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Sky: Children of the Light, provato all'E3 2019

Il nuovo gioco di thatgamecompany è Sky: Children of the Light, un'esperienza esplorativa che ricorda Journey ma che pone l'accento sul rapporto tra i giocatori

PROVATO di Vincenzo Lettera   —   20/06/2019

In uscita l'11 luglio su App Store, Sky: Children of the Light è l'estrema sintesi di tutto quello che Thatgamecompany ha realizzato fino a oggi. In questo "piccolo" gioco sono racchiusi l'accessibilità e la spensieratezza di flOw e il rilassante librarsi tra i prati di Flower. Da Journey trae l'eleganza con cui si scivola tra le colline e il fascino di interagire con qualcuno, viaggiando assieme a lui. Nel modo in cui si può spiccare il volo e piroettare tra le nuvole c'è addirittura qualcosa di Cloud, il progetto universitario che Jenova Chen sviluppò prima di fondare il team losangelino. In un periodo in cui gli sviluppatori più talentuosi si stanno allontanando dal mercato mobile, rendendo sempre più raro trovare guizzi di creatività su smartphone e tablet, l'arrivo di Sky su iOS e Android può sembrare una scelta anomala per uno dei team indipendenti più apprezzati su PlayStation 3 e PlayStation 4. Eppure, parlando all'E3 2019 con la scrittrice del gioco Jennie Kong, è evidente che la decisione sia legata a un obiettivo ben preciso: far arrivare Sky nelle mani di un pubblico più ampio ed eterogeneo possibile.

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Volare in compagnia

In origine Sky doveva essere un gioco molto meno originale, una sorta di Journey in miniatura, con una progressione lineare e la possibilità di interagire con un altro giocatore. L'intenzione, ci raccontano gli sviluppatori, era quella di portare su mobile la stessa esperienza dell'acclamato gioco PlayStation 3: "Leggendo i numerosi commenti e i feedback dei giocatori ci siamo resi conto che Journey poteva avere un effetto terapeutico per certe persone", ci ha spiegato Kong. "In molti ci hanno chiesto di poter giocare in compagnia dei genitori, dei propri figli o di un amico, ma non tutti hanno una console. Quasi tutti hanno però uno smartphone o un tablet, e lì è nata l'idea di realizzare un gioco mobile". Durante lo sviluppo, tuttavia, il progetto ha cambiato forma ed è diventato qualcosa di più di un "Journey che puoi portare in tasca". La prima grande differenza sta nella struttura del mondo: partendo da un giardino centrale che funge da hub, si può volare verso sette diverse regioni, ognuna con una propria estetica, luoghi da esplorare e dei segreti da scoprire. Bisogna trovare diversi altari e accendere le candele sparse in giro per il mondo per riportare speranza in questi luoghi abbandonati. Come da tradizione del team di sviluppo, è un'esperienza semplice, poetica e suggestiva, ma mentre in Journey incontrare un altro giocatore era una fortunata casualità, in Sky rappresenta proprio il senso di esistere dell'intera opera. All'interno del mondo (o dei sette regni) capiterà spesso di imbattersi in altri giocatori: quando li si incontra per la prima volta assomigliano a spettri che vagano nello scenario, ma avvicinandosi l'un l'altro e scambiandosi le candele in gesto di pace è possibile diventare amici e avere accesso a un gran numero di nuove interazioni.

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Ci si può dare il cinque, abbracciarsi o suonare attorno a un falò, e più tempo si passa assieme, più il rapporto tra i giocatori si rafforza e si sbloccano nuove azioni e possibilità. Tra le interazioni più interessanti e significative c'è la possibilità di tenersi per mano e condurre l'altra persona in giro per il mondo. È una sensazione forte in un videogioco, e oltre a creare una connessione molto più tangibile tra le due persone, ha anche un'utilità pratica, permettendo agli utenti più esperti di indicare la strada a chi è appena arrivato e fa fatica a trovare l'ingresso dei vari regni o il percorso che conduce a particolari artefatti. Nel tempo a nostra disposizione abbiamo svolazzato in compagnia degli sviluppatori, ci siamo fatti trascinare verso punti d'interesse e ci siamo seduti su un'enorme creatura volante facendo un giro panoramico di una delle regioni più bucoliche. C'è tuttavia voluto un po' di tempo per abituarci al sistema di controllo - che su iPhone simula il doppio stick per permettere di spostarsi e muovere la telecamera - non immediato nelle sequenze in volo e un neo inaspettato per un team da sempre attento a rendere l'esperienza quanto più accessibile. Ci viene detto che è possibile giocare ignorando gli altri, ma nel corso del viaggio si viene costantemente invogliati a collaborare: fino a otto persone contemporaneamente potranno esplorare il mondo in compagnia e tenersi per mano; alcuni puzzle sono più semplici quando affrontati in compagnia, e i vari regni nascondono un gran numero di oggetti per personalizzare esteticamente il proprio avatar, tra mantelli colorati, maschere e strumenti musicali. Anche il modello di business di Sky sarà orientato all'altruismo e alla collaborazione, visto che microtransazioni e acquisti in-app serviranno unicamente per donare oggetti agli amici o aiutarli nel loro viaggio.

Sky O

Mettendo il rapporto tra le persone al centro dell'esperienza, Sky: Children of the Light punta a essere qualcosa di più di un semplice Journey tra le nuvole. Chi ha la fobia del touchscreen e odia giocare su smartphone e tablet sappia che Thatgamecompany ha intenzione di portare, in futuro, il gioco anche su PC e console. Fino ad allora, Sky promette essere una delle più originali e interessanti esperienze mobile viste da un bel po' di tempo a questa parte, e non vediamo l'ora di scoprire come sarà giocare con perfetti sconosciuti e con le persone che ci sono più vicine.

CERTEZZE

  • Il fascino di Journey e Flower in un'esperienza tutta nuova
  • L'interazione tra le persone è assolutamente centrale

DUBBI

  • I piccoli obiettivi saranno sufficienti a stimolare a lungo l'esplorazione?
  • Bisogna prendere dimestichezza coi controlli