Partecipare a un qualcosa come le semifinali del Worlds di League of Legends 2022 è un momento memorabile. Si respira l'aria del grande evento sportivo, una genuina dimostrazione di forza. La State Farm Arena, un palazzetto abituato a ospitare le partite degli Atlanta Hawks e altri appuntamenti di questo tipo, è gremita in ogni ordine di posto, con ragazzi e ragazze arrivati da tutte le parti del mondo.
Sul palco 10 superstar si sono affrontate senza esclusione di colpi, sopportando sia la tensione derivante dall'essere a un passo da una finale mondiale, sia di essere osservati da circa 16000 persone, senza considerare le centinaia di migliaia collegate attraverso Twitch.
I team arrivati a questo appuntamento, però, sono abituati a palcoscenici di questo tipo, nonostante un po' di evidente e inevitabile emozione iniziale. Le leghe cinesi e coreane, tuttavia, non hanno nulla da invidiare alla nostra Serie A di calcio, perlomeno come livelli produttivi e seguito. I campioni di LoL sono delle vere celebrità, in grado di avere un seguito mostruoso e guadagni da capogiro e i palazzetti hanno un allestimento e una scenografia che può competere con quello dell'NBA.
Ciò che però fa gola a molti è la composizione di questo pubblico formato da giovani di qualunque etnia, con quasi un 50% di donne e un'età media parecchio inferiore ai 40 anni. Decisamente una cartolina molto diversa rispetto a quanto si vede nei nostri stadi, non solo di calcio.
Il grande esport
Proprio i motivi sopra citati contribuiscono a garantire un clima più rilassato: le rivalità sono forti, in un caso c'è un Cina contro Corea del Sud, nell'altro un derby coreano, ma nonostante questo nell'arena si tifa a favore, non contro, come si fa troppo spesso altrove. E qualunque team si sostenga, quando entra una leggenda come Faker si è tutti in piedi ad applaudirlo.
Se ti incroci per strada e riconosci qualche simbolo dei Worlds, nonostante il non amichevole clima di Atlanta, ti sorridi e magari scambi qualche commento al volo su com'è andata la partita o quali sono i pronostici per la sera. Una cosa piuttosto strana negli USA, dove tutti sembrano piuttosto impegnati a vivere nella propria bolla, visto che quella degli altri potrebbe riservare sempre qualche sorpresa.
Nonostante le solite ipocrisie di questa società, gli americani hanno un talento nel dare lustro agli eventi: le partite hanno il commento dal vivo, presentazioni spettacolari, luci a effetto e cibo in quantità con il quale intasare di colesterolo le proprie vene. E nella finale del 5 novembre non mancheranno nemmeno interventi di artisti e cantanti del momento.
Solo l'essere lì, quindi, vale il biglietto d'ingresso. Non importa, o quasi, quale sarà il risultato della partita: è bello stare con gli altri, festeggiare ogni giocare spettacolare, urlare per uno dei pochi gesti di festa fatti dai tesissimi pro-player.
Poi che siano state due semi-finali di assoluto livello è la proverbiale ciliegina sulla torta. Da una parte abbiamo il più grande di tutti tornato a dominare in lane per quello che si dice sarà The Last Dance. E in stile Jordan, Faker sembra avere gli occhi ben puntati sull'obiettivo. Dall'altra abbiamo un team di underdog, i classici giocatori che non sono mai riusciti a trovare una quadra, ma che, nel momento più importante, hanno tirato fuori la coesione, andando a giocare persino al di sopra delle proprie possibilità.
Comunque andrà, il 5 novembre (il 6 da noi) ci sarà una nuova pagina di storia degli esport da scrivere. I T1 sembrano nettamente favoriti, ma tutti contro i DRX lo erano, eppure...
Non mancheremo di raccontarvi come è andata. Perché, ripetiamo, anche se non li amate, anche se non li capite, i mondiali di LoL sono uno di quegli eventi da guardare per avere, forse, una finestra sul futuro degli sport interattivi. Non Twitch e le sue visualizzazioni, ma i videogiochi visti come evento competitivo, come forza in grado di richiamare decine di migliaia di persone da tutto il mondo in un palazzetto e centinaia di migliaia davanti ad uno schermo.