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Mythic Quest 4: la nuova stagione parte con il piede giusto

Dopo una lunga pausa, la office comedy di Apple Tv+ torna con una nuova stagione: riuscirà a far ridere ancora una volta i videogiocatori?

SPECIALE di Riccardo Lichene   —   04/02/2025
La quarta stagione di Mythic Quest parte con il piede giusto

Mythic Quest è tornata dopo una lunga pausa e deve dimostrare ancora una volta di essere al passo con gli ultimi sviluppi dell'industria videoludica. La ricetta della office comedy di Apple Tv+, infatti, prevede che gli spettatori vengano portati dietro le quinte delle ultime storture, follie e idee geniali nel campo dello sviluppo e, dopo aver visto i primi due episodi, la quarta stagione sembra essere sulla buona strada.

Per chi avesse bisogno di una rinfrescata, la terza stagione di Mythic Quest ha visto Poppy e Ian (i due personaggi principali) provare ad aprire il loro studio di sviluppo dopo aver lasciato la direzione creativa di Mythic Quest (l'MMORPG fittizio al centro della serie) nelle mani del timido e insicuro executive producer David. Messi di fronte all'impossibilità di riuscire a lavorare su qualcosa che non fosse Mythic Quest, i due tornano alle dipendenze di David, ma non si presentano a mani vuote.

Durante l'anno passato lontano da MQ (così viene abbreviato il nome del gioco) Poppy e Dena (una delle due tester che fanno da personaggi secondari) hanno creato Playpen, un sandbox super intuitivo che permette la creazione di videogiochi al suo interno da parte degli utenti: in poche parole una versione alternativa di Roblox. La quarta stagione inizia con l'integrazione riuscita di Mythic Quest con Playpen, ma rivalità, sentimenti e conflitti di interesse fanno da micce per piccole esplosioni narrative che, finora, abbiamo trovato interessanti.

I grandi temi della quarta stagione di Mythic Quest

La terza stagione della serie di Apple Tv+ era incentrata sull'impatto che hanno avuto sull'industria dei videogiochi il metaverso (tra blockchain e NFT) e le politiche inclusive a tutti i costi del periodo immediatamente successivo alla pandemia. La quarta alza ancora di più l'asticella perché ha al centro dei problemi ancora più complessi: l'arrivo dell'AI generativa e la moderazione.

Ian ha uno sviluppo interessante a cavallo di queste due stagioni e torna ad assumere il ruolo del visionario senza freni delle origini della serie
Ian ha uno sviluppo interessante a cavallo di queste due stagioni e torna ad assumere il ruolo del visionario senza freni delle origini della serie

Non è un segreto che Roblox sia un inferno dal punto di vista dello sfruttamento del lavoro minorile e della moderazione e Mythic Quest, con qualche inevitabile semplificazione, mette lo spettatore al centro di questo tornado perché i protagonisti sono alle redini di un progetto che replica in tutto e per tutto le dinamiche dell'esperienza degli omini gialli. Viste le potenzialità creative illimitate di Playpen, già pochi mesi dopo il lancio il team si ritrova fortemente a corto di personale in fatto di moderazione.

Esperienze a sfondo esplicitamente erotico e sessuale sono riuscite a superare i filtri esistenti e a spopolare sulla piattaforma, ma la mole di contenuti prodotti dagli utenti è tale che ci vorrebbe un esercito di moderatori per tenere la situazione sotto controllo. L'approccio iniziale è proprio quello di armarsi di un team di più di 1000 persone basato in India per risparmiare ed essere efficienti, ma non basta. Così David decide di utilizzare l'intelligenza artificiale.

Playpen è diventato in brevissimo tempo il fulcro della strategia di monetizzazione di Mythic Quest
Playpen è diventato in brevissimo tempo il fulcro della strategia di monetizzazione di Mythic Quest

Per la fine del secondo episodio risulta evidente che il team non è in grado di definire dei criteri coerenti per affidare a un'AI il compito di filtrare migliaia di esperienze a sfondo sessuale, così David decide di implementare una valuta interna al gioco per "premiare i giocatori che seguono le regole" ed esternalizzare la moderazione. In questo la serie riesce ad essere molto fedele alle sue passate stagioni: questi problemi stanno affliggendo l'industria videoludica di oggi in modo significativo, soprattutto su Roblox: siamo curiosi di sapere come verranno affrontati nel corso dei prossimi otto episodi.

