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I trend più significativi della generazione

Quali sono stati i principali trend, sia positivi che negativi, dell'ultima generazione dell'industria videoludica?

SPECIALE di Massimo Reina   —   17/07/2020

Con la nuova generazione di console alle porte, è arrivato il momento di tirare le somme su quelli che sono stati, nel bene e nel male, i trend più significativi di quella che sta per salutarci. Parliamo di tendenze relative a tutti quegli aspetti che hanno caratterizzato questa era videoludica, e che sono a nostro parere indicativi di certi cambiamenti (in alcuni casi tutt'ora in corso) all'interno dell'intera industria dell'intrattenimento elettronico e nei gusti e nelle abitudini dei videogiocatori.

Reboot, remake, ma poche nuove IP

Uno dei fenomeni più evidenti di questa generazione di console è stato sicuramente la riproposizione di vecchi titoli sia in forma semplicemente rimasterizzata, sia di veri e propri rifacimenti che in alcuni casi hanno persino azzerato una serie. Alcune di queste operazioni sono state ideate solo per minimizzare i rischi e ottenere soldi facili. Altre, invece, si sono rivelate "necessarie" per ridare linfa a una serie impantanata su sé stessa, o a un franchise in palese difficoltà creativa. Ed è innegabile che alcuni rifacimenti, vedi Tomb Raider o Resident Evil 2, giusto per citarne un paio, abbiano in tal senso colto nel segno.

Resident Evil 2 27

Le semplici remaster, dal canto loro, hanno in certi casi permesso a nuovi e vecchi utenti, di giocare a prodotti altrimenti difficilmente fruibili senza ricorrere al mercato del retrogame o agli emulatori. Il rovescio della medaglia di queste operazioni è stata però la riduzione di produzioni con nuove proprietà intellettuali. Mai come in questa generazione di console abbiamo infatti assistito al lancio di un numero esiguo di IP originali, segno evidente di un'industria che fatica a tentare nuovi percorsi. Perché da un lato reboot e remake possono essere il frutto delle pressioni di milioni di fan desiderosi di giocare o rigiocare un titolo particolarmente amato, o della volontà di uno sviluppatore di rimettere mano a un'opera che ritiene non abbia potuto esprimere a suo tempo tutte le sue potenzialità per alcune limitazioni hardware.

I trend più significativi della generazione

Dall'altro possono risultare il segnale che molti di loro non hanno idee o coraggio. E se le hanno, hanno paura a investire su di esse, preferendo puntare sull'usato "sicuro" e su soldi , come scritto prima, potenzialmente facili. Motivo per il quale si affidano pure alla riproposizione ciclica annuale di certi brand. Insomma, l'intera industria tripla A ha preferito vivacchiare sfruttando i vecchi franchise e proporre pochissime novità dal punto di vista dell'immaginario. Meno male che almeno resistono ancora le produzioni indipendenti.

La consacrazione degli indie, la realtà virtuale e il 4K

Le produzioni indie hanno sempre avuto un ruolo importantissimo all'interno dell'industria, ma è negli ultimi anni che esse hanno probabilmente trovato una consacrazione se non definitiva, di certo maggiore anche tra il grande pubblico. In un mercato dove, come abbiamo visto, le produzioni tripla A puntano a minimizzare i rischi, le produzioni indipendenti "sono state la vera terra di frontiera del medium, il segmento di mercato più libero dai condizionamenti economici e, di conseguenza, quello dove si sono spesso concentrate le sperimentazioni di gameplay", come abbiamo scritto tempo addietro in un articolo sul tema. È quindi innegabile che i giochi indie sono stati molto importanti per colmare certe lacune delle line up di PlayStation 4 e Xbox One, ma anche per rilanciare un settore dei videogiochi in apparente difficoltà.

Cuphead Recensione 1

Nonostante la sua diffusione non la renda ancora familiare alla maggior parte degli utenti standard, la realtà virtuale va ormai considerata come una presenza affermata e radicata nell'industria videoludica. L'obiettivo è quello di trasformare completamente il mondo dell'intrattenimento elettronico, intervenendo direttamente sulle modalità con le quali il giocatore interagisce con l'ambiente virtuale che si trova davanti. L'immersione ovviamente diventa totale, ma sono tantissime le difficoltà con le quali ancora ci si ritrova a fare i conti, in primis il motion sickness e successivamente il sistema di controlli.

