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Resident Evil: Infinite Darkness, analizziamo la trama e le sue connessioni nel dettaglio

Leon Kennedy e Claire Redfield sono chiamati a fermare una minaccia bioterroristica in Resident Evil: Infinite Darkness: come si rapporta il film col resto della serie?

SPECIALE di Alessandra Borgonovo   —   09/07/2021

C'è sempre stata un po' di confusione su cosa sarebbe stato Resident Evil: Infinite Darkness fin dal suo annuncio: prima una serie tv, poi un film, poi ancora una serie tv, no forse un film. Si scopre alla fine che è un film diviso in quattro parti da venticinque minuti l'una, scelta abbastanza bizzarra, ma comprensibile se si vuole una fruizione più in pillole. Vero è che la dicitura "Stagione Uno" lo colloca più nell'ottica di una serie televisiva ma, per come viene presentato, è uno strano ibrido; scegliere un approccio più simile a Fear Street (tre parti, una a settimana, ciascuna composta da un film intero) forse sarebbe stato preferibile, ma discutere su questo lascia un po' il tempo che trova.

Molto meglio concentrarsi sul film in sé, sulla realizzazione, su come si colloca all'interno dell'estesa line temporale canonica della saga e soprattutto se era necessario produrlo. Quest'ultima osservazione può sembrare una critica, e in parte lo è, ma riguarda soprattutto il modo in cui è stato sceneggiato, non l'idea in sé di continuare la serie di film in computer grafica: non siamo infatti granché convinti del risultato, al netto di parti intriganti che gettano luce su aspetti rimasti nell'ombra.

Scopriamo come Resident Evil: Infinite Darkness si rapporta col resto della serie, se ci sono incongruenze e come mantiene la caratterizzazione dei vari personaggi. Vi avvisiamo che per forza di cose dovremo fare molti spoiler.

La guerra è cambiata

Rubiamo questa citazione al buon vecchio Solid Snake per introdurre la trama di Resident Evil: Infinite Darkness. La guerra, dall'incidente di Raccoon City e in particolare dalla tragedia dell'11 settembre, ha preso una forma diversa pur partendo dalle nostre stesse basi storiche: la cosiddetta War on Terror è una campagna lanciata dal governo statunitense a seguito dell'attacco alle Torri Gemelle, inizialmente focalizzata su organizzazioni legate ad al-Qaeda per poi trasformarsi, con il crescere della compravendita di B.O.W. sul mercato nero, in un conflitto del tutto diverso, più feroce e su scala molto più ampia. Sono cambiate le dinamiche ma sempre di guerra stiamo parlando.

I fatti di Resident Evil: Infinite Darkness hanno origine nell'anno 2000, con la guerra civile del Penamstan, per poi spostarsi avanti di sei anni. Il film, nelle sue quattro parti, rimbalza tra le due linee temporali per mettere insieme un puzzle di facile previsione: all'inizio si vede la squadra Mad Dogs disobbedire agli ordini e soccorrere un'unità alleata, riuscendo a portare in salvo un ferito ma rimanendo coinvolta in un'esplosione.

Da qui si passa al 2006, dove ci vengono presentati tre nuovi personaggi: Jason, Patrick e Shen May, agenti scelti assieme a Leon Kennedy per occuparsi di un attacco hacker ai server del Pentagono. Quella che sembra una missione all'apparenza semplice si trasforma in una notte di sopravvivenza, poiché un virus è stato introdotto all'interno della Casa Bianca infettando parte del personale e mettendo in pericolo la vita del presidente Graham (il padre di Ashley).

Una volta messa in sicurezza l'area, il mattino seguente Leon viene intercettato da Claire - la quale, ricordiamo, opera per TerraSave e si sta occupando proprio dei rifugiati di Penamstan - che gli consegna un disegno fatto da un ragazzino sopravvissuto agli orrori della guerra civile. La scena ritrae quella che a tutti gli effetti sembra un'epidemia non troppo diversa da Raccoon City. Da qui, i due prenderanno strade diverse per indagare su fatti collegati tra di loro.

