Dopo tante anteprime e più o meno lo stesso trailer rivisitato fin troppe volte, siamo finalmente riusciti a provare Indiana Jones e l'antico Cerchio, ovvero il nuovo gioco di "quelli degli ultimi Wolfenstein". Sebbene questa volta dovremo fare a meno di BJ Blazkowicz, al suo posto contro i nazisti troveremo niente di meno che il popolarissimo archeologo creato da George Lucas e interpretato da uno dei migliori Harrison Ford della storia.
Un personaggio che cinematograficamente ha dato tantissimo, ma che videoludicamente è rimasto pressappoco fermo alle due magnifiche avventure grafiche targate Lucasfilm/Lucasarts, ovvero Indiana Jones and The Last Crusade del 1989 e The Fate of Atlantis del 1992. Sì, ci sono stati altri videogiochi ufficiali, ma se volevamo andare per tombe con un gamepad in mano avevamo Lara Croft come fedele amica o il suo emulo Natham Drake che, in quanto a spettacolarità, non ci ha fatto rimpiangere niente. Ora che il personaggio sembra aver detto davvero tutto sul grande schermo e il buon Ford ha raggiunto definitivamente l'età della pensione, forse per il vecchio Indy è davvero arrivato il momento di rilanciare la sua carriera videoludica.
Da Roma in poi
Della stessa opinione sono Todd Howard, che ha avuto l'idea di sfruttare il personaggio, e MachineGames, messa ai comandi di questo ambizioso progetto intitolato Indiana Jones e l'Antico Cerchio che, mouse e tastiera sottomano, si è dimostrato finalmente per quello che è: un Wolfenstein New Blood più lento, più riflessivo, più avventuroso e più spazioso. Caratteristiche che non ci ha rivelato subito, ma solo dopo due segmenti introduttivi nei quali il professor Jones si sgranchirà le gambe per le eleganti stanze della sua università, e tornerà definitivamente in azione sfidando i fascisti italiani a Castel Sant'Angelo, a Roma.
Se la prima parte serve per insegnare al giocatore in che modo è possibile interagire con il mondo di gioco, offrendoci anche un primo interessante puzzle da risolvere, la seconda ha lo scopo di mostrarci la parte più action di questo progetto. Castel Sant'Angelo è un ambientazione prevalentemente incentrata sullo stealth, permettendoci di mettere a fuoco il comportamento della IA mentre sgattaioliamo per le antiche mura romane. Peccato che non ci sia stato permesso di giocare l'intera missione: dopo circa trenta minuti veniamo interrotti e su tutti i computer viene caricato il livello ambientato a Giza, in Egitto.
Si respira avventura
Qui MachineGames cambia marcia offrendoci un livello molto, molto più grande dei precedenti, soprattutto qui ci viene data la possibilità di svolgere i compiti principali nell'ordine che preferiamo. Indy viene letteralmente lasciato da solo alle prese con un ambiente alieno ed ostile, con pochissime indicazioni su cosa fare. Sarà l'ottima grafica, sarà la grandiosa colonna sonora, sarà la piana desertica e le piramidi all'orizzonte, ma la sensazione è di respirare avventure a pieni polmoni.
È proprio la stessa sensazione che si prova guardando i migliori film di Indiana Jones e ora Indy siamo noi: quale sarà la nostra prossima mossa? Ai piedi delle grandi piramidi troviamo un amichevole villaggio e i grandi scavi che i nazisti, ovunque anche qui, stanno portando diabolicamente avanti. Il level design è davvero di altissimo livello e la libertà di andare dappertutto non si traduce nella possibilità di saltare ogni scontro: l'altopiano di Giza è disseminato di cunicoli, strettoie, ronde naziste, scavi, gru, betoniere, tende piene di oggetti e naturalmente tombe e sacrari. Un vero e proprio luna park per un personaggio come Indiana Jones.
All'ombra delle piramidi
A Giza abbiamo avuto modo di apprezzare anche la versatilità della frusta di Indiana Jones che si è rivelata essere sia un ottimo strumento difensivo, sia un insostituibile attrezzo da lavoro. La frusta si può avvolgere solo a determinati punti, ma questi sono disseminati un po' ovunque e possono anche essere utilizzati creativamente, come abbiamo fatto noi per oltrepassare uno scavo evitando un gruppo di nemici che in quel momento, a corto di energia e fiato, ci avrebbero immediatamente messo fuori gioco.
Peccato che una volta fatto il salto, meticolosamente calcolato, non sia partito il classico "tattatatta tattataa" che al cinema accompagna le migliori astuzie del personaggio: ce lo saremmo meritato, comprendiamo però che suonarlo ad ogni frustata diventerebbe un filo eccessivo. Sapete cosa ci vorrebbe? Un pulsante appositamente pensato per farlo partire quando necessario! Forse l'amore per Indiana Jones, le emozioni e i ricordi che scatena nei figli degli ottanta, ci stanno facendo perdere la testa, o forse questo gioco MachineGames ha davvero colto nel segno.
Tra azione e puzzle
La frusta, come dicevamo, è utile anche in combattimento: puntata ai piedi può far cadere un nemico, mentre schioccarla sulle sue mani permette di disarmarlo, inoltre è utile per avvolgerli e avvicinarli a noi, indebolirli con dei colpi più deboli, ma veloci. Frusta e pugni saranno i nostri migliori alleati in Indiana Jones e l'antico Cerchio, mentre le armi da fuoco sembrano utili solamente in casi estremi, vista la loro lentezza e imprecisione. Inoltre fanno rumore e il rumore attirerà altri nazisti, alcuni li porterà a cercare il più vicino allarme che ne attirerà ancora di più. Non sembra pero essere così difficile scappare e far perdere le proprie tracce. A Giza abbiamo anche incontrato un paio di missioni secondarie molto divertenti - più pretesti ci sono per esplorare questi livelli e meglio è - e tanti documenti e punti da fotografare per arricchire di aneddoti, e spesso anche nuovi indizi, il nostro taccuino.
