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Marvel Cinematic Universe tra videogiochi e Fase 4, a che punto siamo?

Ant-Man & the Wasp: Quantumania segna l'inizio della Fase 5 nel Marvel Cinematic Universe, perciò è un buon momento per guardare alla Fase 4 e capire cos'ha funzionato e cosa no.

SPECIALE di Christian Colli   —   11/02/2023
Marvel Cinematic Universe tra videogiochi e Fase 4, a che punto siamo?

It's all connected, recitava lo slogan del Marvel Cinematic Universe agli esordi. È tutto collegato, perché c'erano le scene dopo i titoli di coda - anche dette stinger - che anticipavano i film successivi, e nella Fase 1 si passava dall'incontrare i vari eroi, uno per uno, a vederli formare gli Avengers. All'epoca i film si collegavano indirettamente a poche serie TV e il MCU sembrava avere dei limiti invalicabili, che sono stati scavalcati con l'introduzione del Multiverso: un "concetto di cui sappiamo spaventosamente poco", direbbe il Dottor Strange, ma del quale ormai abbiamo praticamente la nausea visto che il successo dei cinecomics lo ha sdoganato e ora ce lo ritroviamo un po' ovunque (un esempio videoludico: Fire Emblem Engage).

Il Multiverso è il fulcro della nuova "saga" nel Marvel Cinematic Universe: composta dalle fasi quattro, cinque e sei, essa segue la Saga dell'Infinito in cui decine di attori famosi e famosissimi hanno affrontato uno dei villain più iconici di questa generazione, Thanos. Servono ora nuove storie da raccontare, nuovi eroi da sviluppare e un nuovo nemico che li unisca su un fronte comune. Ant-Man & the Wasp: Quantumania, in uscita il 15 febbraio, ha proprio questo scopo, e cioè svelare al grande pubblico il nuovo "cattivo", ma ne ha anche un altro più importante, ovvero farsi perdonare per una Fase 4 sconclusionata e, infine, deludente. Vediamo perché.

Tra cinema e TV

Una scena di Black Widow, il film che ha inaugurato la Fase 4 del MCU
Una scena di Black Widow, il film che ha inaugurato la Fase 4 del MCU

Il troppo stroppia, recita un popolare proverbio, e la Fase 4 lo ha dimostrato chiaramente con un netto calo di interesse, che in qualche caso si è trasformato in aperta ostilità, nei confronti dei cinecomics targati Marvel Studios. Rallentata e anche un po' mutilata dalla pandemia, la Fase 4 è cominciata con un'idea che sulla carta sembrava anche vincente: allargare il Marvel Cinematic Universe alla TV col contributo della piattaforma per la distribuzione digitale Disney+.

Non a caso il primo film del nuovo corso, Black Widow, ha sfruttato Disney+ proprio nel momento in cui i cinema erano sotto lockdown, uscendo dopo - ma non era questa l'intenzione originale - le prime serie TV che andavano a comporre il mosaico della Fase 4: WandaVision, Falcon and the Winter Soldier, What if...? e Loki. Kevin Feige lo ha recentemente definito un "momento di sperimentazione" che partiva dalla tabula più o meno rasa di Avengers: Endgame per concedere ai Marvel Studios la libertà di esplorare nuovi personaggi e, soprattutto, nuove narrative.

Se la cosa ha funzionato con la sperimentale e intrigante WandaVision, lo stesso non si può dire per le serie TV a seguire, che hanno spaccato maggiormente l'opinione di critica e pubblico, specialmente a fine corsa con le meta-trovate di She-Hulk: Attorney at Law. Nel mezzo abbiamo avuto stagioni e miniserie fatte di alte e bassi, come Moon Knight, che è partita bene ma si è persa sul caotico e sconclusionato finale, o la frizzante Ms. Marvel, forse quella che ha sentito maggiormente non tanto il peso della pandemia - che tra le altre cose ne ha ritardato enormemente la lavorazione - quanto quello delle riscritture: a quel punto, infatti, non si capiva ancora bene dove stesse andando a parare la Fase 4 proprio perché ogni produzione saltava di palo in frasca.