Resident Evil: Infinite Darkness, Leon osserva il disegno consegnato da Claire
Resident Evil: Infinite Darkness, Leon osserva il disegno consegnato da Claire

Nel corso dei quattro episodi si viene a scoprire che l'intera situazione, a partire dagli orrori di Penamstan nel 2000, sono stati orchestrati dall'allora colonnello Wilson (divenuto poi Segretario della Difesa) che ha sfruttato la guerra civile e il piccolo stato in sé come banco di prova per le armi biologiche, infettando alcuni soldati scelti mandati in missione. Gli stessi che i Mad Dogs soccorrono, trovandosi a loro volta aggrediti e infettati: per sopravvivere, hanno bisogno di uno speciale inibitore ideato proprio da Wilson, in collaborazione con una misteriosa azienda farmaceutica. Questo lega l'intera unità a lui e al suo volere, obbligando i soldati a eseguirne gli ordini per ricevere le dosi che permettono loro di continuare a vivere da esseri umani.

Nel corso dei sei anni che separano quei tragici fatti dal presente, tutta la squadra a eccezione di Jason si suicida, incapace di sostenere oltre il peso di una simile esistenza. Lui non si arrende e, alleandosi con Shen May, prepara un piano d'azione per esporre Wilson e in generale il ruolo degli Stati Uniti nella compravendita di B.O.W. Shen May è coinvolta in quanto sorella dell'unico uomo salvato dai Mad Dogs, un soldato scelto proprio per portare avanti la missione legata alle armi biologiche e dunque infettato: prima di (non) morire, lui ha ceduto le proprie dosi di inibitore ai suoi soccorritori, creando una sorta di "debito d'onore" con Jason che ne riporta indietro il corpo e decide di operare in segreto per scoperchiare un devastante vaso di Pandora.

L'idea di Wilson è quella di incolpare la Cina di attacchi e sabotaggi che sono opera sua e dei Mad Dogs, spingendo affinché Graham firmi un trattato di pace con Penamstan così collocare in loco l'esercito americano per fare pressione sul governo cinese. Il sottomarino che dovrebbe portare Leon, Jason e Shen May in Cina per indagare sulla veridicità delle affermazioni di Wilson viene infettato e distrutto, situazione che spinge Leon a dubitare dei suoi due compagni: messo di fronte a una parte della situazione, ovvero il desiderio di vendetta di Jason, rifiuta di allearsi e lo uccide, gettandosi poi all'inseguimento di Shen May. Ci soffermiamo su questa scena in particolare, la prima ad averci fatto storcere il naso: pur sapendo che il personaggio di Leon è stato lentamente "corrotto" dal governo americano, portandolo a mettere la sicurezza della nazione davanti a tutto o comunque ad agire per conto proprio tenendo nascoste informazioni vitali, abbiamo trovato lo scambio con Jason troppo frettoloso e fuori dal contesto.

Resident Evil: Infinite Darkness, Shen May
Resident Evil: Infinite Darkness, Shen May

Ci è sembrato di rivivere la scena di Resident Evil Village in cui Ethan rifiuta di allearsi con Heisenberg pur avendo un obiettivo comune: traspare lo stesso temperamento tipicamente americano, classico del prima sparo e poi chiedo chi è. Sebbene si percepisca molto bene che Jason è animato da un forte senso di vendetta e sia sull'orlo della follia, dunque che il concetto di giustizia non rientra nelle sue corde, Leon parte subito in quarta parlando di corte marziale e di volerlo in buona sostanza arrestare per i crimini commessi - l'attacco al sottomarino e l'uccisione dell'intero equipaggio sono in fondo opera sua.

Ecco, da un personaggio che a occhi chiusi si è fidato di Ada Wong per ben due volte, venendo in entrambi i casi aiutato, ma anche fregato senza troppi problemi, il fatto di non voler nemmeno indagare sulla questione, persino quando Jason gli dice chiaramente del coinvolgimento di Wilson, non ci ha trovato d'accordo con la sua caratterizzazione. Troppo sbrigativa come scena e nel complesso mal gestita. Soprattutto perché, come vediamo, poco dopo raggiunge Shen May e sceglie di fidarsi; certo, gli ideali di lei sono più nobili ma i crimini di cui si è macchiata sono pressoché identici, quindi il due pesi e due misure si fa sentire fin troppo nel giro di due o tre scene.