Qui abbiamo incontrato diversi puzzle mai difficili, ma nemmeno scontati, messo le mani su strumenti essenziali come l'accendino che da trovare non è proprio semplicissimo, ci siamo persino trasvestiti per passare relativamente inosservati. Peccato che la nostra avventura sia terminata proprio sul più bello, mentre eravamo nei pressi della tomba più grande, più interessante, finalmente di nuovo in compagnia di Gina Lombardi e proprio mentre si avvicinava il climax di un livello che comunque avremmo volentieri esplorato più a lungo e molto più meticolosamente di quanto, poi, abbiamo avuto modo e tempo di fare.
Profondo come Indy
Più che combatterli, i nemici di Indiana Jones e l'antico Cerchio vanno evitati, confusi, attirati in trappola. Come le scazzottate, anche le meccaniche stealth preferiscono la spettacolarità alla precisione. In generale, nel gameplay di quest'ultima fatica targata MachineGames abbiamo trovato una perfetta sintonia con quella che è la profondità del personaggio omaggiato, una cosa simile a quanto accaduto con il Batman di Rocksteady e lo Spider-man di Insomniac.
Una cosa che non si vede spesso oggigiorno è la grande ricostruzione storica messa in piedi per questo gioco: ricercatori e artisti hanno fatto davvero un lavoro encomiabile nel riempire l'avventura di oggetti di scena numerosi e credibili. Gli antichi oggetti dell'università, la propaganda fascista a Roma dove si parla rigorosamente in italiano, i manufatti insabbiati in Egitto donano a questo gioco una credibilità rara nei videogiochi, ma alla base di quasi tutti film di Indiana Jones nonché necessaria a non svilire i miti coinvolti per trasformarli in misteri da cospirazionisti.
Migliorare ancora?
Tecnicamente c'è ancora poco da dire: le versioni console non erano presenti mentre sui PC di fascia alta messi a nostra disposizione il gioco se l'è cavata piuttosto bene. Indiana Jones e l'antico cerchio è molto bello da vedere e non delude nel dettaglio, specialmente ora che sembrano aver risolto completamente i brutti movimenti degli occhi che affliggevano soprattutto certi personaggi. Nella versione testata mancavano però ancora alcuni effetti avanzati come ray-tracing e supporto ai sistemi di upscaling più moderni, invece presenti nella versione che potremo giocare dal 9 dicembre su PC e Xbox, e nella primavera del 2025 anche su PlayStation 5.
A deluderci sono stati prevalentemente i vari personaggi secondari che, eccetto quelli più importanti, popolano Giza senza grande convinzione, trasporto e varietà nelle animazioni, rimanendo a ciondolare senza un reale scopo. Alcuni problemi di intelligenza artificiale sia dei compagni che nei nemici hanno fatto capolino lungo tutta la nostra prova, ma prima che iniziassimo a giocare è stata la prima cosa sul quale ci avevano messo in allerta, quindi dei miglioramenti sono scontati, anche se poi bisognerà testarne l'entità reale.
Effetto Harrison Ford
Un punto interrogativo possiamo metterlo anche sul bilanciamento della difficoltà che potrebbe essere stato falsato sia dai sopracitati bug all'intelligenza artificiale, sia dai punti esperienza che nel salvataggio che abbiamo utilizzati erano già stati spesi per comprare diverse abilità extra che hanno reso il nostro Indy più forte, più veloce e con più fiato del solito.
Di nostro abbiamo speso i punti guadagnati aggiungendo l'abilita seconda chance che permette un numero limitato di volte di salvarci dalla morte strisciando fino al nostro cappello; fantastica l'animazione che ne segue con Indiana Jones che si rimette il copricapo col sul tipico sorriso beffardo, mentre i nemici tornano alle loro faccende non accorgendosi di ciò che sta per accadere. Rovistando tra le abilità sbloccabili ne abbiamo viste diverse di interessanti, ma perché rovinarci la sorpresa prima del tempo?
Non era così scontato che MachineGames fosse sulla strada giusta e invece eccoci qua a parlare di un titolo che avremmo volentieri continuato a giocare tutto il giorno, ma che ci è stato tolto di mano dopo poco meno di due ore di prova. Il lato positivo? Almeno non ce lo siamo rovinato troppo. Gli ingredienti per una grande avventura da Indiana Jones sembrano esserci tutti, però ora tocca vedere come verranno utilizzati nel corso del gioco. Altri cinque o sei livelli come quello di Giza più una manciata di sezioni lineari sarebbero più che sufficienti. Se poi davvero l'IA verrà rifinita e ci sarà spazio anche per un bel numero di puzzle davvero interessanti, beh le cose si farebbero davvero interessanti. Alla lista di quel che vorremmo potete aggiungere anche due grosse e grasse tombe in cui perdersi, queste sì che lo renderebbe davvero perfetto. Quale sarà la verità al momento ancora non possiamo saperlo, ma almeno ora siamo a un passo dallo scoprirlo. Senza alcun dubbio, e ce lo hanno confermato anche loro, Indiana Jones e l'antico Cerchio è il gioco più grande mai realizzato dai MachineGames. E si vede, si sente. Lo sarà anche da giocare fino alla fine?
CERTEZZE
- Buona grafica
- Perdersi per l'altopiano di Giza è stato bellissimo
- Combattere i nazisti è uno spasso
DUBBI
- Ci sarà posto per dei puzzle più complessi?
- Alcuni problemi (già conosciuti dal team) legati alla IA
- La profondità di combattimento e stealth sarà sufficiente?