43

Rebel Moon Director's Cut, vale la pena riguardare l'ultimo film di Zack Snyder?

Abbiamo guardato per voi quasi sette ore di Rebel Moon in versione Director's Cut, da poco disponibile su Netflix: vi diciamo se tornare o meno nello Star Wars di Zack Snyder.

SPECIALE di Christian Colli   —   05/08/2024
La locandina di Rebel Moon Director's Cut

Ormai sulla carriera di Zack Snyder si è detto tutto e il contrario di tutto e bisogna fare pace col semplice fatto che a qualcuno il suo stile a colpi di slow motion, corpi scultorei e sfocature varie possa piacere e a qualcun altro no, ma bisogna dire che la sua passione per le Director's Cut sta sfuggendo leggermente di mano. Quella di Batman v Superman era una forzatura, ma bisogna ammettere che il film ne usciva sensibilmente migliorato, mentre Justice League ha avuto una storia più complicata, ma alla fine Snyder - reduce del pessimo, pessimo Army of Thieves - l'ha salvato con un polpettone di quattro ore che però rende decisamente, ehm, giustizia all'opera originale, come sottolineato all'epoca nella nostra recensione.

Però ci sono casi e casi, film e film, e i disastrosi Rebel Moon forse non meritavano tutta questa attenzione. È chiaro che Netflix abbia intravisto l'opportunità di cavalcare il popolare vizietto di Snyder, magari sperando che l'oretta in più a pellicola avrebbe potuto riscattare due produzioni costosissime che critica e pubblico hanno sonoramente bocciato. Lo speravano anche noi, in fondo, perché Rebel Moon sotto sotto un potenziale ce l'aveva, così ci siamo prestati al supplizio di riguardare da capo i due film, spalla a spalla, per risparmiare a voi sette ore di sofferenza nel caso in cui non avessero avuto niente di più da offrire. E infatti.

Director's Cut: migliorano oppure no?

Se avete letto le nostre recensioni di Rebel Moon Parte 1: Figlia del fuoco e Rebel Moon Parte 2: La Sfregiatrice, saprete che non nutriamo molta stima per la nuova opera di Snyder, che nella sua testa avrebbe dovuto essere un film di Star Wars: Lucasfilm gliel'aveva bocciato e lui ha deciso di costruire una specie di universo multimediale concorrente, fatto di film, fumetti, romanzi, videogiochi e giochi da tavolo, che si appoggia a questi primi due lungometraggi. Non è andata esattamente come aveva sperato, anche perché questo progetto fatica a decollare.

Le Director's Cut di Rebel Moon approfondiscono alcuni personaggi
Le Director's Cut di Rebel Moon approfondiscono alcuni personaggi

Se non conoscete la trama e vi scoccia rileggere le nostre recensioni, possiamo sintetizzarla in poche righe perché, sinceramente, non è che ci sia molto da dire: Sofia Boutella interpreta Kora, una ex guerriera del Mondo Madre che si è rifugiata sulla luna agricola di Veldt dopo aver preso parte a un colpo di stato e aver deciso di cambiare vita. Ma l'Impero prende di mira la sua nuova comunità e così Kora parte alla ricerca di un manipolo di combattenti che possano aiutarla a difendere Veldt e a montare una ribellione contro l'Impero, rappresentato dal perfido ammiraglio Noble (Ed Skrein). Se la trama vi ricorda I Sette Samurai non avete le traveggole: Rebel Moon è fortemente ispirato al capolavoro di Kurosawa.

Il problema è che oltre lo spunto c'è poco altro. I film di Snyder sono un mix di problemi risollevato solo da ottimi effetti speciali e interpretazioni quantomeno appassionate. Sofia Boutella, in particolare, risalta per la sua fisicità ed energia nervosa che però lascia intravedere una fragilità che fa di lei un'eroina sopra le righe con un retroscena di grande impatto, sebbene non si capisca perché tutti la chiamino "Sfregiatrice".

