L'idea di che cosa sia effettivamente un'azienda di successo nel mondo dei videogiochi è piuttosto difficile da dissezionare in maniera corretta: accanto ai grandi nomi che solitamente monopolizzano l'attenzione del pubblico e a quelli degli studi indipendenti che riescono a guadagnare popolarità grazie a piccole opere di straordinario valore, esiste infatti una fascia intermedia di produttori che sono stati capaci di prosperare nel silenzio per decenni grazie a una singola grande hit, e questo è proprio il caso degli sviluppatori di Hi-Rez Studios.
Un nome, questo, che in tempi non sospetti è salito agli onori della cronaca in ragione di due pubblicazioni ben specifiche, ovvero Paladins ma soprattutto Smite, l'opera che più di ogni altra ha concesso alla compagnia di sopravvivere fino ai giorni nostri e che sin dagli albori del genere MOBA è riuscita ad accogliere una discreta fetta d'utenza. Ora l'azienda americana è finita al centro di un caso che rischia di farle smarrire la sua gallina delle uova d'oro e che ha già portato un'ondata di licenziamenti: cosa sta succedendo a Hi-Rez Studios e al suo discusso Smite 2?
La crisi di Hi-Rez Studios e di Smite 2
In data 1 ottobre 2024 il direttivo di Hi-Rez Studios ha emesso un comunicato nel quale confermava al pubblico una pesante riorganizzazione interna accompagnata dal licenziamento di un numero non ancora precisato di dipendenti degli studi coinvolti, fra i quali brillavano anche i nomi di alcuni sviluppatori e soprattutto artisti storici della casa. In quell'occasione, l'amministratore delegato Stewart Chisam ha commentato in prima persona la vicenda su X, parlando di un suo fallimento personale, arrivando a rimuovere dalla biografia della piattaforma la sua posizione lavorativa, nonché affermando che tale scelta si era resa necessaria per garantire un futuro stabile all'azienda, azzerando tutto il supporto al primo capitolo di Smite.
Per comprendere come si sia arrivati a questo punto è necessario riportare indietro le lancette dell'orologio, per la precisione fino al 12 gennaio del 2024, ovvero il giorno dell'annuncio di Smite 2. Se avete seguito le vicende relative a Overwatch 2, questa vi suonerà come una storia per la maggior parte già sentita: l'annuncio del sequel del MOBA - dunque un classico game-as-a-service che è intrinsecamente nemico dei seguiti - fu giustificato attraverso la necessità di adeguare gli strumenti di sviluppo alle esigenze delle più recenti generazioni di videogiochi, così il direttivo aveva preso la decisione di trasferire l'esperienza su Unreal Engine 5 portando nel processo una serie di cambiamenti irreversibili.
L'ondata di entusiasmo iniziale lasciò rapidamente il posto a una serie di violente polemiche: per prima cosa, per vedere integrati all'interno di Smite 2 tutti i personaggi originali sarebbero serviti svariati anni, cosa che inevitabilmente fece precipitare l'interesse verso l'incompleta versione Alpha di Smite 2. In seconda istanza, la compagnia comunicò di non poter in alcun modo trasferire le skin del primo episodio nei confini del seguito. Skin estetiche che, per Hi-Rez Studio, hanno rappresentato uno dei principali strumenti di monetizzazione del decennio intero, tutt'ora vendute a peso d'oro sulle pagine del negozio digitale. Con il passaggio a Smite 2, chiunque abbia acquistato delle skin non cross-gen in cambio di gemme riceverà un semplice sconto sull'acquisto delle nuove skin, portando una grossa fetta del pubblico a perdere la totalità dell'investimento effettuato.
La strategia iniziale di Hi-Rez era quella di far convivere in parallelo Smite e Smite 2, proseguendo lo sviluppo del sequel in tempo reale e continuando ad aggiornare il primo capitolo, che solo su Steam poteva contare su una solidissima media di oltre 20.000 utenti giornalieri, una base installata che sarebbe stato imperativo conservare. Ma le cose non sono andate assolutamente come previsto: a fronte l'incompletezza della versione Alpha del secondo capitolo e della cessazione delle attività sul fronte del primo, i numeri di Smite sono crollati: mentre su Steam la versione Alpha di Smite 2 fatica a sfiorare i 2.000 utenti simultanei, il "vecchio" Smite oggi ne conta meno di 6.000, avendo vissuto un calo talmente elevato da dirottare i giocatori europei sui server nordamericani.
