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Trentacinque anni di videogiochi nei Simpson

Analizziamo i videogiochi apparsi nei Simpson nelle stagioni più classiche e la loro rilevanza culturale che hanno avuto sino ad oggi.

SPECIALE di Damiano Gerli   —   05/02/2024
Trentacinque anni di videogiochi nei Simpson

Finita la giornata a scuola, si torna a casa, il tempo di pranzare e dritti davanti alla TV per il momento più importante: ci sono i Simpson. Per chiunque abbia avuto l'infanzia o adolescenza negli anni Novanta, la disfunzionale famiglia di Matt Groening ha rappresentato una presenza rassicurante. Quel regolare appuntamento alle 14 suggellava una benvenuta ricarica per affrontare il pomeriggio, anche se a volte li vedevamo in prima serata con qualche puntata con ospiti speciali (chi ricorda Sgarbi? Eh, forse meglio scordarlo). In qualche modo, ci si sentiva tutti compresi dai personaggi della serie e le loro disavventure, sia i più piccoli che gli adolescenti tormentati.

La serie continua a vivere di una discreta popolarità anche negli anni duemila, la stessa che oggi, invece, sembra legata maggiormente a fattori nostalgici o "meme". Con l'egemonia culturale dei Simpson dell'epoca, ne discende anche come la serie sia riuscita, in qualche modo, a prevedere mode ed eventi della cultura degli anni duemila. Conseguentemente, fin dalle prime stagioni, i videogiochi sono stati presenza fissa nella serie della Fox. Un'affascinante giustapposizione tra realtà e immaginazione che, riletta oggi, mostra ancora aspetti degni d'attenzione. Andiamo ad analizzare alcuni titoli delle stagioni classiche.

Tutti ci ritiriamo imbattuti

L'arbitro presenta Bart 'Rambo' Simpson in Super Slugfest
L'arbitro presenta Bart "Rambo" Simpson in Super Slugfest

Cronologicamente, il primo videogioco a comparire nella serie è Super Slugfest, nella puntata "Lisa sogna il blues" (S1E6), trasmessa in Italia a ottobre 1991 (quasi due anni dopo l'originale). Bart "Rambo" Simpson sfida Homer "il sacco" Simpson al pugilato virtuale, dall'alto delle sue cinquanta vittorie consecutive per KO. Homer perde di nuovo, restando talmente traumatizzato da sognare un Bart pixellato che lo riempie di pugni. Homer, poi, imparerà i giusti trucchi da un bambino (che, per qualche motivo, nella versione doppiata parla toscano), riuscendo quasi a ottenere la sua rivincita... ma ahimé, Marge arriverà a staccare l'elettricità e Bart coglierà l'occasione per "ritirarsi imbattuto".

Super Slugfest - traducibile come "la super festa delle botte" - è chiaramente ispirato alla popolarità di Punch-out in America, sia nelle sue versioni casalinghe che in sala giochi. Ciò che colpisce con gli occhi moderni è la grafica particolarmente avanzata. Considerando che era il 1990, una console casalinga in grado di portare sullo schermo animazioni di quella qualità, oltre a così grandi, era decisamente poco realistica. Possiamo perdonare l'ingenuità dell'idea, si trattava d'altronde della prima stagione del cartone. Teniamo in mente, però, come Super Slugfest si concentri sulla brutalità del pugilato, trattasi di titolo concentrato più sulla "violenza" dei colpi, che su aspetti simulativi.

Arriva lo svaligiatore di negozi

Bart si concede un momento di relax con Touch of Death
Bart si concede un momento di relax con Touch of Death


Nella terza stagione - uscita in America nel 1991 - arrivano diversi altri videogiochi, tra cui ricordiamo "Touch of Death", o "il Tocco della Morte", nel secondo episodio "Quando Flanders fallì". Bart lo gioca dopo essere scappato dalle lezioni di karate; alla ricerca di uno svago, si balocca con una sorta di versione alternativa di Kung Fu Master. Per quanto il nome possa facilmente far pensare a Mortal Kombat, nell'anno di produzione del cartone il gioco Midway non era ancora uscito. Trattasi, di nuovo, di un titolo violento e incentrato sull'uccisione dei nemici a mani nude, tra ninja e samurai.

Storia diversa per Larry the Looter, tradotto in Italia come "Larry il saccheggiatore", comparso nell'episodio Radio Bart (S3E12). Si tratta di un titolo d'azione 2D con tipica giocabilità a scorrimento dove, nei panni di Larry, dobbiamo esplorare una città saccheggiando tutto quello che troviamo. Per esempio, vediamo Bart che incontra un negozio d'elettrodomestici, ne spacca la vetrina e arraffa tutto quel che trova. Di lì a poco, verrà beccato dal proprietario che finirà Larry con un colpo di fucile e Bart perde la partita

Inizia la partita a Larry il saccheggiatore
Inizia la partita a Larry il saccheggiatore

