Si sa, la storia dei videogiochi è costellata da tropi ricorrenti, elementi visuali e concettuali che uno o più titoli hanno imposto rapidamente come standard, come tasselli di design immediatamente decifrabili dal giocatore. Attraverso la reiterazione di tali tropi, sappiamo che un pollo sul pavimento di un beat'em up ci darà energia vitale, e che in un platform solitamente dovremo saltare sulla capoccia di un nemico per abbatterlo.
Tale concetto si può applicare, se vogliamo, anche all'intera struttura di certi scenari: difatti, fin dall'epoca dei giochi a 8 bit, i designer ci hanno presto abituati all'idea che, ad un certo momento delle nostre avventure, i nostri beniamini videoludici abbandoneranno per un po' la rassicurante terraferma per gettarsi tra i pericoli delle onde e dei flutti marini. Ebbene sì, i livelli a tema acquatico/sottomarino, tanto frequenti nella storia del medium quanto spesso vituperati dai giocatori, sono ancora oggi un must di tanti platform e non solo. Ci costringono sempre a rimettere in discussione le nostre competenze in un determinato titolo, ponendoci di fronte a una diversa fisica dei corpi, a movimenti più faticosi e a tipologie di minacce tutte proprie del panorama subacqueo.
Possiamo essere schietti: quasi sempre i livelli subacquei non fanno altro che farci alzare gli occhi al cielo e pregare che tali sezioni finiscano il prima possibile; tuttavia, a volte ci sono piacevoli eccezioni. Quale miglior modo di affrontare queste caldissime giornate di agosto, se non proprio ricordando e celebrando alcuni esponenti di questa categoria di livelli? Dunque, che adesso siate cosparsi dal sudore nel bel mezzo dello scenario cittadino, o che vi stiate beando davanti al mare, a un lago o un fiume, immergiamoci e rinfreschiamoci in questo piccolo excursus acquatico!
Donkey Kong Country
Se i colpi di calore vi danno un'improvvisa voglia di cercare banane sui fondali, Donkey e Diddy Kong sono i vostri migliori compagni di nuotate. Partiamo infatti da un grandissimo classico dei livelli sottomarini: Donkey Kong Country, il primo capitolo della saga a 16 bit firmata Rare-Nintendo, mostra uno dei pochi casi in cui gli stage subacquei possono essere effettivamente avvincenti, ritmati e fluidi quanto quelli più tradizionali "su suolo".
Donkey Kong e il fido Diddy si muovono agilmente in tutte le direzioni in dei livelli ricchi di tunnel e cunicoli e fitti di insidie a base di polpi e pescecani, nuotando sulle note di un classico delle colonne sonore dei videogiochi. Quel geniaccio di David Wise, autore delle musiche di tutta la trilogia originale di Donkey Kong Country, ci dona infatti qui quel capolavoro intramontabile di "Aquatic Ambience", un brano atmosferico, malinconico, che sembra uscire da un disco di Vangelis. In ogni caso, non è consigliabile seguire i nostri eroici primati in qualunque specchio d'acqua: in un livello come Poison Pond, infatti, non ci muoveremo più in cristalline acque blu, bensì nei fetenti liquami verdi rilasciati dalle Kremrock Industries Inc.
Super Metroid
Restiamo sulle coste a 16 bit del Super Nintendo Entertainment System, per tuffarci nelle torbide e oscure acque di Maridia, insieme all'eroica Samus Aran. Super Metroid resta tuttora un capolavoro del suo genere; tuttavia, per molti appassionati il gioco trova il suo momento meno felice proprio nell'affrontare Maridia, ossia le profondità sottomarine del pianeta Zebes.
Ciò perché, finché non si mettono le mani sulla sempre agognata Tuta Gravità, si dovrà affrontare buona parte di questa regione subendo una sorta di moviola estrema di tutti i propri movimenti che, unita al design a dir poco labirintico della zona, farà perdere molto tempo e molta pazienza a tanti giocatori sprovveduti. A tale design arzigogolato si aggiungano poi una buona dose di sabbie mobili e di nemici insopportabili, che renderanno le vostre diverse traversate ancor meno piacevoli. Insomma, sicuramente Maridia non è il passaggio migliore di una gemma come Super Metroid, ma non c'è dubbio come anche questa piccola avventura sottomarina di Samus sia anch'essa, come tutto il resto del gioco, un grande esempio di atmosfera thriller-fantascientifica, messa in scena attraverso una impeccabile direzione artistica a 16 bit.
Super Mario 64
Se ne avete abbastanza di specchi d'acqua bidimensionali, tuffiamoci allore nei mari poligonali del Nintendo 64 insieme al nostro amato idraulico baffuto. La Jolly Roger Bay di Super Mario 64 è un altro classico indiscusso degli scenari videoludici a base di nuotate e fauna marina, un bioma meraviglioso in cui Nintendo ha insegnato a tutti come si muove un personaggio sott'acqua in un mondo a tre dimensioni.