Lo stesso succedeva al cinema. Ogni nuovo film è apparso fortemente scollegato dai precedenti - basti pensare all'autoriale Eternals di Chloé Zhao - e i minuscoli collegamenti alle serie TV (e viceversa) hanno contribuito a generare una grossa confusione e la fastidiosa sensazione che lo spettatore dell'ultima ora, per capire tutto, dovesse pagare anche l'abbonamento al servizio Disney. L'esempio più eclatante è sicuramente la spiegazione della partnership tra Wong e l'Abominio nel film Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, spiegata in She-Hulk a più di un anno dall'uscita del film nelle sale.

Il Multiverso ha portato sullo stesso schermo tre generazioni di Spider-Man cinematografici
Il Multiverso ha portato sullo stesso schermo tre generazioni di Spider-Man cinematografici

Anche il leitmotiv della nuova saga è stato gestito in maniera approssimativa. Abbiamo capito relativamente presto che sarebbe stato il Multiverso, ma ogni film o serie TV ha affrontato la questione a modo suo, confondendo ulteriormente le acque. A spiegarcelo bene è stata, per assurdo, la serie animata What if...? mentre ogni film o serie TV interpretava il concetto in modo apparentemente scollegato: Loki in una maniera, Spider-Man: No Way Home in un'altra, Doctor Strange nel Multiverso della follia in un'altra ancora. Ad oggi, che la Fase 4 si è conclusa, sembra quasi che nessuna di queste storie abbia avuto influenza sullo stesso mondo, eppure si svolgono tutte in un arco di tempo più o meno contenuto.

La diversità nelle narrative sconnesse e i toni completamente diversi tra un film e l'altro - per dire, siamo passati dalle sfumature horror del Doctor Strange 2 di Sam Raimi alla commedia sboccata di Thor: Love and Thunder nel giro di pochi mesi - hanno sviato gli spettatori. Soprattutto si è sentita la mancanza di una o più colonne portanti nella storia, che nelle prime tre fasi erano i Vendicatori, e in particolare la carismatica figura dell'Iron Man di Robert Downey Jr. Forse non è un caso che la Fase 4 non si è conclusa con un crossover, ma con una commemorazione del talentuoso Chadwick Boseman.

Fase 4 Vs. videogiochi

Marvel's Spider-Man è una delle migliori incarnazioni dell'Uomo Ragno proprio per la sua autonomia narrativa
Marvel's Spider-Man è una delle migliori incarnazioni dell'Uomo Ragno proprio per la sua autonomia narrativa

La nostra opinione nei confronti della Fase 4 è tutto sommato positiva, nei confronti dei singoli film o serie TV, ma molto meno riguardo al progetto nel suo insieme, che abbiamo trovato caotico ed eccessivo: troppe produzioni e troppi personaggi, apparentemente o dichiaratamente slegati, tranne in pochi casi, che affollano un panorama già disorientante. Devono essersene resi conto anche a Disney e Marvel Studios, perché Kevin Feige ha dichiarato, poco tempo fa, che nella Fase 5 si concentreranno più sulla qualità che sulla quantità: e infatti non sono molte le serie TV in programma per il 2023, mentre la nuova fase inizierà con un pezzo da novanta, e cioè il nuovo film con protagonista Ant-Man. Nella pellicola di Peyton Reed in uscita tra qualche giorno, la famiglia allargata dei Lang/Pym tornerà nel Regno Quantico per vedersela con il nuovo nemico che ci accompagnerà fino alla fine della nuova saga: Kang il Conquistatore.

Interpretato da Jonathan Majors, questo viaggiatore del tempo intende conquistare il Multiverso, come anticipato da Colui che rimane (sempre Majors) nel finale di stagione di Loki: una delle tante varianti dello stesso personaggio, come quelle degli Illuminati nel secondo film del Dottor Strange. Kang porterà sulle spalle la scomoda eredità di Thanos, l'iconico antagonista nella prima saga cinematografica, e se riuscirà a convincere gli spettatori lo scopriremo soltanto nei prossimi film: nei fumetti bazzica da cinquant'anni ed è stato il fulcro di alcune tra le storie più famose di tutti i tempi.

Kang è l'antagonista nella Saga del Multiverso... ma sarà all'altezza di Thanos?
Kang è l'antagonista nella Saga del Multiverso... ma sarà all'altezza di Thanos?

