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House of the Dragon 2: le prime impressioni sulla serie prequel di Game of Thrones

La danza dei draghi continua nella seconda stagione della serie prequel de Il Trono di Spade in arrivo il 17 giugno su Sky e NOW: abbiamo visto i primi quattro episodi, ecco le nostre impressioni.

SPECIALE di Christian Colli   —   07/06/2024
Alicent e Rhaenyra nella locandina di House of the Dragon 2

Dopo la divisiva, per così dire, conclusione in TV e la sua totale mancanza sotto forma di romanzi che George R. R. Martin non ha ancora scritto e probabilmente non scriverà mai, il pubblico ha vissuto un profondo distacco e scetticismo nei confronti de Il Trono di Spade, una saga letteraria - nota anche come Le cronache del ghiaccio e del fuoco - che ha raggiunto il massimo del successo proprio in carne e ossa, grazie agli eccellenti sforzi produttivi di HBO, sui quali davvero non si può discutere. Ed è stata proprio HBO a volere fortissimamente House of the Dragon, una serie ispirata ai libri che narrano fatti avvenuti cento anni prima che Jon Snow non sapesse niente.

La prima stagione di House of the Dragon è stata un grande successo. Forte di un budget enorme, ma soprattutto di un cast talentuoso e di una scrittura appassionante, nell'estate del 2022 HBO ha riconquistato i fan de Il Trono di Spade e ne ha guadagnati di nuovi. La seconda stagione è finalmente alle porte: comincerà il 17 giugno su Sky e NOW e noi abbiamo potuto guardare in anteprima i primi quattro episodi degli otto previsti. Ecco le nostre impressioni.

Comincia la danza dei draghi

House of the Dragon racconta la cosiddetta "danza dei draghi", una terminologia ricorrente ne Le cronache del ghiaccio e del fuoco (era suppergiù il titolo del quinto romanzo e di un episodio televisivo) che si ispira al nome con cui gli abitanti dei Sette Regni chiamarono la guerra civile tra i rami della famiglia Targaryen che devastò la dinastia e mise Westeros a ferro e fuoco. Nonostante siano passati già dieci episodi dall'inizio dell'adattamento televisivo, la danza dei draghi comincia veramente in questa seconda stagione.

L'interpretazione di Emma D'Arcy, nei panni di Rhaeynra, è veramente straordinaria
L'interpretazione di Emma D'Arcy, nei panni di Rhaeynra, è veramente straordinaria

La morte di Lucerys alla fine della prima stagione scatena prevedibilmente un ciclo di vendetta, rancore e ammazzamenti vari che inasprirà la rivalità tra Rhaenyra Targaryen, prescelta per ereditare il Trono di Spade, e il suo fratellastro squilibrato Aegon II, figlio della sua ex migliore amica Alicent Hightower. Una soap opera in piena regola, anche perché nella famiglia Targaryen si tramanda il potere per incesto - Rhaenyra si è sposata lo zio, Aegon II sua sorella - quindi le dinamiche diventano ancora più intime.

Ma è Il Trono di Spade, un immaginario dark fantasy direbbe qualcuno, in cui la violenza, il sesso e il turpiloquio la fanno da padrone. Nonostante tutto, questi primi episodi di House of the Dragon 2 ci sono sembrati abbastanza morigerati, in questo senso: a parte una scena in un postribolo con una fellatio in primo piano e qualche scena hot appena accennata, la serie HBO sembrerebbe aver deviato dalla grottesca rappresentazione gratuita di sesso e sangue, spesso buttata lì solo per fare audience. Gli scrittori della seconda stagione sembrerebbero aver dosato con maggiore attenzione questi aspetti, concentrandosi soprattutto sulla caratterizzazione dei personaggi e sulla trasformazione dei rapporti che li legano.

Per questo motivo, la seconda stagione ci mette qualche episodio a ingranare, ma non è necessariamente un difetto: la progressione, cadenzata, passa per lunghi momenti di introspezione e di confronto, soffermandosi su brevi scene d'azione dosate col contagocce, almeno fino alla spettacolare battaglia campale nel quarto episodio. In questa stagione la tensione si taglia col coltello nei dialoghi, nei tête-à-tête tra i personaggi riuniti intorno a un tavolo dove ogni battuta nasconde una velata minaccia o un sibillino ricatto. Sono episodi più politici, che peraltro introducono subdolamente una serie di personaggi che avranno un ruolo maggiore solo nella seconda metà della stagione: i lettori del racconto originale li riconosceranno subito, mentre gli altri potrebbero restare un po' perplessi da queste improvvise deviazioni.

