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Resident Evil 2 è il remake perfetto dell'horror Capcom

Abbiamo provato il remake di Resident Evil 2 ed è persino più terrificante dei primi due capitoli

PROVATO di Aligi Comandini   —   13/06/2018

Venti minuti passati a lottare con l'oscurità, mettendo lentamente un passo davanti all'altro e contando i proiettili. Venti minuti, trascorsi ad ammirare i marmi cosparsi di sangue di una stazione di polizia estremamente familiare e a svelare i segreti di ogni sua stanza. Minuti che hanno spazzato via ogni nostro dubbio, e che hanno permesso al remake di Resident Evil 2 di diventare improvvisamente uno dei nostri giochi in assoluto più attesi. Capiteci: il trailer ha colpito molto anche noi, ma da appassionati del titolo originale ci riusciva difficile credere in un gioco più ricco di tensione e geniale dell'opera di Hideki Kamiya, specialmente dopo la conferma della telecamera alle spalle del protagonista. Per la cronaca, non eravamo così scettici per via di preconcetti privi di basi: la telecamera alle spalle riporta alla mente i Resident Evil dal 4 al 6, e se gli ultimi due preferiamo non considerarli neanche degli horror, il quarto poteva contare sulla velocità e intelligenza dei Las Plagas come nemici, ben diversi dai lenti e prevedibili zombie del secondo capitolo. Invece ci siamo trovati davanti un titolo che, con un misto di buon design e atmosfera da vendere, è riuscito a bypassare le problematiche legate al cambio di prospettiva, arrivando persino ad amplificare la tensione generale dell'esperienza. Capcom è davvero rinata.

Gameplay: addio arti marziali, bentornata paura

Lo abbiamo già detto nella nostra precedente anteprima, ma il director del nuovo Resident Evil 2 è supportato pubblicamente proprio dal buon Kamiya appena citato (per chi non lo sapesse, non solo il director dell'originale ma anche il creatore di Devil May Cry, Bayonetta e Viewtiful Joe), e se quella testa dura di Hideki ha fiducia in un progetto non suo, ci sono ottime ragioni per aspettarsi grandi cose. La prova noi l'abbiamo avuta non appena preso il controllo di Leon: il nostro qui non è il super agente già sopravvissuto a un paio di apocalissi zombie degli ultimi tempi, bensì un novellino spaesato, non particolarmente abile con la pistola e al centro di un mare di... problemi che nessun essere umano potrebbe tollerare senza perdere il senno. A Capcom hanno dunque deciso di mettere da parte calci rotanti alla Chuck Norris, scatti da felino e quick time events spettacolari, in favore di un sistema basilare ed estremamente limitato, atto a sottolineare la vulnerabilità del proprio alter ego.

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Leon cammina molto lentamente, e corre poco più veloce di un podista zoppo: schivare gli zombie che popolano i corridoi della stazione è più che possibile (si è comunque più rapidi di loro) ma seminarli no, e scordatevi di aggirare le mostruosità nei paraggi balzando oltre delle coperture o scattando qua e là nei claustrofobici corridoi dell'edificio. Non bastasse, la mira è volutamente imprecisa mentre ci si muove, e il puntatore torna ad essere definito solo dopo qualche secondo da fermi (fattore indispensabile per piazzare colpi alla testa precisi). Per carità, questi limiti non rendono Leon "indifeso", ed è comunque possibile superare zone popolate da numerosi non morti massacrandoli sistematicamente; detto ciò, non appena superata una prima fase esplorativa piuttosto calma - quanto la strada che porta alla sedia elettrica - abbiamo avuto a che fare con un mare di simpaticoni putrefatti con la tendenza ad entrare dalle porte senza bussare, che ci hanno spinto a fuggire zigzagando senza troppi rimpianti.

Struttura: vecchio e nuovo che si intrecciano

La pericolosità degli zombie non deriva solo dal loro numero, ma anche al fatto che sono davvero bravi a dimostrare il loro affetto con degli abbraccioni pieni di amore, che partono non appena arrivati in prossimità di Leon e sono quasi impossibili da evitare. In più, i maledetti non vanno giù con un singolo colpo alla testa ma ne richiedono spesso almeno tre (con la pistola base), caratteristica che rende i già non numerosissimi proiettili sparsi per Raccoon City ancor più preziosi. Poco da dire, si tratta indubbiamente di una serie di scelte più che sensate per rendere questo remake un vero horror, e non osiamo immaginare il pericolo rappresentato da un Licker se già gli zombie sono a questo livello.

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Un altro fattore particolarmente stuzzicante di questo remake, poi, è la sua volontà di fondere vecchio e nuovo recuperando la struttura del gioco originale, ma arricchendola con il gameplay sopra descritto. Tutte le scelte iniziali di Leon vengono infatti forzate dal blocco di molte delle porte della stazione di polizia, e dalla graduale necessità di aprirle per trovare tre medaglioni in modo pressoché identico all'avanzamento del predecessore. Per carità, si tratta di una serie di puzzle a tratti un po' antiquata, ma il fattore nostalgia li rende comunque affascinanti, la campagna così gestita ha ancora un ritmo perfetto per un survival horror, e con ogni probabilità qua e là sono stati inseriti puzzle del tutto nuovi (o se non altro ammodernati).

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Il comparto tecnico ci mette del suo per innalzare l'esperienza: Resident Evil 2 è davvero piacevole per gli occhi, vanta animazioni facciali di tutto rispetto, un elevato livello di dettaglio di mappe e personaggi, e un'illuminazione notevole, che rende la notte di Raccoon City un nemico pericoloso quasi quanto le mostruosità che ne popolano le strade. Persino la regia è da manuale: ci aspettavamo almeno qualche jump scare banalotto gironzolando per la stazione, e invece il team ha scelto di non sfruttare momenti shock di quarta categoria, per concentrarsi del tutto sulla forza dell'immaginario e sull'atmosfera. Poco da dire, Capcom sembra davvero aver messo l'anima in questo progetto, e non vediamo l'ora di vivere di nuovo il terrore della serie sulla nostra pelle.

Abbiamo giocato il nuovo Resident Evil 2 solo per una ventina di minuti, ma ci sono bastati per provare vera commozione. Il gioco ricattura alla perfezione le atmosfere e la tensione dell'originale nonostante il netto cambio di prospettiva, grazie anche a limitazioni del gameplay perfettamente calcolate per rendere ogni mostruosità del gioco un concreto pericolo. La stazione di polizia di Raccoon City non è mai stata così terrificante; se il livello si manterrà tale per tutta la campagna, questo gioco potrebbe rivelarsi uno dei migliori remake di sempre.

CERTEZZE

  • Atmosfera favolosa, e tensione altissima
  • Limitazioni al gameplay ben calcolate per amplificare il senso di pericolo
  • Rispettosissimo dell'originale

DUBBI

  • Il protagonista sarà ancora selezionabile dall'inizio?
  • Non sarà facile mantenere il livello generale così alto per tutto il gioco