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Anche NieR: Automata ottiene ottimi consensi, il Giappone è tornato in auge?

Una serie di ottimi titoli giapponesi innesca la new wave dal Sol Levante

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   06/03/2017

E così anche NieR: Automata si conferma un ottimo titolo, a breve distanza dall'altrettanto ottimo NiOh, contribuendo a disegnare il profilo di un nuovo andamento del mercato. Non che sia mai stato effettivamente messo in disparte dall'industria videoludica, ma è piuttosto chiaro come l'ambiente giapponese sia rimasto un po' in ombra per un lungo periodo della scorsa generazione di piattaforme, soprattutto. Si è trattato di un generale ritardo nelle soluzioni tecnologiche e forse anche organizzative, a fronte di un poderoso avanzamento delle produzioni occidentali che ha trascinato il mercato per buona parte della generazione di PlayStation 3 e Xbox 360, ma anche di un'evidente crisi di idee che ha portato a un certo ristagno di quella storica fucina di concetti e soluzioni di gioco risiedente nel Sol Levante.

Anche NieR: Automata ottiene ottimi consensi, il Giappone è tornato in auge?

Tuttavia, qualcosa è cambiato nettamente tra la fine della scorsa generazione e questa, e forse la trazione imposta da una PlayStation così in forma sul mercato potrebbe essersi tradotta in un risveglio generale delle coscienze negli sviluppatori nipponici, con cui Sony ha ovviamente un dialogo preferenziale. Non parliamo tanto di Nintendo e del suo incredibile The Legend of Zelda: Breath of the Wild perché rappresenta sempre un caso a sé stante, poco inquadrabile nell'andamento generale del mercato console multipiattaforma, ma i rapporti di forze tra le altre due piattaforme sembrano portare delle conseguenze anche nei livelli della produzione dei rispettivi paesi. Fatto sta che nel volgere di pochi mesi sono arrivati Final Fantasy XV, The Last Guardian, NiOh e ora NieR: Automata, che hanno rappresentato alcuni tra i titoli più interessanti di quest'ultimo periodo.

Al di là delle soluzioni di gioco proposte, quello che emerge da questi titoli è anche un forte taglio stilistico che, come riferito anche da Aligi Comandini nella recensione di oggi, non è cosa tanto comune in ambito videoludico e si ritrova spesso proprio in Giappone, dove i semi dell'autorialità in questo settore di mercato sembrano aver attecchito in maniera più forte, resistendo anche attraverso un'evoluzione dell'industria che rende così difficoltoso l'emergere di personalità specifiche. Questo, per quanto riguarda le produzioni maggiori e al netto dell'ambiente indie, ovviamente, dimostra anche un certo coraggio da parte delle etichette nipponiche, che sempre di più tornano a proporre titoli particolari e non necessariamente rodati e di sicuro impatto sul pubblico, un valore di cui il mercato videoludico attuale ha disperato bisogno. Per questo il ritorno del Giappone assume una valenza particolare, al di là dell'offerta di gameplay, atmosfere e stili grafici che tipicamente provengono da tale zona.

Tutto questo ci porta a una questione ben più prosaica ma di fondamentale importanza per suggellare l'effettivo impatto di questa new wave nipponica: le vendite sul mercato, cosa che rappresenta un paio di maniche completamente diverso dalle considerazioni stilistiche e concettuali.

Anche NieR: Automata ottiene ottimi consensi, il Giappone è tornato in auge?

La risposta finora è stata piuttosto positiva ma certo non ci si sarebbe aspettato nulla di diverso da titoli come Final Fantasy XV, mentre su NiOh ha probabilmente giocato a favore il publishing diretto da parte di Sony e la sua potenza di fuoco in termini di marketing. Il futuro di NieR: Automata è sicuramente più nebuloso: già il fatto che Square Enix abbia deciso di investire così tanto nello sviluppo del seguito di un titolo così particolare come NieR è un mezzo miracolo, e l'accoppiata tra Yoko Taro e Platinum Games è sembrata fin da subito una sorta di scelta visionaria da parte del publisher, ma i mezzi impiegati sul mercato saranno probabilmente diversi rispetto agli esempi precedenti. Su questo fronte, l'apertura all'utenza PC può rappresentare una scelta vincente, non a caso intrapresa negli ultimi anni ormai da un gran numero di compagnie per i titoli giapponesi, sempre più diffusi su piattaforma Windows. La rinascita videoludica giapponese, indubbiamente spinta da PlayStation 4, potrebbe dunque dover passare dal PC per confermarsi, nonché approdare anche sulla neonata Switch per svilupparsi in ulteriori direzioni, ma l'andamento è sicuramente incoraggiante.