La gestione discutibile di Hi-Rez Studios
A questo punto è necessario fare un ulteriore salto indietro nel tempo per rendersi conto di cosa sia effettivamente capitato a Hi-Rez Studios nel corso degli anni, perché la compagnia ha costantemente tentato di espandere le proprie ambizioni finanziarie e per farlo ha utilizzato Smite come carburante, mancando di investire al suo interno le risorse necessarie e trovandosi di conseguenza a fronteggiare la situazione che si è venuta a creare oggi.
Hi-Rez Studios non è nata assieme a Smite, dato che prima aveva pubblicato due titoli oggi perlopiù dimenticati, ovvero Global Agenda e Tribes Ascend. La sua ascesa, tuttavia, si può far coincidere con l'esordio del MOBA nel 2014, titolo che ebbe la fortuna di posizionarsi sin dal debutto accanto ai titani del genere, radunando quella grossa fetta di pubblico che stava cercando un'alternativa anche e soprattutto nell'ecosistema console, riuscendo dunque a ritagliarsi una fonte d'introiti pressoché inattaccabile.
Il problema è tutto ciò che accadde da quel momento in avanti: nel 2016 Hi-Rez Studios pubblicò Jetpack Fighter per iOS e Android, ritirato dagli app store nel 2019. Nel 2017 ebbe inizio la beta del gioco di carte Smite Rivals, titolo che a causa dello scarso successo fu cancellato proprio durante la beta. Nel 2018 videro luce Smite Tactics e Paladins Strike, entrambi chiusi all'inizio del 2020, mentre in parallelo emerse Realm Royale, altro progetto che ha recentemente annunciato la cessazione delle attività. Nel 2019 fu la volta di Smite Blitz, che non riuscì a sopravvivere per più di un anno, poi nel maggio del 2020 fu lanciato Prophecy, chiuso trenta giorni dopo, nel mese di giugno. Infine, nel 2022, fu la volta del fighting game Divine Knockout, che oggi è considerato dalla community ufficialmente abbandonato.
Gli unici titoli che nel corso degli ultimi dieci anni sono riusciti ad avere una eco sono Paladins e Rogue Company, il cui numero di giocatori attivi - stando agli ultimi dati del 2024 - non è certo fra i più incoraggianti. Insomma, quella di Hi-Rez Studios è la storia di una compagnia che ha utilizzato i profitti del suo titolo più redditizio, ovvero Smite, per finanziare otto produzioni delle quali nessuna è riuscita a sopravvivere per più di una manciata di anni. E, ovviamente, la sensazione è che tutte queste operazioni siano andate a detrimento dello stesso Smite, una gallina dalle uova d'oro che non ha ricevuto il supporto che meritava.
I piani per il futuro di Smite 2
Dopo gli accadimenti dello scorso ottobre Hi-Rez Studios ha cambiato completamente la sua struttura organizzativa e l'approccio allo sviluppo di Smite 2: in seguito all'ondata di licenziamenti e alla tiepida risposta del pubblico, è stato revisionato il programma di pubblicazione degli aggiornamenti con l'obiettivo di arrivare a 50 personaggi entro il mese di gennaio 2025, al quale corrisponde l'inizio del ciclo vitale della versione Alpha pubblica. Nel frattempo il team ha iniziato a pubblicare aggiornamenti settimanali riguardo lo stato dei lavori, coinvolgendo per esempio la community nelle operazioni di re-design di alcune delle storiche divinità protagoniste.
Resta da vedere se la cura avrà gli effetti sperati, perché l'obiettivo delle 50 divinità è ancora molto lontano dalle 130 attualmente presenti nel primo capitolo, ma anche perché le modifiche apportate al gameplay - l'intero sistema di progressione MOBA è stato ricostruito - non stanno ricevendo l'accoglienza sperata. Se aggiungiamo alla questione il nodo delle skin, che oltre a essere andate perse per sempre offrono giusto uno sconto sull'acquisto delle nuove, otteniamo un quadro ancor più preoccupante di quello che ha caratterizzato il lancio di Overwatch 2. A questo punto non resta che attendere il gennaio 2025, ma osservando gli attuali numeri di Smite e Smite 2 è evidente che Hi-Rez Studios dovrà dare il massimo per tentare salvare la situazione, stavolta ricordandosi che è meglio conservare gli investimenti nei confini del prodotto di bandiera.