Soffermiamoci un momento su Larry che rappresenta, nonostante il riferimento non proprio noto, un momento cruciale nell'analisi transmediale dei Simpson. Considerando quanto analizzato finora, emerge un chiaro modello di come gli scrittori della serie interpretassero i videogiochi. Nei Simpson, i giochi sono spesso violenti, nonché diseducativi (un gioco dove fai punti rubando!), e offrono sempre ricompense al giocatore per aver compiuto vari atti criminali. Insomma, sarebbe facile andare sul classico "i Simpson hanno previsto anche Grand Theft Auto", ma potremmo dire che trattasi di una deriva narrativa ispirata a quanto stava succedendo all'epoca in America. Di lì a poco con Mortal Kombat e Doom, esploderà del tutto il problema della violenza nei videogiochi e nasceranno i sistemi di rating, i Simpson stavano anticipando di poco i tempi.

I vincitori non usano droghe, ha ha ha!

George Bush prende a calci il generale panamense
George Bush prende a calci il generale panamense

Se volessimo ulteriore conferma di questa deriva, altro ottimo esempio è Svisceratore 4 (Disembowler IV), descritto da Bart come "il gioco in cui dei condannati tentano di colpirsi a vicenda con uncini arrugginiti". Siamo nella sesta stagione, negli anni novanta inoltrati, ma gli scrittori della serie continuano a leggere il mondo dei videogiochi nella medesima maniera, pur con un elemento di novità. In Svisceratore non c'è solo la violenza come tema principale, ma anche la fascinazione quasi accecante che questi i casalinghi esercitano sul giovane e impressionabile pubblico. Non a caso, è nell'episodio "Homer l'acchiappone" (S6E9) che la baby sitter usa la cartuccia a mo' di esca per convincere Bart a fare i suoi doveri.

Esempio dimenticato, invece, è Panamian Strongman (non tradotto), comparso in "Finché la barca va" (S5E9). Non è molto chiara la giocabilità, ma probabilmente il gioco vorrebbe essere una parodia del classico Rampage della Midway, il titolo dove si distruggevano palazzi usando degli enormi mostri mutanti. Il riferimento politico è, invece, meno noto in Italia, visto che rimanda all'invasione di Panama da parte degli USA, nel 1989, con l'obiettivo di deporre il generale Manuel Noriega. Infatti, dopo la caduta del Panamian Strongman dal grattacielo, questo viene preso a calci da George Bush che lo prende in giro con "i vincitori non usano droghe" (rifacendosi alla nota frase che compariva nelle sale giochi dell'epoca).

Se Panamian Strongman non ha lasciato tracce, potrebbe comunque rientrare nella narrativa principale dei videogiochi nei Simpson come "politicamente scorretti". Nello stesso episodio, invece, compare un altro titolo che esula completamente dal nostro discorso. Vediamo, infatti, il secchione Martin Prince che gioca a My Dinner with André, usando un joystick per scegliere la frase per far proseguire una fitta conversazione intellettuale. Qui, chiaramente, gli scrittori stanno facendo satira sul fatto che solo un secchione noioso come Martin giocherebbe a un titolo ricercato e senza violenza. Verrebbe da pensare, però, che sia un peccato che le visual novel non siano mai arrivate nelle sale giochi dell'epoca.

I dolori del giovane Trillerhouse

Babbo Natale e le sue sanguinarie renne osservano Tempesta d'Ossa
Babbo Natale e le sue sanguinarie renne osservano Tempesta d'Ossa

Chiunque, però, leggendo il titolo dell'articolo ha pensato subito a un singolo episodio della serie, quello tuttora più classico - forse in assoluto - a tema videogiochi (o meglio, a tema regali di natale). In "Marge, non essere orgogliosa" (S7E11), fin da subito a Bart viene fatto il lavaggio del cervello dalle pubblicità di Bonestorm, o come lo conosciamo meglio in Italia, Tempesta d'Ossa. L'episodio arriva da noi piuttosto tardi, trasmesso per la prima volta a maggio 1996, quasi in "zona PlayStation" e comunque dopo il picco delle lotte intestine tra Sega e Nintendo. Comunque, ci sembrerebbe di dire che non ha mancato l'obiettivo di catturare l'immaginario collettivo di tutti i videogiocatori che guardavano i Simpson.

Qui, come forse in pochi altri episodi, si può ammirare l'invidiabile capacità degli scrittori dei Simpson di riuscire a comunicare con un pubblico mai così vasto, perlomeno in una serie a cartoni. Bart, infatti, tenterà di convincere Milhouse (o meglio TRILLHO) a farsi prestare il gioco, ovviamente non riuscendoci. Chi non aveva, all'epoca, un amico, infame, che riusciva sempre ad avere l'ultimo costosissimo gioco e ci lasciava solo tristemente a osservare, a mo' di bambino Dickensiano che muore di fame fuori dalla vetrina di una lussuosa pasticceria?