Tornando allo svolgimento degli eventi, Leon insegue Shen May fino a una villa fuori Shangai, dove gli viene raccontata tutta la verità: Wilson, i suoi legami con un'azienda farmaceutica per lo sviluppo di armi biologiche, i Mad Dogs, suo fratello eccetera eccetera. Chiaramente, dopo quanto occorso a Penamstan, Wilson aveva ordinato la distruzione del posto per cancellare qualsiasi prova ma il fatto che Jason abbia consegnato il corpo di Jun See (il fratello) alla sua famiglia ha permesso l'estrazione di un chip contenente tutti i dati necessari per esporre Wilson. Durante questa scena si viene messi di fronte alla corruzione che Jun See ha subito in sei anni di non morte e siamo rimasti sorpresi nel vedere leggeri segni di cristallizzazione: la stessa, bene o male, che ha caratterizzato tutte le creature di Resident Evil Village.

Questo dettaglio ci ha fatto pensare che l'azienda coinvolta al tempo fosse The Connections, alla quale se ben ricordate Madre Miranda ha ceduto campioni di micorriza e l'embrione di Eva affinché portassero avanti le ricerche nel tentativo di restituirle la figlia perduta. Il micete elaborato da loro non aveva alcun effetto di cristallizzazione, come dimostrato dai fatti di Resident Evil VII, tuttavia non possiamo escludere che i tessuti offerti da Madre Miranda possano aver avuto altri utilizzi.

D'altronde il progetto che ha portato alla creazione di Eveline si è concretizzato molti anni dopo. Inoltre, l'impiego di soldati infetti ci riporta inevitabilmente al finale di Village e al corpo del soldato BSAA recuperato dall'unità di Chris Redfield: pur non essendo ancora stata fondata nel 2000, è chiaro che la ricerca di soldati perfetti da schierare in campo avvenisse già e che sia sempre stata portata avanti in gran segreto anche con l'istituzione della BSAA.

Resident Evil: Infinite Darkness, Leon confronta Jason
Resident Evil: Infinite Darkness, Leon confronta Jason

Dopo che un attacco improvviso distrugge l'intera villa e chiunque al suo interno, tranne Leon e Shen May, i due si dirigono al laboratorio segreto di Wilson mentre il presidente Graham, avendo ceduto alle pressioni del Segretario della Difesa, si prepara a firmare il trattato di pace con Penamstan. Qui si confronteranno con Jason, ovviamente redivivo non potendo davvero morire, che si lascia corrompere dall'infezione, infetta a sua volta Wilson e poi fa di tutto per uscire allo scoperto con l'intento di mostrarsi al mondo ed esporre in modo definitivo le nefandezze degli Stati Uniti.

Shen Mey cerca di farlo ragionare, facendo leva sul suo lato umano, ma Jason la uccide senza particolari remore. Con l'aiuto di Claire (il cui ruolo nell'intera vicenda illustreremo a breve), Leon riesce ad avere la meglio su di lui. Di nuovo, ci prendiamo una pausa per criticare l'ennesima scena raffazzonata del film: nel tentativo di fermarlo, Leon viene preso da Jason e quasi ucciso.

Sottolineiamo questo quasi non perché qualche intervento esterno gli impedisce di farlo, come sarebbe stato logico aspettarsi, ma perché è Jason stesso a lasciare andare Leon, dandogli così l'occasione perfetta per sbarazzarsene. Una scelta assolutamente senza senso se consideriamo che pochi minuti prima ha ucciso Shen May, sua partner nel folle piano di esporre gli Stati Uniti e unica ad aver tentato di fermarlo in modo pacifico. Leon, che non soltanto l'ha "ucciso" la prima volta ma gli spara addosso e gli stacca persino un braccio, si vede risparmiato per... non sappiamo esattamente perché.

Con la morte di Jason, e la tempestiva soffiata che impedisce al presidente Graham di firmare l'accordo, il film arriva alla sua conclusione. Leon e Claire si ritrovano per un ultimo scambio, in cui lui sceglie di non consegnarle le informazioni contenute nel chip e tenerle per sé, in modo da porre fine alla questione a modo proprio. Seppur delusa, lei ne accetta la scelta e si allontana, non prima di avergli lanciato una seconda volta la stoccata sui vestiti che non gli donano - battuta che sotto una lettura superficiale nasconde una critica al fatto che la vita da agente governativo abbia cambiato Leon, rendendolo un'altra persona.

In un'ultima scena Wilson, sopravvissuto in qualche modo al disastro del laboratorio, si inietta l'inibitore di cui ormai ha bisogno dopo averlo ricevuto da un uomo sconosciuto: sulla valigetta del siero capeggia, guarda guarda, il logo di una certa Tricell.

