Smoking, pistola, Dry Martini, bolidi ipertecnologici, umorismo inglese, al servizio segreto di sua maestà e con licenza di uccidere. 007, l'icona di una generazione, simbolo di un'epoca. Il suo fascino violento e scanzonato ha rapito il pubblico prima attraverso le pagine di Ian Fleming e, poi, grazie all'immensità audiovisiva del grande schermo. Ma la sua storia non si ferma qui. Il maggior pregio dell'agente segreto più famoso del mondo è quello di sapersi adattare a ogni circostanza, anche mediale.
Per questo, vogliamo ripercorrere la sua storia all'interno dell'industria videoludica, ricercando il legame che unisce James Bond e i videogiochi, in attesa del suo ritorno sotto il segno di IO Interactive.
James Bond negli anni
L'Agente 007 nasce dalla penna di Ian Fleming nel 1953 con la pubblicazione di Casino Royale, primo dei dodici romanzi scritti dall'autore fino alla sua morte nel 1964. Viene descritto come un bell'uomo dal sorriso crudele, snello e slanciato, dai capelli scuri e segnato da una piccola cicatrice sulla guancia. In sostanza, il mito mascolino erede dei noir del cinema classico hollywoodiano. Non a caso, dai libri, crudi, violenti, in linea con un mondo diviso a metà, si passò velocemente ai film.
A nove anni dalla suo debutto, nel 1962, James Bond ottiene il suo primo lungometraggio, Licenza di uccidere. Un giovane e aitante Sean Connery diventa il volto di quell'anima senza corpo fisico che echeggiava dalle pagine di Fleming.
Negli anni, la sua forma camaleontica ha portato alla mutazione delle sue fattezze in quelle di ben sei attori differenti, da Roger Moore, a Pierce Brosnan, fino al Daniel Craig che ha conquistato gli schermi negli ultimi anni con la trasposizione più cruda del personaggio che sia mai apparsa al cinema.
I film di 007 hanno sempre seguito le tendenze politiche e sociali del mondo in cui si apprestavano a mostrarsi. L'ombra della Guerra Fredda nei nemici di Bond fino alla caduta dell'Unione Sovietica, poi il vuoto da colmare lasciato da un nemico mastodontico, infine l'assestamento degli equilibri internazionali in organizzazioni criminali segrete che paiono la trama fondante dell'intera società odierna, senza le quali tutto collasserebbe.
Azione, testosterone, mascolinità, sessualizzazione in un mondo che per molto tempo è parso essere solo o bianco o nero. Col tempo, qualche sfumatura si è unita alla dicotomica universalizzazione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma abbiamo attraversato solo la soglia. Vedremo quale sarà la strada maestra che si spiana, ora, davanti alla serie.
James Bond nei videogiochi
La storia di James Bond nei videogiochi è lunga e tormentata. Il suo debutto all'interno del medium corrisponde al momento in cui le case di produzioni cinematografiche hanno capito di poter sfruttare il nuovo mezzo per aumentare la visibilità del proprio prodotto (e, di conseguenza, i guadagni). Così, il primo videogioco vero e proprio con protagonista l'agente segreto britannico è James Bond 007 per Atari 2600, Atari 5200, Atari 8-bit, ColecoVision, Commodore 64 e SG-1000.
Diversi giochi a scorrimento e avventure testuali dopo, si arriva alla vera perla; l'unica stella brillante di tutta la pletora di titoli che si sono susseguiti negli anni: GoldenEye 007.
È il 1997 e il videogioco sviluppato da Rare è pronto a scuotere l'industria con la sua personalissima interpretazione dello sparatutto in prima persona, provando che anche su una piattaforma come Nintendo 64 è possibile proporre titoli di questo tipo. Il successo fu immediato, coadiuvato sia dall'uscita di Il domani non muore mai, seguito dell'omonimo film al quale si ispirava, sia dal comparto tecnico, all'avanguardia per l'epoca. Inoltre, la presenza di una modalità per quattro giocatori sullo stesso schermo contribuì a sancire la rapida ascesa del titolo a una produzione di culto.
Da quel GoldenEye, in molti hanno provato a replicarne il successo. I diritti sono passati da Electronic Arts ad Activision, ma in pochi sono riusciti ad avvicinarsi ai risultati sia qualitativi che quantitativi del videogioco di Rare. Uno di questi è stato James Bond 007: Everything or Nothing, distribuito da EA tra il 2003 e il 2004 su PlayStation 2, Xbox, GameCube e Game Boy Advance.
In terza persona e con le voci di Pierce Brosnan, Willem Dafoe, Heidi Kulm, Judi Dench e John Cleese, il gioco proponeva una buona varietà di azione e storia, con anche uno dei comparti tecnici più complessi che le trasposizioni videoludiche dell'agente avessero mai avuto.
Durante l'era Craig, poco è riuscito a lasciare il segno. Quantum of Solace era un compendio che comprendeva sia la storia di Casino Royale che quella dell'omonimo film del 2008, ma lasciò un po' tutti con l'amaro in bocca. Ma mai dire mai! Perché 007 è pronto a impugnare nuovamente la sua pistola, questa volta, si spera, in un'avventura che possa lasciare il segno.
Il James Bond di IO Interactive
Non abbiamo molte informazioni a riguardo, ma una cosa è certa: IO Interactive, lo sviluppatore dell'amatissima saga di spionaggio internazionale Hitman, sta lavorando a un videogioco originale basato sul personaggio dell'Agente 007 e liberamente ispirato al suo retaggio cinematografico, senza rifarsi a nessun film in particolare. Sarà, quindi, un'avventura tutta da scoprire, nonché un nuovo volto da associare all'identità di James Bond (ma, come ormai è chiaro, 007 è uno stile di vita, non una serie di tratti facciali).
IO Interactive ha già ampiamente dimostrato le sue capacità nel settore delle missioni impossibili, sotto copertura e via discorrendo, proponendo una saga come quella di Hitman che (almeno per il momento) si è conclusa con il successo di World of Assassination, un sandbox tinto di rosso che si è rivelato un vero e proprio parco giochi a tema assassinio.
La capacità del team è quella di creare mappe altamente suggestive e facilmente riconoscibili, ricche di elementi da esplorare e occasioni da cogliere, ma, soprattutto, in grado di stupire immediatamente per la loro qualità visiva, che le fa apparire più come diorami ammalianti che non come luoghi effettivamente esistenti (pur mantenendo una plausibilità di fondo). C'è una ricercatezza scopica alla base della saga di Hitman che la rende il perfetto banco di prova per un progetto gargantuesco come può essere quello di un gioco con protagonista James Bond.
Perché 007 è anche questo: luoghi esotici, creati sapientemente per cogliere l'occhio dello spettatore in un periodo in cui non era tutto a portata di mano.
Il mondo degli 007 è un mondo parallelo al nostro, fatto di eccessi, personalità agli estremi del credibile, eventi fuori scala, fisici scultorei e volti del terrore, il tutto nei limiti del verosimile, senza sfociare mai (o quasi) nell'impossibilità irrazionale. Quale altro luogo, quindi, può veicolare al meglio questo mondo "altro" se non l'industria videoludica?
Il cinema può molto, ma avere la possibilità di controllare ogni variabile, ogni istanza audiovisiva presente sullo schermo, è forse l'unico modo per strappare l'anima di Bond dall'inchiostro della pagina stampata e restituirla al pubblico in tutta la sua fiera contraddizione da icona maschile del dopoguerra. Oppure, cambiarne completamente i connotati e trasformalo in un simbolo per una mondo che non si può più permettere di guardare unicamente a un passato irripetibile.