Ma l'episodio parla anche ai genitori, con Bart che prima ruba il videogioco, poi pentendosi e decidendo di fare un regalo alla mamma. Per tacere di quel brivido che abbiamo provato tutti, nel gesto di Marge che finalmente premia la generosità di Bart, regalandogli il gioco che, a detta della cara Liù Bosisio, "il commesso mi ha detto tutti i bambini vogliono per natale". In quel momento, tutti abbiamo pregato che sotto quella carta ci fosse Tempesta d'Ossa e invece, Bart troverà il gioco di golf "Ammazza che mazza" (Lee Carvallo's Putting Challenge). Completo di matita segnapunti.

Donkey Kong si rassegna alla fine della sua carriera
Donkey Kong si rassegna alla fine della sua carriera

A distanza di trent'anni netti dall'originale messa in onda dell'episodio, le tematiche di "Marge non essere orgogliosa" ancora risuonano con forza. Al di là del raccontarci del classico Nintendo vs Sega, con la comparsa di Mario, Luigi, Donkey Kong e Sonic che fanno da coscienza cattiva per Bart, a tutti è capitato di provare la delusione di non ricevere il videogioco desiderato per Natale. Ancora peggio, ricevere quello sbagliato e giocarci con riluttanza solo per far piacere alla mamma o alla nonna. L'episodio incastona un periodo preciso nel tempo, riuscendo a divertire i genitori e a far sorridere amaramente i figli, rappresentando una vera e propria capsula del tempo anni Novanta di quel che erano i videogiochi all'epoca: le pubblicità ossessive (e violente, ma quello solo in America), la violenza che attira i bambini, l'essere disposti a tutto pur di mettere le mani sull'ultimo titolo uscito. Perfino a rubare.

Tempi moderni

Kevin si prepara al suo primo (e ultimo) passo
Kevin si prepara al suo primo (e ultimo) passo

L'analisi del trattamento dei videogiochi nei Simpson potrebbe proseguire a lungo, ricordiamo per esempio "Milhouse con Waterworld" (S8E10), un gioco arcade dalla realistica grafica, ma dal costo di circa dieci dollari a partita. "Che fregatura!", esclama l'occhialuto miglior amico di Bart, dopo che Kevin Costner ha fatto un passo ed è uscito Game Over. Ma sarà solo un attimo, prima che Milhouse inserisca altri dieci dollari nel cabinato. Di nuovo, siamo nella tendenza del videogioco a dare dipendenza - elemento adulto - giustapposta all'elemento infantile, la tragica realtà del fatto che tutti i videogiochi tratti da film facessero pena e compassione (Waterworld uscirà poi su Super Nintendo e, ironicamente, per Virtual Boy).

L'analisi transmediale dei videogiochi usati dai Simpson per raccontare un'industria che stava guadagnando sempre più pubblico, è oggi un prezioso aiuto per iniziare a decifrare un modello culturale che, in qualche modo, il medium videoludico sta ancora scontando. Come menzionato, da molti di questi episodi sono passati più di trent'anni, ma rimane vero che quell'immagine di "videogiochi violenti che danno assuefazione" non si è del tutto dileguata. Anzi, specialmente nell'immaginario collettivo, e ancora peggio a livello di TV pubblica e media, continua a vivere con prepotenza.

In Catfight (S9E7) due donne si picchiano al suono di 'sgualdrina!' e 'stracciona!'
In Catfight (S9E7) due donne si picchiano al suono di "sgualdrina!" e "stracciona!"

L'analisi si ferma, volutamente, alla nona stagione, visto che dopo la dodicesima, i Simpson inizieranno un calo progressivo di pubblico e critica fino a diventare l'ombra di quella serie frizzante e sulla cresta dell'onda. Dove un tempo era la gialla famiglia di Groening a rappresentare il riferimento pop culturale per eccellenza, catturando una generosa fetta di pubblico, presto Homer, Marge, Bart e Lisa inizieranno ad arrivare secondi, ricopiando riferimenti pop culturali preesistenti per realizzarne prevedibili e scontate parodie. Sia Larry the Looter che Ammazza che mazza, invece, lasciano un'eredità culturale ancora viva e vegeta, tanto che ne sono state realizzate anche gustose versioni giocabili.

Il grande periodo della serie è passato - forse per sempre - ma riguardando le vecchie puntate con gli occhi di oggi si continuano a scoprire nuovi elementi. L'influenza culturale dei Simpson diventa sempre più difficile da spiegare a chi non l'ha vissuta direttamente, specie decenni dopo. Una situazione peculiare, specialmente per una serie tremendamente longeva, proseguita senza pause dalla fine degli anni Ottanta. Quella scrittura così squisitamente equilibrata, capace di comunicare con una platea di ogni età (quel medesimo problema che porterà al fallimento del film dei Simpson), è frutto di un complesso equilibrio probabilmente non più ripetibile. Di certo, oggi in cui ogni discussione - specie online - deve essere sempre più divisa e specifica per far piacere a determinati gruppi di appassionati, ci verrebbe da chiederci: sarebbe mai possibile tornare a questa scrittura così comprensiva e capace di prevedere sviluppi futuri?

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