53

Il libretto d'istruzioni di Tunic

Tunic è stato uno dei giochi migliori e uno degli indie più significativi del 2022, grazie anche alle particolari idee legate al suo libretto d'istruzioni.

Il libretto d'istruzioni di Tunic
SPECIALE di Giorgio Melani   —   03/12/2022

In quanto ormai vecchi giocatori, è facile cadere nei discorsi nostalgici da "boomer" parlando del libretto d'istruzioni di Tunic e di come ci ricordi i tempi dei giochi fisici confezionati come dio comanda, ma l'idea geniale di Finji va ben al di là della semplice rievocazione dei bei tempi andati, diventando un elemento caratterizzante dell'intero gameplay. È forse la prima cosa che ci si ricorda, se si ripensa a mente fredda alla splendida esperienza offerta dall'action adventure con la volpe, perché rappresenta uno di quei rari momenti in cui ci si trova di fronte a qualcosa di veramente sorprendente. In un'industria ormai rigidamente codificata secondo generi e canoni prestabiliti, ritrovarsi sinceramente stupiti di fronte a un'idea originale è qualcosa che capita sempre più di rado e anche per questo è estremamente piacevole.

Discutere del libretto senza incappare in possibili spoiler non è facile, e forse anche solo il fatto di mettere la cosa in evidenza potrebbe rovinare la sorpresa a chi non ha ancora giocato Tunic, ma cerchiamo di prenderla in considerazione nella maniera più generale possibile, perché va comunque riconosciuta come una delle caratteristiche più interessanti viste quest'anno in un videogioco e non poteva mancare nella rassegna dedicata ai titoli più significativi del 2022.

Atteso per tanto tempo a causa di uno sviluppo interminabile, Tunic è stato visto a lungo come una sorta di clone di Zelda, poi come una specie di Zelda con elementi souls-like, ma in verità a giocarlo si capisce come sia qualcosa di diverso un po' da tutto il resto.

Non solo nostalgia

Tunic, la mappa della zona iniziale, dal libretto d'istruzioni
Tunic, la mappa della zona iniziale, dal libretto d'istruzioni

Tunic è un gioco che sorprende e lo fa a diversi livelli. Prima ancora che nelle meccaniche, tutto sommato incentrate sulle tradizioni classiche del genere, il gioco ci coglie di sorpresa nell'approccio agli enigmi, imponendoci di pensare fuori dagli schemi. Il libretto delle istruzioni è emblematico in questo senso: chiunque, a prima vista, avrà pensato semplicemente a una trovata per richiamare proprio Zelda o un altro action adventure classico di quelli che abbiamo scoperto all'epoca del NES, quando le cartucce erano sempre accompagnate dal loro splendido libretto illustrato. C'è anche questo aspetto nell'idea di Finji, non c'è dubbio: il modo in cui il manuale viene presentato, e l'atmosfera generale, vogliono anche richiamare i ricordi d'infanzia dei giocatori, quando il libretto era parte integrante dell'esperienza. C'è poi la volontà di inserire un supporto aggiuntivo che sopperisca alla mancanza di testo, vista la scelta particolare di non dare indizi chiari in questo senso, almeno finché non si trovano le giuste chiavi interpretative (come ben sa chi ha concluso il gioco).

Il ricorso al manuale, come una sorta di paratesto di supporto, è certamente un ritorno al passato, quando il libretto non solo spiegava gli elementi di base ma poteva servire anche per approfondire la conoscenza del gioco e capire come andare avanti. Da questo punto di vista, anche gli appunti scarabocchiati sulle pagine ricordano da vicino quelli che disegnavamo sulle pagine delle "note" che si trovavano sempre alla fine dei libretti originali. Tuttavia, si nota subito come ci sia qualcosa di strano nel modo in cui questo supporto viene presentato: non si tratta solo di un modo simpatico di mostrare delle mappe o dare utili consigli ai giocatori. Se dev'essere la nostra guida nel gioco, perché è scritto in una lingua incomprensibile? Perché non parte dalla prima pagina ma si compone in ordine sparso, e perché - soprattutto - è così importante recuperarne le pagine sparse in giro per il mondo di gioco, se si tratta solo di un elemento accessorio?