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Ad ogni modo visori, servizi e giochi non mancano per un progetto con obiettivi comunque a lungo termine, che se dovesse riuscire nei suoi intenti impatterà in maniera molto importante non solo nel campo dei videogiochi ma in tutto il settore dell'intrattenimento, film e internet compresi. Per un'immersione totale, tra l'altro non necessariamente con visori per la realtà virtuale, l'aumento della risoluzione è fondamentale per avere immagini nitide e dettagliate. Ecco perché i produttori hanno puntato decisamente sul supporto a standard visivi sempre maggiori, come nel caso della risoluzione video 4K, altro trend di questa generazione, a cavallo con la prossima. Ovviamente non si parla solamente di incrementi nella risoluzione, ma anche di significativi passi in avanti nel campo della colorimetria, per donare maggiore realismo e profondità all'immagine.

Il cloud gaming e la crescita dei servizi online

Circa un anno fa, Google annunciava ufficialmente la sua discesa in campo nel settore videoludico, svelando le potenzialità di Stadia e indicando la via per quello che sarà il futuro a lungo termine dell'intrattenimento lato videogiochi, ovverosia i servizi di cloud gaming, vale a dire la capacità di sfruttare la propria console domestica come "cloud server" dal quale "streamare" i giochi della propria libreria su altri dispositivi mentre si è lontani da casa, e non solo. Una parte importantissima del futuro dell'intrattenimento elettronico tale da convincere le rivali di sempre, Sony e Microsoft, a siglare una partnership che garantirà benefit reciproci e una rafforzata spinta a livello commerciale proprio in materia di cloud. Il tutto con un occhio di riguardo per la gestione e lo sviluppo della copertura streaming e dei servizi ad essa correlati. La mossa include l'utilizzo dei data center della casa di Redmond, che verranno impiegati per i servizi di streaming dei prodotti Sony allo scopo di instaurare un ecosistema migliorato per gli sviluppatori. Di fatto, PlayStation Now, il particolare servizio cloud gaming di Sony ("particolare" perché permette anche di scaricare i giochi sulla console per giocarli in locale bypassando eventuali problemi di stabilità e ampiezza delle connessioni internet di certi Paesi -ndr) ha da poco tagliato il traguardo dei 2,2 milioni di utenti.

Playstation Now

Dal canto suo quello di Microsoft, Project xCloud, continua nel suo percorso positivo, e entro fine anno verrà finalmente integrato in Xbox Game Pass. Altro trend significativo durante questa generazione, è certamente la maggiore diffusione e valorizzazione del gioco online, nonché il consolidarsi di certi servizi. E se è vero che negli ultimi tempi il multiplayer e in generale altre proposte di gioco tramite il web sono stati "infilati" quasi a forza un po' ovunque nei videogame, anche in quelli dove non era proprio necessario, è anche vero che in questa generazione di console la posizione dell'intrattenimento in rete si è rafforzata, rivelandosi un elemento prezioso per il divertimento degli utenti, molti dei quali hanno iniziato a giocarci con maggiore frequenza rispetto al passato.

Free-to-play, casse premio e microtransazioni

A contribuire a favorire questo trend anche il fenomeno dei free-to-play, ovverosia videogame che permettono ai giocatori di fruire dei prodotti base (o comunque di buona parte di essi) gratuitamente, con la possibilità di sbloccare contenuti e funzionalità extra a pagamento. In tal senso il mercato ha offerto tanti giochi, molti dei quali ben strutturati e che avrebbero potuto tranquillamente essere venduti a prezzo pieno. Se inizialmente parecchie di queste produzioni erano dei MMO, come il "vecchio" ma sempre amato War Thunder, basato sul combattimento tra veicoli militari di terra, aria e mare, col tempo l'offerta si è ampliata, fino a proporre giochi di vario genere.

Fortnite Capitolo 2 Stagione 3 Personaggi 1

In questo senso come non citare i vari Fortnite, il battle royale di Epic Games dove lotte all'ultimo sangue si mescolano a meccaniche di costruzione uniche e a una grafica cartoonesca, Apex Legends, uno dei free-to-play più giocato del momento, con il suo gameplay rapido, i personaggi ben caratterizzati e il focus sul gioco di squadra. E ancora, Fallout Shelter, il gestionale spin-off mobile di Fallout 4, Let It Die, l'hack and slash di Grasshopper Manufacture del grande Goichi Suda o, per gli amanti del calcio, Pro Evolution Soccer 2019 Lite, versione ridotta ma giocabile del famoso titolo sportivo di Konami.