Resident Evil: Infinite Darkness, Claire indaga sui fatti di Penamstan
Resident Evil: Infinite Darkness, Claire indaga sui fatti di Penamstan

Questo particolare ci ha colto di sorpresa, poiché in parte ribalta la nostra convinzione che l'azienda coinvolta a Penamstan fosse The Connections, e apre ovviamente scenari interessanti sul futuro di Resident Evil: Infinite Darkness. In realtà siamo ancora convinti che entrambe le aziende abbiano giocato la loro parte, perché dopo i fatti di Raccoon City la Tricell è stata messa all'angolo e ha cercato di ricostruirsi la propria immagine cedendo di sua spontanea volontà documenti a sfavore della Umbrella: in un periodo così caldo per l'azienda, troviamo difficile il suo diretto coinvolgimento nei fatti di Penamstan.

The Connections invece, che è sempre rimasta nell'ombra, avrebbe più senso. Più logica è invece la presenza della Tricell nel 2006, non soltanto perché Wesker già vi collaborava da tre anni, ma proprio perché già da tempo aveva le mani in pasta un po' ovunque - ricordiamo il T-Abyss e l'essere una dei maggiori fondatori della BSAA. Siamo curiosi di vedere come si evolveranno le cose da questo punto.

E Claire? Vi abbiamo promesso di parlarne e spiace dire che la sua presenza, in tutto film, non è solo relegata a poche scene ma del tutto ininfluente: pur essendo la sua un'indagine parallela a quella di Leon, le informazioni necessarie ci vengono comunque raccontate da Jason e Shen May. Il suo apporto alle vicende è nullo e, anzi, sembra piuttosto un deus ex machina per spingere Wilson ai laboratori sotterranei creando il pretesto affinché venga infettato. Il suo screentime è nettamente sbilanciato rispetto a Leon, ancora una volta sotto i riflettori, e quel poco fa o risulta inutile o ancora una volta fuori dal suo personaggio.

Dopo aver infatti scoperto il coinvolgimento di Wilson nelle vicende - cosa che lo spettatore per allora già sapeva - fa l'unica cosa che il manuale di sopravvivenza contro le cospirazioni sconsiglia: andare dal diretto interessato a dirgli di avere una prova contro di lui. Cosa mai potrebbe andare storto? Difatti viene rapita e portata al laboratorio sotterraneo, dove Wilson cerca di corromperla per poi passare alle minacce, prima che Jason intervenga il film sposti il focus sui fatti che vi abbiamo già raccontato. Tirando le somme, Claire è un personaggio che avrebbe meritato di più, lasciato come comprimario inutile e al quale non è neppure stata resa molta giustizia, se pensiamo che essendo sopravvissuta prima a Raccoon City, poi a Rockfort Island e infine, solo l'anno prima, all'epidemia dell'aeroporto di Havardville, un po' di istinto di conservazione dovrebbe averlo sviluppato. Chiaramente la scelta di introdurla è stata perché la coppia Leon/Claire funziona, a livello di immagine, ma nei fatti la sua assenza non avrebbe affatto spostato gli equilibri del film.

Resident Evil: Infinite Darkness, Leon e Shen May nei laboratori sotterranei
Resident Evil: Infinite Darkness, Leon e Shen May nei laboratori sotterranei


Nel complesso, questa prima stagione di Resident Evil: Infinite Darkness lascia un po' di amaro in bocca. Ci trova davanti a un film in quattro parti che si lascia guardare e scorre via bene, questo dobbiamo ammetterlo, ma la sceneggiatura si regge in piedi a stento: ci sono scene illogiche di fondo, personaggi come Leon e Claire che sconfinano dalla loro caratterizzazione e altri, come invece Shen May e Jason, che avevano un ottimo potenziale e potevano essere approfonditi un po'.

L'intera messa in scena è frettolosa, priva di mordente persino nelle parti di azione (si salva giusto la notte alla Casa Bianca) e assolutamente carente in fatto di tensione. L'intreccio è prevedibile fin dall'inizio, se non nel dettaglio quantomeno a grandi linee, e per quanto alcuni dettagli abbiano destato il nostro interesse, così come ci sono scambi molto azzeccati, non sono sufficienti a far decollare a dovere la serie. Complice anche una computer grafica che precipita in molte occasioni, scendendo ben al di sotto del livello del precedente Resident Evil: Vendetta. Al di fuori di Leon, Claire e Jason, tutto il resto, e in particolare sia alcuni scenari sia personaggi di contorno come i ribelli di Penamstan, ha una resa estetica mediocre.