Protagonista di un nuovo, inquietante trailer ai Game Awards 2017, a quanto pare catturato su PlayStation 4 Pro, Death Stranding è stato al centro di un'intervista rilasciata da Hideo Kojima nel corso della PlayStation Experience 2017, intervista in cui il director giapponese ha parlato anche del concetto di "game over" nel suo nuovo progetto.
"I videogame sono nati oltre quarant'anni fa nelle sale giochi. Quando un giocatore muore, è game over. Puoi continuare la partita, così il tempo torna indietro a prima della tua porte. Puoi morire tutte le volte che vuoi, ma ogni volta hai la possibilità di tornare a un po' prima che accada. Si tratta di una meccanica creata appositamente per spingere gli utenti a inserire dei gettoni, ma le cose non sono cambiate da allora", ha esordito Kojima, prendendola a dir poco larga.
"Uno dei temi di Death Stranding è il rapporto fra la vita e la morte. Vorrei che la gente sapesse che quando muori nel gioco, però, non significa che sia la fine." Kojima sembra riferirsi alla parte finale del trailer mostrato ai Game Awards, quando il protagonista interpretato da Norman Reedus, Sam, viene scagliato via dall'esplosione dell'enorme creatura che si staglia nella nebbia e finisce in una sorta di profondità marina. Dovrebbe essere quello il luogo in cui il personaggio finisce quando muore, ma a quanto pare non bisogna definirlo "game over".
Quando muori in Death Stranding, vieni trasportato in questa sorta di purgatorio, che sei libero di esplorare in prima persona. A causa di alcune misteriose e peculiari abilità che Sam possiede, puoi spostarti al di fuori del tuo corpo e magari raccogliere degli oggetti, fra le altre cose. "In quel momento non sei morto o vivo", ha spiegato Kojima. "È l'equivalente della schermata del 'continua', con un contatore che punta allo zero."
Sembra sarà possibile tornare nel mondo dei vivi quando lo si desidera, rientrando nel proprio corpo. Anziché però rientrare in un punto precedente alla morte del personaggio, Death Stranding ci porterà a un momento successivo, come in un episodio di Dark Souls o un titolo roguelike. "Come avete visto, alla fine del trailer c'era un cratere che rimane lì quando torniamo. In molti giochi saremmo tornati in azione prima che il cratere venisse creato, dunque a seconda del giocatore potrebbero esserci molti crateri all'interno dello scenario."
Kojima ha suggerito un rapporto fra la pioggia di Death Stranding, che non appartiene a quel mondo, e lo scorrere del tempo, chiamando tale elemento "timefall" e rivelando che si tratta di una parte integrante della storia e del "lore" del gioco. Il director si è però fermato prima di dire troppo al riguardo: dovremo attendere ancora per scoprire il modo in cui il protagonista dell'avventura è legato a quel particolare fenomeno.