I trend più significativi della generazione

L'ottava generazione di console ha visto la pubblicazione di titoli AAA sempre più sofisticati e simili, in molti casi, a vere e proprie produzioni cinematografiche. Ma anche l'introduzione "forzata", negli stessi, delle cosiddette casse premio e microtransazioni. Quello delle ricompense casuali assegnate aprendo un determinato contenitore, ideate sulla carta per gratificare il giocatore con delle sorprese, che sia questa una skin particolare, un gadget o una card digitale ultra-rara, è un fenomeno in crescita, anche se mal visto dall'utenza all'interno di produzioni dal prezzo premium. Perché dietro a una meccanica a prima vista innocua, per molti se ne nasconderebbero altre mutuate dal gioco d'azzardo, per spingere i soggetti più sensibili a sviluppare delle vere e proprie forme di dipendenza.

I trend più significativi della generazione

E quindi a spendere un mucchio di soldi per continuare a comprarsi il pacchetto a sorpresa da aprire, nella speranza di trovare l'oggetto desiderato. La questione è ormai talmente diffusa da aver attivato perfino il mondo dell'associazionismo e quello politico, con alcuni stati, tipo il Belgio e l'Olanda, che hanno finito per bandirle. Inoltre hanno spinto qualcuno a interrogarsi proprio sulla possibilità di avvertire e mettere in guardia l'utenza sull'invasività in generale di questi sistemi di microtransazione, che possono andare a inficiare l'esperienza di gioco, specie nel caso di offerte che prevedono oggetti ben specifici, e non più bottini casuali.

Giochi incompleti al lancio e Open World

Parliamo di pacchetti invasivi che acquistati nel negozio virtuale di un gioco, finiscono per alterare il sistema di progressione, favorendo magari chi spende di più rispetto a chi gioca "pulito". Alcuni titoli di una certa importanza sono stati accusati in tal senso di aver alterato il proprio design artificialmente per allungare i tempi di accumulo delle risorse in modo tale da invogliare a spendere soldi veri per fare prima. Di fatto le microtransazioni non sarebbero più facoltative. Una tendenza di cui sentiremo ancora parlare in futuro, sperando però che queste meccaniche non degenerino diventando sempre più dannose per l'utenza. A proposito di "cose fastidiose" per i videogamer, c'è la questione dei giochi, e parliamo anche di produzioni di grosso calibro, che vengono sempre più spesso rilasciati incompleti o senza adeguate sessioni di beta testing, con conseguenti problemi di stabilità e patch post lancio gigantesche, accompagnate talvolta da una pletora di update e fix nei mesi successivi. Una tendenza che ha preso sempre più forma in questi anni, e che servizi come l'accesso anticipato e la possibilità di aggiornare i titoli velocemente sfruttando la rete hanno finito paradossalmente per incentivare ulteriormente.

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Perché ciò che inizialmente era stato pensato per risolvere le situazioni descritte qualche riga sopra attraverso i feedback dei giocatori che in anteprima, appunto, giocavano un titolo in alpha o in beta, ha finito per fare invece danni. Molti titoli sono stati lanciati in accesso anticipato in uno stato pietoso e, di fronte alle conseguenti scarse vendite, sono stati completamente abbandonati. In altri casi il successo c'è stato, ma le versioni finali sono arrivate dopo anni di patemi a attese. Ma questo, in fondo, è niente se comparato a certe tendenze davvero incomprensibili, come quella relativa alla mania di parecchi sviluppatori di "infilare" dappertutto ambienti di gioco più o meno liberi da esplorare, anche laddove non servono a niente.

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La maggior potenza hardware in questi anni ha significato anche la possibilità per gli sviluppatori di ricreare mondi virtuali sempre più complessi e realistici, perfetti per dare più credibilità al contesto narrativo di un gioco o alla sua ambientazione. Purtroppo, però, abbiamo anche assistito a qualche "abuso": in parecchi giochi, infatti, gli sviluppatori hanno voluto integrare un sistema a mondo aperto che però ha finito per rivelarsi a dir poco inutile. Questo perché implementato fuori contesto, in titoli che non ne avevano realmente bisogno, e che di conseguenza hanno portato alla riproduzione di mondi vasti ma "vuoti", talvolta perfino fastidiosi da esplorare proprio per la mancanza di attrattive e utilità ai fini della progressione o del divertimento.