Pensiero laterale

Tunic, una pagina del libretto d'istruzioni con la sua lingua incomprensibile
Tunic, una pagina del libretto d'istruzioni con la sua lingua incomprensibile

La scelta di utilizzare un linguaggio incomprensibile, tutto fatto con le rune presenti nel mondo del gioco, è stata spiegata anche dall'autore, Andrew Shouldice con la volontà di incrementare lo straniamento del giocatore e il senso di trovarsi in un mondo sconosciuto, "provocare un senso di trasgressione per stare giocando con qualcosa che non dovreste". In questo senso, il manuale sembra non dire nulla, eppure dice tutto. Perché non è affatto un semplice elemento accessorio estetico o d'atmosfera, è a tutti gli effetti una parte integrante del gameplay e la sua ricerca, composizione e interpretazione, scovandone i segreti e i messaggi in codice, diventano un gioco dentro al gioco. Siamo di fronte a una sorta di meta-manuale delle istruzioni, che più che spiegare quello che accade sullo schermo partecipa all'azione diventando esso stesso un grande enigma intersecato con quelli sparsi sulla mappa. E sono puzzle strani, perché non seguono le convenzioni standard, spiazzando il giocatore con soluzioni imprevedibili, almeno ragionando secondo le normali regole dei videogiochi, cosa doppiamente fuori dal comune se si guarda a quanto siano standardizzate e rigide queste convenzioni al giorno d'oggi.

Ogni sottolineatura, appunto, freccia e cambio di colore nel testo hanno un rimando particolare che non è evidente, ma ha un suo senso nell'economia generale di Tunic, portando a tenere sempre d'occhio questi piccoli dettagli. Il bello di questa centralità del libretto è che non risulta evidente da subito: il gioco si presenta inizialmente come un action adventure piuttosto standard, ostico e impegnativo sul fronte degli scontri ma questa sua profondità in termini di puzzle è piuttosto insospettabile alle prime battute. Molti degli elementi più nascosti possono anche rimanere totalmente ignorati dai giocatori, tant'è che il "golden path" finale, in tutta la sua genialità, è facoltativo. Ma è chiaro come l'esperienza completa richieda di tuffarsi completamente nelle bizzarrie di Tunic, anche perché è l'unico modo per raggiungere quello che può essere considerato il vero finale.

Qualcosa di unico

Sulle pagine del manuale di Tunic la storia è solo accennata, perché scritta con le rune del gioco e quindi da interpretare
Sulle pagine del manuale di Tunic la storia è solo accennata, perché scritta con le rune del gioco e quindi da interpretare

Proprio in questi giorni è emersa la discussione sul fatto che gli aiuti di God of War Ragnarok siano talmente diffusi da trattare i giocatori da incapaci, ma non è certo un caso isolato. Viviamo in un'epoca in cui i videogiochi, specialmente se di un certo spessore, non possono permettersi di non essere immediatamente chiari a un pubblico più ampio possibile, che viene accompagnato passo passo nell'avventura senza alcuno scossone. In un panorama del genere, Tunic ha un effetto dirompente, perché ci richiede di pensare fuori dagli schemi. Non si tratta di applicare semplicemente la logica per risolvere degli enigmi: la struttura ci sfida a superare le normali regole del gioco, stimolando il pensiero laterale per trovare soluzioni che sembrano assurde perché totalmente al di fuori del tacito accordo a cui siamo abituati a sottostare affrontando un videogioco. Il libretto d'istruzioni condensa questo aspetto ed è per questo che lo consideriamo uno degli eventi più interessanti di questo 2022 videoludico.