Il Ragnarok è finalmente giunto ma dov'eravamo rimasti? O meglio, da dove siamo partiti? L'odissea che ha condotto Kratos fino in terra nordica ha delle radici profondissime, che affondano in tutt'altro contesto mitologico e geografico: la Grecia Antica.
Tra dèi ostili e imprese sanguinarie, l'inarrestabile spartano è poi approdato tra le nevi del nord per cambiare vita, accompagnato però dalla stessa ferocia di sempre.
Con qualche inevitabile spoiler relativo, ripercorriamo quindi il percorso che il Fantasma di Sparta ha compiuto nella storia di God of War e che lo ha condotto dalla città ellenica a un passo dal Ragnarok.
Kratos lo spartano
Kratos è un generale spartano spietato e inarrestabile, che sul campo di battaglia ha sempre servito Ares, il dio della guerra, con fedeltà e rigore. Tuttavia, durante un sanguinoso scontro con l'esercito barbaro, il nostro eroe sta per essere sconfitto ed è qui che si rivolge alla divinità chiedendole di concedergli la vittoria.
Una preghiera esaudita che di fatto trasforma Kratos nello schiavo di Ares. Il dio lega le Lame del Caos alle braccia dello spartano e gli conferisce una crudeltà inumana, da cui nessuno riesce a scampare, nemmeno la sua famiglia. Accecato da una furia senza limiti durante un'incursione al tempio dedicato ad Atena, Kratos massacra infatti moglie e figlia. Le ceneri delle due donne finiscono per posarsi sul suo corpo, rendendo la sua pelle bianca come quella di un fantasma: il Fantasma di Sparta.
Il Fantasma di Sparta
È a questo punto che l'ex generale decide di ribellarsi e di spezzare la condanna che lo lega ad Ares. Logorato dai sensi di colpa, parte alla ricerca della Lanterna di Delo, artefatto in grado di liberarlo dalle orrende visioni che lo tormentano.
Sulle sue tracce si mettono però le Furie, orrende creature alate abili nell'inganno che Kratos sconfigge senza pietà. Ma il Fantasma di Sparta è ben lontano dall'essere liberato dal giogo che lo sottomette ad Ares: era stato proprio il dio della guerra a ordire il piano che avrebbe portato Kratos a uccidere la sua famiglia, così da farlo diventare uno strumento di morte senza legami capace di rovesciare le gerarchie olimpiche.
Lo spartano diventa quindi una pedina che adempie alle richieste degli dèi con la speranza che questi lo liberino dalle visioni che lo affliggono. A questo proposito, Persefone promette a Kratos di poter vivere con sua figlia Calliope nei Campi Elisi per l'eternità ma ad una condizione: non deve impedirle di distruggere il mondo nel suo piano di vendetta ai danni di Ade. L'offerta della signora degli inferi si rivela però essere l'ennesimo inganno divino, con il guerriero che sconfigge la donna utilizzando il potere di Elio mandando così a monte il suo folle progetto.
Giunto ad Atene, per Kratos è il momento di affrontare quello che una volta era il suo protettore, Ares. Ma come può un mortale riuscire in un'impresa simile? La risposta è nel Vaso di Pandora: l'artefatto contiene al suo interno un potere capace di sconfiggere un dio; lo spartano lo ottiene e trucida Ares al termine di un duello epico.
Ciononostante le visioni che affliggono Kratos non si arrestano, un dolore che lo costringe a tentare il suicidio per ottenere la pace. È Atena che a questo punto salva lo spartano a un passo dalla morte offrendogli un posto sull'Olimpo, il trono che fu proprio di Ares: quello di dio della guerra.
Il nuovo dio della guerra
Tuttavia, i ricordi del passato attanagliano ancora il nostro protagonista. Dopo avergli svelato l'identità di suo padre, Zeus, la moribonda madre Callisto spinge Kratos alla ricerca del fratello Deimos, tenuto prigioniero da Tanato nel Regno dei morti.
Arrivato a destinazione, Deimos riversa su Kratos tutta la propria rabbia, accusandolo di non essere mai corso in aiuto dopo il suo rapimento per mano di Ares e Atena, preoccupati da una profezia che anticipava il crollo dell'Olimpo ad opera di un guerriero marchiato. Uno scambio di persona che ingannò le due divinità e che costrinse Deimos a una prigionia immeritata. I due fratelli uniscono così le forze contro Tanato, in uno scontro in cui è il solo Kratos a sopravvivere.
Il neo dio della guerra è ora più ostile che mai nei confronti del pantheon olimpico, e utilizza i suoi poteri per accrescere il dominio di Sparta; una condotta che obbliga Era ad attuare delle contromisure. Per fermare Kratos, la moglie di Zeus invia sulla terra Argo, una creatura mostruosa che tuttavia il nostro eroe riesce a imprigionare. Un misterioso assassino, però, uccide la bestia con l'intento di screditare Kratos agli occhi degli dèi.