I valori produttivi restano comunque stellari
I valori produttivi restano comunque stellari

A onor del vero, i due film hanno cambiato sottotitoli. "Figlia del fuoco" è diventato "Calice di sangue", mentre "La Sfregiatrice" ora si chiama "La maledizione del perdono": si riferiscono ad alcune scene che arricchiscono l'immaginario di Rebel Moon attraverso monologhi e flashback che ci raccontano meglio i personaggi e le loro storie. In effetti le Director's Cut fanno il loro dovere, in questo senso. La prima parte uscita lo scorso anno durava 135 minuti, mentre ora 204; la seconda parte, invece, passa da 122 a 173 minuti. Parte del nuovo minutaggio è quindi dedicato ai personaggi secondari su cui le pellicole originali glissavano, rendendo alcuni momenti della storia poco comprensibili.

Nella Parte 1, per esempio, l'intera introduzione ci spiega chi sia Aris, il soldato del Mondo Madre che si ribella a Noble per prendere le parti dei contadini e della bella Sam. Inoltre, il robot Jimmy (doppiato in lingua inglese da sir Anthony Hopkins) ha una serie di monologhi che esplorano la mitologia di questo universo e suggeriscono anche alcuni collegamenti che nei film originali si faticavano a capire. Queste scene arricchiscono le storie dei personaggi ma non stravolgono i cliché ambulanti che essi restano e, per di più, tendono a rallentare il ritmo artificioso del racconto.

Il robot Jimmy ha molte più scene
Il robot Jimmy ha molte più scene

Semmai, le Director's Cut mettono ulteriormente in cattiva luce il lavoro maldestro di Snyder con le sceneggiature, specialmente con quella del secondo film che continua ad alternarsi tra mietiture di grano in slow motion, sfilze di flashback che rallentano notevolmente la scorrevolezza della pellicola e un terzo atto costituito unicamente da combattimenti e che, invece di essere il climatico punto d'arrivo del viaggio, sembra un elenco spuntato voce dopo voce fino alla chiosa che, inevitabilmente, rimanda a un futuro film, se mai si farà. In altre parole, la seconda pellicola è quella che guadagna meno dal materiale extra, che si condensa soprattutto nelle scene d'azione (troppo) allungate soprattutto per mettere bene in evidenza il senso del nuovo rating: il primo film è infatti ora vietato ai minori di 18 anni, il secondo ai minori di 16.

A giustificare questa scelta è proprio la violenza digitale aggiunta a ogni scena cruenta: il sangue scorre a fiumi tra teste che esplodono, arti che si separano dai loro corpi, ossa che sporgono... ma è tutto così finto che, alla lunga, invece di essere più macabro o "adulto", Rebel Moon diventa quasi la parodia di se stesso.

Le due Director's Cut insieme durano più di sei ore
Le due Director's Cut insieme durano più di sei ore

Il che è bizzarro, se si considera che già i film originali impiegavano tantissimo il trucco e i costumi per caratterizzare le specie aliene che vivono in questo universo: non particolarmente ispirate, certo, ma comunque ben realizzate. Le Director's Cut sottolineano la creatività dei costumisti e dei truccatori, ma è proprio in questi momenti che si avverte la sensazione di star guardando uno Star Wars comprato su Wish. Snyder prova disperatamente a sembrare adulto e maturo ma lo fa nel modo più banale possibile, passando per la violenza e un paio di scene di sesso che tutto sommato possono anche avere senso in quei momenti specifici, ma appaiono grottesche e finte nell'interpretazione esagerata degli attori coinvolti.

Snyder ci ha provato disperatamente a fare il suo Star Wars ma anche in versione Director's Cut il risultato è men che mediocre. Il minutaggio extra non risolve i problemi fondamentali di due film che raccontano molto poco e che rappresentano il momento di autocelebrazione di un regista che sembra essersi rinchiuso in un mondo tutto suo e che vuole prendersi una rivincita nei confronti di quel pubblico che l'ha inizialmente consacrato e che ora gli si è rivoltato contro. Nel frattempo, rimangono due quesiti da risolvere. Primo, cosa Snyder ha esattamente capito di Star Wars? E secondo... perché cavolo la chiamano Sfregiatrice?!