MediEvil è stato uno dei titoli più iconici della prima PlayStation: sviluppato dagli studi di Cambridge di Sony e pubblicato nel 1998, si è saputo ricavare uno spazio incolmabile nel cuore degli appassionati, nonostante la gestione della telecamera abbia fatto conficcare numerosi DualShock sui vetri dei televisori a tubo catodico. Il fattore nostalgia, alimentato anche da un ottimo seguito, ha dato vita a un numero imprecisato di tentativi di rievocazione (nel 2014 un modder ci aveva provato col motore di Skyrim), sino a quando, nel 2015, un fake/tributo realizzato con l'Unreal Engine 4 deve essere arrivato all'attenzione di qualche capoccia del colosso giapponese. Quella che ormai sembrava essere un proprietà intellettuale caduta in disgrazia, complice anche la chiusura di Guerrilla Cambridge, è stata riesumata nella PlayStation Experience dello scorso anno dove è stata confermata una nuova versione per la felicità di migliaia di appassionati che, da qualche ora, possono ancor di più fare i salti di gioia, perché è stato presentato un trailer ufficiale in cui si può apprezzare anche il gameplay.
Il video
Il primo trailer di MediEvil è un video di un centinaio di secondi, uscito non a caso proprio nella notte delle streghe, che ci fa capire diverse cose su quello che ci aspetta e la più importante è che si tratterà di un remake; il motore di gioco era troppo datato per poter essere portato, sia pur con tutti gli accorgimenti del caso, ai giorni nostri. Soprattutto la problematica gestione della telecamera sarebbe stata del tutto anacronistica nel 2019 (anno di uscita del titolo), ed infatti la visuale risulta leggermente più vicina a Sir Daniel Fortesque, l'impavido eroe di Burtoniana influenza. Ciononostante i richiami agli stilemi del capostipite sono molto forti: nel trailer vengono continuamente visualizzati anche istanti del gioco originario per metterli a confronto con quelli moderni ed è possibile apprezzare non solo la fedeltà nella riproposizione dei nemici, ma anche la morfologia della mappa e degli oggetti che è rimasta identica a quella di vent'anni fa. Insomma sembra proprio corretto dire, almeno fino a questo momento, che si tratta di un remake 1:1, cosa che avevamo già visto con la trilogia di Crash Bandicoot.
Come ovvio l'aspetto che maggiormente balza all'occhio è una grafica finalmente al passo coi tempi (si potrà giocare in 4K) che, anche se magari farà fatica a spalancare la mascella, sembra riuscire nell'intento di riproporre le grottesche atmosfere del primo, grazie anche a sistemi di illuminazione all'avanguardia e a un comparto audio completamente rifatto da zero. L'attesa è elevata, come testimoniato dalle tante visualizzazioni raccolte sul canale YouTube di PlayStation (100.000 in poche ore). Non ci resta che attendere ancora qualche mese per tornare a calcare le lande di Gallowmere.
Una storia travagliata
Raccontare la genesi del primo MediEvil è un po' come leggere un libro di avventura con il migliore dei lieti fine. Tutto inizia nella seconda metà del 1995, quando la Vectordeam di Chris Sorrell, creatore della saga di James Pond, viene acquisita da Millennium Interactive, mentre stava completando James Pond: Starfish. Si trattava di un nuovo soggetto indipendente, di stanza a Cambridge, la cui opera prima (escludendo un catastrofico tie-in sui Trasformer sotto licenza Hasbro Interactive) sarebbe venuta alla luce un paio d'anni più tardi: era il seguito di Frogger, anch'esso piuttosto criticato dalla stampa specializzata. Sorrell aveva in mente di fare quello che oggi si chiamerebbe mash-up tra Ghost'n Goblins, serie capolavoro della Capcom, e Nightmare Before Christmas di Tim Burton. Al progetto si unì anche Jason Wilson che preferì abbandonare quello schema di gioco arcade in favore delle sfumature più delicate che si erano già viste in Zelda. All'inizio il progetto era sviluppato per più piattaforme, tra cui il Sega Saturn e il PC, ma a Sony piacque talmente tanto la demo che ne richiese l'esclusività. Non solo: il colosso giapponese stava allungando i propri tentacoli anche in terra d'Albione e voleva dare una sorellina alla neo-acquisita Psygnosis: sicché, dopo appena sei mesi dal primo accordo commerciale, Millennium si trasformò in SCE Cambridge e questo aiutò non poco lo sviluppatore che si stava muovendo in acque finanziarie tutt'altro che tranquille. Tuttavia la società nipponica non fornì alcun contributo tecnico a Sorrell e soci, che si trovarono nelle condizioni di completare con le proprie forze quella che avrebbe dovuto essere una delle killer application per la prima PlayStation. Il team di sviluppo viveva una situazione surreale, essendo da un lato rimasto del tutto alieno alle dinamiche dell'acquisizione (Chris affermò di non aver partecipato ad alcuno dei primi meeting e di aver capito che MediEvil stava diventando qualcosa di grosso solamente dopo diverse settimane) e dall'altro non avendo esperienza con i motori grafici tridimensionali che a quell'epoca stavano definitivamente soppiantando i titoli tradizionali. Il personaggio di Sir Daniel fu concepito unendo le forze di Sorrell a quelle di Martin Pond: l'idea di mettere uno scheletro al centro della scena era piaciuta in particolare alle giocatrici, che lo ritenevano "intrigante". Durante lo sviluppo Sony chiese che il titolo fosse compatibile con il DualShock e questo aiutò la software house con l'annoso problema delle telecamere. Un ultimo divertente aneddoto riguarda la fase di promozione. I designer furono costretti a sessioni fotografiche in diversi cimiteri inglesi che in linea di massima non crearono grattacapi, a parte in un'occasione: un priore chiese spiegazioni per tutto quel movimento su un luogo così sacro. Chris rispose che si trattava di una ricerca universitaria.
CERTEZZE
- Il carisma di Medievil in tutta la sua potenza
- Sarà finalmente migliorato il sistema di telecamere?
- Una ricostruzione fedele del gioco originale
DUBBI
- La grafica saprà catturare anche i giocatori più esigenti?
- Servirebbero degli extra per rendere appetibile il titolo anche a chi l'ha già finito più volte