Per il Fantasma di Sparta inizia così una caccia all'uomo a base di morte e distruzione, che convince Zeus a inviare come messaggero suo nipote Cerice, al fine di arrestare l'ira del guerriero. Kratos lo elimina e il padre degli dèi decide di prendere in mano la situazione, deciso a spazzare via l'ex generale spartano una volta per tutte.
Kratos contro Zeus
Tornato di nuovo mortale e trafitto dalla spada dell'Olimpo brandita da Zeus, Kratos risale dagli inferi con l'aiuto del titano Gaia e si vede costretto a raggiungere il tempio delle Parche, così da poter tornare indietro nel tempo e modificare il proprio destino.
Nel duello finale tra lo spartano e suo padre interviene Atena, che prima di morire rivela a Kratos il motivo dell'odio di Zeus nei suoi confronti: così come il titano Crono aveva ucciso il padre Urano, anche Zeus eliminò Crono, e il timore di essere fatto fuori a sua volta dal figlio ha spinto il re dell'Olimpo contro Kratos.
Una rivelazione che non scalfisce minimamente l'ex generale, che ora può contare sull'aiuto dei titani con cui si lancia all'assalto dell'Olimpo. Tuttavia l'offensiva fallisce e Kratos si ritrova ancora nell'Ade, dove viene privato dei suoi poteri.
Dalla sua parte adesso però c'è lo spirito di Atena, che ora considera necessario porre fine al dominio di Zeus. Da qui, parte una nuova odissea che vede Kratos sterminare chiunque si trovi sul suo cammino fino a tornare nel regno dei vivi. Arrivato dinanzi a suo padre, il guerriero assorbe l'energia della Fiamma dell'Olimpo grazie all'intervento di Pandora e riesce ad avere la meglio su Zeus dopo un duello leggendario.
Il creato è ormai privo di divinità e versa nel caos più totale; Kratos si pianta la Spada dell'Olimpo nell'addome e così facendo diffonde a tutta l'umanità la Speranza che alberga dentro di sé.
La fine di Kratos
Ma chi crede che l'epopea del Fantasma di Sparta sia arrivata al capolinea ha dimenticato che in fondo stiamo parlando di un dio.
A causa delle efferate azioni compiute dal nostro iracondo eroe, il mondo è in rovina e non c'è pace nemmeno per il suo animo perseguitato. In un moto di disperazione estrema e consapevole di non essere in grado di togliersi la vita, il dio della guerra si sbarazza delle Lame del Caos gettandole in mare con la speranza di non rivederle mai più.
Ciononostante, queste armi maledette continuano a tornare da lui durante il sonno, come a volergli ricordare tutti i peccati di cui si è macchiato e le atrocità commesse. Kratos decide di lasciarsi alle spalle la Grecia e così il suo passato, e salpa verso confini sconosciuti fino a raggiungere un villaggio situato in Egitto, dove la popolazione sembra riconoscerlo, e altre terre esotiche.
Ma c'è un monito che lo segue durante il suo peregrinare, ripetuto a più riprese dalle varie figure che incontra sul suo cammino: non si può sfuggire al proprio destino. Tornato al villaggio egizio, Kratos annienta la temuta Bestia del Caos dopo essersi riappropriato delle Lame e prosegue il suo percorso verso l'ignoto. Un percorso che conduce verso nord.
Una nuova terra
Nel soft-reboot di God of War datato 2018 ritroviamo Kratos invecchiato e catapultato in un contesto completamente nuovo: siamo a Midgard, terra degli uomini tra i Nove Regni della mitologia norrena. Il Fantasma di Sparta è intento a preparare la pira funeraria per la defunta moglie Faye assieme a suo figlio Atreus.
La donna, una jotun, ha espresso un ultimo desiderio prima di morire: vuole che le sue ceneri vengano sparse al vento dalla vetta più alta dei Nove Regni, Jotunheim, la terra dei giganti. Così, Kratos e Atreus intraprendono una lunga avventura in una terra desolata e pericolosa, schiacciata dal giogo tirannico degli Æsir, la stirpe divina capitanata dal folle Odino.
Sebbene sia riluttante considerata la scarsa esperienza del figlio, il Fantasma di Sparta è costretto a portare con sé Atreus dopo che una misteriosa divinità - che si scoprirà essere Baldur - li attacca sulla soglia di casa.
I Nove Regni
Il lungo cammino porta padre e figlio fino al Lago dei Nove, una grande distesa d'acqua all'interno della quale riposa Jormungandr, l'ultimo gigante rimasto a Midgard che si rivelerà essere una risorsa fondamentale per i due viandanti. Il centro del lago è occupato dal tempio di Týr, corrispettivo norreno del dio della guerra; qui staziona l'albero Yggdrasill, punto nevralgico che unisce i Nove Regni tra loro attraverso dei portali.