Ora, quindi, gli scrittori dovranno concentrarsi sull'intreccio dei prossimi film e delle serie TV, che andranno a costituire l'ossatura vera e propria della Saga del Multiverso. La Fase 4 ha soltanto presentato una nuova generazione di eroi e impiattato alcune sottotrame, ma è mancato uno scopo - una posta in gioco - nonostante sette film e otto serie TV. Lo ripetiamo: sette film e otto serie TV, nel corso di appena tre anni o poco più, sono troppe anche per un immaginario diversificato nei toni e nei personaggi come quello Marvel. Si rischia non solo di saturare il settore - anche senza una vera e propria concorrenza - ma pure di stancare i fan.

E forse è stata proprio la volontà di includere ogni storia in un quadro più grande a rovinare la percezione che abbiamo avuto di questa Fase 4: così abituati a unire i puntini, siamo rimasti spaesati quando i Marvel Studios hanno deciso di prendersi una specie di pausa da quel tipo di narrazione, scegliendo di sperimentare senza comunicarlo con trasparenza per troppo tempo. Stupisce, quindi, che addirittura James Gunn - regista dei Guardiani della Galassia, passato a dirigere la concorrenza - abbia scelto di percorrere la stessa, controversa e rischiosissima strada aggiungendo all'equazione un altro fattore: i videogiochi.

Marvel's Guardians of the Galaxy ci ha positivamente sorpreso per la campagna solida e cinematografica
Marvel's Guardians of the Galaxy ci ha positivamente sorpreso per la campagna solida e cinematografica

Nella mente di Gunn, infatti, i videogiochi dovrebbero andare a riempire gli spazi vuoti tra i film e le serie TV dell'universo cinematografico DC/Warner Bros. dopo il reboot previsto nel 2025 a partire da Superman: Legacy. Un progetto ambizioso e praticamente improponibile, per i motivi che abbiamo spiegato nel nostro approfondimento sulla questione. Marvel e Disney, invece, sul fronte videoludico hanno operato una strategia più intelligente e misurata, dando carta bianca agli sviluppatori che in questi anni ci hanno consegnato alcuni titoli di ottima qualità: Spider-Man, Guardians of the Galaxy, Midnight Suns e Marvel Ultimate Alliance 3 su tutti. Nessuno di questi videogiochi è collegato agli altri; ciascuno di essi esiste in un suo universo che non è il Multiverso cinematografico e non serve giocarne neppure uno per capire il prossimo film o la prossima serie TV in uscita.

Svicolati dalla Fase 4 - e da quelle precedenti e da quelle a venire, se per questo - i videogiochi targati Marvel hanno potuto crogiolarsi in un'autonomia narrativa che ci ha regalato storie autoconclusive e soddisfacenti, articolate quasi come fossero film o completamente folli come i fumetti cui s'ispirano. In questo confronto immaginario, insomma, la Marvel videoludica degli ultimi anni vince su quella cinematografica: è stata più sobria, meglio calcolata, più autonoma e godibile. Che sia questa la strada migliore da percorrere? Tornare, cioè, alla vecchia maniera, quella in cui i cinecomics erano slegati e indipendenti?

Marvel's Avengers aveva le potenzialità di portare qualcosa di simile al MCU anche nei videogiochi
Marvel's Avengers aveva le potenzialità di portare qualcosa di simile al MCU anche nei videogiochi

Oppure è ancora possibile che i Marvel Studios riescano a bissare il successo senza precedenti della loro Saga dell'Infinito? Le sale, insomma, torneranno a riempirsi dello stesso entusiasmo della scena dei portali di Avengers: Endgame anche nel futuro Avengers: Secret Wars? Facendo gli avvocati del diavolo, insomma, potremmo chiederci se invece non sia possibile avere qualcosa di simile al Marvel Cinematic Universe anche nei videogiochi: un... Marvel Videogame Universe in cui le storie di Spider-Man, dei Guardiani e dei prossimi giochi incentrati su Captain America e la Pantera Nera si intrecciano in un capitolo crossover tutto da giocare. Tipo l'ambizioso progetto che sarebbe dovuto essere il Marvel's Avengers di Crystal Dynamics, insomma... ma senza le dinamiche GaaS che lo hanno condannato a morte.