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Parsec, cloud gaming fai-da-te

Parsec è uno dei software più interessanti nel panorama dello streaming dei videogame, lo abbiamo provato.

SPECIALE di Luca Olivato   —   26/02/2019

In queste settimane siamo tornati più volte sull'argomento cloud gaming che si inserisce perfettamente nella filosofia della sharing economy e dei videogame visti come servizio. Molti attori si sono già presentati ai nastri di partenza di questa nuova frontiera, tra cui Microsoft, Sony, NVIDIA e Google, ma non siamo che agli inizi e c'è ancora spazio per piccole realtà portatrici di soluzioni innovative. Tra queste si inserisce a pieno diritto Parsec Cloud, giovane società a stelle e strisce fondata nel 2016 da Chris Dickson e Benjy Boxer, due amici universitari dalle larghe vedute. Oggi sono già nove i dipendenti a tempo pieno che si stanno occupando di sviluppare e commercializzare l'omonimo software, con risultati incoraggianti: nel gennaio dello scorso anno Hewlett-Packard ha commissionato loro la suite Game Stream, versione dell'utility disegnata per l'ecosistema Omen.

I due fondatori
I due fondatori

Cos'è Parsec

La cosa che principalmente differenzia Parsec da altri software simili (come GeForce NOW) è la possibilità di sfruttare la potenza elaborativa del proprio computer ed utilizzarla per far girare titoli su altri dispositivi: oltre ai sistemi operativi Windows sono supportati anche Android, Linux, MacOs e Raspberry Pi. Chiaramente l'applicazione va installata tanto sul client quanto sul PC che si vuole usare come host e altrettanto chiaramente richiede la registrazione del proprio profilo che prevede la creazione di un nickname univoco. Questo servirà per creare gruppi di amici a cui comunicare l'indirizzo del server (o più banalmente chattare). Una volta eseguito l'accesso sul client si apre una sorta di desktop remoto che permette di prendere il totale controllo del PC ospitante; è però possibile limitare gli ospiti all'utilizzo di un determinato numero di applicazioni. Parsec supporta dispositivi Bluetooth per cui, se ve lo state chiedendo: sì, è possibile giocare a PUBG anche sullo schermo di uno smartphone Android. I migliori risultati si ottengono, è scontato, all'interno di un ambiente domestico, quindi tipicamente sotto connessione ethernet o WiFi. Teoricamente ci si potrebbe affidare anche alla linea dati, ma nel nostro caso non abbiamo avuto molto successo. Il menù di configurazione è completo e fornisce il controllo su aspetti fondamentali, come larghezza di banda da dedicare al servizio (consigliamo di impostare il limite massimo di 50 mbps per garantire un flusso dati ottimale), e risoluzione a cui trasmettere il gioco. Parsec è in grado di adattare il server alla configurazione hardware del client, ma si potrebbe voler scendere per ridurre il consumo di banda. Ciò che lo differenzia in positivo rispetto altri software simili (ad esempio Steam Link, attualmente in fase beta) è l'ottima programmazione che si traduce in ridottissimi tempi di latenza.

Parsec Social

Prova sul campo

Abbiamo provato Parsec su due sistemi, utilizzando in entrambi i casi le stesse applicazioni. Come server abbiamo utilizzato il nostro consueto sistema di riferimento, un PC desktop Ryzen 7 2700X con 16 Gbyte di RAM e scheda video GeForce RTX 2080, sul cui hard disk erano installati PlayerUnknown's Battleground e Gears Of War 4. Come primo client abbiamo usato un notebook Dell XPS L502X classe 2011. La configurazione hardware, pur dignitosa per un utilizzo basico di Windows 10 Home, non consente certo di far girare i due giochi di cui sopra. La CPU è un Intel Core i5-2410M, la scheda video discreta una GeForce GT 525M, 8 GB il quantitativo di RAM presente. La diagonale del monitor, 15", prevede una risoluzione di 1366x768 pixel. Le prove sono state eseguite all'interno della stessa rete domestica, e sono state molto soddisfacenti. I due titoli si sono mossi, senza batter ciglio, alla risoluzione massima prevista dal client mantenendo un frame rate stabile a 60 FPS. Abbiamo poi voluto estremizzare l'esperienza installando l'app Parsec dal Google Play Store sul nostro Samsung Galaxy A6 2016, uno smartphone di fascia ormai bassa, dotato di un display da 5,2" con risoluzione 1920x1080 (parliamo della tipica FullHD), a cui abbiamo collegato, via Bluetooth, il joypad di Xbox One S. In questo caso non abbiamo avuto problemi rimanendo collegati al WiFi di casa, mentre non siamo riusciti a collegarci al server tramite linea dati. Lo stream dei giochi ha garantito una buona esperienza di gioco, eccezion fatta per l'audio un po' disturbato.

Parsec Tfsv5Cx

Non solo streaming

Il cloud gaming "privato" è il piatto forte di Parsec, ma questa piccola applicazione nasconde ulteriori funzioni interessanti. Anzitutto è possibile unirsi al PC di un amico per assistere alle sue evoluzioni in Fortnite, ma soprattutto ci si può aggiungere ad altri giocatori per delle partite cooperative. Il classico esempio è quello di Tekken 7: non avete comprato il gioco né possedete un PC decente per poterlo far girare. È sufficiente chiedere di ospitarvi a uno dei gentili utenti che ha deciso di condividere il proprio passatempo per poterlo sfidare in un duello all'ultimo sangue. Si tratta di casi un po' estremi perché di titoli recenti che prevedono il gioco in locale se ne contano sulle dita di una mano monca, ma che dire di quei vecchi giochi della prima PlayStation dove le sfide a due erano il pane quotidiano? Beh, nessuno vieta di lanciare un emulatore con una ROM e di sfruttare la virtual machine così creata per dei doppi degni dei bei tempi andati. Questo servizio, insistono gli ideatori, può permettere anche ai piccoli sviluppatori indipendenti di implementare modalità cooperative senza doversi preoccupare del net-code e della manutenzione dei server.

Parsec Fighter Gif 1

Parsec aggiunge al menù un'ulteriore simpatica opzione: quella di alternarsi secondo le regole della famosissima hot-seat di Crammondiana memoria. Il che significa che ogni giocatore avrà a disposizione un determinato numero di secondi prima di dover cedere il controllo al proprio amico. Ovviamente il numero di giochi supportati, al momento, è molto limitato, ma il famosissimo Fortnite è il piatto forte dell'offerta. Parsec permette inoltre un cloud gaming più "tradizionale", ottenibile prendendo a noleggio la potenza elaborativa di uno dei server offerti da Amazon o Paperspace. Nel caso di AWS i prezzi variano da 0,91$/ora per un NVIDIA GRID K520 ai 2,16$/ora per una Tesla M60; come territorio di riferimento abbiamo preso quello più vicino al nostro Paese, ossia la Germania. Le farm di Paperspace sono invece locate ad Amsterdam e in questo caso i prezzi scendono a 0,51$/ora per un NVIDIA Quadro P4000 e 0,78$/ora per una P5000. A questi costi vanno aggiunti quelli per il noleggio dello storage: per il taglio minimo di 100 GB (ormai quasi d'obbligo per i titoli più recenti) si pagano 11$ al mese. Parsec è un software ottimamente programmato, e continuamente oggetto di aggiornamenti. L'interfaccia grafica, simile a quella di Discord, è pulita ed essenziale, le impostazioni di default funzionano bene e il set-up di client e host è semplicissimo. Si tratta di un'utility che, potendo essere scaricata gratuitamente, consigliamo di provare anche solo per avvicinarsi al mondo del cloud computing.