Per procedere nel loro viaggio, Kratos e Atreus accettano l'aiuto di Brok e Sindri, due formidabili fabbri, ma anche della strega dei boschi, Freya, madre di Baldur nonché precedente regina delle valchirie e consorte di Odino. È proprio quest'ultima a consigliare ai due viaggiatori di dirigersi ad Alfheim per recuperare una formidabile luce in grado di diradare l'impenetrabile nebbia che blocca il passo della montagna, ostacolo che impedisce ai due di raggiungere il portale per Jotunheim.
A guardia del passaggio Kratos e Atreus trovano il veggente Mímir, prigioniero di Odino da tempo immemore. In cambio di informazioni e aiuto, Mimìr chiede alla coppia di essere liberato, sebbene l'unico modo per farlo sia staccargli la testa.
Dopo essere stato riportato in vita grazie all'intervento di Freya, Mimìr si rivela essere una guida inestimabile data la sua infinita conoscenza della storia dei Nove Regni, e sarà lui a svelare molti degli arcani che si celano sotto le macerie di un mondo in rovina.
L'uccisore di dèi
Durante la ricerca dei materiali necessari per assicurarsi un passaggio verso Jotunheim, Magni e Modi, i figli di Thor, attaccano padre e figlio. Kratos uccide il primo, costringendo il secondo a battere in ritirata e a riprovare un nuovo attacco in seguito, venendo però respinto ancora una volta.
Durante il combattimento, però, Atreus viene colpito da un malore. Tornati da Freya, la strega del bosco chiede a Kratos di andare a recuperare il cuore di un troll situato a Helheim, un regno talmente gelido dove nemmeno la sua ascia ha alcuna efficacia. Una complicazione che costringe il Fantasma di Sparta a tornare a casa in tutti i sensi e a riesumare un passato che credeva ormai sepolto assieme alle sue vecchie Lame del Caos.
Dopo aver recuperato il cuore del troll, Kratos torna dal figlio. Il malore è stato causato dalla contraddizione interna del ragazzo, che crede di essere un mortale quando invece è in parte una divinità. A questo punto Kratos è costretto a raccontare tutta la verità ad Atreus che, sebbene sia sconvolto dalla notizia, inizia ben presto a montarsi la testa, tanto da arrivare ad uccidere un Modi ormai stremato, nonostante il padre glielo vieti.
Una spavalderia, quella del giovane, che non accenna a placarsi: ingaggiando uno scontro con Baldur, si scatena una serie di eventi per cui il portale per Jotunheim viene distrutto e il figlio di Odino scaraventa i tre viaggiatori a Helheim. La permanenza nel regno dei morti tuttavia è utile per venire a conoscenza della storia di Baldur e di sua madre Freya, che per il troppo amore ha lanciato contro il figlio un incantesimo protettivo che lo rende immune a qualsiasi cosa.
Immortale, ma incapace di provare alcunché, Baldur ha ripudiato la madre, nonostante quest'ultima gli perdoni qualsiasi cosa, anche l'aggressività nei suoi confronti.
Un destino tutto da scrivere
Tornati dal mondo dei morti, Mimir si ricorda che esiste un altro passaggio per Jotunheim. Tuttavia il veggente ha bisogno del suo occhio, incastonato nella statua di Thor che Jormungandr ha distrutto e in parte ingerito all'inizio dell'avventura. Il trio si addentra così nella pancia del gigante, recupera l'occhio ma viene attaccato ancora una volta da Baldur.
Stavolta però è Freya a mettersi di mezzo, nel tentativo di proteggere il figlio dalla furia difensiva del semidio greco. Una delle frecce di vischio di Atreus rompe l'incantesimo che protegge Baldur, rendendolo vulnerabile. Inizia così un grande combattimento finale, che vede tornare in vita anche il gigante della brina Thamur per mano di Freya.
Lo spettacolare scontro si conclude con Jormungandr che abbatte nuovamente il gigante e con la sconfitta di Baldur che si accanisce sulla madre tentando di strangolarla. Kratos interviene e uccide Baldur; intromissione che scatena l'ira di Freya che, devastata dalla morte del figlio, giura vendetta al dio della guerra greco, urlandogli le colpe che lo tormentano da anni.
Così, Il Fantasma di Sparta si trova costretto a rivelare al figlio la sua vera storia, e di come abbia sterminato tutta la sua famiglia prima di lasciare la sua terra natia, diretto verso nord. Con ciascun personaggio ormai rivolto verso la sua strada di lutto, il gioco si conclude con un ultimo colpo di scena.
Jotunheim
Raggiunto Jotunheim, viene svelata una profezia molto antica, che vede protagonisti proprio Kratos e Atreus. Parte di essa si è già avverata con l'avventura appena affrontata, mentre molti eventi sono ancora di là da venire.
È a questo punto che viene svelato il nome che la madre aveva dato ad Atreus: Loki. Sparse le ceneri di Faye e mantenuta la promessa, il gruppo torna a Midgard: il Ragnarok è ormai alle porte e il martello di Thor è pronto a scagliarsi contro i suoi nemici, assetato di vendetta.
E voi? Cosa ne pensate della rilettura che Santa Monica Studio ci ha offerto della mitologia norrena? Diteci la vostra nei commenti