C'è chi ci scherza su, indicando la giornata di domani come una sorta pozzo in cui inevitabilmente spariranno i nostri soldi; e in effetti è vero: fra poche ore arriveranno nei negozi tre dei titoli più importanti dell'anno, che sarà difficile non acquistare al day one: Super Mario Odyssey, Assassin's Creed Origins e Wolfenstein II: The New Colossus.
Prodotti molto diversi ma accomunati dalla stessa, forte vocazione single player. Una risposta chiara ed eloquente, viste le tempistiche, alle polemiche che hanno fatto seguito alla chiusura di Visceral Games e alla rimodulazione del progetto EA Star Wars in qualcosa di probabilmente diverso dall'action adventure a base narrativa che i creatori di Dead Space stavano realizzando.
L'evento ha scatenato una sorta di contrapposizione, a tratti aspra, fra le ragioni del cuore e le inevitabili esigenze economiche, portando diversi sviluppatori a dichiarare apertamente il proprio amore per i titoli in single player. Dall'altra parte della barricata, nel ruolo dei "cattivi", ci sono i publisher, quelli che devono far quadrare i conti sebbene sia stato ampiamente dimostrato come non si facciano alcun problema a chiudere team di sviluppo a fronte di risultati commerciali inferiori alle aspettative.
Per loro il mercato deve spostarsi sui "games as a service", titoli cioè che integrino una componente online in grado di catturare l'attenzione degli utenti per mesi, con consistenti contenuti a pagamento rilasciati a cadenza regolare e un ciclo vitale sostanzialmente più lungo rispetto anche al più duraturo dei giochi single player. Un modello che parte naturalmente dall'esigenza di incassare di più, vuoi perché lo sviluppo di videogame tripla A costa davvero tantissimo, vuoi per colmare eventuali falle create da progetti che non hanno incontrato il favore del pubblico.
La questione terrà banco ancora per molto tempo, ma fra oggi e domani magari evitiamo di pensarci: ci sono tre titoli coi fiocchi da festeggiare, e quel pozzo non si riempirà da solo.