Il genere dei JRPG sta attraversando uno strano ciclo: da una parte è recentemente uscito Clair Obscur, un titolo capace di mostrarne lo spaventoso potenziale quando si sfruttano a dovere le sue qualità e se ne seguono i canoni con passione; dall'altra invece vari sviluppatori storici sembrano ormai dispersi in un limbo di indecisione, incapaci sia di scegliere una strada precisa per il futuro che di innalzare a dovere quanto fatto in passato.
In questo discreto casino, un team come Atlus rappresenta una colonna portante dell'intero ecosistema: mai piegatosi realmente alle tendenze, questo gruppo di sviluppatori ha portato avanti progetti capaci di evolversi sostanzialmente di capitolo in capitolo, ma sempre fortemente collegati alla loro storia e alla visione generale delle sue serie. Certo, non tutti i titoli di Atlus negli ultimi anni sono risultati dei capolavori, ma la qualità non è mai stata realmente bassa e tra questi vi sono picchi eclatanti, addirittura capaci di uscire dal mercato di "nicchia" a cui spesso molti esponenti del genere JRPG sono relegati.
Il meritato successo ha portato la casa, nell'ultimo periodo, a seguire varie strade che mai erano state contemplate, dall'apertura al mercato PC (che ha portato la fanbase di Atlus a moltiplicarsi enormemente) alla riproposizione di alcuni classici sotto forma di remaster e remake. Quest'ultima mossa, in particolare, ha pagato molto bene con Persona 3, dato che il suo ritorno è stato acclamato sia dalla critica che dal pubblico portando a una discreta massa di vendite. Non dovrebbe dunque sorprendere che, ringalluzzito da quel successo, il team nipponico abbia deciso di portare avanti progetti simili anche con giochi meno riconoscibili, ma sempre fortemente distintivi. Uno di questi è Raidou Remastered: The Mistery of the Soulless Army, versione rimasterizzata di Devil Summoner: Raidou Kuzunoha vs The Soulless Army per PlayStation 2.
Devil Summoner non è esattamente un gioco di massa e, nonostante l'appartenenza all'era più florida di PlayStation, non crediamo siano molti i giocatori a conoscerlo; inoltre, questo strano esperimento action strettamente correlato agli Shin Megami Tensei era tutt'altro che eccellente in certi elementi, dunque potrebbe sembrare una scelta poco oculata per un'operazione simile. Quello che abbiamo affrontato durante una prova in anteprima, però, è un gioco estremamente migliorato rispetto all'originale, al punto che definirlo "remaster" risulta riduttivo.
Rimasterizzare il passato
Raidou Remastered vi mette nei panni di Raidou Kuzunoha XIV, successore delle tecniche di evocazione demoniaca della famiglia Kuzunoha e così potente da poter controllare più demoni contemporaneamente. Se vi ricorda qualcosa è perché questa premessa del "prescelto in grado di controllare più di un'entità mistica" non è certo una novità nelle serie Atlus, e le avventure di Raidou la buttano sul tavolo persino con più nonchalance del solito, senza preoccuparsi di indorare la pillola con particolari giustificazioni. E Raidou, infatti, di giustificazioni non ha necessità: è il classico protagonista silenzioso Atlus dallo sguardo penetrante e dalle motivazioni ignote, impegnato a combattere il male usando varie evocazioni, ottenibili senza troppi problemi durante la campagna.
Raidou non è però un normale eroe senza macchia e senza paura: è a tutti gli effetti un investigatore privato dell'occulto impiegato nell'agenzia di un certo Narumi, con quest'ultimo che furbescamente gli affida ogni singolo caso di natura "misteriosa". Non bastasse, Raidou Remastered: The Mistery of the Soulless Army non è un gioco ambientato nel Giappone moderno, bensì nei primi anni trenta, in una versione "allungata" dell'era Taisho. Sì insomma, non si fosse capito, la premessa potrà sembrare semplice, ma la narrativa del gioco effettivamente non lo è per via di qualche strambo colpo di scena qua e là e di momenti piuttosto dark, legati sia al tema della guerra che a cose molto meno comuni.
La versione da noi provata, in verità, questa narrativa e campagna non le ha modificate più di tanto: alla base Raidou Remastered è estremamente simile nella progressione e nei contenuti al Devil Summoner originale, con ben poche deviazioni o trasformazioni. Quando però ci si addentra nelle meccaniche e si inizia a combattere le cose cambiano davvero tantissimo, e molto in meglio.
Mantello, spada e pistola. Dimenticato niente?