Tutto quello che si svolge in quest'area è diventato iconico, come tantissimi altri momenti di questo capolavoro della grande N: dal camminare sui fondali marini con l'ausilio del Cappello Armatura, alle ostriche contenenti le immancabili monete rosse da raccogliere in giro per il livello, all'indimenticabile apparizione della murena gigante, sulla cui coda si cela una Super Stella da acciuffare prima che Mario rimanga a corto di ossigeno nei polmoni. La ciliegina sulla torta è anche qui rappresentata da un brano capolavoro, vera bandiera indiscussa dell'accostamento tra videogiochi e mari cristallini: Dire Dire Docks, il tema musicale della Jolly Roger Bay, è uno dei punti più alti di tutta la produzione musicale di Koji Kondo. Quelle di Super Mario 64 sono ancora oggi acque deliziose in cui immergersi... Ma occhio alla fauna extra-large!
Kingdom Hearts
Che ne dite invece di fare una visitina ad Ariel e Sebastian? La saga di Square Enix e Disney è nota per trasportare Sora, Paperino e Pippo nei mondi più disparati del catalogo Disney-Pixar, ognuno con le sue regole, la sua estetica, le sue peculiarità. Eppure, pochi altri mondi nella saga hanno sparigliato le carte del gameplay come ha fatto Atlantica nel capostipite della serie. Quest'area fa la gioia di tutti gli amanti de La Sirenetta, il classico del 1989, riproducendo in maniera molto accurata diversi luoghi specifici visibili nel lungometraggio.
Tuttavia, alla splendida trasposizione del mondo del Classico Disney fa da contraltare un sistema di controllo esclusivo di quest'area, in cui ai movimenti consueti di Sora (qui trasformatosi in un tritone) si aggiunge la necessità di spostarlo anche verso l'alto o verso il basso sull'asse verticale: ciò rende non solo l'esplorazione un po' più faticosa, ma porta anche i numerosi scontri con gli Heartless a essere più macchinosi e meno leggibili. Probabilmente questo mezzo flop nell'adattare il sistema di combattimento a un bioma e a una fisica completamente diversi è stato evidente allo stesso team di sviluppo: non sarà infatti un caso che nel successivo Kingdom Hearts 2, del 2006, il mondo di Atlantica sarà unicamente riservato a dei minigiochi in salsa rhythm game. Insomma, "in fondo al mar" è meglio cantare che fare a botte con le creature dell'Oscurità.
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom
Tutte queste esperienze balneari non vi hanno soddisfatti? Non resta allora che indossare l'armatura Zora e andare a fare un tuffo... nel cielo! Sì, con questa inclusione stiamo un po' barando, ma anziché rievocare per l'ennesima volta il famigerato Water Temple di Ocarina of Time, possiamo approfittarne per celebrare uno dei momenti più spettacolari dell'ultima avventura di Link.
Per giungere infatti in cima al Tempio dell'Acqua, qui collocato tra le splendide Isole Celesti, si nuota sfidando la legge di gravità: si risalgono enormi cascate come fossimo salmoni guizzanti e si passa da una piattaforma all'altra tuffandosi in globi d'acqua fluttuanti, in una sorta di area a gravità ridotta dove i nostri balzi sono più ampi e lenti. Pur essendo una zona acquatica atipica nel suo collocarsi tra le nubi anziché nei fondali marini, la scalata verso il Tempio dell'Acqua mantiene la tradizione degli stage sottomarini di alterare le regole del gioco in fatto di fisica e moto nello spazio. Ciononostante, trattandosi del capolavoro Nintendo in cui il motore fisico e le sue manipolazioni sono sempre al cuore dell'esperienza, i risultati sono ben lungi dalla noiosa scomodità di tante altre nuotate videoludiche, e ci si ritrova invece tra le mani una sequenza affascinante e indimenticabile, una delle tante punte di diamante di un titolo enorme e geniale.
Questi sono solo alcuni tra i tantissimi livelli acquatici della storia dei videogiochi, una piccola panoramica fatta per rinfrescarci nell'atroce calura estiva. C'era tuttavia l'imbarazzo della scelta: da Sonic a Monster Hunter, passando per Crash Bandicoot e vari capitoli di Pokémon, sono innumerevoli le occasioni in cui abbiamo dovuto trattenere il respiro per tuffarci insieme ai nostri eroi. Siamo sicuri che anche a voi verranno in mente tanti altri ricordi videoludici a base di nuotate e immersioni. Se è così, condivideteli con noi: nel frattempo, non dimenticate la crema solare, e buon bagno!