I personaggi e il loro viaggio

Il duo al centro della storia di Mythic Quest è formato dalla Poppy Li di Charlotte Nicdao e dall'Ian (Aian) del co-creatore Rob McElhenney ed è ancora il motore principale delle vicende. I loro battibecchi e le loro battaglie per determinare il futuro del gioco fanno ridere e intrattengono, ma un elemento esterno arriva a disturbare la pace: Poppy si è trovata un fidanzato.

Qualcosa si sta insinuando nel rapporto tra Ian e Poppy
Qualcosa si sta insinuando nel rapporto tra Ian e Poppy

A Ian non potrebbe fregare di meno perché lui è "innamorato" dello spirito creativo della sua collega. Quando viene fuori che Storm, questo il nome del nuovo personaggio, l'ha coinvolta nei suoi progetti artistici chiedendole di programmare un'opera robotica, vediamo qualche crepa apparire nel personaggio super sicuro di sé di McElhenney.

Le storie secondarie più interessanti di questa quarta stagione, finora, sono quella di Rachel (il personaggio di Ashly Birch) e quella del Brad di Danny Pudi. La prima, ora a capo della monetizzazione di Mythic Quest, si ritrova dall'altro lato della barricata rispetto alla sua fidanzata Dana (Imani Hakim) che è diventata uno dei creativi più illustri, e sottopagati, di Playpen.

La relazione tra Rachel e Dana verrà messa a dura prova dalle loro carriere in crescita all'interno e intorno a Mythic Quest
La relazione tra Rachel e Dana verrà messa a dura prova dalle loro carriere in crescita all'interno e intorno a Mythic Quest

Il secondo, ora alle dipendenze proprio di Dana, si ritrova a essere un improbabile eroe perché ha la missione di liberare la sua capa dal contratto da fame che lui stesso aveva redatto l'anno precedente (in veste di responsabile della monetizzazione) prima di venire arrestato. È Brad, infatti, a proporre l'implementazione della valuta interna a Playpen per cercare di introdurre una qualche forma di condivisione dei profitti con i creatori dei giochi.

Il personaggio di David (David Hornsby), invece, sta intraprendendo un arco a lungo auspicato e di cui abbiamo visto qualche anticipazione alla fine della terza stagione: sta diventando il cattivo. Il direttore creativo non sta attivamente ostacolando i personaggi, ma è la personificazione tutto ciò che non va con la struttura manageriale delle grandi aziende videoludiche di oggi.

È ossessionato dal numero dei giocatori, controlla in modo maniacale il budget nonostante i profitti esorbitanti e vuole concentrare gli sforzi esclusivamente su ciò che ha funzionato in passato e non sulle nuove idee dei creativi.

I primi due episodi della quarta stagione di Mythic Quest partono con il piede giusto: fanno ridere e affrontano alcune delle tematiche più scottanti della contemporaneità videoludica. L'unica cosa che non ci è piaciuta è come lo show si sta approcciando ai problemi e alle sfide dell'integrare l'intelligenza artificiale generativa all'interno del processo di sviluppo. Gli sceneggiatori, però, hanno fatto un ottimo lavoro nello spiegare, senza annoiare, il problema della moderazione e dello sfruttamento dietro a piattaforme come Roblox. I personaggi hanno degli archi narrativi convincenti e la storia ha preso una piega interessante: possiamo definirci assolutamente incuriositi e non vediamo l'ora di scoprire come questa serie TV racconterà i dietro le quinte dell'industria videoludica contemporanea.

CERTEZZE

  • Si sente che è al passo con i tempi
  • I personaggi hanno degli archi interessanti
  • Buone premesse narrative

DUBBI

  • Tema dell'Intelligenza artificiale (per ora) incoerente