Come accennato, l'originale Devil Summoner era un gioco Atlus lontano dalle formule dei precedenti Shin Megami Tensei. Raidou Kuzunoha vs The Soulless Army era un action JRPG dalle meccaniche estremamente limitate, che permetteva al protagonista di eseguire delle semplici combinazioni all'arma bianca, di usare alcuni poteri magici e di evocare un singolo demone a cui era possibile dare ordini. Fin qui tutto nella norma per il periodo, ma si trattava di un sistema piuttosto ripetitivo, in parte privo della strategia e brillantezza dei Megaten più elaborati, di certo lontano dalle vette dei migliori JRPG con elementi action.
Ad Atlus si sono resi conto che quel sistema non poteva rendere oggi, quindi Raidou Remastered vanta una pletora di nuove meccaniche e le sue battaglie contro boss e nemici sono state completamente rielaborate. Volete un esempio? Ora Raidou può saltare, eseguire combinazioni aeree, caricare colpi per fare più danni, ha più abilità attive, e un sistema di crafting delle armi più elaborato che permette di usare un numero maggiore di capacità. Non finisce qui: i demoni evocabili nella remaster sono due anziché uno soltanto e, visto che sono vulnerabili, è possibile addirittura richiamarli a sé rendendoli intangibili per evitare gli attacchi ad area dei nemici.
Ovviamente, per rendere questo sistema divertente, gli sviluppatori hanno dovuto rielaborare anche tutti gli scontri più complessi, quindi i boss ora non solo sono più aggressivi, ma hanno attacchi in scatto, colpi multipli da schivare o saltare, e risultano generalmente più resistenti e pericolosi, anche perché se così non fosse il "potenziamento" generale del protagonista li avrebbe resi una passeggiata di salute. Raidou ha a disposizione pure delle mosse finali attivabili quando si stordiscono i nemici dotati di corazza, che costringono a stare piuttosto attenti anche a come si porta avanti l'offensiva. Un bel quantitativo di aggiunte, non c'è che dire. Questo rimaneggiamento delle meccaniche ammoderna tantissimo l'esperienza, rendendo questa riedizione estremamente più godibile e spassosa rispetto al titolo originale; evoluzioni simili non sfigurerebbero su un seguito diretto.
Se non altro, ciò che sta "attorno" alle battaglie è rimasto molto simile: buona parte della progressione del gioco dipende ancora dalla possibilità di interagire con i vari personaggi presenti e oggetti attraverso i poteri dei vari demoni catturati dal protagonista. Alcuni demoni leggono il pensiero, altri volano, altri ancora infiammano lo spirito delle persone, ma, quale che sia la vostra scelta, è con le loro capacità che porterete avanti le fasi investigative della campagna, scoprendo la posizione di oggetti fondamentali e completando missioni primarie e secondarie. L'unica cosa che vorremmo capire è se anche qui resterà il problema del gioco originale, in cui questa trovata cozzava contro il sistema di fusioni, dato che perdere demoni in questo modo poteva portare a perdere anche la loro abilità, e quindi precludersi l'avanzamento.
Certo, in questa remaster il sistema di fusioni è molto più simile a quello dei giochi Atlus moderni, dunque i demoni sono facilmente recuperabili in base alle necessità; resta comunque un fastidio rimanere bloccati perché si ha scelto di potenziare la propria squadra, e speriamo che avanzando vi sia qualche soluzione più diretta del semplice "rievocare i demoni già utilizzati". Non bastasse, nella campagna originale gli elementi investigativi legati ai poteri andavano sparendo nelle fasi avanzate del gioco, e non è stato possibile constatare se accada ancora, per via della prova limitata.
Poche lamentele dal punto di vista tecnico, infine. La remaster vanta sfondi 3D praticamente rifatti, tanto che l'impatto grafico del gioco ricorda da vicino quello dei titoli Atlus moderni (anche se non siamo al livello di cura visto nelle produzioni primarie, e un'operazione simile è molto più facile con sfondi statici come quelli di questo gioco). Come detto, è un lavoro riduttivo da definire solo "remaster", ma è bello constatare una cura tale riposta anche in un titolo non popolarissimo in occidente.
Raidou Remastered: The Mistery of the Soulless Army è chiaramente una rifacimento d'eccezione, con cambiamenti enormi ai sistemi originali, e un notevole lavoro fatto anche dal punto di vista tecnico. Certo, qualche elemento un po' obsoleto nella struttura e nella progressione del gioco rimane, ma l'impressione è che questo rimaneggiamento del Devil Summoner originale abbia le carte in regola per essere nettamente superiore alla base, e perfettamente in grado di appassionare gli attuali fan dei giochi Atlus.
CERTEZZE
- Tanti cambiamenti al sistema e alle meccaniche
- Battaglie molto più divertenti e varie
- Ottimo lavoro fatto dal punto di vista tecnico
DUBBI
- Si sente ancora il peso degli anni di certi elementi del gioco originale