A differenza della stagione precedente, House of the Dragon 2 conterà solo un totale di otto episodi, cioè due in meno, ma già questi primi quattro hanno sforato il minutaggio tradizionale, superando i 60 minuti in almeno due occasioni. La lunghezza degli episodi può quindi diventare frustrante, in qualche occasione, anche perché i copioni tendono a incalzare lentamente lo spettatore verso il climax che precede i titoli di coda, lasciandolo appeso fino alla puntata successiva.

Il Daemon di Matt Smith è un vero e proprio antieroe
Il Daemon di Matt Smith è un vero e proprio antieroe

Questo aspetto controverso della narrazione a qualcuno potrà dispiacere ma a noi ha avvinto fin da subito, grazie a un cast in stato di grazia che carica ogni scena di una gravitas palpabile. Emma D'Arcy, in particolare, restituisce un'interpretazione solenne, emozionata ed emozionante della sua Rhaenerys, una spanna sopra tutti gli altri, ma anche Matt Smith col suo imprevedibile - ma poco sfruttato, almeno nei primi tre episodi - Daemon o la Alicent di Olivia Cooke, che in più momenti trasmette il suo conflitto interiore.

Anche i discendenti, che sul finire della prima stagione, dopo il salto temporale, ci erano apparsi un po' acerbi, sono finalmente entrati nella parte, specialmente Ewan Mitchell col suo imperscrutabile Aemond. Ma se dovessimo elencare tutti i talenti in questi quattro episodi non finiremmo più. Una menzione d'onore, forse, la merita Fabien Frankel: il suo Criston Cole più che ingessato diventa distaccato, straniato e pertanto spaventosamente minaccioso ogni volta che sembra sul punto di esplodere.

Temporanee conclusioni

Non possiamo anticiparvi nulla - no, seriamente, Warner ci verrebbe a prendere a casa, specie per quanto riguarda l'attesissima sottotrama di Sangue e Formaggio - ma possiamo dirci assolutamente soddisfatti di questi primi quattro episodi. È un inizio quieto, come la calma prima della tempesta, che mette persino una certa ansia se si conosce la catastrofica evoluzione di questa storia sanguinosa che, nei primi tre episodi, i protagonisti cercano ancora di contenere inutilmente. Il successo di House of the Dragon 2 si potrebbe cercare proprio nella tensione che riesce a trasmettere ogni scena, nonostante succeda ben poco, e in effetti si ha anche un po' l'impressione che la trama giri in tondo più del dovuto prima di arrivare a ogni svolta.

Le scene a cavallo dei draghi sono ancora più spettacolari
Le scene a cavallo dei draghi sono ancora più spettacolari

I livelli produttivi sono anche più stratosferici che in passato, con una cura maniacale per quel che riguarda i costumi e le scenografie, spesso realizzate più materialmente anziché digitalmente. Gli effetti speciali, tuttavia, non mancano, soprattutto nelle scene in cui compaiono i draghi, che sono ancora più numerose e complesse che nella stagione precedente: in questo caso, la serie HBO non risparmia neppure un lungo combattimento in pieno giorno che finalmente esprime tutta la ferocia e la violenza delle tanto attese battaglie aeree tra i cavalieri dei draghi.

Insomma, House of the Dragon torna in TV dal 17 giugno con una seconda stagione che parte a rilento e accelera gradualmente, esplodendo nelle sue prime e turbolente battaglie tra draghi. Chi conosce la storia scritta da Martin intuirà probabilmente che la seconda metà della stagione potrebbe essere ancora più sanguinosa e avvincente: dovremo aspettare i primi di agosto insieme a voi per esprimere un giudizio definitivo ma per adesso possiamo già dirci assolutamente soddisfatti, specialmente dal cast straordinario e da una regia attenta più ai contenuti che a scioccare col sangue e il sesso gratuiti.