interesse a una id Software che possa entrare in contatto con 343 Industries, quelli di Halo, magari per condividere conoscenze tecniche o, perché no, per transitare nel tempo il franchise di Master Chief verso l'id Tech alla base di DooM e Wolfenstein.
E perché non pensare addirittura a un qualche spin-off di Halo realizzato magari proprio dalla software house texana con il benestare di Microsoft? D'altra parte Bethesda stessa è un esempio di condivisione e collaborazione tra i suoi team e ad esempio durante la tavola rotonda è venuto fuori che uno dei mostri di DooM è stato realizzato da Tango GameWorks, quelli di The Evil Within, così come che Arkane ha collaborato con MachineGames per realizzare Wolfenstein Young Blood e addirittura che proprio MachineGames ha avuto un ruolo di supporto durante la realizzazione di The Elder Scrolls V: Skyrim.
Per farla breve: Phil Spencer e Pete Hines di Bethesda hanno sottolineato più e più volte quanto sia importante creare un ecosistema e un ambiente di lavoro dove tutti i creativi possano entrare in contatto, darsi suggerimenti e magari fare ipotesi su collaborazioni future che potrebbero dare alla luce videogiochi e progetti dal valore incredibile.
D'altra parte che figata sarebbe avere uno spin-off di The Elder Scrolls realizzato dai ragazzi di Obsidian come un RPG classico in stile Pillars of Eternity o, perché no, dare finalmente un seguito a Fallout New Vegas ora che è tutto nelle mani di Microsoft?
Oppure un capitolo di Halo o magari di Gears fatto da id Software o, ancora, Arkane che realizza un titolo stealth nell'universo di Fable o i ragazzi di Tango che collaborano con Ninja Theory per dare una deriva horror a uno spin-off di Hellblade. Davvero le possibilità sono infinite e non è da trascurare il piedino che Microsoft è riuscita a mettere in Giappone, proprio attraverso questa acquisizione visto che Shinji Mikami e la sua Tango Gameworks entrano ora a far parte della scuderia di Xbox, con tutto quello che ne consegue in termini di riconoscibilità in oriente e possibilità di future collaborazioni.
Se ancora non si fosse capito, la tavola rotonda di Microsoft e Bethesda ci è davvero piaciuta per tutto quello che si è detto, per gli aneddoti raccontati e per un bel futuro pieno di videogiochi di spessore che potremo finalmente giocare sul maggior numero di piattaforme possibili. A quanto pare non dovremo neanche aspettare troppo per cominciare a vedere qualcosa di concreto, visto che già questa estate dovrebbe esserci un evento dedicato proprio a questa partnership e magari sarà l'occasione per saperne di più su tutti i giochi attualmente in via di sviluppo e su quelli non ancora annunciati.
Noi siamo rimasti soddisfatti e voi? Cosa ne pensate di quanto visto e raccontato da Phil Spencer, Pete Hines e tutta l'allegra combriccola di Microsoft e Bethesda? Fatecelo sapere qui sotto tra i commenti!